Tre cattive ragazze e il Principe
Tre giovani donne sono processate per aver causato, con sortilegi e “stregherie”, la morte dell’erede di Vittorio Amedeo II di Savoia. È “Tre cattive ragazze” (Neos Edizioni, 14 euro), l’ultima fatica di Cristina Quaranta. Torino, 1715: il re Vittorio Amedeo II viene colpito dalla morte dell’erede, il sedicenne Principe di Piemonte. In città si mormora di “tre cattive ragazze dedite a parlar coi diavoli, praticare arti magiche e fabbricare fantocci che possono recar morte alle reali persone”. Clara, Gerolama e Marianna, rinchiuse nella fortezza di Miolans nella Combe de Savoie sul finire del 1716, vengono interrogate per lunghi mesi. Attraverso i resoconti delle deposizioni, gli atti del processo, le lettere che i funzionari inviano a Sua Maestà e i racconti dei testimoni, passo dopo passo nel freddo dell’inverno si delinea il loro destino. S’intrecciano così i fili di un dramma intriso di magia, superstizione, ingenuità e scaltrezze nel quale il lettore rimane intrappolato come in un incantesimo. Sullo sfondo la Torino degli inizi del Settecento, ma sulla vicenda incombe il castello-fortezza di Miolans, e la città di Asti contende alla capitale il ruolo di protagonista. Cristina Quaranta, torinese e “roerina” in egual misura, è costumista teatrale col vizio di scrivere atti unici per rievocazioni storiche. Ha vinto il premio letterario Carlo Alberto Dalla Chiesa 2007 e collabora alla rivista Roero Terra Ritrovata, nata per la salvaguardia e la diffusione della memoria storica del territorio.da pagina
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