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Vittorio Granchi (1908-1992) , pittore e restauratore fiorentino fu un
attento cultore e iconografo dell’
Amiata territorio a partire dagli anni ’40 del Novecento,
contribuendo con le sue opere a farne conoscere i valori ambientali e
il patrimonio artistico anche al di fuori della Toscana.
Figura assai
nota nel campo del restauro svolse un ruolo fondamentale come membro
del famoso “Gabinetto Restauri” della Soprintendenza alle Gallerie di
Firenze cui dette fin dagli anni ’30 un contributo di assoluta
eccellenza con interventi straordinari e ormai considerati storici -
famoso quello sul Crocifisso di Cimabue alluvionato - e fu determinante
per il costituirsi della “Scuola Fiorentina del Restauro”.
Un’
articolata giornata di studi tenutasi a Firenze all’Accademia delle
Arti del Disegno nel 2008 in occasione del centenario dalla nascita, ne
ha messo in luce il ruolo profondamente innovativo nel campo del
restauro e dell’insegnamento di questa disciplina, di cui egli fu uno
dei primi maestri, ma ne ha evidenziato anche la vicenda umana ed
artistica e la sua figura di pittore: un suo autoritratto è entrato
recentemente a far parte della Collezione degli Autoritratti della
galleria degli Uffizi. In questo contesto si inserisce il corpus delle
opere amiatine che ben documentano il rapporto di particolare felicità
d’ispirazione che questi luoghi hanno sempre suscitato nella sua natura
di acuto osservatore e ricercatore del bello.
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