La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

giovedì 7 febbraio 2008

Sorpresa per Hannah

Piove. Da tre giorni. Pioggia ininterrotta.
Hannah e’ sola in casa, una villetta, isolata, sulla collina che si affaccia sul Red Margin, al termine della spiaggia di Fourth, una localita’ a una diecina di chilometri da Castle. La casa piu’ vicina e’ a un centinaio di metri. La circonda un vasto terreno con bassa e alta macchia mediterraneo, dove di giorno pascola un gregge di pecore.
Attorno e buio. Una coltre nera e pesante. Ombre basse e scure passano sul terreno, nel perfetto silenzio, ondeggiando proprio sopra la macchia, quasi toccandola.
Hannah e’ seduta in poltrona. Sta cenando con fette biscottate e frutta secca e guarda la televisione. Segue un film dell’ orrore: ‘’La terza madre’’ di Dario Argento, noleggiato da un distributore.
Film assolutamente inquietante, blasfemo, angosciante.
Le immagini sono autentici gavettoni di adrenalina.
Nello schermo e’ inquadrata un’antica urna incatenata ad una bara che è rinvenuta per caso e dissotterrata da alcuni operai lungo la strada che limita il cimitero di Viterbo. L’urna contiene un’antichissima tunica e alcuni oggetti appartenenti a Mater Lacrimarum, la Terza Madre. Unica sopravvissuta delle Tre Madri, le tre potenti streghe che dalla notte dei tempi spargono terrore e morte, Mater Lacrimarum si nasconde da secoli a Roma.
Una luce filtra da sotto la porta dello studio.
C’ e’ qualcuno?
E’ certa che non ci sia nessuno perche’ Pepe e Susi, i suoi cani, non hanno abbaiato.
E’ certa di non essere entrata nello studio.
La tranquillita’ dei cani la rassicura.
Sorride.
E’ il suo fantasmino, la sua capacita’ di accendere e spegnere lampade, motori d’ automobile. Fantasmino che spesso l’ ha salvata da situazioni imbarazzanti. Ricorda che un suo collega, intraprendente, era scappato da casa sua al vedere accendere e spegnere la lampada a stelo ogni volta che tentava un approccio.
Come Agata (quella del film ‘’ Agata e la tempesta’’), la libraia innamorata che fulmina lampade e fanali con la sua energia.
Sorride al ricordo.
Le immagini ora fanno vedere come il risveglio della Mater Lacrimarum scatena una serie di eventi misteriosi e terribili: il Male torna ad oscurare la città. Un rumore viene dallo studio. Pepe e Susi? Sono entrati in casa dalla porta finestra che da’ sul giardino.
Si tranquillizza e si distende sulla poltrona per concentrarsi sul film e continuare a sgranocchiare le fette biscottate e la frutta secca.
Il film e’ ora una escalation di violenza che si svolge ad un ritmo sempre più frenetico.
Hannah e’ intenta a seguire il film, sempre piu’ inquietante, ma...
Con la coda dell’ occhio vede i cani coricati uno accanto all’ altra in un angolo buio del salotto.
Allora c’ e’ qualcuno.
Chi?
Ricorda che nel corso della giornata al suo cellulare sono arrivate una serie di telefonate, mute. Solo una volta, una voce maschile, sicuramente contraffatta, ha detto:
- Riemergo da una infinita’ di tempo per avere tue notizie e vederti
- Chi sei?
Aveva detto cercando di capire chi ci fosse di la’ dal filo.
Niente solo lo scatto del telefono riagganciato.
Prende coraggio. Prende fiato. Si toglie qualche briciola rimasta impigliata sulla gonna. Si alza e va a vedere facendosi accompagnare da Pepe, addestrato anche alla difesa personale.
Apre la porta.
Pepe balza in avanti e salta addosso a un uomo. Non e’ un attacco. Fa le feste.
Davanti a Hannah c’ e’ Peter, il suo ex marito.
- Come sei entrato?
- Ho vissuto piu’ di dodici anni in questa casa e non ti ho restituito tutte le chiavi in mio possesso.
- Perche’? Cosa sei venuto a fare?
Hannah e’ furente. E’ anni che non incontra Peter e non ha proprio gradito di trovarselo davanti senza preavviso. E’ incazzata per il fatto delle chiavi. Vede la sua vita privata violata. Chissa’ quante volte Peter e’ andato a casa sua a curiosare tra le sue cose.
Peter legge questo pensiero nella mente della sua ex.
- Prima di stasera non sono mai venuto qua. Oggi ho avuto desiderio di vederti. Ti ho desiderato. A casa ho trovato le chiavi, dimenticate in un cassetto. Eccomi qua.
- Devi andare via. Non e’ piu’ casa tua. Non puoi entrare quando e come vuoi. Dammi le chiavi e sparisci.
- Si’. Vado via.
Hannah si avvicina.
Peter fa per abbracciarla.
Viene respinto con uno schiaffo.
- Non fare il porco.
Dice Hannah.
Reagisce istintivamente e colpisce l’ ex moglie, che cade e sbatte la testa sullo spigolo della scrivania. Resta immobile a terra.
Peter si avvicina, la scuote per farla rinvenire.
Ha paura sia morta.
Hannah prende il tagliacarte dal ripiano e lo infila e affonda, piu’ volte, nel ventre di Peter.
Peter con le mani cerca di frenare il sangue che esce copioso. Si sente mancare, le gambe perdono forza. Si accascia a terra senza un gemito.
Peter fa un giro su se stesso.
Prova ad alzarsi puntando a terra una delle sue braccia, che perdono sempre piu’ forza. Cerca di muovere le gambe in modo coordinato. Sta quasi per farcela, quando Hannah vibra un altro fendente su Peter semigenuflesso. Il tagliacarte resta infilato nel collo di Peter che cade in una posizione inverosimile.
Si sente solo un ‘’oh’’ soffocato e poi solo un rantolo.
Silenzio.
Il corpo di Peter e’ immobile.
La vita non c’ e’ piu’.
Hannah non lo guarda neppure.
Sta li’ in piedi. Serra i pugni e una grossa lacrima prende a scenderle giu’, lungo la guancia.
Si siede di nuovo sul divano. Col telecomando porta indietro il film e prende a seguire le immagini dell’ ultimo lavoro di Dario Argento.
Continua a sgranocchiare fette biscottate e frutta secca.
Il telefono trilla. Squilla ripetutamente.
Apre gli occhi.
Come un automa, assonnato, svegliato da un incubo, solleva il ricevitore.
- Pronto.
E’ una voce di donna. Non riesce a riconoscerla.
- Peter? Sono Hannah. Dormivi?
- E’ mezzanotte passata …
- Scusami. Non mi ero accorta dell’ ora tarda. Solo un minuto per ricordarti che domani, alle undici, in tribunale si discute la nostra causa di divorzio. Buona notte.
Uno scatto metallico e la comunicazione si interrompe.
Peter rimane con il ricevitore in mano, fissandolo accigliato, poi trasferisce lo sguardo sui suoi cani, Honey e Scott. Il suo viso e’ calmo e disinteressato.
Si alza, sveglio del tutto.
Prende un mezzo toscano, l’ accende e si siede a fumare.
Un' alternativa: e' stato tutto un sogno?