ALGUER
CULTURA
Produzioni, Promozioni e Diffusioni Culturali
Il prossimo lunedì 19 dicembre
sarà la volta del quarto appuntamento in calendario della stagione in corso (la
settima consecutiva) con I Lunedì con la Poesia.
Pier Luigi Alvau leggerà ed
interpreterà L’Apocalisse di Giovanni(*)
e il “Cant de la Sibil·la”(**) al di là
degli stereotipi di memoria scolastica e di tradizione natalizia.
Alvau non ha voluto rinunciare
all’ultimo lunedì a ridosso del Natale, nonostante questo periodo sia
ridondante d’iniziative artificiosamente raggruppate da cui, obbiettivamente, ha
sempre mantenuto distanti le sue proposte, a testimonianza che le attività di ALGUER
CULTURA hanno la finalità di colmare i vuoti proprio nei
periodi fuori da quelli forzatamente “festaioli” o fin troppo fintamente
impegnati.
Le performances interpretative di Pier Luigi Alvau saranno accompagnate,
come in occasioni precedenti, dai commenti musicali magistralmente interpretati
al flauto da Mauro Uselli.
Dove: Alghero, Sala “Manno”, Via Marconi n. 10
Quando: Lunedì 19 dicembre 2011, ore 19,30
Info: Alguer Cultura
tel. 349 3049093
e-mail: alguer.cultura@tiscali.it
(*) APOCALISSE
di Giovanni
Comunemente conosciuta come Apocalisse o
Rivelazione o Libro della Rivelazione (da
Αποκάλυψις, termine greco che significa "rivelazione"),
è l'ultimo libro
del Nuovo Testamento ed è la sola apocalisse
accettata nel canone della Bibbia. Il libro è uno dei più
controversi e difficili da interpretare di tutta la Bibbia. L'Apocalisse
appartiene al gruppo di scritti neotestamentari noto come "letteratura
giovannea", in quanto scritta, se non dallo stesso apostolo, nei circoli
che a lui e al suo insegnamento facevano riferimento. Di 404 versetti, 278
contengono almeno una citazione veterotestamentaria.
I libri che hanno maggiormente influenzato l'Apocalisse sono i libri dei Profeti,
principalmente Daniele,
Ezechiele,
Isaia,
Zaccaria
e poi anche il Libro dei Salmi e l'Esodo.
La tradizionale attribuzione all'apostolo Giovanni non è,
come anche nel passato, unanimemente riconosciuta. Secondo la tradizione,
rappresentata già da Giustino di Nablus e largamente diffusa già
dalla fine del II secolo, questo testo sarebbe stato scritto
dallo stesso autore del Vangelo secondo Giovanni e delle tre Lettere di Giovanni, anche se fino al V secolo
le Chiese di Siria,
di Cappadocia e anche di Palestina
non sembrano aver inserito il libro nel Canone delle Scritture. Quanto alla
data di composizione, si ammette abbastanza comunemente che sarebbe stata
composta verso la fine dell'impero di Domiziano,
nella prima metà degli anni 90 del I secolo. Anche i monaci ortodossi di Patmo hanno
aderito a questa datazione celebrando ufficialmente il diciannovesimo
centenario della redazione dell'opera nel 1995. A favore di questa
datazione sono la testimonianza di Ireneo di
Lione, che parla della fine del regno di Domiziano come epoca di
composizione dell'opera, e indizi interni all'opera stessa. Il libro è
indirizzato alle sette chiese dell'Asia Minore,
Efeso,
Smirne,
Pergamo,
Tiatira,
Sardi,
Filadelfia e Laodicea,
con lo scopo precipuo di incoraggiare i fedeli a resistere alle persecuzioni da
parte delle autorità romane, con la promessa dell'avvento del regno
escatologico. Il libro si conclude con un monito: Se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i
flagelli descritti in questo libro; se qualcuno toglie qualcosa dalle parole
del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell'albero della
vita e della santa città che sono descritti in questo libro.
(La versione che verrà letta in questa occasione è stata comunque ridotta per
motivi di tempo, salvaguardando integralmente le parti proposte).
L'Apocalisse è espressione del genere
letterario apocalittico. Fanno parte di questo genere letterario, oltre
al nostro testo, alcuni libri dell'Antico
Testamento quali Ezechiele e Daniele
ed alcuni libri apocrifi.
Esso si è sviluppato particolarmente nei secoli concomitanti la venuta di Gesù
Cristo
e deriva dal genere letterario profetico, del quale è uno sviluppo. I due generi letterari
vogliono essere una rivelazione di Dio agli uomini in particolari situazioni.
Quello profetico usa in particolar modo "parole di Dio", riflessioni
e fatti del profeta. L'Apocalisse si
presta a grandi fraintendimenti se non se ne riconosce il simbolismo, che si
esprime in diversi modi.
(**) CANT DE LA SIBIL·LA
Il “Cant de la Sibil·la” è un dramma liturgico e canto
gregoriano che ebbe grande diffusione nel Medio Evo nel sud dell’Europa. Fu
proibito dopo il Concilio di Trento però si è continuato ad eseguirlo, senza
interruzione, durante la messa della notte di Natale in tutte le chiese di Mallorca
e nella cattedrale di Alghero.
Negli ultimi anni è stato recuperato in molte chiese
di Catalunya e del País Valencià e di particolare pregio è l’interpretazione
che esegue Maria del Mar Bonet nella
chiesa di Santa Maria del Mar di Barcellona.
Il testo si basa sulla profezia della fine del mondo.
Inizialmente si cantava in latino, però dal sec. XIII sono documentate versioni
in catalano, per cui si tratta di una delle prime espressioni poetiche in
questa lingua.
Il 16 novembre 2010 il “Cant de la Sibil·la” di
Mallorca è stato dichiarato patrimonio culturale e immateriale dell’Umanità dal
Comitato Intergovernamentale per la Salvaguardia dell’UNESCO, riunito a
Nairobi. Di riflesso anche Alghero, pur non avendo avuto nessuna parte
attiva nell’iniziativa di proposta, si fregia di quel riconoscimento.
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