Il gioco di parole è facile, ma drammaticamente vero. Purtroppo. Dopo diversi anni di crescita, infatti, i piccoli e i medi editori rallentano più del resto del mercato nel 2011. La conferma è arrivata oggi, impietosa, dai dati NielsenBookScan presentati a Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria al Palazzo dei Congressi dell'EUR di Roma.
Del resto il segno meno varrà per tutto il settore del libro: a fine ottobre si registra infatti un -0,7% sul totale del mercato (pari a -7,1 milioni di euro di spesa in meno) nei canali trade (librerie tradizionali, catene di librerie, grande distribuzione e internet). Una novità, dopo anni di performance di tutto rispetto per il comparto. Migliorano invece i dati a volume: il numero di copie vendute nello stesso periodo registra infatti un +0,4% complessivo. Nella Grande distribuzione il dato arriva al +1,6%, mentre cresce poco (dello 0,1%) per librerie e online. Questo significa, con tutta probabilità, che il costo medio e gli sconti stanno incidendo sull'andamento del settore.
E così i piccoli vedono il fatturato ridursi di quasi il 5% e pesano oggi il 12,8% del mercato (escluso la GdO). Riacquistano quindi posizioni i grandi editori, che recuperano lo 0,8% complessivo del mercato a valore a prezzi di copertina. Nel 2010 e nel 2009 sull'analogo periodo, i piccoli, avevano invece mostrato performance diametralmente opposte: + 14,9% (2009 rispetto al 2008) e + 6,2% (2010 rispetto al 2009).
«Il Natale, per grandi e piccoli, è ancora alle porte e non è facile prevedere quelli che saranno i comportamenti dei lettori nelle prossime settimane – ha spiegato il presidente dell'AIE Marco Polillo - Titoli di autori importanti non hanno ancora dispiegato i loro effetti di vendita. Certo è che anche il nostro settore ha iniziato ad entrare nel cono d'ombra in cui da tempo sono entrati i consumi degli italiani. C'è da dire che in altri periodi di crisi il libro, sotto Natale, ha sempre mostrato potenzialità importanti. Ci auguriamo che anche questo 2011 non smentisca queste tendenze».
«La maggior flessione delle vendite nei piccoli piuttosto che nei grandi – ha proseguito il presidente dei piccoli editori di AIE Enrico Iacometti - oltre a risentire del calo generalizzato dei consumi è influenzata secondo me anche dalla minore liquidità e disponibilità finanziaria dei librai, che, nel selezionare i libri da tenere, sacrificano quelli dei piccoli editori».
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