Vonnegut: libertà e una legge
che sembra un sogno
da l' Unità di Kurt Vonnegut
Potrebbe darsi che la cosa più straordinaria dei membri della mia generazione letteraria, in retrospettiva, sia che ci è stato permesso di dire assolutamente qualunque cosa senza paura di castigo. I nostri eredi potranno trovare incredibile, come molti stranieri fanno già ora, che una nazione volesse adottare come legge qualcosa che suona più come un sogno, che dice quanto segue: «Il Congresso non promulgherà leggi che favoriscano qualsiasi religione, o che ne proibiscano la libera professione, o che limitino la libertà di parola, o di stampa; o il diritto delle persone di riunirsi pacificamente in assemblea, e di fare petizioni al governo per riparazione di torti».
Come poteva una nazione con una tale legge crescere i suoi bambini in un’atmosfera di decoro? Non poteva – non può. Così la legge sarà sicuramente presto abrogata per amore dei bambini.
E già adesso i miei libri, assieme ai libri di Bernard Malamud e James Dickey e Joseph Heller e molti altri patrioti di prima classe, sono regolarmente gettati via dalle biblioteche delle scuole da membri dei consigli scolastici, che dichiarano usualmente di non aver in realtà letto i libri, ma che sanno da fonti sicure che quei libri sono dannosi per i bambini.
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Il mio romanzo Mattatoio n.5 fu bruciato davvero in una caldaia dal bidello di una scuola a Drake, North Dakota, su disposizione della commissione scolastica del posto, e il consiglio di istituto fece delle dichiarazioni pubbliche sulla immoralità del libro. Anche per gli standard della Regina Vittoria, l’unica frase ingiuriosa dell’intero romanzo è questa: «Via dalla strada, stupido bastardo!».
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