La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

mercoledì 30 novembre 2011

l' Unità, E-BOOK


Morbello Vergari Versacci e discorsucci a cura di Corrado Barontini e Nanni Vergari

Verrà presentato il libro

Morbello Vergari

Versacci e discorsucci

a cura di Corrado Barontini e Nanni Vergari · Scheda del Libro

Venerdì 2 dicembre alle ore 16:00
Palazzo Bastogi - Sala Collezioni - Via Cavour 18, Firenze
Intervengono
Lucia Matergi - Consigliere Regionale
Corrado Barontini - Curatore del volume
Silvia Toninelli - Presidente Pro Loco Roselle
Mario Papalini - Editore

Seguiranno
Letture e canti a cura del Coro degli Etruschi
Ascolto della voce dell'autore dal CD “In Maremma” ed. Pegasus di Firenze
Proiezione di una registrazione RAI video del 1977 con Morbello Vergari
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Pellegrino verso il cielo di Santino Gallorini

Verrà presentato il libro

Pellegrino verso il cielo

di Santino Gallorini · Scheda del Libro

Giovedì 1 dicembre 2011, ore 21
Compagnia del SS. Sacramento, San Piero - Agliana (PT)

Biblioteca Comunale
Parrocchia di San Piero Agliana


Intervengono
Alberto Ciampi - Assessore P.I. Comune di Agliana
Don Paolo Tofani - Parroco di San Piero Agliana
Ferdinando Abbri - Università di Siena
Arnaldo Nesti - Direttore Religioni e Società
Coordina
Mauro Banchini - Giornalista
Sarà presente l'autore
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Sorano Una comunità di confine nell'impresa dei Mille a cura di Zeffiro Ciuffoletti e Maurizio Mambrini

Verrà presentato il libro

Sorano

Una comunità di confine nell'impresa dei Mille

a cura di Zeffiro Ciuffoletti e Maurizio Mambrini · Scheda del Libro

Mercoledì 30 Novembre ore 16:30
Biblioteca Comunale "Manfredo Vanni" - Fortezza Orsini - Sorano
Presentano il libro

Zeffiro Ciuffoletti
Docente di storia contemporanea all'Università di Firenze

Pierandrea Vanni
Sindaco di Sorano

Saranno presenti gli autori e l'editore
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Il piano zero di Giampaolo Cassitta


 

Seconda edizione di Pazza Idea - Visioni di normale follia tra arte e letteratura


Dal 1 al 4 dicembre si terrà a Cagliari, nella sede dell’ex Liceo Artistico, in piazza Dettori, la seconda edizione di Pazza Idea - Visioni di normale follia tra arte e letteratura. Il programma propone cinque incursioni narrative per esplorare il modo in cui arte e letteratura modificano i confini della follia, e rivelano come estraniante ciò che è definito normale. Per affrontare alcuni dei paradossi in cui viviamo attraverso lo sguardo critico e a volte inquieto che ci offrono la letteratura, il cinema e le arti visive, la poesia, la musica, il teatro di narrazione e civile.

 
Ospiti di quest’anno saranno lo scrittore Claudio Fava e l’attore e regista Ulderico Pesce, che apriranno il programma giovedì 1 dicembre rispettivamente alle ore 19 e alle 21, Luca Ragagnin, poeta e autore di narrativa (venerdì 2 dicembre ore 21), l’attore, autore e regista teatrale Mario Perrotta (sabato 3 dicembre ore 21) e, infine i giovani registi Gustav Hofer e Luca Ragazzi per una chiusura (domenica 4 dicembre ore 21) dedicata al cinema.

 
La rassegna, ideata e progettata da Emilia Fulli e Mattea Lissia, e organizzata dai Presìdi del libro della Sardegna, traccia un percorso su come arte e letteratura evidenzino un punto di vista di rottura su ciò che è comunemente pensato come "folle" o "fuori luogo".

La follia di una società che non esce dalle pastoie del potere mafioso, ordine costituito ed evidente, associato al binomio “potere occulto”, anche quando è sotto gli occhi di tutti nelle piccole cose come nei esiti più tragici. La follia di chi non riesce a preservare le meraviglie di una terra bella e potente come la Sardegna, per aprire in essa oasi di degrado profonde come ferite, come è accaduto a Sarroch e a Quirra. La dolorosa distanza tra la statura artistica di molti Giganti del jazz, che nella vita comune vivevano spesso gli abissi del quotidiano, fatti di droga, alcool, ma anche di molto, moltissimo razzismo. La follia dell’emigrazione degli italiani nel dopoguerra e delle vite condotte in condizioni disumane nelle miniere della Francia e nelle fabbriche in Svizzera, vite barattate dal nostro governo in cambio di carbone, vissute nella segregazione e nella discriminazione, per recuperare la memoria di come eravamo e ricordarcene di fronte ai nuovi migranti. E per chiudere con un momento lirico e poetico: la storia di Luca e Gustav che viaggiano attraverso l’Italia da cui tutti i loro coetanei fuggono, alla riscoperta del nostro Paese, contradditorio e diviso per scoprire che forse vale la pena rimanere.

E’ così che la “pazza idea” diventa l’idea folle e insensata, è la regola condivisa e accettata nel quotidiano.

 
La rassegna è sostenuta dalla Provincia di Cagliari, dal Comune di Cagliari Assessorato alla Cultura, dalla Regione autonoma della Sardegna e dalla Fondazione Banco di Sardegna, e realizzata in collaborazione con l’associazione culturale Luna Scarlatta.

 
IL PROGRAMMA

 
Giovedi' 1 dicembre, h. 19

Ex Liceo Artistico - Piazza Dettori, 9

 
h. 19

Il coraggio di tornare

 
La mafia raccontata tra finzione e realtà: il potere occulto che impone lo stato delle cose, che modifica le vite delle persone in maniera così tangibile, così visibile, fino a delineare i confini della morte e della vita. Conversazione con Claudio Fava giornalista, autore del romanzo Teresa (Feltrinelli, 2010), di saggi come I disarmati (Sperling & Kupfer, 2009), Quei bravi ragazzi (Sperling & Kupfer, 2007), sceneggiatore di film come I Cento passi, politico. Conduce la giornalista Paola Pilia.

 
Incontro organizzato in collaborazione con l'associazione Zahr.

 
 
h. 21

Terra di brutture e meraviglia

 
La Sardegna vista da Ulderico Pesce, attore-narratore, regista. Ha lavorato con i più grandi nomi del teatro (come Ronconi, Albertazzi, Lavia, Bene). Autore di lavori teatrali divenuti libri, basati su storie che infastidiscono i poteri forti, le “caste”, i malavitosi: come Storie di scorie, A come amianto, L’innafiatore del cervello di Passannante. Per Pazza Idea racconta la sua Sardegna, tra il petrolchimico di Sarroch, l’uranio impoverito del poligono di Quirra, ma anche le meraviglie di questa Terra scoperta da un viaggiatore partito qualche anno fa dalla Lucania.

 
Venerdì 2 Dicembre, h. 21

Ex Liceo Artistico - Piazza Dettori, 9

 
Non significa niente, se non ha swing

 
A love suprem : di John Coltrane per la musica, di tutti i musicisti che hanno scritto la storia del jazz, portandone i segni nell'anima e sulla pelle. Incontro con Luca Ragagnin, autore di Un amore supremo (Instar libri, 2007): 64 storie che coinvolgono personaggi come Joe Zawinul, Louis Armstrong, Chet e Joséphine Baker, Gil e Bill Evans, Charlie Parker, Boris Vian. Poeta, scrittore, paroliere, Ragagnin nel 1995 ha vinto il Premio Montale per la poesia,con L'angelo impara a cadere (Crocetti, 1996); nel 1996 ha pubblicato con Scheiwiller Piccoli crolli sinfonici. Con Enrico Remmert ha pubblicato la Trilogia dei vizi: Elogio della sbronza consapevole, Elogio dell'amore vizioso, Smokiana.

Intermezzi musicali sulle note del sax tenore di Alessandro Angiolini.

 
Sabato 3 dicembre, h. 21

Ex Liceo Artistico - Piazza Dettori, 9

 
Memoria migrante: come eravamo

 
La migrazione degli italiani all’estero raccontata attraverso il lavoro di Mario Perrotta, attore, regista, autore, che riporta la memoria degli italiani partiti per lavorare in Belgio e Svizzera nei lavori teatrali Italiani cìncali e La turnàta, e nella trasmissione radiofonica per Rai 3 Migranti exprèss, poi diventato libro (Fandango, 2007). Una conversazione su quando eravamo noi a migrare, condotta da Gabriele Rizza, giornalista di Il Manifesto e Il Tirreno, critico teatrale e cinematografico.

 
Domenica 4 dicembre, h. 21

Ex Liceo Artistico - Piazza Dettori, 9

 
Innamorarsi ancora

 
Partire per sopravvivere a un’Italia che mette in fuga i tuoi amici. Questo accade a Gustav e Luca, che invece di lasciare il Bel Paese decidono di fare un viaggio attraverso la penisola, per riscoprire insieme bellezze e meraviglie. Conversazione con Gustav Hofer e Luca Ragazzi, registi di Italy: Love it, or Leave it, premiato a Rio De Janeiro, e prima di Improvvisamente l’inverno scorso, nastro d’argento come miglior documentario al Festival di Berlino 2009. Conduce Renato Chiocca, regista di cinema e teatro.

 
Al termine, per la prima a volta in Sardegna, la proiezione del film Italy: Love it, or Leave it [75 min., Italia 2011]

 
 
Ideazione, cura e organizzazione: Emilia Fulli, Mattea Lissia
logistica: Barbara Mascia

Grafica: Logonek

 
Informazioni: 328 4716756, 389 1562290




-- 
Ufficio stampa
Giuseppe Murru - tel. + 39 3478659047

lunedì 28 novembre 2011

tuttoLIBRI

da La Stampa - tuttoLIBRI
 
NEWS
MIRELLA SERRI
Che oltraggio! No, non ci si può permettere di chiamare «gran faccia di c...» il Re dei Franchi, il difensore della cristianità, in una canzone come «Carlo Martello», destinata a un ampio pubblico. La mannaia del pretore invoca l’intervento chirurgico pure su un altro verso della melodia di Fabrizio De André: «E’ mai possibile, o porco di un cane, che le avventure in codesto reame debban risolvers
Paolo Villaggio

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La giovane scrittrice palermitana presenta a Torino il suo libro “Libero. L’imprenditore che non si piegò al pizzo”

La Stampa - Cultura
22/11/2011 - INTERVISTA

Chiara Caprì: "Racconto
la mafia ai ragazzi come me"


La scrittrice palermitana Chiara Caprì

La giovane scrittrice palermitana presenta a Torino il suo libro
“Libero. L’imprenditore
che non si piegò al pizzo”

FRANCESCO RIGATELLI
Ci sono certe storie che sembrano già sentite mille volte ma solo perché non le si conosce davvero. Altrimenti si rispetterebbero di più, perché dentro c’è la vita profonda e pure quell’insegnamento che serve, poi, “quando si arriverà a un bivio e si dovrà scegliere da che parte stare”. Si sentirà allora quel coraggio che dà serenità, come dice la frase dell’aviatrice Amelia Earhart all’inizio del libro “Libero. L’imprenditore che non si piegò al pizzo” (Castelvecchi). L’autrice è una studentessa palermitana di Medicina al suo secondo libro (il primo era un saggio sulla mafia italiana e cinese), ha 25 anni, si chiama Chiara Caprì ed è una di quelle persone che spinge tutti a sostenerla spontaneamente. Giovane, brava, solare. E’ la Sicilia come potrebbe essere. Forse per questo tutti la incoraggiano, perché vorrebbero che come lei ce ne fossero tante. Così noi ne scriviamo perché di lei si parla e si parlerà sempre più. Qualche settimana fa la presentazione del libro con Pina Maisano Grassi, vedova di Libero ed ex senatrice eletta a Mirafiori, in occasione del ventennale dell’omicidio del marito, ha contato cinquecento presenze a Palermo, suscitando l’entusiasmo di molti giovani.

Così mentre Caprì, dopo averlo presentato perfino allo University College di Londra, arriva a Torino, le domandiamo: perché proprio questa storia?
“Pina, Alice e Davide Grassi li conosco da quando sono piccola. Nel 1992, l’anno dell’omicidio di Libero, avevo 4 anni. Tempo dopo con altri ragazzi ho fondato l’associazione Addio pizzo, che mi ha portato ad approfondire la loro storia. Quando nel 2004 vidi appiccicati per le strade di Palermo i primi adesivi anonimi antiracket mi incuriosii e decisi di cercarne i responsabili. Nel frattempo Pina rispose a una giornalista che la interrogava che se gli autori di quell’iniziativa fossero stati dei ragazzi li avrebbe adottati come nipoti suoi e di Libero. Il pomeriggio stesso io e i miei nuovi compagni le andammo a suonare a casa”.

Poi è uscita da Addio pizzo.
“Sì penso sia giusto lasciar spazio ad altri e poi tra lo studio e la scrittura e le presentazioni dei libri non mi è rimasto tanto tempo. Però con Pina siamo molto amiche, è come una nonna. Anzi le faccio gli auguri perché ha appena compiuto 85 anni! Grazie a lei ho potuto conoscere l’umanità del personaggio Libero Grassi e della sua famiglia. Ciò che ho cercato di rendere nel libro. Anche per avvicinarlo ai giovani, che se no magari lo considerano un monumento e trovano la strada della legalità impraticabile”.

Ma lei vuole sempre fare il medico?
“Sono al sesto anno di Medicina. Vorrei fare la psichiatra. Mi interessa l’uomo. Il mio approccio è quasi l’anamnesi clinica. E leggo parecchio. Anzi, mi prendono in giro perché divoro i libri”.

Come vede i giovani siciliani?
“A Palermo c’è fermento giovanile. Anche ragazzi più piccoli di me s’informano sulla mafia e sull’Italia in generale. Certo l’università ed il sistema d’istruzione non aiuta a sviluppare le capacità di analisi e di critica. Sono appena stata a Londra dove ci sono più spazi per il confronto. Devo anche dire che c’è una parte dei miei coetanei, magari appartenente a ceti sociali più bassi, che vede la mafia come la persona che ti dà lavoro”.

E’ una questione di classe?
“No il muro di gomma è largo. I disinteressati sono di tanti tipi. C’è il rincoglionimento dato dalla tv, l’abbassamento del livello culturale, il fattore di provenienza. Chi abita in quartieri popolari come Brancaccio insomma è più esposto. Però poi ci sono i figli dei famosi colletti bianchi che magari non parlano della mafia perché non se ne sentono toccati”.

Si sente sola nell’affrontare questi temi?
“No anzi rispetto a qualche anno trovo più appoggio. Alla presentazione sono venute tante persone, soprattutto giovani. Vado spesso nelle scuole e c’è attenzione. E anche quando giro per il nord Italia incontro molta solidarietà e pure, purtroppo, una società giovanile più vigile forse di quella siciliana”.

Lei hai dato speranza ai suoi concittadini?
“Spero di sì”.

Tutti la incoraggiano. Pina Maisano le ha aperto i suoi ricordi. L’editore ha pubblicato subito il libro. Marco Travaglio ha scritto la prefazione. Qual è il suo segreto?
“Forse l’ho ereditato da mia nonna materna. Dai ricordi di mia madre traspare questa fiducia che ispirava. Per cui le persone non le dicevano mai di no. Forse sono affidabile. La serietà in questo periodo in cui le donne sono viste molto come oggetti sessuali fa la differenza”.

Nel suo libro precedente, Lanterna nostra (Navarra), ha approfondito i collegamenti tra mafia siciliana e cinese.
“Mi sono domandata il perché di tanti negozi cinesi in Sicilia. Ma alla mafia non danno fastidio? Così ho collaborato con Maurizio de Lucia della Direzione nazionale antimafia affrontando il tema. Da alcune intercettazioni è emersa la richiesta del pizzo pure per i cinesi ma con in più una tassa per gli sbarchi di merce dal porto di Napoli e Gioia Tauro per Palermo. In più ci sono alleanze per il traffico di droga da sud a nord. Scambi di favori soprattutto. Infine, più negozianti mi hanno confermato che i cinesi comprano i negozi in contanti. Che provenienza hanno quei soldi? In Sicilia ci sono grandi investimenti orientali molto strani. E a Palermo la zona della stazione centrale è ormai una Chinatown”.

Il coraggio le dà la serenità?
“Sì. Sapere che ogni giorno continui la tua dignità rende più forti e sereni”.

Sullo sfondo dell’avventura coloniale di 100 anni fa la storia dolente di un artigliere partito da Rivoli

La Stampa - Cultura
28/11/2011 -

Libia 1911, breve la guerra
del soldato Puttero

La fanteria italiana in trincea in Tripolitania, in una cartolina

Sullo sfondo dell’avventura coloniale di 100 anni fa la storia dolente di un artigliere partito da Rivoli

MIMMO CÁNDITO
“Cara moglie, io ti assicuro che per il momento siamo ancora fuori dal pericolo, per me non mi pare nemmeno che sia in guerra». È il 21 novembre di 100 anni fa, e il soldato di leva Puttero Michele, classe 1887, scrive quattro paginette senza sbavature dal suo accampamento alle porte di Tripoli, un posto «che si chiama la Caserma della cavalleria turca ma adesso ce la nostra artiglieria». Michele è il terzo di quattro figli, ha i baffi corti, le orecchie forti, viene da Rivoli, alle porte di Torino, e ha appena sposato la sua «cara moglie», che «ti sogno ogni minuto che mi addormento, e sempre sto pensando a te che ti trovi sola, così lontano dal tuo caro marito che ti vuole un gran bene, come spero che ne vorrai un al trentanto a me».

Sono piccole storie di sentimenti e emozioni private, che una vecchia lettera sgualcita, ingiallita dal tempo, rivela ora con delicatezza, un secolo dopo. La conservava nel cassettone la «cara moglie» come il ricordo più prezioso della sua vita, poi l’ha data a una nipote, «un regalo che non ha prezzo». Non vi sono grandi rivelazioni storiche, nella lettera, nulla di strategie né di opinioni politiche, ma solo «qui fa molto bello, fa pur fin troppo caldo», oppure «ti scriverei più sovente ma non possiamo avere la carta ne francobolli, qua non ce nessuna comodità, non ce gnente, quasi la accqua ci manca, delle belle volte la pagherebbero più cara che il vino».

Da Rivoli a Tripoli non c’è solo il mare, c’è un mondo intero di mezzo, una storia che sembra mito, ci sono terre e uomini e costumi che il soldato Puttero Michele scopre con meraviglia: «Se ritornerò presto, ti porterò sù dei datteri, il frutto più raccoltuoso che sia qui in Affrica».

L’Affrica, quella con le due effe, che sta dall’altra parte del Mediterraneo, alla fine dell’Ottocento e in quell’inizio del Novecento è la terra di conquista delle grandi potenze, che litigano e si fanno dispetti per arraffarne il controllo sugli ultimi bagliori di un impero ottomano che sta consegnando alla modernità i resti della sua antica gloria. Con le grandi potenze che hanno fatto il mondo dell’Ottocento ora ha potuto sedere anche l’Italia di Giovanni Giolitti e, tra l’Inghilterra che vuole l’Egitto e la Francia che vuole oltre alla Tunisia anche il Marocco, il governo di Roma ha siglato patti e accordi internazionali che le garantiscono una prelazione sulle terre che si allungano nelle coste della Tripolitania e della Cirenaica.

Sono giorni dove in Parlamento la Destra storica, i liberali e i socialisti si confrontano in scontri accesi. L’Italia, che era stata un modello per la lotta delle nazionalità assoggettate ai grandi imperi plurinazionali, si è spostata su un terreno molto più moderato, considerato ideale per trovare uno spazio adeguato nel «concerto europeo»; l’ambizione rivoluzionaria che, con Mazzini e Garibaldi, voleva scardinare il sistema illiberale nato dal Congresso di Vienna del 1815 è ormai dimenticata, e i nemici storici Austria e Germania possono diventare ora anche alleati comodi. Nel paese, tra la gente che sta celebrando con meraviglia, stupore, anche orgoglio, i cinquant’anni dell’unità nazionale, la «questione africana» divide tra il Nord dei movimenti operai e socialisti e il Sud che sogna terre da coltivare e un nuovo futuro. E Giolitti, che ha concesso alla sinistra il suffragio universale, si prepara a compensare offrendo alla destra la guerra.

La canzone che ora si ascolta sempre più spesso dalla vecchia radio del salotto di casa dice con tono vibrante: «Naviga o corazzata / benigno è il vento e dolce la stagion / Tripoli - terra incantata / sarà italiana al rombo del cannon». E il governo italiano invia un ultimatum al governo ottomano il 28 settembre 1911, con una brutalità diplomatica che concede al nemico appena 24 ore. È davvero la guerra, e però in quegli ultimi giorni di settembre il vento s’era fatto beffe della canzone, poiché come scriveva una relazione del Comando militare italiano - «le condizioni del mare stavano per cessare di essere favorevoli; si aveva perciò la certezza di andare incontro a grandi difficoltà per l’attuazione degli sbarchi e dei rifornimenti; ma una dilazione nelle operazioni avrebbe fortemente minato il nostro prestigio e aumentate le difficoltà dell’impresa, perché la Turchia ne avrebbe certamente approfittato per inviare in Libia nuove truppe, armi, munizioni e vettovagliamenti».

La Turchia ha «scarse forze militari a Tripoli», scrive la relazione del Comando italiano, «circa 5.000 uomini in Tripolitania e 2.000 in Cirenaica». L’Italia ha mobilitato 34.000 uomini (diventeranno 55.000), 6.300 quadrupedi, 1.050 carri, 48 cannoni da campagna, 24 cannoni da montagna, e dirigibili e aerei (sarà italiano il primo bombardamento aereo della storia mondiale), trasportati in Africa utilizzando la Regia Marina e un rilevante numero di piroscafi noleggiati. Nel paese, nei primi cinquant’anni della sua nuova storia, dal 1861 a quel 1911, i 25 milioni di italiani sono diventati ora 34 milioni, più 6 milioni di emigrati, gli analfabeti - che erano il 72% tra gli uomini e l’82% tra le donne - sono calati ora tra il 50 e il 60%, il prodotto medio agricolo è raddoppiato, e triplicato quello industriale; gli squilibri sono enormi, ma affiora una nuova forza mediterranea.

La guerra, però, sarà lunga, e feroce. L’invenzione dell’«italiano brava gente» si scontrerà con una realtà diversa, tragicamente segnata dalla battaglia di Sciara Shat. E stragi e massacri frantumeranno la mitologia della conquista facile. È storia di un secolo fa, giusto il 1911; ma la guerra a Gheddafi di questo 2011 ne ha fatto perdere la memoria. Ora ce la riporta la lettera ingiallita d’un soldato accampato alla periferia di Tripoli il 21 novembre 1911.

Puttero Michele, da Rivoli, entrerà in battaglia a Sidi-Messri 5 giorni dopo, il 26 novembre. Quello stesso giorno verrà ucciso. Il presidente Giolitti scrive di suo pugno una lettera di condoglianze, e invia un sussidio di lire 100 alla vedova.

Chitarra e percussioni domani a Cagliari per la rassegna Spaziomusica: al Ghetto (ore 21) concerto del MiniEnsemble


Spaziomusica 2011 (XXX Edizione)






Chitarra e percussioni domani a Cagliari per la rassegna Spaziomusica:
al Ghetto (ore 21) concerto del MiniEnsemble.
*
Proseguono a Cagliari i concerti di Spaziomusica, la rassegna di musica contemporanea quest'anno alla sua trentesima edizione. Domani sera (martedì 29), come sempre al centro culturale Il Ghetto (in via Santa Croce), riflettori puntati sul MiniEnsemble, progetto di recentissima formazione del chitarrista Michele Sanna (nella foto) e del percussionista Francesco Ciminiello. In programma, a partire dalle ore 21 (e con ingresso gratuito), musiche di Vinko Globokar ("Corporel", per un percussionista che usa il suo corpo), Lucio Garau ("J...X", per chitarra elettrica), e dello stesso Michele Sanna, ("Omeofanìe", per chitarra elettrica e percussioni).

Nato dalla collaborazione tra i due musicisti, intrapresa sin dal 2009, il MiniEnsemble si consolida l'estate scorsa con l'intento di condividere e proporre la sperimentazione di nuovi e diversi linguaggi musicali, legati tanto alla scrittura quanto alla pratica dell'improvvisazione. Il progetto di Michele Sanna e Francesco Ciminiello, nella formula solo/duo, si pone come principale obiettivo quello di interpretare musica scritta da compositori odierni insieme ad alcune delle pagine più interessanti della musica degli ultimi sessant'anni (Xenakis, Globokar, Andriessen, Reich, Romitelli), in particolare di quei compositori che hanno utilizzato strumenti e sonorità discontinue rispetto alla tradizione della musica occidentale. Il MiniEnsemble si propone anche di ampliare il proprio repertorio sia commissionando nuove opere a giovani compositori attivi in Italia e Europa, sia lavorando su trascrizioni e nuove orchestrazioni di musiche provenienti da diverse tradizioni.


Michele Sanna compie i primi passi musicali come autodidatta, all'età di sette anni, avvicinandosi prima al pianoforte, poi alla chitarra, strumento al quale dedicherà il suo percorso da interprete e improvvisatore. Intraprende un percorso accademico che lo porterà a laurearsi in composizione al conservatorio “G.Verdi” di Milano, sotto la guida di Mario Garuti; sempre a Milano attualmente frequenta l'ultimo anno di specializzazione, studiando con Gabriele Manca. Ha frequentato corsi e masterclass con compositori e interpreti di livello internazionale come Helmut Lachenmann, Alessandro Solbiati, Stefano Gervasoni, Franco Oppo, Giovanni Verrando. Ha studiato direzione d'orchestra, analisi e ear-training presso l'Accademia Internazionale della Musica di Milano con Emilio Pomarico e Yoichi Sugyiama (Mdi Ensemble). Dal 2006 ha collaborato con diversi solisti e ensemble cameristici e orchestrali (Ensemble Multilatérale, Laura Catrani, Maria Grazia Bellocchio, Dario Garegnani, Orchestra Verdi di Milano, Repertorio Zero, Gilbert Imperiàl ecc.). La sua musica è stata eseguita in Francia, Olanda e Italia (Gaudeamus Chamber Music Prize, Festival Pontino, Festival MilanoMusica 2011, CSNMDP Paris). E' stato premiato in diversi concorsi internazionali (Galleria d'Arte Moderna di Milano, CEMAT, Centro San Fedele). Come chitarrista ha studiato jazz e musica improvvisata con Massimo e Bebo Ferra, Umberto Fiorentino, John Damien. Ha frequentato diversi corsi e seminari (Umbria Jazz, Nuoro Jazz, Accademia di Siena Jazz) e partecipato a numerose masterclass (Pat Metheny, Pat Martino, Scott Henderson, Stefano Battaglia, Roberto Dani, ecc.). Dal 2007 si interessa di etnomusicologia, compiendo numerosi studi e ricerche (Nicola Scaldaferri, Bernard Lortat-Jacob). Nell'anno accademico 2009/2010 è stato docente di “Strutture e forma nella Musica” presso la scuola di Etnomusicologia del conservatorio “G.P. da Palestrina” di Cagliari.


Nato a Cagliari, Francesco Ciminiello ha iniziato i suoi studi musicali presso l’associazione culturale musicale “Ennio Porrino” di Elmas e successivamente ha studiato Strumenti a Percussione presso il conservatorio “G.P. da Palestrina” di Cagliari dove si è diplomato con il massimo dei voti nel 2001. Si è perfezionato a Parigi studiando con Gaston Sylvestre e Francois Bedel al CNR di Rueil-Malmaison dove ha ottenuto il Primier Prix e la Medaglia d’oro al corso Superiore ed Eccellenza come solista e la Medaglia d’oro al corso Superiore in Musica da Camera.
Come percussionista ha collaborato con la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, con la cooperativa Teatro e/o Musica di Sassari e con le Associazioni Spaziomusica, Music in touch e Amici della Musica di Cagliari.
Svolge un’intensa attività concertistica solistica e d’insieme per strumenti a percussione con il Modular Quartet con cui ha partecipato ai primi due festival Internazionali per Strumenti a Percussioni e ai festival Musica sulle bocche e Signal dove ha suonato musiche di Steve Reich ("Drumming") e Iannis Xenakis ("Persephassa")

Con il Moto contrario duo (clavicembalo e percussioni) ha invece partecipato a Suonare Francese a Cagliari e al Concorso “Gaudeamus” ad Amsterdam, dove ha suonato musiche di Xenakis ("Komboi" e "Ophaa"), riscontrando un ottimo successo di pubblico. Attualmente insegna Strumenti a Percussione presso il Conservatorio di Cagliari.

* * *


Associazione Spaziomusica
via Liguria 60 - 09127 Cagliari
tel 070 40 08 44 - 339 65 54 314
E-mail: spaziomusica@gmail.com
www.spaziomusicaproject.com

Ufficio stampa:
RICCARDO SGUALDINI
tel.: 070 30 31 48; cell.: 347 83 29 583;
E-mail: x-press@fastwebnet.it

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Booknews

di Piero Melati 
Nata 45 anni fa dall'ambiente di Comunione e Liberazione, la casa milanese ruppe con i seguaci di Don Giussani nel 1991. Da allora ha alternato ai saggi teologici le opere di grandi irregolari, marxisti e teologi della liberazione compresi. Incontro con il fondatore.

Milano. Per capire come il condottiero di Dio prepara Jaca Book all'ultima crociata si deve rileggere Luciano Bianciardi, e quella Milano capitale dell'editoria, citt&agrav (segue...)

di R.R.
Roma - In libreria da una settimana è già bestseller.
Il cimitero di Praga di Umberto Eco è entrato nella top-ten del New York Times, la classifica di riferimento del mercato editoriale americano.

Tradotto negli Stati Uniti e in Canada da Richard Dixon, pubblicato dall'editore Houghton Mifflin Harcourt, il romanzo ha incontrato il favore della critica. La New York Review of Books gli ha riservato una recensione di (segue...)

di Enzo Golino
Le amicizie. La scrittura. Moravia e Pasolini. La sua Napoli cosmopolita. Il Grande Ragazzo della letteratura italiana fa il bilancio della sua vita. Senza aver perso il gusto per la polemica.

Lo chiamano Dud�, ma il suo nome è Raffaele, tanto che due partiti si fronteggiano - i Duduisti e i Raffaeliani - senza aver mai risolto la tenzone onomastica. Era stata la madre a inventargli il soprannome quando era piccolo. Fra i Duduisti (segue...)

di Lara Crin�
Ossessioni sessuali, adolescenti abusati e un mondo dove fantasia e realtà si fondono, facendo camminare i personaggi sul crinale della follia. Sono questi gli ingredienti di 1Q84 (Einaudi, pp. 724, euro 20) del giapponese Murakami Haruki, il nuovo e fluviale romanzo tra detective story e science fiction dell'autore che quest'anno ha sfiorato il Nobel.

1Q84 (il titolo, chiaro omaggio a 1984 di George Orwell, è dovuto ai rife (segue...)

di Javier Cercas
Lo scrittore spagnolo domani riceverà il Premio internazionale del Salone del Libro.
Il presente ci obbliga a interpretare il passato in un modo nuovo: questo non significa manipolare i fatti, come qualcuno pensa, o ignorarli bens� rivederli alla luce dell'oggi.

Nel suo monumentale Dopoguerra, lo storico Tony Judt raccontava una storiella dell'epoca sovietica. Un ascoltatore chiama Radio Armenia per chiedere se sia possibile p (segue...)

di Antonio Gnoli
Incontro con la scrittrice di "Va' dove ti porta il cuore" ora in libreria con un romanzo e una raccolta di saggi.
"Il successo per me è stato peggio che essere investiti da un tir. Trovarmi al centro di quella storia mediatica mi ha sconvolta".

Orvieto. I due nuovi libri di Susanna Tamaro - un romanzo apparso qualche mese fa con il titolo Per sempre (Giunti) che veleggia verso le 300 mila copie, e una raccolta di saggi L'isola (segue...)

Antologia Pagine Ribelli Volume Terzo

Antologia Pagine Ribelli Volume Terzo
Prezzo di vendita 15,00
Prezzo di copertina: 15 €
Narrativa
1a edizione 5/2011
Formato 12x18 - Copertina Morbida - bianco e nero
192 pagine

Spedizione in 3 gg lavorativi

Presentazione
Raccolta delle opere premiate al Terzo concorso letterario nazionale Adriano Zunino
Antologia Pagine Ribelli Volume Terzo raccolta opere premiate al terzo concorso letterario nazionale Adriano Zunino Articolato nelle sezioni Poesia a tema libero, racconto a tema libero, Donna, (R)esistere. Il volume edi testi contenuti vogliono essere una piccola risposta ed un piccolo contributo di "intellettuali tradizionali",che si rappresentano come "autonimo ed indipendenti dal gruppo sociale dominante" al dilagare dell'egemonia culturale esercitata dagli "intellettuali organici" gramscianamente intesi.

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