Marsiglia. Splendida e desolata
Splendida e desolata, intrisa di nostalgia e di sole. E' la Marsiglia di Izzo: luogo del desiderio e del rimpianto.
Massimo Calandri
Marsiglia
Una
città di luce e di vento. Di colori, che qui sono diversi da ogni altra
parte del mondo. Più intensi e asciutti, profondi, solari. Una città di
spezie, un arcobaleno di strani dialetti e di odori che rimontano da
muri screpolati, da antichi palazzi di pietra rosa, da vicoli che
salgono fino in cielo e poi si rituffano giù. Verso quel porto che è
sempre lo stesso, da tremila anni. Barche ormeggiate che dondolano
piano. Joseph Conrad ci arrivò in treno, poi salì su di un veliero per
la Martinica e fu un amore senza ritorno. Pagine di libri, pellicole in
bianco e nero, pescherecci e night club, mistral e Pernod. Una città di
una bellezza che si condivide. Perché a Marsiglia bisogna schierarsi,
appassionarsi: essere per, essere contro. Essere, violentemente. E solo
allora, ciò che c´è da vedere si lascia vedere. Jean Claude Izzo diceva
anche che non era una città per turisti, e forse il poeta - scrittore
noir per caso - aveva ragione.
Ma
trent´anni dopo la fuga del suo figlio innamorato, Marsiglia ha
imparato a convivere con quell´anima romantica, selvaggia e il desiderio
di accogliere. Dicono che sia cominciato tutto con i campionati del
mondo di calcio, nel 1998. E il collegamento con il Tgv, tre ore da
Parigi. Gli investimenti per il recupero di interi quartieri, il nuovo
porto della Juliette, l´arrivo delle crociere, il riammodernamento della
rete di circolazione urbana. Il prossimo anno sarà quello della
consacrazione, Marsiglia capitale europea della cultura e una nuova
metamorfosi, 365 giorni di eventi sulle tracce del mare, di quel mare
che illumina con i suoi tanti colori.
La
cosa migliore è scoprirla perdendocisi dentro, camminando senza fare
troppa attenzione al tempo ma gustandone gli angoli nascosti e gli
slarghi improvvisi. Tutto comincia e tutto finisce nel Vieux Port, il
porto vecchio, quello dei fenici e di Conrad, dei pirati arabi e dei
commercianti corsi, dei catalani e di Fabio Montale, il poliziotto
protagonista della trilogia di Izzo. Bussate alla porta di una curiosa
associazione di amici, i Greeters, sono marsigliesi veri che vi possono
accompagnare passo dopo passo, gratuitamente, facendovi scoprire segreti
e storie della più vecchia città francese. Questione di passione,
appunto. Dal Vieux Port all´imponente palazzo del Pharo c´è un panorama
di tutta la città, il forte Saint Jean con la chiesa dei pescatori
italiani di Saint Laurent e il forte Saint Nicolas con le sue feritoie.
Monumenti
in relativa mutazione ambulante, perché entro la fine dell´anno ci
saranno nuove passerelle e centri commerciali, e i vicini depositi delle
merci si trasformeranno in musei e spazi per esposizioni. Come il
castello che prima ospitava la Legione Straniera e adesso le anfore
recuperate in fondo al mare da Jacques Cousteau. Vale la pena scendere
giù, ancora il porto vecchio, per risalire il mitico Panier. Però
passando prima dalla Quai des Belges, dove all´altezza della targa che
ricorda l´arrivo millenario dei marinai greci ci sono le bancarelle dei
pescatori appena rientrati e la vendita è libera, ma attenzione ai
furgoni posteggiati vicino perché sono quelli che fanno la spola con il
mercato della Somati e le sue orate surgelate.
Da
qui parte la Canebière - dal provenzale canabre, la canapa delle funi
delle navi - , mille metri di strada ad inghiottire il quartiere di
Noailles con i suoi mercati multietnici, i gitani con i baffoni che
litigano davanti al "Mezopotama", i bimbi senegalesi che scorazzano in
rue d´Aubagne, le donne in niquab che comprano i dolci tunisini nella
vicina Place du Marché des Capucins. Poco lontano, all´angolo tra rue de
la Bonnetterie e la Grande rue, c´è l´hotel de Cabre, la più antica
casa marsigliese con le sue finestre a mosaico. Il Panier è il solo che
ha resistito ai bombardamenti tedeschi del ´43, insieme al municipio e a
Saint Laurent.
Ci
si può anche arrivare sfiorando la cinquecentesca chiesa di Saint
Ferréol les Augustins, che con ecumenismo tutto marsigliese mischia la
sacrestia con un negozio di foto e una tabaccheria. Le strade strette in
salita con i negozietti che vendono sapone. Le scalinate sono in pietra
di Cassis, la stessa del porto di Alessandria e della Statua della
Libertà. È questa l´essenza di Marsiglia, la sua magia, quel rito
millenario che si compie arrivando in cima e prendendo un po´ di fresco
all´ombra degli ultimi ippocastani di Place des Moulins (erano 15
mulini, ne restano due), seduti sulle vecchie mole circolari trasformate
in panchine. Assaporandone i colori, il vento, la luce.
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