''Mani bucate'' di Marco Cobianchi, la pioggia cddegli aiuti di stato: dai film agli skilift
un'analisi del giornalista
Marco Cobianchi su
finanziamenti e sussidi pubblici
La pioggia degli aiuti di
Stato: dai film agli skilift
In tutto 30 miliardi: più di due terzi del disavanzo pubblico. E si finanziano anche progetti per cinquanta campi da golf in Sicilia
di Sergio Bocconi
per il Corriere della Sera 29/9/2011
Indovinello:
cosa hanno in comune il colosso della difesa Finmeccanica e il Sicilia
Golf Resort, il gruppo di microelettronica Stm e gli skilift del
Norditalia, l'«Avanti» di Valter Lavitola e il film Matrimonio alle
Bahamas di Claudio Risi, la Fiat e l'Hotel Mont Blanc di Courmayeur, i
cinema con schermo adatto a proiezioni in 3D e perfino la mafia? In
apparenza nulla. Invece una cosa c'è: tutti hanno ricevuto a vario
titolo e con effetti assai diversi, per canali e in proporzioni molto
differenti, aiuti pubblici, cioè soldi dei contribuenti. Nostri. Una
pioggia, o per meglio dire un'orgia incontrollata di sussidi che non si
riesce nemmeno a quantificare perché a governare l' erogazione è solo il
caos. Il giornalista di «Panorama» Marco Cobianchi nelle 300 pagine di
Mani bucate, edito da Chiarelettere (euro 15,90) in libreria da oggi, ha
impiegato due anni a consultare documenti ufficiali, dalla «Gazzetta»
alle sentenze della Corte dei Conti, per ricostruire il percorso del
fiume di miliardi che ogni anno viene distribuito a qualsiasi tipo di
impresa: high tech o obsolete, in utile o in perdita, start-up o
decotte, localizzate al Nord, al Centro, al Sud, in aree davvero
depresse o dichiarate tali. Soldi che vengono utilizzati per finanziare
nuove assunzioni o ripagare i debiti alle banche, per sussidiare
impianti che spariscono una volta finiti i sussidi o sovvenzionare corsi
di formazioni di dubbia efficacia o ristrutturazioni glamour. A
stanziarli provvedono migliaia di leggi e contratti di programma, che
dispongono spese cash o sgravi fiscali. Il risultato è che è impossibile
fare un bilancio: l'autore per primo non se la sente di ricostruire
cifre monstre ma poco attendibili e si affida a «un numero che
probabilmente risponde in modo meno approssimativo di altri alla domanda
sulla spesa totale a favore delle imprese», elaborato dall'economista
Mario Baldassarri: nel 2010 la somma raggiunge 40 miliardi, dai quali
bisogna toglierne 15 destinati ai trasporti locali e aggiungerne circa 5
fra interventi di sostegno non contabilizzati a favore dell'energia
verde e sconti fiscali. «In tutto 30 miliardi: più di due terzi del
disavanzo pubblico da recuperare entro il 2013, poco meno della metà di
quanto lo Stato paga di interessi sul debito ogni anno». Funzionano gli
aiuti? La domanda sembra quasi fuori luogo se si pensa ai 2,5 milioni
all'anno (il dato è del 2008) erogati a Lavitola, oppure ai cinquanta
progetti per campi da golf in Sicilia, alle migliaia di euro destinati
ad alberghi di lusso in tutta Italia, ai soldi indirizzati a società
vinicole legate a famiglie mafiose, legali ma oggetto di truffe che li
moltiplicano (anche con il sangue), ai finanziamenti stanziati per gli
impianti di risalita in Val d'Aosta o per i parchi di divertimento. Ma
una risposta ci vuole, vista la mole di soldi nostri che circolano in
modo incontrollato. Eccola: Cobianchi l'affida al governatore Mario
Draghi: «I sussidi alle imprese sono generalmente inefficaci e creano
distorsioni che penalizzano gli imprenditori più capaci». Più chiaro di
così. Però l'orgia continua.
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