da l' Espresso Il libro
Silvio, i politologi e mia suocera
di Wlodek Goldkorn
Nel suo ultimo saggio, Ilvo Diamanti parte dalla
sfuriata di un'anziana signora che fa la spesa per provare a capire
perché in Italia funziona ancora lo spauracchio del comunismo. E
perché gli studiosi non ne azzeccano una
Ilvo DiamantiUn giorno, si era nell'epoca Berlusconi, la suocera di Ilvo Diamanti si imbattè al supermercato in una signora che inveiva contro il governo Prodi: colpa sua se i prezzi salivano. Diamanti, il più acuto dei nostri politologi, ha provato a riflettere sulle ragioni di questo anacronismo, del perché una persona possa attribuire le responsabilità di un governo a un esecutivo del passato. Il risultato è un libro denso e ambizioso, "Gramsci, Manzoni e mia suocera. Quando gli esperti sbagliano le previsioni politiche" (il Mulino, pp. 118, E 10). Le ragioni dell'anacronismo della signora sono, secondo Diamanti, semplici e palesi: noi, gli esseri umani ci definiamo in opposizione al "nemico". E per farlo, è comodo usare le categorie del passato, specie quando quelle del presente sono poco chiare. Ecco perché la signora se l'è presa con Prodi. Ecco perché Berlusconi ha continuato ad agitare il fantasma del comunismo.
L'operazione risulta tanto più facile, perché (ed è questo il cuore del ragionamento di Diamanti) in Italia, da 1948 in poi, la mappa delle appartenenze politiche non è sostanzialmente cambiata. O meglio: le regioni rosse, sono rimaste rosse, quelle bianche hanno mutato colore (passando alla Lega o Forza Italia), ma non i valori professati e i nemici da battere. E allora, ed ecco la seconda parte della riflessione di Diamanti: perché gli scienziati della politica stentano a capire la realtà e sbagliano previsioni? Perché, è la risposta, applicano metodi sbagliati. Scambiano la pluralità delle opinioni per l'Opinione Pubblica, ragionano sulle strutture dello Stato e non su fenomeni come l'esperienza di vita, la trasmissione dei valori in famiglia e nella cerchia degli amici. Infine, un appello, citando Gramsci e Manzoni: ricordatevi la differenza tra il buon senso e il senso comune.
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