Articolo 21 - Libri e Giornalismo
Capitani coraggiosi ( di Gianni Dragoni)
Un’altra operazione all’insegna dell’immagine... e del portafogli. La
storia dell’Alitalia è una fotografia molto precisa di come funziona il
capitalismo italiano targato Berlusconi. “Siete dei patrioti” dice il
presidente del Consiglio per motivare i venti capitani coraggiosi
guidati da Roberto Colaninno e Corrado Passera. Coraggiosi forse è una
parola grossa, basta osservarli da vicino come fa l’autore in questa
documentata ricostruzione per capire perché hanno aderito all’invito di
Berlusconi. Tutti lavorano in settori a contatto con il governo o con la
politica: autostrade, aeroporti, ferrovie, costruzioni, giornali,
appalti pubblici, investimenti nel settore immobiliare, sanità,
assicurazioni, finanza, ciclo dei rifiuti. Acquisendo crediti verso il
governo, la ricompensa è certa. Più che capitani coraggiosi, capitani
molto furbi.
Ai “patrioti” va la parte sana della vecchia compagnia pubblica, i debiti rimangono allo Stato e ai vecchi piccoli azionisti privati, mentre i settemila dipendenti in esubero vengono parcheggiati nella “bad company” (la vecchia società messa in liquidazione dal commissario Augusto Fantozzi) con sette anni di ammortizzatori sociali sempre pagati dallo Stato. Il pacco dono prevede anche l’esclusiva su molte rotte nazionali grazie alla fusione con Air One. La concorrenza sparisce, il monopolio dei «patrioti» viene blindato per decreto legge. Altro che «sfida imprenditoriale coi controfiocchi», come la chiama Colaninno. Eppure la nuova Alitalia oggi non va bene: il bilancio 2011 dovrebbe chiudersi in perdita con altri dipendenti in cassa integrazione, meno aerei, meno scali, Malpensa in crisi e con un patrimonio netto più che dimezzato. Niente paura però. I nostri patrioti hanno pensato a tutto. Anche a vendere la compagnia all’Air France-Klm (con il 25 per cento è già il primo azionista della compagnia) guadagnandoci ancora e accollando ai cugini altri debiti. Addio italianità, addio afflato patriottico.
Gianni Dragoni è nato a Fusignano (Ravenna) il 26 ottobre 1957 e vive a Roma, dove si è laureato in giurisprudenza all’Università La Sapienza. È inviato del quotidiano “Il Sole 24 Ore”, dove lavora dal 1985. È specializzato in economia, industria, finanza, spaziando dalle grandi imprese pubbliche alle privatizzazioni, dai conflitti d’interesse ai bilanci delle squadre di calcio. Su “Il Sole 24 Ore” cura la rubrica “Pay watch”, che racconta quanto guadagnano i manager delle società quotate, e su “IL”, mensile dello stesso gruppo editoriale, cura la rubrica “Poteri deboli”, che mette in mostra il lato debole dei poteri forti. Ha scritto un altro libro insieme a Giorgio Meletti: LA PAGA DEI PADRONI (Chiarelettere 2008).
Chiarelettere, Principio Attivo, pp 320, euro 16
Ai “patrioti” va la parte sana della vecchia compagnia pubblica, i debiti rimangono allo Stato e ai vecchi piccoli azionisti privati, mentre i settemila dipendenti in esubero vengono parcheggiati nella “bad company” (la vecchia società messa in liquidazione dal commissario Augusto Fantozzi) con sette anni di ammortizzatori sociali sempre pagati dallo Stato. Il pacco dono prevede anche l’esclusiva su molte rotte nazionali grazie alla fusione con Air One. La concorrenza sparisce, il monopolio dei «patrioti» viene blindato per decreto legge. Altro che «sfida imprenditoriale coi controfiocchi», come la chiama Colaninno. Eppure la nuova Alitalia oggi non va bene: il bilancio 2011 dovrebbe chiudersi in perdita con altri dipendenti in cassa integrazione, meno aerei, meno scali, Malpensa in crisi e con un patrimonio netto più che dimezzato. Niente paura però. I nostri patrioti hanno pensato a tutto. Anche a vendere la compagnia all’Air France-Klm (con il 25 per cento è già il primo azionista della compagnia) guadagnandoci ancora e accollando ai cugini altri debiti. Addio italianità, addio afflato patriottico.
Gianni Dragoni è nato a Fusignano (Ravenna) il 26 ottobre 1957 e vive a Roma, dove si è laureato in giurisprudenza all’Università La Sapienza. È inviato del quotidiano “Il Sole 24 Ore”, dove lavora dal 1985. È specializzato in economia, industria, finanza, spaziando dalle grandi imprese pubbliche alle privatizzazioni, dai conflitti d’interesse ai bilanci delle squadre di calcio. Su “Il Sole 24 Ore” cura la rubrica “Pay watch”, che racconta quanto guadagnano i manager delle società quotate, e su “IL”, mensile dello stesso gruppo editoriale, cura la rubrica “Poteri deboli”, che mette in mostra il lato debole dei poteri forti. Ha scritto un altro libro insieme a Giorgio Meletti: LA PAGA DEI PADRONI (Chiarelettere 2008).
Chiarelettere, Principio Attivo, pp 320, euro 16
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