Sex, Paris & mistero:
sono le donne di Bettina
dall' Unità di Stefano Miliani
LE FOTO di Bettina Rheims: FOTOGALLERY
La mostra, l'allestimento Alinari: FOTOGALLERY
Così c’è la modella bruna svestita da una bionda tra i binari di una stazione, una bionda seminuda, baciata e avvinghiata da una bruna per una strada tagliata dai raggi di un sole tardo pomeridiano, una ladra in tuta di latex minaccia una bambola sui tetti tra guglie gotiche, una bellissima modella travestita da suora in autoreggenti in latex si scopre compiaciuta davanti allo specchio, la bionda protagonista della storia con abito da fanciulla morigerata tiene ben legata una ragazza nuda in un trio saffico… Bettina Rheims gioca costantemente sul filo del sesso e dell’ambiguità e su quel filo, con bianco e nero e sfumature sul grigio modulate con rara sapienza, cammina sicura. E perciò a lei si affidano star come una morbida Monica Bellocci, Charlotte Rampling o una Naomi Campbell vestita di veli e di una sensualità irresistibile.
Più che un racconto è un percorso per immagini – molti già viste - nella dimensione del sogno. È la loro sequenza che la fotografa impagina come una storia carica di espliciti riferimenti al surrealismo, all’idea cioè che accostando elementi in apparenza incongrui (l’esempio classico è l’ombrello e la macchina da cucire su un tavolo chirurgico) si possano svelare aspetti della vera realtà altrimenti nascosti, repressi. Magritte, tanto per fare un nome, è usato chiaramente, ad esempio nel corpo fantasma femminile senza testa e grande gonna. Traspaiono accenni a Delvaux, a Dalì, a Sade che il capo dei surrealisti Breton stimava, mentre il titolo, Rose c’est Paris, richiama quel “Rose Celavy” di Marcel Duchamp , gioco di parole che stava per “Rose c’est la vie” (Rosa è la vita). Perché forse per Bettina Rheims l’attrazione sessuale, il mistero, il sogno, le donne dai magnifici seni, sono l’essenza di Parigi e Parigi è la vita nelle sue incredibili sfaccettature. Con un’ultima curiosità: “Estelle, la Gioconda del metrò” ritrae a seno nudo nella carrozza della metropolitana vuota quello che sembra un trans. Il titolo però non cita la Monna Lisa al Louvre, cita la Monna Lisa a seno nudo ritratta da allievi di Leonardo, dal viso più da efebo che di donna, che alcuni studiosi ritengono copia di un presunto quadro del pittore-scienziato sparito chissà dove e quando. Un mistero mai svelato per dirci che Bettina fa trapelare ma non svela il mistero di Rose, di Parigi e della sessualità femminile.
Bettina Rheims e Serge Bramly. “Rose c’est Paris”. Museo nazionale Alinari della fotografia, piazza Santa Maria Novella 14a, Firenze. Fino al 27 novembre 2011. Catalogo, edizione francese della Bibliothèque nationale de France (non tutte le foto in mostra sono nel libro e viceversa).
Orario 10-19, chiuso il mercoledì. Ingresso intero 9 euro, ridotto 7,50, 6 e 4 euro, tel. 055 216310, mnaf@alinari.it.
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