Jean Claude Izzo (1945-2000) e la copertina della trilogia
Tre romanzi, un unico capolavoro: ecco la "Trilogia" di Jean Claude Izzo
di Cristiano Sanna
Consiglio: chi non avesse
mai visto Marsiglia e dintorni e si appresti ad andare a visitare la
controversa e affascinante metropoli mediterranea, seconda città di
Francia, eviti la spesa di qualsiasi guida di viaggio, e scelga la Trilogia di Fabio Montale
di Jean Claude Izzo. Non si tratta certo di un epigono dei vari
manualetti Lonely Planet, Routard, Rough Guide e simili. In questi
celebratissimi tre romanzi noir di Izzo c'è molto di più. C'è la storia,
il mito, la poesia, l'anima profonda di una città che è il simbolo del
continuo incontro-scontro fra le diverse anime di quello che i latini
chiamavano Mare Nostrum. E che in tempi di crisi, di rivolte, di guerre
civili e di razzismi in nuova rimonta, torna a calamitare lo sguardo
collettivo, fra paura delle nuove possibilità e timore per l'nvasione di
quelle che dai media vengono colpevolmente dipinte come nuove orde
barbariche. In fuga dall'Africa devastata, dal Medio Oriente in fiamme, e
in movimento attraverso un'Europa che mostra crepe sempre più vistose.
Nei tre romanzi di Izzo (editi in una ricca ed economica veste da E/O)
c'è tutto questo e molto altro.
"Non sono Fabio Montale"
- Lo scrisse ad una delle sue tante donne, Izzo, giornalista,
scrittore, poeta, attivista politico di sinistra e agitatore culturale
in perenne movimento tra la sua Marsiglia e Parigi, dove trascorse buona
parte degli ultimi anni della sua vita, prima di spegnersi a causa di
un tumore a soli 55 anni. Il poliziotto-educatore di strada nei tre
romanzi diventati in brevissimo tempo un grande successo e un caso
letterario (la trilogia comprende Casino Totale, Chourmo e Solea)
ha un carattere tendente alla romantica malinconia, a fare tutto il
possibile per ritardare una inevitabile sconfitta. Jean Claude Izzo fu
sempre attivo, indomabile, combattente per quelli che erano ideali per
lui irrinunciabili: credere nella mescolanza come risorsa era il primo
fra questi. In comune, l'autore e il personaggio di Fabio Montale
(omaggio al grande poeta italiano) hanno la rabbiosa delusione per
l'internazionalismo socialista e le derive comuniste, l'odio feroce per
tutti i fascismi e il rapporto complicato con tante donne, tutte
riassunte in un' unica figura, quella Lole, zingara sfuggente e materna
allo stesso tempo, che tormenta il protagonista con il suo ricordo, che
gli dona brevi attimi di intensissima pace (come nello straordinario
finale di Casino Totale) e lo accompagna, ultima visione in mezzo al mare, nella morte con cui si conclude Solea.
Il nero della vita sotto il sole
- Bar Des Tres Coins, Bar de Maraichers, i piccoli imperdibili
ristorantini multietnici, i caffé vicino all'Opera, i ristorantini
specializzati in piatti di mare, i vini di Cassis, le spezie che
invadono le strade e che si liberano dalla pelle delle donne durante il
sesso, il sole che schiaccia Marsiglia e svela il suo orrore criminale,
ma anche la sua indomabile vitalità. C'è tutto questo nei tre libri di
Jean Claude Izzo. I sapori e i profumi di una città strega e matrigna,
ma anche le trame criminali sempre più soverchianti. Casino Totale
vede Fabio Montale entrare in azione dopo la morte di Ugo, a sua volta
tornato a Marsiglia per vendicare Manu. Il triangolo di un'amicizia nata
nei vicoli del Panier, l'antico quartiere vicino al porto, popolato da
figli di immigrati, si ricompone e scompone in una indagine che allarga
la prospettiva di una storia di moderna, spietata malavita. In Chourmo
lo spirito marsigliese è ancora più sottolineato: la bellezza della
città non si vede con gli occhi del turista che pensa di trovarsi in
Costa Azzurra, avverte Izzo-Montale, si condivide. A Marsiglia ci si
appassiona e ci si schiera su tutto. "Essere. Violentemente", scrive lo
scrittore, figlio di un italiano del Sud e di una spagnola. Nel secondo
romanzo la tragedia, la morte, toccano la famiglia di Fabio Montale e lo
spingono a rimettersi a indagare anche dopo aver abbandonato la
polizia. In Solea, capitolo conclusivo della trilogia, a farla
da padrone sono le grandi mafie, l'intreccio di affari finanziari
deviati ad altissimi livelli, di economia intossicata, uno scenario
ormai sotto gli occhi di tutti. Le storie corrono veloci tra molta
musica: il reggae, il rap-raggamuffin delle periferie musulmane, molto
jazz e blues. E sono imbastite con dati reali, tratti dalla cronaca e da
inchieste puntualmente indicati da Izzo. Giornalista prima che
scrittore, poeta prima che giornalista. Figlio di tante culture,
azzoppato dai dolori della vita, stanco di vivere tutto con passione e
rabbia, ma rigenerato dal suo essere un rital, un figlio di tante culture sovrapposte, con dentro i geni della sopravvivenza.
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