SPETTACOLI PUBBLICI E MONOPOLIO: CALDART SI RIVOLGE ALLA PROCURA E ACCUSA COMUNE E AUTORITA’ PORTUALE
SPETTACOLI PUBBLICI E MONOPOLIO: CALDART SI RIVOLGE ALLA PROCURA E ACCUSA COMUNE E AUTORITA’ PORTUALE
In due esposti il racconto delle presunte esclusioni immotivate
Di Mauro Lissia
Cagliari. Stanco di vedere esclusi i proprio progetti di spettacolo
senza neppure una spiegazione, l’organizzatore Andrea Caldart si è
rivolto alla Procura della Repubblica: due esposti, di cui uno insieme
al collega Filippo Serra, perché venga stabilito se nel comportamento
dell’amministrazione comunale e dell’Autorità portuale possano essere
ravvisati estremi di reato.
Non è la prima volta che Caldart sceglie
la via giudiziaria per sbloccare quello che lui considera un monopolio
inespugnabile: “Lavorano sempre gli stessi – accusa l’imprenditore –
poco importa se hanno condanne nel proprio passato e processi in corso”.
Processi – il riferimento è per i rappresentanti legali e artistici di
Sardegna Concerti – Sardinia Jazz – in qualche caso aperti proprio
partendo dalle sue denunce. Negli esposti Caldart racconta le ultime
vicende: il disinteresse incassato sul progetto del “teatro del mare”,
una struttura amovibile nell’area di fronte all’Ottagono che avrebbe
garantito uno spazio pubblico per musica e intrattenimento “senza alcun
costo per il Comune”. Poi il “no” alla realizzazione dello stesso
progetto all’interno dell’area portuale, al molo Ichnusa. Infine
l’esclusione (“senza neppure una nota di spiegazione”) dal programma di
spettacolo per il Capodanno, malgrado le società che fanno capo a
Caldart e Serra si siano proposte formalmente seguendo a puntino le
procedure: “Noi restiamo sempre fuori – avverte Caldart – mentre gli
altri hanno rapporti privilegiati con il Comune e usano liberamente
attrezzature tecniche di proprietà pubblica per spettacoli musicali
privati. Credo che questa situazione debba essere sanata, perché è
inaccettabile e potrebbe essere illegale. Un’amministrazione pubblica
deve garantire opportunità paria tutti gli operatori e i progetti devono
essere valutati in base a criteri oggettivi, che spesso non vengono
neppure stabiliti”.
da La Nuova Sardegna
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