La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

martedì 30 settembre 2014

La donna senza volto di plz



Cagliari.
Forse.
Non riconosco il luogo. Sono in pieno centro. Cammino.
E’ un lunedi’ mattina.
Forse e’ Cagliari, perche’ tutti i lunedi’ sono sempre in questa località’. Forse e’ Cagliari perche’ e’ una citta’ a me molto cara. La amo. Sono innamorato delle sue strade, dei suoi palazzi, della sua gente. La desidero. Camminare per le sue vie m’inebria. Parlare con la sua gente mi emoziona. Quando sono in questa citta’ talora giro senza una meta prefissata. Guardo i negozi dalle vetrine allegre, le ragazze, con il broncio, le forme dei loro corpi, statuari e fanciulleschi, le donne, belle, giovani, le loro silhouette, adocchiate da pappagalli allupati, le vecchie, avvizzite, da tempo scordate. Resto incantato a guardarle sfilare come in parata.
Mi fermo sui marciapiedi, talora al tavolino di un caffe’, l’ Antico Caffe’, in piazza Costituzione, fumo il mio toscano. Ascolto la sua voce e quella della sua vasta umanita’ con il cuore gonfio di felicita’. Con le narici alla strada cerco di riconoscere i suoi odori.
Potete scommetterci la testa e’ inebriante. Mi piace tanto cosi’. E’ il mio grande amore. E’ l’ essenza primordiale.
E’ giorno. Guardo l’ orologio, segna le dieci del mattino. Il sole splende. Mi piace la luce del giorno. Detesto vedere il sole che tramonta la sera. Si’, non amo vedere la luce del sole che lentamente cala. La sera, le prime ombre della sera, le ombre che allungano le immagini non mi piacciono. Il sole che tramonta, la luce che sparisce, mi fanno pensare al mio ultimo giro.
Cagliari.
Non so, non riconosco i luoghi.
Cagliari.
Forse.
Forse perche’ cammino con piacere, come solo mi accade quando sono nella mia citta’. Non riconosco pero’ i posti, le strade, i negozi, i caffe’, i bar, le persone.
Forse non ci sono posti, strade, negozi, caffe’, bar, persone.
Non sono solo. Accanto a me una figura femminile. Sono in compagnia di una donna. E’ una figura indeterminata, non chiara. Il viso non si distingue, e’ in ombra. Forse non c’ e’, non ha volto.
Non parla. Non ha bocca.
Cammina senza guardare la strada e me che le sono a fianco. Non ha occhi.
Va al lavoro. Si affretta. Va ad infilarsi in una vischiosa giornata di lavoro.
Provo ad insegnarle la differenza tra il bene e il male. Provo a spiegarle l’ amore, la liberta’. Le mie parole si allargano. La mia voce e’ chiara, come la luce del sole, come il cielo azzurro di Cagliari.
Parlo. Non ascolta. Non ha orecchie.
Anche lei all’ ultimo giro.
Ad un certo punto mi accorgo di indossare un abbigliamento sportivo, calzoncini, maglietta e scarpe da corsa.
Mi metto a correre. Vado spedito, piu’ di quanto non abbia mai fatto, anche quando ero in pieno allenamento.
Mi allontano dalla persona che era con me.
Corro piu’ forte di quanto un uomo possa fare. Mi allontano sempre piu’ da questa donna. Non voglio fermarmi, perdere tempo. Il mondo mi aspetta.
Mi dico: guarda come corri, meglio di prima. Le mie ginocchia sembrano a posto. Il mio menisco rotto, i miei legamenti strappati non mi danno fastidio. Non ho piu’ male. Non sono state mai cosi’ bene, mi sembra di essere un ragazzo da quanto corro veloce. In effetti sono giovane. Ho l’ eta’ di quando, studente liceale in Toscana, partecipavo alla campestre scolastica.
Mi sento bene, le mie gambe sono a posto.
Corro su per la collina. Monte Urpinu, Calamosca, il colle di Sant’ Elia, verso il forte di Sant’ Ignazio? Galoppo verso il Poetto? Non so. Forse.
Il posto e’ dolce e sono felice. Sono fuori di me per la gioia. Il cuore e’ gonfio di piacere, d’allegrezza. Esulto.
Programmo, mentre volo con grandi falcate, di riprendere gli allenamenti per prepararmi non piu’ per percorsi medio-lunghi, ma per una maratona.
Vado lontano, da qualche parte, lontano, oltre lei, ora nel buio. Verso la luce che m’inonda. Un richiamo per la vita
Corro a rotta di collo finche’ qualcuno non mi sveglia.
E’ meglio che stia ancora nel mio letto.
Nel mio sogno.
Dorato.
Vero.
Felice della mia liberta’.

Non esiste spazio se non esiste luce by plz



Dall’ alto del bastione che domina Castle, la citta’ vecchia e quella nuova, lo sguardo raccoglie l’ intera distesa della citta’. Dal porto alla laguna di Saint Gilles, alla spiaggia, al promontorio della Devil Saddle, allo stagno di Jus Ranthelmo. Lo spettacolo e’ magnifico. Qualche suono indistinto proviene solo dall’ interno della passeggiata coperta, sotto il piazzale del bastione, dove sono in corso opere di restauro.
Anche se siamo in marzo, il sole, un caldo sole, abbacinante, invade Castle.
Peter e’ appoggiato ad una delle balaustre del bastione. Indossa un abito nero di velluto con panciotto. E’ elegante e discreto, con camicia bianca di cotone, senza colletto e piegoline sul davanti.
Pochi mesi prima si era sposato per la terza volta. Stranamente pero’ gli era sembrato di assistere alle nozze di un’ altra persona.
Pensa che non esiste spazio se non esiste luce e che non e’ possibile pensare il mondo senza pensare alla luce. La violenta luminosita’ che e’ sopra Castle conferma il suo pensiero.
Fuma un sigaro, appoggiato a quel parapetto mezzo bruciacchiato dai mozziconi di sigaretta lasciati li’ a consumarsi. Sembra intenzionato ad approfittare dello spettacolo per fumare tranquillamente.
La luce bacia i tetti, scivola per le strade, risveglia in ogni albero, in ogni pietra, in ogni finestra l’ entita’ dormiente della citta’.
Si allontana dal parapetto e lentamente prende la strada verso casa.
Apre la porta. I cani gli vengono incontro guaendo.
Entra nella camera da letto. Nello specchio dell’ armadio vede riflessa la sua persona. La guarda con disgusto.
Sul letto e’ distesa Hannah. E’ vestita con i pantaloni bianchi e la giacca argento del giorno delle nozze.
E’ immobile.
Lo sguardo fisso.
Senza ...

Narici by GIANNI ZANATA



Narici.
Narici è la storia di uno schiavo che si ribella, gli dico.
No, quella è Radici.
No, è un’altra cosa.
Sì, però ci somiglia. Narici, Radici, siamo lì.
Ti sbagli, ti dico che è un’altra cosa. Narici è la storia di uno schiavo che si ribella e come atto estremo di ribellione si tappa il naso fino a morire soffocato.
Può sempre respirare con la bocca.
Sì, ma metti che si tappi anche la bocca, gli dico.
Allora muore.
Esatto. Lo schiavo muore e diventa il simbolo della schiavitù. E grazie al suo gesto estremo di ribellione tutte le popolazioni schiave si ribellano e diventano finalmente libere.
Sì, però.
Però cosa, gli dico.
Però non ho mai sentito di qualcuno che si sia tolto la vita in un gesto estremo di ribellione tappandosi il naso e la bocca.
Perché non hai ancora sentito parlare di Narici, gli dico. Questa è una storia che farà scalpore.
E il protagonista? Come si chiama?
Non ha alcuna importanza. Parlano le narici, gli dico.
Parlano le narici in prima persona?
In prima persona.
Allora è un’altra cosa.
Te l’ho detto che è un’altra cosa. Narici è un’altra cosa.


foto molletta





Il genio dell’inerzia by GIANNI ZANATA





Il genio dell’inerzia.
a.
“E niente” non vuol dire niente. Prima spiegami cos’è il niente. Poi ne discutiamo.
Ma A. non vuole discuterne, questa è la verità.
b.
C’è un aforisma nascosto dietro gli scaffali della libreria, le dico. Aspetto che venga fuori, poi lo schiaccio.
c.
Il cucchiaino è appena affondato nel caffellatte. E m’imbestialisco al ricordo della neve che copriva l’ultimo sogno sognato.
Basta, le dico. Io esco, vado a fare una passeggiata.
d.
La sai una cosa?
No.
Ecco. La sai una cosa? Io ammazzo zanzare, le dico.
A. mi guarda e dice: Ogni cosa è sacra.
Sì, ma io continuo ad ammazzare zanzare, le dico.
e.
Un minuto di silenzio per quelli che scrivono “un minuto di silenzio per”, lei mi dice.
Ci sto, le dico, va bene.
f.
Sai, stavo per scrivere una cosa seria, le dico. Poi m’è venuto in mente che è dai tempi del liceo che non scrivo cose serie. E allora ho lasciato stare.
g.
“Si sta alzando il vento. Altro non so. E nient’altro mi interessa sapere. La sabbia disse”.
A. mi guarda storto. La sabbia non dice, mi dice.
Magari dice senza dire, le dico io.
Non dire cagate, mi dice lei.
h.
Acca?
Acca.
Non so perché ma lei di nuovo mi guarda storto.
i.
Dormo, mi dice A.
Così pare, le dico.
Come se fosse una realtà, dice lei.
Mi giro e la osservo oltre l’immagine di un enorme divano sfatto.
Se fosse una realtà, sarebbe una realtà parziale e indisponibile, le dico.
l.
Tu racconti bugie, mi dice A.
Chi te lo dice?
Me lo dicono le tue parole.
Le parole sono trappole, le dico. Tu devi leggere gli spazi e la punteggiatura, soprattutto.
No. Tu continui a raccontarmi bugie, mi dice lei. Le tue cattive maniere mi danneggiano.
m.
Emme?
Emme.
Però almeno non mi guarda più storto, da quando le ho detto che sono un uomo spietato.
n.
Questa mattina mi sono alzato, ho guardato A. che dormiva. Ho pensato che va bene così. Fintanto che non saprò le altre lettere del suo nome.
o.
Potrei sparire da un momento all’altro, restare intrappolato in una ragnatela spazio-temporale, le dico.
A. ride.
Perché ridi, le chiedo.
Perché sei stupido, mi dice lei. E continua a ridere.
Beh, le dico, a ciascuno la sua specialità.
p.
Non ci giurerei ma intravedo una traccia di antipatia, nel suo strizzare gli occhi quando mi urla Stronzo.ufoufo

giovedì 25 settembre 2014

La soluzione dei Templari di Alessio Varisco

Verrà presentato il libro

La soluzione dei Templari

di Alessio Varisco · Scheda del Libro →
Sabato 27 settembre 2014, ore 17.00
Museo del Gusto, Via Principe Amedeo 42, Frossasco (TO)
Moderatore:
Dr. Marco MargritaGiornalista

Interverranno:
Dr. Mauro CarmagnolaSegretario Associazione Culturale “Il Laboratorio”
Prof. Dr. Alessio VariscoDirettore Antropologia Arte Sacra e Presidente “Domus Templi”

Conclusioni sul processo ai Templari:
Dr.ssa Chiara Benedetta Rita VariscoGiurista

Con la partecipazione del Lions Asti Alfieri:
Marta FerreroPresidente Lions Club Asti Alfieri
e i Soci Roberta PistoneMaria SabiniMauro Imbrenda e Renato Cane
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Andrea Scanzi e Giulio Casale raccontano Fabrizio De André nello spettacolo "Le cattive strade", in scena a Cagliari sabato 11 ottobre


Andrea Scanzi e Giulio Casale raccontano Fabrizio De André
nello spettacolo "Le cattive strade", in scena a Cagliari sabato 11 ottobre.
*
Musica, parole, documenti audio e video per ripercorrere in novanta minuti la carriera di Fabrizio De André. Si intitola "Le cattive strade" lo spettacolo scritto e interpretato da Giulio Casale e Andrea Scanzi, in programma sabato 11 ottobre aCagliari, per l'organizzazione della cooperativa Forma e Poesia nel Jazz in collaborazione con Akroama
Visualizzazione di Andrea Scanzi e Giulio Casale.jpg

Inizialmente previsto all'Auditorium del Conservatorio, andrà invece in scena al Teatro delle Saline (tel. 070341322) con inizio alle 21; restano validi i biglietti già venduti e i posti assegnati. Prevendita in corso al Box Office di Cagliari, in viale Regina Margherita (070657428): un posto in platea costa 17,50 euro, in galleria 12,50 (più diritti di prevendita in entrambi i casi). 

Giornalista, scrittore e autore teatrale, ne "Le cattive stradeAndrea Scanzi segue gli snodi del percorso artistico del cantautore genovese scomparso quindici anni fa. Alla sua narrazione si alternano le interpretazioni del cantautore e attore Giulio Casale, capace di caratterizzare con rispetto, personalità ed eclettismo il repertorio di De André

Con l'ausilio di filmati originali, estratti audio, foto, esecuzioni dal vivo e su base, "Le cattive strade" racconta anche ilFaber meno noto, le continue rivoluzioni e le grandi intuizioni di un intellettuale inquieto, scomodo, irripetibile. "Un uomo bruciato dal desiderio quasi inconscio, e talora da lui stesso mal sopportato, di inseguire e concretizzare rivoluzioni continue", come dichiara Andrea Scanzi nelle note di presentazione dello spettacolo. "Nessun desiderio di raccontare un santino; molta voglia di restituire gli snodi di un artista vero. Tra i più grandi del Novecento italiano"

* * *

FPJ - Forma e poesia nel jazz - soc. coop. soc.
via Brigata Sassari, 31 – 09045 Quartu Sant'Elena (CA) 
tel. 070 45 13 957 – fax 070 45 13 404
e-mail: formaepoesianeljazz@gmail.com


Ufficio stampa:
Riccardo Sgualdini
tel.: 070 34 95 415
cell.: 347 83 29 583
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Da Sestri Levante a La Spezia Storia della ferrovia del litorale ligure di Marco Burrini

COMUNE DI BONASSOLA - COMUNE DI FRAMURA
Nell'ambito di 'Aperitivo letterario' verrà presentato il libro

Da Sestri Levante a La Spezia

Storia della ferrovia del litorale ligure

di Marco Burrini · Scheda del Libro →
Sabato 27 settembre 2014, ore 18.00
Caffè delle Rose, Via Rezzano 22, Bonassola
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martedì 23 settembre 2014

Oriente ultimo viaggio Lungo le strade che portavano in India di Maurizio Lipparini

Verrà presentato il libro

Oriente ultimo viaggio

Lungo le strade che portavano in India

di Maurizio Lipparini · Scheda del Libro →
Sabato 26 settembre 2014, ore 17.30
Biblioteca comunale Gaetano Badii, Piazza XXIV maggio 10, Massa Marittima
Introduce Bruno Stagnitto

Interverranno
Marco Paperini, Assessore alla cultura del comune di Massa Marittima
Roberta Pieraccioli, Direttore della Biblioteca
Nicola Licciardello, Poeta e scrittore
Mario Papalini, Editore Effigi
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lunedì 22 settembre 2014

Tv e Aids: non perdetevi ‘The Normal Heart’

Il Fatto Quotidiano > Blog di Sciltian Gastaldi > Tv e Aids: non ...

Tv e Aids: non perdetevi ‘The Normal Heart’'


Siete fra coloro che lo scorso 19 settembre si sono rivisti per l’ennesima volta il film di Jonathan Demme Philadelphiaandato in onda su La7? O forse siete andati al cinema a vedere, mesi fa, il notevole Dallas Buyers Club? Datemi retta: stasera non uscite di casa e cercate di mettervi davanti a un televisore che abbia Sky Cinema 1.
Non ve ne pentirete, ma preparate i fazzoletti come nemmeno ai tempi di Voglia di tenerezza. Alle 21.10 di oggi, infatti, in prima visione tv per l’Italia, il canale per cinefili trasmette la pellicola statunitense The Normal Heart, adattamento per la regia di Ryan Murphy della omonima commedia teatrale di Larry Kramerche racconta come iniziò l’epidemia di Aids in America. Kramer è un nome noto agli amanti della letteratura contemporanea statunitense: è infatti l’autore del discusso romanzo Faggotsche nel 1978 fu uno dei primi best-seller della letteratura gay mondiale.
Il film di Murphy è l’ennesima gemma del parco HBO, un marchio che ormai per molti significa garanzia di qualità: la compagnia di produzione americana si è specializzata in prodotti d’intrattenimento televisivo quali le serie di Sex and the city, I Soprano, passando per Six Feet UnderRoma e Game of Thrones.
Il film ha un chiaro intento politico: far rialzare la guardia alla società riguardo al pericolo dell’AIDS e ricostruire nel dettaglio una delle pagine più nere della storia sanitaria americana recente: gli anni di Ronald Reagan(1980-1988). Da quando nel 1996 sono stati introdotti i farmaci antiretroviral che hanno trasformato la sindrome da fatale in cronica, di Hiv e AIDS il mondo occidentale ha smesso di parlare.
E se anche ormai di AIDS nei Paesi ricchi non si muore quasi più, far finta che la malattia sia sconfitta significa esporre soprattutto i più giovani a comportamenti incauti, come dimostrano le statistiche più recenti comunicate dall’immunologo Carlo Federico Perno nel corso dell’ultima Italian Conference on Aids and Retroviruses. Il prestigioso summit ha rivelato un aumento del 15% delle infezioni da Hiv fra gli omosessuali di 16-25 anni. Il boom tra i gay italiani, passati da un’incidenza del 6,3% del 1985 al 37,9% nel 2012, è in linea col boom (+22%) fra i giovani gay statunitensi e rafforza la paura dei virologi occidentali di una nuova mancata percezione della malattia.
Oltretutto, se l’epidemia uccide di meno (ma ancora uccide, soprattutto chi non fa il test per paurao per ignoranza, e quindi non si sottopone a nessuna cura) i dati statunitensi indicano un netto abbassamento sociale delle classi colpite: non più i gay bianchi e istruiti delle due coste Usa, spesso militanti, intellettuali e artisti, bensì gli omosessuali non dichiarati degli stati meridionali, appartenenti alle minoranze ispaniche e afro-americane.
Anche per combattere questa proletarizzazione dell’epidemia, il film di Murphy ha scelto una narrazione che presenta senza dubbio alcune sbavature per gli amanti del cinema, ma in compenso è di immediata comprensione per un pubblico più largo. Si perdonano dunque al regista e allo sceneggiatore i primi dieci minuti, in cui durante un party su una spiaggia di Long Island, un gruppo di ventenni gay al picco delle proprie forze fisiche osserva uno di loro, Craig Donner, accasciarsi a terra colpito da un davvero troppo didascalico attacco di tosse.
Fra i protagonisti, oltre a Mark RuffaloMatt Bomer e Taylor Kitsch, troneggia un immensoJim Parsons (il formidabile Sheldon di The Big Bang Theory) che dimostra tutto il suo talento in una parte drammatica recitata con grandissimo senso della misura ed empatia. Film per i maggiori di 16 anni, da non perdere.

Antonio Pascale per la Narrativa e Alba Donati per la Poesia sono i vincitori del ventinovesimo Premio Dessì

Antonio Pascale per la Narrativa e Alba Donati per la Poesia
sono i vincitori del ventinovesimo Premio Dessì.
A Toni Servillo il Premio speciale della Giuria.

*
Antonio Pascale con "Le attenuanti sentimentali" (Einaudi) nella sezione Narrativa, e Alba Donati con "Idillio con cagnolino" (Fazi) per la Poesia, sono i vincitori del Premio "Giuseppe Dessì". I loro nomi vanno ad affiancarsi a quello diToni Servillo al quale è andato il Premio speciale della Giuria della ventinovesima edizione del concorso letterario intitolato al grande scrittore sardo (nato a Cagliari nel 1909 e scomparso a Roma nel 1977).
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Antonio Pascale
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Alba Donati
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Toni Servillo

La cerimonia di proclamazione e premiazione dei vincitori si è tenuta domenica 21 settembre a Villacidro (Medio Campidano), presentata della giornalista Natascha Lusenti e arricchita dagli interventi musicali della violinista Anna Tifu, a chiusura di una settimana di incontri letterari, spettacoli e dibattiti intitolata all'autore di "Paese d'Ombre" e che ha avuto come protagonisti, tra gli altri, personaggi del calibro di Simona AtzoriGioele DixUmberto Guidoni e Giovanni Allevi.

Insieme al prestigioso riconoscimento, i vincitori si portano a casa cinquemila euro, mentre gli altri finalisti – Luciana Capretti con "Tevere" (edito da Marsilio) e Elisabetta Rasy con "Non esistono cose lontane" (Mondadori) nella Narrativa;Nicola Bultrini con "La specie dominante" (Nino Aragno Editore) e Roberto Deidier con "Solstizio" (Mondadori) nella Poesia – si aggiudicano millecinquecento euro ciascuno. 

Ad Antonio Pascale, scrittore e giornalista nato a Napoli nel 1966, la giuria del Premio Dessì ha tributato l'alloro nella Narrativa per "Le attenuanti sentimentali", attraverso cui "offre un esempio assai convincente di narrazione ibrida, di letteratura morale al limite della rivendicazione etica". Spiega la motivazione: "Che ci vuole a trovare una trama?, chiede Antonio Pascale in "Le attenuanti sentimentali" (...) La risposta è naturalmente ambigua, tale da avvisare il lettore che esiste sì un patto, ma piuttosto tortuoso: questo non è un romanzo ma un giro in bicicletta". La giuria colloca l’opera premiata nel quadro della produzione di Pascale: "Siamo in una dimensione più radicale e nello stesso tempo semplice rispetto ai suoi libri precedenti, da «La manutenzione degli affetti» a «Passa la bellezza», dove ogni certezza letteraria è formalmente sospesa"

Alba Donati, autrice toscana nata a Lucca nel 1960, di casa tra Firenze e Lucignana, vincitrice nella sezione Poesia con il suo "Idillio con cagnolino", è, secondo la giuria, "perfettamente consapevole delle macerie del secolo alle sue spalle, come più d’una poesia dimostra. Ma c’è, in lei - prosegue la motivazione - una volontà d’uscire dal Novecento, d’oltrepassarlo nel suo autistico nichilismo. È una verità creaturale, quella di Donati: nella convinzione che, tramontate tutte le fedi, ci restano solo le verità biologiche. Per esempio questa: che i vecchi e i bambini (ma anche gli animali), proprio perché più prossimi a quel luogo da cui proveniamo e dove torneremo, siano gli esseri più vicini al mistero della vita e, per questo, i più oltraggiati dal mondo". 

Il Premio Speciale della Giuria è stato assegnato all’unanimità a Toni Servillo "per la coerenza di un intero percorso professionale, che ne fanno un esempio per la sua e per le più giovani generazioni", come recita la motivazione. Nato ad Afragola nel 1959, con una carriera iniziata nella giovinezza con il teatro sperimentale (a lui si deve la nascita del Teatro Studio della sua città) e costruita negli anni nel teatro e nel cinema con crescenti successi fino ad approdare nel 2013 al Premio Oscar per "La Grande Bellezza", Servillo secondo i giurati è la "tangibile dimostrazione di come la passione, la volontà, il rigore, combinati con uno straordinario talento, un serio lavoro, una grande bravura, possano condurre un ragazzo di provincia a conquistarsi un nome nel mondo della cultura, contribuendo, anche all’estero, alla valorizzazione e al prestigio dell’arte italiana". 
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Con la scelta dei vincitori si conclude, dunque, il lungo percorso del Premio Dessì: le due terne di finalisti sono il frutto di un’attenta selezione fra le 398 opere (208 titoli per la narrativa e 190 per la poesia) pervenute dai principali editori italiani alla segreteria del premio alla chiusura dei termini di presentazione, il 15 giugno scorso. Il compito di valutarle è spettato ancora una volta alla giuria presieduta da Anna Dolfi (eminente italianista dell'Università di Firenze, socia dell'Accademia Nazionale dei Lincei e tra le massime studiose dell'opera di Dessì) e composta da Mario BaudinoDuilio CaocciGiuseppe LangellaMassimo OnofriStefano Salis e Giuseppe Marras

Antonio PascaleAlba Donati e Toni Servillo vanno ad aggiungere il loro nome alla lunga e prestigiosa lista dei vincitori delle passate edizioni: un albo d'oro che annovera scrittori come Sandro Petroni, Nico Orengo, Laura Pariani, Diego Marani, Sandro Onofri, Salvatore Mannuzzu, Marcello Fois, Giulio Angioni, Michela Murgia, Niccolò Ammaniti, Salvatore Silvano Nigro, Giuseppe Lupo per la Narrativa, e, per la sezione Poesia, Elio Pecora, Maria Luisa Spaziani, Alda Merini, Giancarlo Pontiggia, Fabio Pusterla, Gilberto Isella e Gian Piero Bona. Tra i passati vincitori del Premio Speciale della giuria troviamo invece figure di grandi protagonisti della cultura italiana del calibro di Luigi Pintor, Sergio Zavoli, Alberto Bevilacqua, Francesco Cossiga, Arnoldo Foà, Marco Pannella, Piero Angela, Ascanio Celestini, Giulio Rapetti Mogol e Philippe Daverio.

La ventinovesima edizione del Premio Dessì è stata organizzata dalla Fondazione Giuseppe Dessì e dal Comune di Villacidro col patrocinio del Ministro dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, del Consiglio Regionale della Sardegna, dell'Assessorato Regionale della Pubblica Istruzione, della Fondazione Banco di Sardegna e del Gal Monte Linas, con la collaborazione di Cantina Mesa – Sant'Anna Arresi e Salumificio Monte Linas. 
www.fondazionedessi.it
* * *


FONDAZIONE GIUSEPPE DESSÌ
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CRISTIANO BANDINI
cell. 349 58 38 311
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Premio letterario "Giuseppe Dessì"
XXIX edizione
Villacidro, 16 > 21 settembre 2014