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domenica 2 ottobre 2011

''Mani bucate'' di Marco Cobianchi

''Mani bucate'' di Marco Cobianchi, la pioggia cddegli aiuti di stato: dai film agli skilift

Pamphlet. In «Mani bucate»
un'analisi del giornalista
Marco Cobianchi su
finanziamenti e sussidi pubblici

La pioggia degli aiuti di
Stato: dai film agli skilift

In tutto 30 miliardi: più di due terzi del disavanzo pubblico. E si finanziano anche progetti per cinquanta campi da golf in Sicilia

di Sergio Bocconi
per il Corriere della Sera 29/9/2011



Indovinello: cosa hanno in comune il colosso della difesa Finmeccanica e il Sicilia Golf Resort, il gruppo di microelettronica Stm e gli skilift del Norditalia, l'«Avanti» di Valter Lavitola e il film Matrimonio alle Bahamas di Claudio Risi, la Fiat e l'Hotel Mont Blanc di Courmayeur, i cinema con schermo adatto a proiezioni in 3D e perfino la mafia? In apparenza nulla. Invece una cosa c'è: tutti hanno ricevuto a vario titolo e con effetti assai diversi, per canali e in proporzioni molto differenti, aiuti pubblici, cioè soldi dei contribuenti. Nostri. Una pioggia, o per meglio dire un'orgia incontrollata di sussidi che non si riesce nemmeno a quantificare perché a governare l' erogazione è solo il caos. Il giornalista di «Panorama» Marco Cobianchi nelle 300 pagine di Mani bucate, edito da Chiarelettere (euro 15,90) in libreria da oggi, ha impiegato due anni a consultare documenti ufficiali, dalla «Gazzetta» alle sentenze della Corte dei Conti, per ricostruire il percorso del fiume di miliardi che ogni anno viene distribuito a qualsiasi tipo di impresa: high tech o obsolete, in utile o in perdita, start-up o decotte, localizzate al Nord, al Centro, al Sud, in aree davvero depresse o dichiarate tali. Soldi che vengono utilizzati per finanziare nuove assunzioni o ripagare i debiti alle banche, per sussidiare impianti che spariscono una volta finiti i sussidi o sovvenzionare corsi di formazioni di dubbia efficacia o ristrutturazioni glamour. A stanziarli provvedono migliaia di leggi e contratti di programma, che dispongono spese cash o sgravi fiscali. Il risultato è che è impossibile fare un bilancio: l'autore per primo non se la sente di ricostruire cifre monstre ma poco attendibili e si affida a «un numero che probabilmente risponde in modo meno approssimativo di altri alla domanda sulla spesa totale a favore delle imprese», elaborato dall'economista Mario Baldassarri: nel 2010 la somma raggiunge 40 miliardi, dai quali bisogna toglierne 15 destinati ai trasporti locali e aggiungerne circa 5 fra interventi di sostegno non contabilizzati a favore dell'energia verde e sconti fiscali. «In tutto 30 miliardi: più di due terzi del disavanzo pubblico da recuperare entro il 2013, poco meno della metà di quanto lo Stato paga di interessi sul debito ogni anno». Funzionano gli aiuti? La domanda sembra quasi fuori luogo se si pensa ai 2,5 milioni all'anno (il dato è del 2008) erogati a Lavitola, oppure ai cinquanta progetti per campi da golf in Sicilia, alle migliaia di euro destinati ad alberghi di lusso in tutta Italia, ai soldi indirizzati a società vinicole legate a famiglie mafiose, legali ma oggetto di truffe che li moltiplicano (anche con il sangue), ai finanziamenti stanziati per gli impianti di risalita in Val d'Aosta o per i parchi di divertimento. Ma una risposta ci vuole, vista la mole di soldi nostri che circolano in modo incontrollato. Eccola: Cobianchi l'affida al governatore Mario Draghi: «I sussidi alle imprese sono generalmente inefficaci e creano distorsioni che penalizzano gli imprenditori più capaci». Più chiaro di così. Però l'orgia continua.

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