"Parlavamo del futuro", la storia d'Italia attraverso gli scritti di Gina Lagorio
di Antonella Loi
"Gina Lagorio era la
società civile. Era l'estranea e l'intrusa della politica italiana, la
cui memoria personale cominciava nel ricordo, testimoniato anche
personalmente e nei suoi legami più cari, con la Resistenza, e giungeva
fino all'indignazione per i giorni che stiamo vivendo, per i personaggi
che li popolano, per le leggi che offuscano l'orizzonte di un Paese
civile, per l'incattivimento e l'invito all'egoismo, al tornaconto e
alla scorciatoia, che è diventato il modello di una maniera di vivere
prima ancora che di una maniera di governare". Così Furio Colombo, nella
prefazione di Parlavamo del futuro - Gina Lagorio (Melampo
edizioni) curato dalla figlia Simonetta, traccia il cammino politico ma
soprattutto umano e civile di una scrittrice "perennemente schierata". A
cominciare dall'esperienza nella Resistenza, di cui gli scritti della
Lagorio, anche quelli più recenti, sono pregni, sia nel linguaggio che
nelle idee.
Scorrendo il libro, una
raccolta di articoli e interventi pubblicati nell'arco di quarant'anni -
dal 1965 al 2005, anno della sua morte -, si segue un filo dal tratto
autobiografico che arriva fino ai giorni nostri e che parte dal profilo
di personaggi quali il marito Emilio, partigiano ed esponente del
Comitato di liberazione nazionale, Sandro Pertini, l'avvocato Arnaldo
Pessano, per citarne alcuni descritti nel capitolo intitolato proprio
"Resistenza". Se per Gina quindi l'esperienza di scrittrice e
giornalista - ha collaborato con le maggiori testate italiane, tra cui il Corriere della sera, l'Unità, La Voce, La Nazione,
per citarne alcuni - ha significato prendere posizione costantemente,
"non con un partito ma con un'idea di società, di civiltà e di
giustizia", il piglio è quello di un intellettuale doverosamente
impegnato a poggiare il suo sguardo sul presente.
E questo, scrive Simonetta,
l'ha portata spesso a "polemizzare con il potere". Negli scritti di
Gina infatti non è mai mancata l'affermazione delle idee, tra
anti-terrorismo, analisi e contranalisi evoluzione-involuzione della
sinistra italiana - anche se, precisava in un'intervista del 2003, "la
viltà di certi rappresentanti di sinistra non mi fa certo diventare di
destra" - ieri e oggi, l'antifascismo (che comprende la nuova destra) e
il meditato anti-berlusconismo. L'attenzione non è però solo per
l'esercizio del potere nelle sue manifestazioni politiche, sociali,
salottiere e di maniera, ma soprattutto per le sue conseguenze negli
aspetti fondanti della vita. Dalla condizione della donna, al dibattito
su laicità e Chiesa, allo stato dell'arte e della letteratura in Italia,
fino alla militanza contro la guerra ("Ci sono dei motivi eterni al di
là di tutto per i quali se una persona ha cervello pensante e cuore che
batte, non può essere d’accordo con una guerra").
"Io sarei stanca, sarei proprio stanca della politica...
- scrive - Mi tiene sveglia la paura del futuro, di quello che può
succedere nell'indifferenza dei più, della mancanza di vera
responsabilità, non solo politica, ma anche etica, delle persone addette
alla guida del Paese". Il libro è una preziosa raccolta di articoli e
scritti spesso di non facile reperimento, pubblicati su quotidiani e
riviste, e di interviste rilasciate a radio e giornali. E ancora
interventi e incontri ai convegni, oltre ai diari dalla X legislatura,
quando per due anni venne eletta come parlamentare nel gruppo degli
indipendenti di sinistra. Il libro rappresenta uno strumento prezioso
per capire il presente attraverso il rapporto intenso tra la storia e
una donna, Gina Lagorio, che ha fatto della sua vita testimonianza di
impegno civile.
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