L’Italia in treno a vapore
Il treno a vapore porta la mente
indietro nel tempo, ai film western, in cui il treno era immancabilmente
attaccato dagli indiani, o ai romanzi di ambientazione vittoriana di
Agatha Christie, con il suo Murder on the Orient Express. Ma il trenino, elettrico questa volta, è da sempre uno dei giochi preferiti dai bambini
(e spesso anche dai loro genitori). Il treno, mezzo affascinante, è
capace di legare le nostalgie dei più grandi e la curiosità dei più
piccoli e rappresenta l’elemento ideale per un viaggio on the road molto sui generis.
Il viaggio di cui stiamo parlando è quello proposto dalle Ferrovie Turistiche, associazioni di volontariato che danno nuova vita ai vecchi treni e alle linee ferroviarie non più utilizzate per il trasporto commerciale. L’idea di una ferrovia turistica è di matrice anglosassone; le prime associazioni di questo tipo sono nate in Gran Bretagna all’inizio degli anni ’50 con il duplice obiettivo di preservare il patrimonio storico delle ferrovie e di renderlo disponibile per la curiosità dei viaggiatori. In questo modo sono state recuperate linee ormai lontane dai tracciati del trasporto locale e nazionale ed è stata offerta la possibilità di scoprire zone del territorio altrimenti dimenticate.
L’idea col tempo si è diffusa anche in Italia. Le prime associazioni si sono formate negli anni ’90, con la nascita della Ferrovia del Basso Sebino (FBS) e della Ferrovia della Val d’Orcia (FVO) che, con la Ferrovia Turistica Camuna (FTC), rappresentano le tre associazioni che, nel 1998, si sono unite dando vita alle Ferrovie Turistiche Italiane (FTI). L’obiettivo è sempre lo stesso: salvaguardare il patrimonio ferroviario, fatto di treni, di binari morti e di stazioni abbandonate, e sviluppare un’idea di turismo innovativa e a impatto ambientale ridotto.
Accanto a queste tre associazioni, in Italia esistono altri esempi di ferrovie turistiche: la Ferrovia Colle val d’Elsa-Poggibonsi, in Toscana, che ha terminato la sua attività nel 2010, la Ferrovia della Valmorea, al confine tra Italia e Svizzera, che collega Castellanza, in provincia di Varese, e Mendrisio, nel Canton Ticino, e il Trenino Verde della Sardegna. Le linee non svolgono un servizio regolare ma possono essere prenotate per singoli eventi e vengono attivate secondo un calendario, spesso legato alle manifestazioni locali.
Il viaggio di cui stiamo parlando è quello proposto dalle Ferrovie Turistiche, associazioni di volontariato che danno nuova vita ai vecchi treni e alle linee ferroviarie non più utilizzate per il trasporto commerciale. L’idea di una ferrovia turistica è di matrice anglosassone; le prime associazioni di questo tipo sono nate in Gran Bretagna all’inizio degli anni ’50 con il duplice obiettivo di preservare il patrimonio storico delle ferrovie e di renderlo disponibile per la curiosità dei viaggiatori. In questo modo sono state recuperate linee ormai lontane dai tracciati del trasporto locale e nazionale ed è stata offerta la possibilità di scoprire zone del territorio altrimenti dimenticate.
L’idea col tempo si è diffusa anche in Italia. Le prime associazioni si sono formate negli anni ’90, con la nascita della Ferrovia del Basso Sebino (FBS) e della Ferrovia della Val d’Orcia (FVO) che, con la Ferrovia Turistica Camuna (FTC), rappresentano le tre associazioni che, nel 1998, si sono unite dando vita alle Ferrovie Turistiche Italiane (FTI). L’obiettivo è sempre lo stesso: salvaguardare il patrimonio ferroviario, fatto di treni, di binari morti e di stazioni abbandonate, e sviluppare un’idea di turismo innovativa e a impatto ambientale ridotto.
Accanto a queste tre associazioni, in Italia esistono altri esempi di ferrovie turistiche: la Ferrovia Colle val d’Elsa-Poggibonsi, in Toscana, che ha terminato la sua attività nel 2010, la Ferrovia della Valmorea, al confine tra Italia e Svizzera, che collega Castellanza, in provincia di Varese, e Mendrisio, nel Canton Ticino, e il Trenino Verde della Sardegna. Le linee non svolgono un servizio regolare ma possono essere prenotate per singoli eventi e vengono attivate secondo un calendario, spesso legato alle manifestazioni locali.
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