La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

giovedì 30 novembre 2017

Racconti evangelici di Angiolo Bandinelli

Racconti evangelici

di Angiolo Bandinelli

Racconti evangelici
Il libro
Bandinelli ha ritrovato in sé, con il sapore non dolciastro della verità, intesa evangelicamente, la musica necessaria a fronteggiare un’età venerabile facendo ancora ballare la vita nel parlottio della verità. […] La Natività è incentrata sulle ansie di San Giuseppe, di Giuseppe innamorato della sua bambina, Maria, e stordito in fine sotto le stelle, tra i pastori, per effetto di un parto prodigioso non suo ma suo e universale. Il Messia è un Re in incognito, un segnacolo di speranza umanitaria e politica, e la sua resurrezione è un trucco della storia sacra, il visibile di un vuoto per adorare l’invisibile divino. Non è una trovata letteraria, è speculazione evangelica se così si può dire, e tutto si può dire di quel bel libro in quattro parti o tre più una, selvaggio e misterioso, occidentale e orientale, che non sopporta parzialità e censure. L’asina bianca e le parabole attraverso un racconto amante, pieno di discrezione, che dà le vertigini dei miracoli e ripercorre le certezze dionisiache della ragione greca, e mescola tutto, fede e filosofia, fede e grazia e ragione, in un unico letto di parole che vengono da sé. […] Un’opera perfettamente riuscita è questa, lo si vede fin nella punteggiatura morale, nell’onestà dello spirito, per dir così, e nella bellezza del verso, che è sempre la caratura e la misura decisiva delle opere riuscite.
(dalla prefazione di Giuliano Ferrara)
L'autore
Angiolo Bandinelli è nato a Chianciano, vive a Roma. Ha collaborato al «Mondo» di Mario Pannunzio. Ha diretto giornali e riviste d’area radicale. Scrittore e traduttore letterario, nel 2014 ha pubblicato un volume di poesie, Scritture del tempo, e un racconto lungo, Giardini crudeli. Nel 2015, un volume di racconti, Sette donne.

Venerdì e sabato (1 e 2 dicembre) a Villacidro gli ultimi appuntamenti dell'ottava edizione di Nues, il festival internazionale dei fumetti e cartoni nel Mediterraneo

Venerdì e sabato (1 e 2 dicembre) a Villacidro gli ultimi appuntamenti dell'ottava edizione di Nues, 
il festival internazionale dei fumetti e cartoni nel Mediterraneo. 
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Calato il sipario sulla sua settimana clou, venerdì scorso a Cagliari, Nues pianta le tende per due giorni a Villacidro, questo fine settimana, per un prolungamento finale della sua ottava edizione. Il festival internazionale dei fumetti e cartoni nel Mediterraneo approda nella cittadina del Sud Sardegna, a una cinquantina di chilometri dal capoluogo, grazie alla collaborazione della Fondazione Giuseppe Dessì, l'ente intitolato al grande scrittore sardo (1909-1977) e promotore dell'omonimo premio letterario (giunto lo scorso settembre alla trentaduesima edizione).
 
La serie di appuntamenti si apre venerdì mattina (primo dicembre) alle 9.30, nella Mediateca Comunale di via Parrocchia, con un laboratorio di illustrazione per bambini (tra i cinque e i sette anni) delle scuole primarie degli Istituti Comprensivi "Antioco Loru" e "Giuseppe Dessì", tenuto da Giovannella Monaco, in arte GioMo. La disegnatrice è anche tra i protagonisti del pomeriggio: sue sono infatti le illustrazioni dell'albo 






"L'uomo che sognava gli struzzi", esposte nella mostra che si inaugura dopo la presentazione della pubblicazione, in agenda alle 18, al Mulino Cadoni. Scritto da Bepi Vigna, regista e sceneggiatore, scrittore di fumetti e graphic novel (è uno dei creatori delle serie Nathan Never e Legs Weaver), nonché direttore artistico di Nues e del Centro internazionale del Fumetto di Cagliari"L'uomo che sognava gli struzzi" racconta la storia vera di Peppino Meloni, un maestro elementare che nei primi anni del Novecento, in Sardegna, ebbe l'idea curiosa di allevare struzzi per venderne le piume, molto usate nella moda del tempo. Edito da Grafica77, l'albo illustrato è il primo titolo della collana I Quaderni del cantastorie: un progetto editoriale ideato dallo stesso Vigna che intende raccogliere e diffondere narrazioni di fatti reali che si sono tramandati nella tradizione orale. 
 
A rendere ancora più gustosa la serata al Mulino Cadoni, un reading dell'attore Antonio Luciano su brani tratti dal racconto, e, per chiudere, un "aperitivo a fumetti" con il vino Nues Storie Oltredella Cantina Lilliu di Ussaramanna.
 
Un altro prodotto editoriale è al centro della mattinata di sabato (2 novembre): alle 10 , nell'Aula Magna del Liceo Classico Linguistico "E. Piga", si presenta il romanzo a fumetti 


"Badù e il nemico del sole", edito il mese scorso da Tunué, in un incontro rivolto agli alunni delle scuole secondarie di primo grado degli Istituti Comprensivi "Antioco Loru" e "Giuseppe Dessì". A illustrare e spiegare le fasi di lavorazione dell'opera intervengono Laura Congiu e Stefania Costa, che con Gabriele Peddes e Stefania Potito costituiscono il team di disegnatori della storia sceneggiata da Francesca CeciChristian Bouah. Ambientato in un'immaginaria città dell'Africa occidentale, a cavallo del periodo coloniale, "Badù e il nemico del sole" ha per protagonista un ragazzino dall'insaziabile curiosità, accompagnato nei suoi vagabondaggi dal suo amico Armand de Bernier, un geco intellettuale con occhiali e foulard. Un giallo, un'avventura e un viaggio verso terre lontane dove il pregiudizio, la superstizione e la magia raccontano una storia di emarginazione al contempo distante e vicinissima.
 
Il pomeriggio si apre alle 18 al Mulino Cadoni con la proiezione di 




"Nausicaa, l'altra Odissea", un "film disegnato" di venti minuti, scritto e diretto da Bepi Vigna. Attraverso i disegni firmati da Andrea Serio, con l'animazione e la grafica di Patrizia Principi Lorenzo Visi, le musiche di Matteo Martis, il suono di Romeo Scaccia  e le voci narranti di Mariano RigilloFederico Paino e Silvia Siravo, il cortometraggio racconta la storia di Nausicaa e del suo incontro con Ulisse. Sedotta e abbandonata, la giovane principessa prende il mare alla ricerca del suo uomo in un viaggio che finirà per trasformarsi in un percorso di conoscenza e formazione.  "Nausicaa - L'altra Odissea" è stato scelto come evento speciale d'apertura di SIC@SIC - Short Italian Cinema alla trentaduesima Settimana Internazionale della Critica (SIC), sezione autonoma e parallela organizzata nell'ambito della settantaquattresima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica della Biennale di Venezia che si è tenuta dal 30 agosto al 9 settembre scorsi. 
 
Bepi Vigna sarà poi anche tra gli ospiti della conferenza spettacolo sulla nascita e la diffusione dell'animazione giapponese in Italia, in programma nella seconda parte della serata; insieme a lui partecipano all'incontro l'illustratrice Stefania Costa, esperta di fumetti del paese del sol levante, e il musicista Bruno Camera. E la musica tiene banco nell'ultimo atto della due giorni a Villacidro, e dell'intero festival: in programma una performance musicale del pianista Mario Carta, a cura di Clair del Lune – Eventi Musicali, incentrata sulle colonne sonore negli anime giapponesi. 
 
Tutti gli appuntamenti sono, come sempre, a ingresso gratuito.
 
L'ottava edizione del festival Nues è organizzata dal Centro Internazionale del fumetto di Cagliari con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport), del Comune di Cagliari (Assessorato alla Cultura) e della Città Metropolitana di Cagliari, e con la collaborazione di: MEM - Mediateca del Mediterraneo (Cagliari), SEARCH - Sede Espositiva Archivio Storico Comunale (Cagliari), Musei Civici Cagliari, CRDBR - Centro Regionale di Documentazione Biblioteche per Ragazzi, Biblioteca Metropolitana Emilio Lussu, Facoltà degli Studi Umanistici di Cagliari (Dipartimento Filologia, Letteratura e Linguistica), Fondazione Giuseppe Dessì (Villacidro), MIDI - Museo dell'Immagine del Design Interattivo (Norbello), Museo delle Maschere Mediterranee (Mamoiada), Fondazione Istituti Riuniti di Ricovero Minorile Onlus (Cagliari), Fondazione Umberto e Margherita (Cagliari), Associazione culturale L'Isola delle Storie – Festival Letterario L'Isola delle Storie, Associazione Chourmo - Festival Marina Cafè Noir, Festival della Letteratura per ragazzi Tuttestorie, Associazione ScienzaSocietàScienza - Cagliari FestivalScienza, Associazione Backstage - Festival Creuza de Mà, Associazione ARC Onlus - Sardinia Queer Short Film Festival, Associazione Le Donne Sarde, Compagnia Teatrale Il Crogiuolo, Ts'E - Teatro del segno, Claire de Lune, Zena Film, Liceo Artistico e Musicale Foiso Fois (Cagliari), Liceo delle Scienze Umane Eleonora D'Arborea (Cagliari), Scuola  Superiore per Interpreti e Traduttori Verbum, Centro Fumetto Andrea Pazienza (Cremona), Associazione Archeologica Odysseus Onlus, Edizioni Tunué, Edizioni Il Sirente, Edizioni BeccoGiallo, Grafica77 Edizioni, Si.Me Cartografia e Edizioni Turistiche, Cantina Lilliu (Ussaramanna), Azienda agricola Il paese del vento (Villacidro), Hostel Marina (Cagliari), Libreria Succa (Cagliari), Serengheti Travel (Cagliari), Ristorante Manàmanà (Cagliari), Caffè Savoia (Cagliari), Locanda dei Buoni e Cattivi (Cagliari).
 
www.centrointernazionalefumetto.it
 
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Centro Internazionale del Fumetto
www.centrointernazionalefumetto.it
festivalnues@centrointernazionalefumetto.it
tel. 346 63 11 630
 
ufficio stampa:
RICCARDO SGUALDINI > cell.: 347 83 29 583 / E-mail: tagomago.1@gmail.com
MARIA CARROZZA > cell.: 346 30 47 620 / E-mail: mari.carrozza@gmail.com
 
 


Nues oltre Cagliari: Villacidro

Per la sezione del Festival "Nues oltre Cagliari", Villacidro ospita una due giorni di eventi 
realizzati in collaborazione con la Fondazione Giuseppe Dessì
 

  • Venerdì 1 dicembre
ore 9.30 - Mediateca Comunale, Via Parrocchia 190 
Colora e scopri la Sardegna
Laboratorio di illustrazione per bambini (5/7 anni) con la disegnatrice GioMo.
 
dalle ore 18.00 - Mulino Cadoni
-  Presentazione del primo numero della collana "I quaderni del cantastorie" L'uomo che sognava gli struzzi (grafica77 Edizioni) di Bepi Vigna, illustrazioni di GioMo, e inaugurazione della mostra con le illustrazioni realizzate per l'albo.
 
Reading tratto dal racconto con l’attore Antonio Luciano.
 
Aperitivo a fumetti con il vino Nues Storie Oltre della Cantina Lilliu.
  
 
  • Sabato 2 dicembre
ore 10.00 - Aula Magna del Liceo Classico Linguistico "E. Piga", via Regione Sardegna, 60
- Presentazione del fumetto Badù e il nemico del sole (Tunuè 2017) e incontro con le disegnatrici Stefania Costa Laura Congiu.
 
ore 18.00 - Mulino Cadoni
- Proiezione cortometraggio animato Nausicaa, l'altra Odissea, regia di Bepi Vigna, disegni di Andrea Serio, musiche di Matteo Martis e Romeo Scaccia (Produzione Zena Film).
 
- Conferenza/spettacolo Generazione Goldrake – La nascita e la diffusione dell’animazione giapponese in Italia; partecipano Bepi VignaStefania Costa (esperta di fumetto giapponese) e il musicista Bruno Camera.
 
A seguire performance musicale live a cura di Clair de Lune – Eventi MusicaliLe colonne sonore negli anime giapponesi con il pianista Mario Carta.
Verranno eseguiti dal vivo i seguenti brani:
- Tema di Terence, da "Candy Candy", di Takeo Watanabe
- Heidi medley, da "Heidi", di Takeo Watanabe
- Ufo robot Grendizer, da "Goldrake", di Shunsuke Khikuchi
- Path of the wind, da "Totoro", di Joe Hisaishi
- Tema di Totoro, da "Totoro", di Joe Hisaishi
- Tema di Nausicaa, da "Nausicaa nella valle del vento", di Joe Hisaishi
- Le rose di versailles, da "Lady Oscar", di Koji Nakaino
- Tema di Conan, da "Conan", di Shinchiro Ikebe

lunedì 27 novembre 2017

Il teatro è un giardino incantato dove non si muore mai. La drammaturgia di Franco Scaldati

Il teatro è un giardino incantato dove non si muore mai. La drammaturgia di Franco Scaldati

Biblioteca Nazionale Centrale di Roma

29 e 30 novembre 2017 - Incontro

29 novembre h 14.30-19.00, Sala 1
30 novembre h 9.30-19.00, Sala 1
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Il teatro è un giardino incantato dove non si muore mai
La drammaturgia di Franco Scaldati
Progetto di Valentina Valentini con la collaborazione di Viviana Raciti
Un mondo meridiano e notturno vive nei testi teatrali di Franco Scaldati. Una Palermo fatta di voci di venditori, di serenate all’amata, di richiami di bambini all’imbrunire, di violenze improvvise e apparentemente immotivate, di giochi, dialoghi  fra  figure erranti che sognano piatti di tennerumi, creature eteree o al contrario estremamente radicate ai bisogni terreni...
Franco Scaldati, drammaturgo, poeta, attore e regista ha lasciato un ampio fondo di opere teatrali, la maggior parte delle quali inedite e una consistente mole di varianti: tredici testi pubblicati, trentasei inediti e undici riscritture tratte dalla letteratura teatrale nazionale e internazionale.
Il progetto ha come obiettivo quello di far conoscere la produzione per il teatro di un grande scrittore che, in quarant’anni di attività ha operato essenzialmente a Palermo, una città che né in vita né dopo, ha saputo valorizzare la sua figura di artista, il suo magistero di formazione nei confronti dei giovani che hanno partecipato alle attività che lo scrittore-attore ha portato avanti, per lo più in sedi precarie e disagiate.
Il 29 e 30 novembre 2017, alla Biblioteca nazionale centrale di Roma

Due giornate di studio dedicate alla drammaturgia di Franco Scaldati con storici del teatro e della letteratura, linguisti e critici, per analizzare il mondo dell’autore  nel contesto della storia del teatro e della letteratura del Novecento italiana ed europea con l’obiettivo di far circolare la produzione di questo scrittore insulare. Vengono effettuate proiezioni e ascolti di Franco Scaldati e di Mimmo Cuticchio, entrambi sulla figura di Lucio, di Edoardo De Filippo, Roberto Latini e Melino Imparato su tre diverse versioni linguistiche de La Tempesta shakespeariana. Di Federico Tiezzi viene proiettato il finale de I Giganti della Montagna di Pirandello riscritto su sua richiesta da Scaldati; Enzo Vetrano e Stefano Randisi danno vita alla coppia di Totò e Vicé erranti nelle vie di Palermo in un recentissimo film di Marco Battaglia e Umberto De Paola.
L’esperimento che abbiamo messo in opera con Notturno Scaldati, il 30 novembre 2017, ore 21 al Teatro Argentina di Roma   è quello di testare come si manifesta il mondo-teatro scaldatiano attraverso figure di attori e attrici differenti per generazione, per pratiche vocali, linguistiche, sonore e performative, per esperienza diretta di lavoro con Scaldati o completa ignoranza del suo mondo. Ovvero verificare se e come sia possibile far vivere il teatro di Scaldati senza Scaldati, sulla scena, sulla pagina e per radio. Altra occasione sarà quella del laboratorio forma di lavoro molto cara a Scaldati, che si terrà  al Teatro Tor Bella Monaca (24-28 novembre).

Dromos 2018 nel segno del ventennale del festival e del cinquantenario del Sessantotto



Dromos 2018 nel segno del ventennale del festival e del cinquantenario del Sessantotto.
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Si annuncia all'insegna di una doppia ricorrenza il 2018 di Dromos: da un lato le venti candeline del festival ideato e organizzato dall'omonima associazione che ogni estate tiene banco a Oristano e in diversi centri della sua provincia, e dall'altro il cinquantenario del 1968, anno cruciale e che tanti e profondi cambiamenti ha innescato nella società, nel costume, nella cultura. Due anniversari da celebrare con gli strumenti propri di Dromos nel consueto appuntamento col festival, previsto tra il primo e il 15 agosto, che per l'occasione si riconoscerà sotto un titolo emblematico: DromosRevolution.


Tanta musica e arte, ma anche fotografia, letteratura e cinema caratterizzeranno un ricco programma di iniziative dedicate a un anno, una stagione che ha segnato uno spartiacque nella storia del secondo Novecento; e che, come scrive il critico d'arte Ivo Serafino Fenu, ideatore della sezione del festival dedicata alle arti visive, fu soprattutto "l'aspirazione di una generazione nel portare l'immaginazione al potere, secondo le teorie di Herbert Marcuse, uno dei padri nobili di quell'immaginifico e per certi versi irripetibile momento politico, sociale e culturale". Ed è soprattutto questo l'aspetto che Dromos intende approfondire, in linea con le tematiche che da sempre caratterizzano il festival. 


 
Il cartellone musicale prevede come sempre una fitta serie di concerti, spaziando su più latitudini e generi, a partire dal jazz e i suoi immediati dintorni, con un variegato e qualificato cast di artisti internazionali, nazionali e regionali, a ciascuno dei quali verrà chiesto, per l'occasione, di proporre un omaggio o una meditazione su quell'anno fatidico. Sul versante delle arti visive, è invece già in cantiere la mostra "68/Revolution", curata da Ivo Serafino Fenu, dal giornalista Walter Porcedda e da Chiara Schirru per Askosarte, in collaborazione col collezionista Antonio Manca e con prestigiose gallerie d'arte. In continuità con la precedente e fortunata "Wild is the wind - l'immagine della musica", dedicata a David Bowie e ospitata alla Pinacoteca comunale Carlo Contini di Oristano tra fine dicembre 2016 e i primi dello scorso marzo, in "68/Revolution" convivranno memorabilia di un passato prossimo oramai classificabile nell'archeologia del rock e dei primi movimenti di contestazione giovanile assieme alle più spericolate ricerche estetiche contemporanee, i protagonisti di allora con i giovani artisti di oggi, che non hanno vissuto quell'esaltante momento storico ma del quale hanno comunque subito l'innegabile fascinazione. 



www.dromosfestival.it

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DROMOS - via Sebastiano Mele · 09170 ORISTANO 
tel.: 0783 31 04 90
E-mail: dromos@dromosfestival.it 
Website: www.dromosfestival.it 
 
Ufficio stampa:
RICCARDO SGUALDINI > cell.: 347 83 29 583 / E-mail: tagomago.1@gmail.com 
MARIA CARROZZA > cell.: 346 30 47 620 / E-mail: mari.carrozza@gmail.com


 DromosRevolution
  «La vita potrebbe essere divisa in tre fasi: Rivoluzione, Riflessione e Televisione. 
Si comincia con il voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali»
(Luciano De Crescenzo)

Fu vera rivoluzione o fu, piuttosto, una catastrofe generazionale? A cinquant'anni dal '68, anno "formidabile" e cruciale per alcuni dei suoi protagonisti, horribilis per altri – almeno per coloro che dalle barricate sono approdati a posizioni antitetiche rispetto agli ideali e alle utopie di allora –, il festival Dromos proporrà una meditazione e alcuni spunti di riflessione inserendosi in un dibattito che, giocoforza, caratterizzerà e accenderà gli animi per le celebrazioni del cinquantesimo anniversario. Sarà, pertanto, DromosRevolution, e sarà, al contempo, l'occasione per festeggiare un altro anniversario, di certo meno dirompente ma che, nell'ambito della cultura isolana, ha segnato e continua a segnare il percorso musicale e culturale più in generale: il ventennale del festival.




Per Alain de Benoist «il maggio del '68 fu una speranza di rivoluzione. Speranza delusa, ovviamente, ma perlomeno fu uno slancio, un desiderio, delle immagini. Qualcosa che dava l'apparenza del cambiamento in quell'universo così disperatamente pesante del dopoguerra». Certo è che innestò, mutamenti reali nel costume, nella musica, nell'arte, nei rapporti tra le persone, nella sessualità, nell'abbigliamento e nelle tendenze giovanili, determinando o aprendo a stravolgimenti e aperture nei diritti individuali – delle donne in primo luogo –, dei discriminati, degli emarginati, dei pazienti psichiatrici e, ancora, una diversa sensibilità verso i problemi ecologici dei quali si cominciò a cogliere la reale portata a causa di una sempre più pervasiva e incontrollata industrializzazione.

Fu, soprattutto – e questo è l'aspetto che vorremmo approfondire, in linea con le tematiche che da sempre caratterizzano il festival Dromos – l'aspirazione di una generazione nel portare l'immaginazione al potere, secondo le teorie di Herbert Marcuse, uno dei padri nobili di quell'immaginifico e per certi versi irripetibile momento politico, sociale e culturale. Del resto, fu proprio la grande importanza data all'immaginazione che rese il filosofo tedesco celebre tra gli studenti e gli intellettuali più esposti durante il '68 e che in lei individuarono la possibilità di superare la ragione e il linguaggio, troppo compromessi coi modelli dominanti, considerandola l'unico strumento in grado di interpretare le cose alla luce della loro reale portata rivoluzionaria e liberatoria.

In tale ottica, si muoverà anche il festival Dromos che – tagliato il lusinghiero traguardo dei vent'anni di vita –, affiderà ancora una volta alla musica, nelle sue diverse declinazioni e contaminazioni, all'arte, alla fotografia, alla letteratura e al cinema, il compito di esaltare la forza utopica e vivificante dell'immaginazione, la possibilità di liberare il pensiero creativo, di divulgarlo e di condividerlo con un pubblico sempre più vasto ed esigente, festeggiando il potere dell'immaginazione e nella consapevolezza che la "rivoluzione umana" è più importante di tutte le rivoluzioni e, allo stesso tempo, la più necessaria per l'umanità (Daisaku Ikeda), al festival, dunque, il compito di scongiurare l'ironica e corrosiva profezia di Luciano De Crescenzo che prefigura la vita divisa in tre fasi: Rivoluzione, Riflessione e Televisione e noi, partiti lancia in resta a voler cambiare il mondo, rischiamo di finire passivamente accomodati su un divano, a cambiare i canali.

Ivo Serafino Fenu

venerdì 24 novembre 2017

Paolo Fresu presenta al BPER Forum Monzani il libro dedicato ai trent'anni del festival Time in Jazz di Berchidda





Domenica a Modena Paolo Fresu presenta al BPER Forum Monzani (ore 17.30)
il libro dedicato ai trent'anni del festival Time in Jazz di Berchidda. 
A seguire il trombettista in concerto con Daniele di Bonaventura.
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Trent'anni di musica e emozioni in Sardegna: questo, e tanto altro, nel racconto che Paolo Fresu porterà in dote questa domenica (26 novembre) a Modena, dove è atteso nel pomeriggio (alle 17.30) al BPER Forum Monzani per la presentazione del libro "Time in Jazz", edito da Franco Cosimo Panini in occasione dellatrentesima edizione del festival che il trombettista ha fondato nel 1988 nel suo paese natale: Berchidda

 
Un racconto coinvolgente, scritto in prima persona dallo stesso musicista che ripercorre le tappe di un festival jazz nato in un piccolo paese sardo "di sole tremila anime, lontanissimo dalle centralità culturali dell'Italia e del vasto mondo". Un percorso che ha visto Time in Jazz crescere anno dopo anno, grazie anche alla sua attitudine a comprendere all'interno dei suoi programmi, oltre alla musica, anche altre forme di espressioni artistiche, come il cinema, le arti visive, la letteratura, e grazie al suo indissolubile legame col territorio sardo, magico scenario che tra concerti nei boschi, nelle chiese campestri e in altri luoghi di particolare significato simbolico, definisce la cifra del festival. 


 
Più di trecento fotografie, gli interventi e le testimonianze di tanti amici e artefici di Time in Jazz, insieme all'elegante veste grafica del libro, impreziosiscono il racconto aiutando il lettore a entrare nell'atmosfera unica del festival berchiddese: una realtà che partendo da un piccolo paese ha saputo andare oltre, annullando i confini e avvicinando le distanze, grazie alla musica e alle arti.
 
Tra immagini, racconti, ricordi e aneddoti, Paolo Fresu, domenica a Modena, illustrerà la pubblicazione dialogando con il giornalista Stefano Salis del quotidianoIl Sole 24 Ore. Poi spazio alla musica con un concerto che vedrà il trombettista sardo esibirsi nel collaudato duo con il bandoneonista marchigiano Daniele di Bonaventura.
 
La serata, promossa da BPER Banca in collaborazione con Ubik nell'ambito del Forum Eventi Rassegna di incontri con l'autore, è a ingresso gratuito fino a esaurimento posti. Per informazioni: tel. 0592021093, www.forumguidomonzani.it.
 

mercoledì 22 novembre 2017

Collezione Guido Sforni (1935 - 1975) Villa Necchi Campiglio, Milano

Amedeo Modigliani, “Nudo disteso”, © FAI
Villa Necchi Campiglio, Bene FAI a Milano, si arricchisce di una nuova importante donazione: la Collezione Guido Sforni (1935 – 1975), una serie di opere su carta di alcuni dei più rappresentativi artisti italiani e stranieri attivi nella prima metà del secolo scorso. Donata al FAI da Clara Lavagetti Sforni, moglie del collezionista precocemente mancato, e dalle figlie Bianca e Maria Chiara Sforni la raccolta entrerà a far parte della collezione permanente di Villa Necchi Campiglio contribuendo ad arricchirne il racconto. Per la prima volta esposta al pubblico, la collezione trova la sua naturale collocazione a Villa Necchi Campiglio e sarà aperta al pubblico a partire dal 15 novembre 2017.
In armonico dialogo con la Collezione Claudia Gian Ferrari custodita nella villa dal 2008, il nuovo nucleo di opere è stato allestito nella stanza che un tempo ospitò, durante i suoi soggiorni milanesi, il principe Enrico D’Assia all’epoca scenografo presso il Teatro alla Scala; da qui la denominazione la “Stanza del Principe”. Gli ambienti, che meglio conservano l’impronta progettuale originaria di Piero Portaluppi con arredi, decori e dettagli architettonici tipici dello stile lineare e geometrico degli inizi del ‘900, sono stati riadattati per ospitare la Collezione Guido Sforni: l’allestimento, curato da Bianca Sforni, si presenta con un nuovo progetto illuminotecnico e consono alle esigenze conservative. Per questo motivo infatti le opere saranno esposte ciclicamente per garantirne la tutela e consentire al pubblico la visione di tutta la collezione.
Pietro Marusstig, "Testa di donna", Collezione Sforni, Villa Necchi Campiglio (Milano)Amedeo Modigliani, "Cariatide", Collezione Sforni, Villa Necchi Campiglio (Milano)Amedeo Modigliani, "Nu de femme debout", Collezione Sforni, Villa Necchi Campiglio (Milano)Amedeo Modigliani, "Testa", Collezione Sforni, Villa Necchi Campiglio (Milano)Composta da 21 opere su carta realizzate da artisti che hanno segnato il panorama artistico del Novecento - quali Henri MatissePietro Marussig, Pablo PicassoAmedeo ModiglianiMario Sironi e Lucio Fontana - la collezione esprime la naturale passione che Guido Sforni coltivò fin dagli anni dell’adolescenza per le arti figurative e che portò avanti attraverso lo studio di libri d’arte e visite ai musei nei numerosi viaggi in Italia e all’estero. Laureatosi in legge all’Università di Pisa, Guido Sforni mantenne sempre uno sguardo vivo sul mondo dell’arte; l’amicizia con il poeta e critico d’arte Raffaele Carrieri e i continui confronti con lo zio collezionista Lando Sforni influenzarono la creazione della collezione che andò via via formandosi fino a diventare un insieme assai omogeneo. Le visite frequenti alle gallerie più significative di Milano - Ettore Gian Ferrari, Giorgio Marconi, Peppino Palazzoli, Zita Vismara - le lunghe conversazioni sugli artisti e sul mercato dell’arte negli anni 1960/70 e l’attenta analisi dei cataloghi delle maggiori case d’Aste, furono foriere di oculati acquisti.
Ambientata negli spazi anni Trenta della villa, che rappresentano la cornice ideale per le opere esposte, la collezione donata al FAI è composta da un grande carboncino metafisico di Mario Sironi, un'interessante Testa di donna del triestino Pietro Marussig, sette disegni di Pablo Picasso provenienti dalla ricchissima produzione legata al tema Les Déjeuners sur l’herbe, tre importanti ritratti di Henri Matisse; otto disegni di Amedeo Modigliani, e un’opera grafica di Lucio Fontana. Un volume, edito da Silvana Editoriale e realizzato in collaborazione con il FAI, accompagnerà l’esposizione.
L’allestimento della Collezione Guido Sforni è reso possibile grazie al fondamentale sostegno di Natixis - importante gruppo bancario francese da molti anni vicino al FAI attraverso la filiale di Milano, che ha scelto la collezione per il suo primo investimento culturale in Italia - e al contributo di Regione Lombardia.
"A differenza di alcune grandi collezioni, nate si dall'amore per l'arte, ma pensate in grande, per il prestigio personale del collezionista o per una destinazione museale di vasta risonanza, l'idea del godimento pubblico delle opere di una casa-museo adempie a un ruolo sociale, è una funzione culturale che si adatta al carattere privato della Collezione Guido Sforni, creatasi via via da una slancio personale e senza fini predeterminati"
Leggi l'intervista a Clara Lavagetti Sforni e Bianca Sforni


Perché avete scelto il FAI e Villa Necchi come destinatari della donazione?

La scelta cadde sul FAI e in particolare su Villa Necchi Campiglio per le sue caratteristiche di casa-museo, e l’abbiamo immaginata come luogo ideale per ospitare le opere: da una casa privata ad un’altra casa, ma quest’ultima anche superbo museo.

In quali anni è stata raccolta la collezione?

Come tutti sanno una collezione necessita di una dimora: quella di Guido Sforni è stata costruita nel tempo, a partire dagli anni Sessanta, quando decise di vivere stabilmente a Milano, fino alla sua scomparsa il 30 ottobre 1975. In seguito la vedova arricchì la collezione di altre opere fino agli anni Ottanta.

Le 21 opere donate al FAI sono parte di una collezione più ampia?

Sì. È stata una nostra precisa scelta quella di donare al FAI solamente lavori su carta. Questo gruppo di opere comprendono anche due importanti nuclei omogenei di Picasso e Modigliani: desideravamo che rimanessero accorpati e non venissero dispersi in futuro. La donazione di una raccolta ad un’istituzione come il FAI non solo ne garantisce la sua pubblica fruibilità ma ne tutela l'insieme.
I 7 disegni di Picasso fanno parte del nucleo tematico de Les Déjeuners sur l’herbe, ispirati al famoso dipinto di Edouard Manet (1832-1883), rifiutato al Salon del 1863,
Gli 8 disegni di Modigliani sono invece stati eseguiti a Parigi tra il 1910 e il 1917, periodo in cui l’artista era concentrato principalmente sulla scultura. Queste opere, ancora miracolosamente riunite oggi, sono state collocate l’una vicina all’altra come si immagina lo fossero nello studio dell’artista

Guido Sforni si è concentrato solo su opere su carta? Come mai questa scelta?

No, Guido Sforni si circondò anche di opere plastiche antiche e moderne che spaziano dal disegno alla pittura con un particolare interesse ai lavori su carta: il suo sguardo si soffermò anche sulle arti decorative con una passione per la ceramica antica.

Ci può raccontare qualche aneddoto intorno all’acquisto di alcune delle opere?

Durante una seduta di vendita di una importante casa d’asta milanese, Guido Sforni, impaziente che si giungesse al numero di lotto ambito, con furia e nervosismo picchiettava con la matita il catalogo delle opere in vendita, quasi a voler accelerare il ritmo dell'asta e pervenire all’opera tanto bramata, di cui poi infine divenne il felice proprietario.
Il suo atteggiamento non passò inosservato e, infine, la casa d’asta pubblicò nel suo resoconto questo aneddoto

Ci può raccontare di più sul suo rapporto con i galleristi, Ettore Gian Ferrari, Giorgio Marconi, Peppino Palazzoli, Zita Vismara?

Con alcuni dei galleristi le cui gallerie di tanto in tanto frequentava si stabilirono dei rapporti di particolare simpatia, come sempre avviene tra gli esseri umani anche nei rapporti commerciali

In che modo è stato influenzato dal poeta e critico d’arte Raffaele Carrieri e dallo zio collezionista Lando Sforni?

Le lunghe serate conviviali illuminate dall’affascinante narrativa del poeta e critico d’arte Raffaele Carrieri resero Guido Sforni più vicino ad alcuni artisti che entreranno a far parte della collezione; i suoi racconti avvincenti configuravano le variegate personalità dei singoli creatori e gli aneddoti di prima mano sull’ambiente artistico parigino ed italiano li rendevano presenti in tutta la loro umanità.
Altro stimolo importante fu la consuetudine quasi quotidiana con lo zio paterno Lando Sforni, suo grande amico e collezionista di artisti della corrente astratta formatasi a Como, sua città, nel primo Novecento.