Libro e fumetto, fascista imperfetto
Il
sogno, si sa, rappresenta l'ultimo avamposto della libertà. Per questo
ai regimi totalitari i sogni non piacciono. E il fascismo non fa certo
eccezione.
Luca Raffaelli
Da Topolino a Mandrake le censure del regime
Nella
rubrica dedicata ai disegni dei lettori, il 27 aprile del 1939 il
giornale Topolino pubblicò un disegno intitolato "casa di campagna",
eseguito da Anna Maria Mussolini di anni 9, Via Nomentana n. 70 Villa
Torlonia. Era accompagnato da un commento: «Siamo fieri di presentare in
questa pagina il disegno qui riprodotto inviatoci dalla piccola Anna
Maria Mussolini, figliuola del nostro Duce». Questo si sapeva: i figli
di Mussolini amavano i fumetti e i film di Disney. Ed è storia che la
famiglia Mussolini incontrò due volte il creatore di Topolino a Villa
Torlonia, accogliendolo calorosamente. Ma fino all' uscita di questo
saggio fondamentale, scritto in alcune pagine come si trattasse di un'
avventurosa caccia al tesoro, non si conoscevano i retroscena di un
capitolo fondamentale della storia del fumetto italiano: quello che ha
portato il MinCulPop del fascismo a vietare nella seconda metà degli
anni Trenta tutti i fumetti statunitensi. Tutti: Flash Gordon, Cino e
Franco, Mandrake, L' Uomo Mascherato, eccetera eccetera, con una sola
deroga: il fumetto targato Disney.
Eccetto
Topolino, scritto da Fabio Gadducci, Leonardo Gori e Sergio Lama (430
pagine riccamente illustrate, 35 euro, Nicola Pesce editore) basa molte
delle sue pagine sullo studio delle lettere trovate negli archivi di
Guglielmo Emanuel, antifascista che si era dimesso da inviato speciale
del Corriere della Sera a metà degli anni Venti, quando l'
allontanamento del direttore Albertini rese chiaro il cambio di rotta
del quotidiano. Si ritrovò così ad essere l' agente italiano del KFS,
ovvero il King Features Syndicate, l' agenzia (tuttora esistente) che
vendeva in tutto il mondo articoli, rubriche e soprattutto fumetti
usciti sui giornali del magnate William Randolph Hearst. Tra questi
ultimi tutti i più famosi usciti in Italia negli anni Trenta su L'
avventuroso dell' editore Nerbini, sul Topolino di Mondadori su L'
audace di Lotario Vecchi, e su decine di altre testate. Le fotografie
delle edicole italiane di quei tempi proposte nel saggio sono
impressionanti: i fumetti sono i protagonisti assoluti, con i loro sogni
d' avventura, il loro fascino colorato e immediato. E come sempre,
quando un nuovo fenomeno stravolge i gusti adolescenziali, ecco la
pronta reazione del mondo adulto. Eccetto Topolino spiega
scrupolosamente come l' intervento del MinCulPop sia stato anticipato da
convegni e articoli in grande stile. I giornaletti sono diseducativi,
si diceva e scriveva, perché danno spazio all' immagine, perché non
parlano della realtà, perché sono americani e quindi razzisti, con eroi
biondi e traditori bruni, perché non fanno vibrare «i piccoli lettori al
soffio di questa atmosfera nuova palpitante di grandezza e di gloria».
Gugliemo Emanuel (che verrà poi descritto da Indro Montanelli come «un
signore di vecchio stampo: amabile, sorridente, conversatore brillante e
perfetto uomo di mondo») aveva partecipato al sogno del fumetto
statunitense in Italia con competenza e lungimiranza, comprendendo i
motivi del successo di quelle strisce colorate. Quando quel sogno si
spezzò fu per lui un disastro anche economico: dai 12000 dollari l' anno
le vendite passarono nel 1938a 54 dollaria settimana (per tre serie
disneyane).
Il
volume riporta (anche fotograficamente) i vari ordini del MinCulPop e i
tentativi delle case editrici di trovare escamotage per mantenere l'
interesse dei lettori e riuscire a pubblicare le strisce italianizzate,
censurate e corrette. Mandrake divenne Mandrache, Phantom L' uomo
Mascherato, Brick Bradford Guido Ventura. Ma tra successi e fallimenti,
responsabili costretti all' esilio e protagonisti del fumetto scomparsi
nelle tragedie della guerra, si vivono in queste pagine alcuni momenti
esilaranti, come quando Emanuel nel 1940, stremato dalla censura
fascista che chiede anche la soppressione di fumetti con donne procaci,
propone all' editore Nerbini di sostituire Dale e Lita, le fanciulle che
appaiono in Flash Gordon, con due bambini (ritoccando il disegno,
ovviamente): «Le proporzioni delle due ragazze sono più ridotte di
quelle degli uomini e questo faciliterebbe la trasformazione,
limitandola al vestito e ai capelli. In tal modo sarebbe evitato
qualsiasi appiglio di critica e viceversa rimarrebbe in vita l'
avventura e la lotta di Gordon col suo terribile avversario Ming».
(Da: La Repubblica del 10 gennaio 2012)
Fabio Gadducci - Leonardo Gori - Sergio Lama
Eccetto Topolino
Lo scontro culturale tra Fascismo e Fumetti
Nicola Pesce editore, 2011
35 euro
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