La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

martedì 30 giugno 2009

DANZA: E' MORTA LA COREOGRAFA TEDESCA PINA BAUSCH

(ASCA-AFP) - Berlino, 30 giu - E' morta, all'eta' di 68 anni, Pina Bausch, una delle piu' famose e innovative coreografe di danza moderna. A renderlo noto all'Afp il portavoce del teatro Tanztheater Wuppertal.

La coreografa tedesca e' deceduta ''inaspettatamente'', ha fatto sapere il portavoce del teatro di cui la donna e' stata direttrice artistica dal '73. ''Appena cinque giorni fa le era stato diagnosticato il cancro'', ha spiegato.

''Solo la scorsa domenica era in scena con la sua compagnia al Wuppertal Opera House'', ha raccontato.

Josephine Bausch e' nata nel 1940. La sua fama e' legata indissolubilmente a quella del Metropolitan Opera di New York. La coreografa e' diventata famosa soprattutto per il suo stile personale di danza che spesso esasperava forme, espressioni e scenari.

Al Tanztheater Wuppertal Pina Bausch, la genialita' dell'artista inizia a riscuotere un indiscusso successo.

Tanti i riconoscimenti e le tournee mondiali che vedono protagoniste le coreografie della Bausch.

La svolta avvenne con il celebre spettacolo, Cafe' Muller, composto sulle musiche di Henry Purcell. L'introspezione dei gesti si trasforma in magia nelle coreografie della Bausch che utilizza l'espressione del corpo con numerosi materiali scenici di derivazione teatrale.

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Philippine Bausch era nata a Solingen il 27 luglio 1940. La sua formazione artistica si è svolta nella Folkwang Hochschule di Essen, diretta da Kurt Jooss, dove ha appreso i rudimenti della danza espressionista. Poi si trasferisce a New York, grazie a una borsa di studio, è lì avviene la sua maturazione artistica: studia con Josè Limon, Paul Tylor e Atony Tudor, che la chiama nel Metropolitan Opera Ballet. Tornata in Europa, trova un partner in Jean Cebron, con cui sarà al Festival di Spoleto nel 1967 e nel '69 (quando diventa direttrice del Folkwang Ballet). A Wuppertal viene chiamata nel 1973 e comincia a lavorare liberamente ancora su motivi classici, sino a creare prima «Blaubart», su un tappeto di fruscianti foglie secche, e nel 1978 «Café Müller», un capolavoro che rivela il suo talento a livello internazionale e in cui entrano per la prima volta, oltre alla musica, il suono, la voce, le risa degli danzatori. Da allora le sue creazioni sono state, e sono tuttora, presentate nei principali festival e teatri del mondo. Ha lavorato molto anche in Italia, dove ha composto due spettacoli: «Roma» e «Palermo». Al centro della sua ricerca una critica ai ritmi e i miti della società moderna e consumistica, ma partendo da una personale interpretazione e visualizzazione dei sentimenti. Quest'anno, dopo una lunga assenza, un suo spettacolo era in cartellone al festival dei Due Mondi di Spoleto. Pina Bausch è andata in scena quindici giorni fa, per l'ultima volta.

La collega Rosaria Amato ha scritto

La ricordo cosi'

lunedì 29 giugno 2009

Cinquant' anni fa moriva lo scrittore e chansonnier francese Boris Vian


Cinquant’ anni fa moriva, a 39 anni, per un’ embolia polmonare, mentre usciva da un cinema, lo scrittore chansonnier francese, Boris Vian, Bison Ravi, secondo il suo anagramma.

E’ stato un grande della scrittura e della musica francese.

Era entrato in crisi, tanto da fargli dimenticare i suoi problemi cardiaci, dopo l’ adattamento cinematografico di Michel Gast del suo romanzo scandalo ‘’J’ irai cracher sur vos tombes’’, pubblicato nel 1946 con lo pseudonimo Vernon Sullivan.

Boris Vian aveva predetto la sua morte: ‘’Moriro’ di cancro alla colonna vertebrale’’ .

‘’Ça sera par un soir horrible/Clair, chaud, parfumé, sensuel (...)/ Je mourrai d'une jambe arrachée/Par un rat géant jailli d'un trou géant"

Parole perfettamente intellegibili ai giovani, sia nel 1959 come nel 2009.

Cinquanta anni dopo la morte, Boris Vian e’ sempre presente, almeno in Francia. E’ sempre presente sia nelle librerie, sia nei locali jazz di Daint-Germaine-des-Prés.

Ha scritto piu’ di 500 canzoni (cantate tra gli altri da Joan Baez e Gino Paoli). Vi si trova di tutto, i temi seri e comici, i filosofici (La Java des Bombes atomiques), i sociologici, e scherzosi (Blouse du dentiste).

I suoi interpreti storici sono stati Serge Reggiani, Magali Noël, Mouloudji, Philippe Clay, Jacques Canetti, e Serge Gainsbourg .

Lo ricordo con Je suis snob e le Deserteur





venerdì 26 giugno 2009

Scuola estiva. Il valore del sapere vissuto con divertimento “Audiovisivi e Multimedia: Interactive Design”



Un' ottima occasione per i giovani che si occupano di audiovisi e multimedia. Conosco personalmente i docenti e l' organizzatore della scuola il prof. Giovanni Curtis dell' Universita' La Sapienza di Roma, posso testimoniare della bonta' dell' iniziativa.

Scuola estiva. Il valore del sapere vissuto con divertimento
“Audiovisivi e Multimedia: Interactive Design”



Scuola estiva. Il valore del sapere vissuto con divertimento
“Audiovisivi e Multimedia: Interactive Design”


Arrivare dritti al cuore attraverso le immagini multimediali. Saper scegliere quelle giuste e saperle applicare in ogni contesto. Dalla semplice progettazione di un marchio allo sviluppo di un piano di comunicazione integrato, attraverso l’utilizzo creativo di tutte le forme di comunicazione multimediale, dalla stampa al video al web. Pochi mezzi: videocamera e pc. Tanta creatività in una sola scuola: la Scuola Estiva “Audiovisivi e Multimedia: Interactive Design”, dedicata allo “Studio e analisi dell’interattività, delle strategie comunicative e del design legati agli audiovisivi e alla multimedialità”.
Cinque giornate di full immersion con alcuni tra i più autorevoli esponenti italiani della comunicazione, del design e dello spettacolo. Nella suggestiva cornice medievale di Sermoneta e nel palazzo cinquecentesco di Cisterna di Latina (comune in cui ha sede il monumento naturale dell’Oasi di Ninfa) l’apprendimento facile e immediato delle moderne tecnologie comunicative si sposerà con la storia.
La scuola estiva, aperta a tutte le età, vedrà la presenza di docenti tanto dell'Isia, quanto dell'Accademia di Belle Arti e, in particolare, di diversi professionisti del settore.
La “Digitales” - presieduta da Giovanni Curtis dell’Università La Sapienza di Roma, in collaborazione con la Fondazione Tullio Levi Civita e l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli - ha coinvolto luminari del settore tra cui Mario Morcellini, Presidente della Conferenza Nazionale dei Presidi di Scienze della Comunicazione; dal 2003 Portavoce nazionale dell'Interconferenza dei Presidi (Coordinamento Nazionale dei Presidi di Facoltà) e membro del CUN (Consiglio Universitario Nazionale); Giorgio De Vincenti, Direttore Dipartimento Comunicazione e Spettacolo - Univ. Roma Tre e Vicepresidente del CUC (Consulta Universitaria del Cinema); Giulio Angelini, Direttore dell’ISIA Roma Design.
La presenza e la supervisione dei docenti e dei professionisti del settore assicureranno agli allievi un contatto diretto con le attività legate alla cultura e ai media nell’impresa oltre che un elevato livello d’insegnamento e apporti teorici e pratici innovativi. L’utilizzo dello strumento multimediale per promuovere la propria immagine e divulgare la propria identità implicherà la conoscenza delle potenzialità creative e tecnologiche legate alla modernità, come web design, web usability, alla grafica, web writing, videoart, promo tv, dal web mash-up alla creatività del “riuso” e graphic project.
Il corso rappresenta un equilibrio tra teoria e nuovi apporti pratici che grazie al valore dei docenti e alle loro esperienze professionali, non mancherà d'interessare chi, nell'ambito delle tematiche proposte, svolge gi mansioni di carattere pratico.
Ci non significa che gli altri docenti non apporteranno un contributo alla creatività e ai modi di concepire e creare l'opera grafica o audiovisiva o, in generale, multimediale (questo potrebbe affermarlo solo chi ingenuamente suddivide e contrappone arbitrariamente teoria e pratica, non vedendovi invece l'esigenza di far coincidere le due cose come i lati della stessa medaglia: l'uno imprescindibile dall'altro).
Ma tanti altri saranno gli appuntamenti che non potranno non interessare chi si rivolge al corso dall'ottica lavorativa e professionale. In particolare susciterà il loro interesse la presenza di un workshop costruito per far interagire allievi con professionisti con i campi della comunicazione più prossime alle forme audiovisive e multimediali, per far emergere, in particolare, le strategie che tale comunicazione chiamata a mettere in pratica.

Al termine del corso verrà rilasciato agli studenti un attestato di frequenza valido ai fini del riconoscimento di crediti formativi presso università e istituzioni. Hanno già aderito la Facoltà di Scienze della Comunicazione - Università degli Studi di Roma La Sapienza (esclusi iscritti 2008-09 e lauree quinquennali), l’Isia Roma Design e l’Accademia di Belle Arti di Frosinone.
La Scuola Estiva si svolgerà dal 20 al 25 luglio 2009. Il costo per l’iscrizione, grazie al supporto delle istituzioni locali e culturali, è limitato a 400 euro e comprende l’alloggio, la prima colazione e il trasporto tra le sedi. È prevista una ulteriore riduzione del contributo per professionisti del settore, categorie professionali attinenti al corso, disoccupati, studenti, e nel caso in cui non si usufruisca dell'alloggio. Il bando e il modulo d’iscrizione possono essere scaricati dal sito www.digitales.it, possono essere richiesti all’indirizzo e-mail scuola.estiva@digitales.it o ai numeri 328.1689010 (dal lunedì al sabato dalle 9 alle 19) oppure 06.90286784 (dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 13 e dalle 14 alle 16). La scadenza per l’iscrizione è fissata alle ore 24 del 12 luglio 2009 e può avvenire anche tramite fax allo 0773.1871016.

Scrivere o non scrivere delle vicende sessual-politiche del cavaliere?

giovedì 25 giugno 2009

Iman Maleki: significativa espressione dell' arte realista iraniana

L' Iran e' conosciuto soprattutto per i drammatici fatti di questi ultimi giorni, per questo segnalo dal blog di Annarita Ruberto

Iman Maleki: Significativa Espressione Dell'Arte Realista Iraniana

Cari lettori, questo post è dedicato a Iman Maleki, un giovane pittore iraniano nato nel 1976 a Teheran. Si è dedicato all'arte fin da giovanissimo, imparando a dipingere all'età di 15 anni presso il maestro Morteza Katouzian, considerato il più grande pittore realista iraniano.
Le sue opere, che a prima vista sembrano fotografie, sono straordinarie.

Ringrazio la carissima amica Sabina, grazie alla quale ho potuto conoscere la sua arte.

Nel suo sito, potete consultare la biografia dell'artista, ammirare la splendida galleria di immagini e acquisire ulteriori informazioni.

Qui un video sulle sue opere.

Qui potete scaricare le slide, accompagnate da un suggestivo sottofondo musicale. Accendete le casse e vi troverete immersi in un'atmosfera da sogno. Non perdete questa occasione, cari amici!

lunedì 22 giugno 2009

Sensazione di leggerezza by Pier Luigi Zanata in ''La via dei Poeti - Montparnasse Cafè''

La poesia e' un dono, di Suketu Mehta


Lo scrittore indiano Suketu Mehta, autore tra l' altro del bellissimo libro ''Maximum City. Bombay citta' degli eccessi'', nella rubrica SENZA FRONTIERE, del settimanale L' Espresso, in edicola questa settimana, ha scritto

La poesia è un dono

di Suketu Mehta

Nella triste Lisbona il giovane Changuito ha aperto una libreria dove vende solo versi: un negozio interamente dedicato alla poesia internazionale

Centro storico di Lisbona
Portami nel luogo più triste di Lisbona, ho chiesto a una studentessa della capitale portoghese quando si è offerta di farmi girare la città.

Ogni città ha la sua dose di tristezza. La tristezza di Bombay è negli occhi dei suoi bambini, e te ne accorgi subito già percorrendo il tragitto dall'aeroporto all'hotel e incontri gli occhi di quei bambini che corrono e vengono a chiederti l'elemosina contro i vetri del taxi. Una grande tristezza è scesa anche sulla città di New York quell'11 settembre 2001, una tristezza dai cui postumi la Grande Mela sta ancora cercando di guarire.

La tristezza di Lisbona è la tristezza dell'impero perduto. Questa è la città da cui diversi navigatori salparono alla conquista del mondo. Oggi è una città che conta mezzo milione di abitanti, considerata di secondo ordine in un continente che non domina più il mondo. È questa la tristezza che descrive il grande poeta portoghese Fernando Pessoa: "Aggiustiamo il passato / come si aggiusta un vestito / Nell'inquietudine che la quiete deve portare nelle nostre vite / Quando tutto ciò che facciamo è pensare a ciò / che eravamo, e fuori / c'è solo la notte".

È risaputo che la poesia è la forma espressiva che meglio comunica la tristezza. Quindi non c'è da meravigliarsi che la città più triste d'Europa che io abbia mai visto abbia anche compiuto lo sforzo più donchisciottesco in cui io mi sia imbattuto negli ultimi anni.

A Lisbona ho incontrato un giovane di nome Changuito, che lo scorso novembre ha aperto una libreria che si chiama Poesia Incompleta interamente dedicata alla poesia. La libreria consta di due stanze e un giardino; nelle due stanze ci sono scaffali pieni di libri di poesia e, dietro i libri, scatoloni pieni di volumi di poesia non catalogati.

Il negozio non vende nessun altro tipo di libri
: niente fiction, non fiction, niente cd, niente giochi, caffè, vino, musica dal vivo, nulla, nessun happening. È un negozio che si frequenta solo se si ama la poesia, ci si siede all'interno o nel giardino e si leggono libri che Changuito e la sua fidanzata comprano durante i loro viaggi in giro per il mondo.

Per me una libreria, che si trovi a Bombay, Roma o New York, passa l'esame in base alla sua sezione di poesia. È da quel reparto che si può capire se il proprietario è lì per passione o per avidità di ricchezza. La maggior parte delle grandi catene di librerie americane relegano la poesia nel retro o nel seminterrato del negozio, come se fosse un segreto colpevole. La poesia non porta soldi a nessuno; è un dono. Da questo punto di vista, la libreria di Changuito è un vero tesoro, un concentrato di doni. Mi ha fatto piacere vedere, ad esempio, sul sito Internet del negozio (http://www.poesiaincompleta@blogspot.com), il miglior libro di poesia indiana in lingua inglese degli ultimi anni: 'Jeuri' di Arun Kolatkar. È la sola libreria interamente dedicata alla poesia che io abbia mai visto.

Ma chi legge poesia di questi tempi? Tutti noi. Ogni volta che ascoltiamo musica pop, ascoltiamo il testo, un'elegante condensazione di esperienza dentro il linguaggio. Dio ci parla esclusivamente in versi. Quando ci rechiamo in chiesa o in una moschea o in un tempio, le scritture che ascoltiamo o gli inni che cantiamo sono tutti scritti in metri. La poesia ci plasma più di quanto immaginiamo e siamo pronti a riconoscere.

La studentessa cui ho dato l'incarico di portarmi nel luogo più triste di Lisbona mi ha accompagnato, com'era prevedibile, in un piccolo ristorante dove suonano il fado, quella musica esclusivamente triste che parla di perdita. Ma la libreria Poesia Incompleta è un luogo ancora più triste - e non intendo una tristezza nel senso tragico del termine. Il negozio è pieno di saudade, la tristezza nostalgica - quella che lo scrittore turco Orhan Pamuk chiama 'huzun', o malinconia, "uno stato d'animo che in definitiva afferma e nega la vita contemporaneamente". Quando ci penso ora, l'impresa impossibile di Changuito nel centro di quella dolorosa città, mi rende inesplicabilmente felice.

traduzione di Rosalba Fruscalzo
(19 giugno 2009)

Lisbona e la Libreria Poesia incompleta meritano una visita



mercoledì 17 giugno 2009

Tramonto

Tramonto


Sole gia' obliquo

Sagome scure dei pini

Tinta rossastra delle rocce

Assaporata piano piano

Prende forma la sera

Porta tra le stelle

Nel cielo si legge magia



Questa poesia è stata prescelta per essere inserita nell'antologia poetica "Dolce natura, almeno tu non menti" e partecipa di diritto alla prima edizione del concorso on line "Myricae".
L'antologia, a cura di Michele Delpiano, sarà nelle libreria italiane a partire da fine giugno 2009.
Il volume è composto di 132 pagine in formato cm 15x21, con copertina a colori in carta patinata opaca da 250 gr. e interni in bianco e nero su carta uso mano per edizioni da 100 gr.
Il prezzo di copertina è di 14 Euro a copia.

SCHEDA DEL VOLUME
Dolce natura, almeno tu non menti
Antologia di poesie a cura di Michele Delpiano
"Myricae". Collana di poeti contemporanei ispirata ai temi della poetica pascoliana - Volume I. La natura
ZONA 2009 - pp.132 - EURO 14 - ISBN 978 88 6438 037 7
Caratteristiche tecniche
Formato: cm 15x21
Pagine: 132 + copertina
Stampa: copertina a colori; interni bianco e nero
Carta: copertina patinata opaca da 250 gr/mq; interni uso mano per edizioni da 100 gr/mq
Confezione: brossura fresata, copertina plastificata opaca
EDITRICE ZONA
Via dei Boschi 244/4, loc. Pieve al Toppo
52041 Civitella in Val di Chiana - Arezzo
Tel. e fax 0575.411049 (da lunedì a venerdì, ore 9,30-13 e 16,30-19,30)

mobile 338.7676020

"Slaughtering the Amazon" (''Amazzonia, che macello!")

giovedì 11 giugno 2009

L' apparizione


evoluzione della fine di Shiklanu


L’ oscurita’ della sera sta abbracciando il giorno.
Sei li’, davanti a me. Improvvisa apparizione. Cammini leggera sull’ erba del giardino.
Il tuo procedere e’ lento. Sembri camminare come su una passerella di una sfilata d’ alta moda. Avanzi. Ti fermi. Mi guardi. Riprendi a sfilare.
Hai indosso un bellissimo vestito smeraldo. Trasparente. Lasci intravedere, maliziosamente.
Ti avvicini senza timore. Il tuo corpo entra in contatto con il mio. Mi sembra che cerchi questa intimita’. Ti tocco. Sei nelle mie mani. La tua pelle e’ bagnata dall’ acqua che ha calmato l’ arsura dell’ erba del giardino.
Strana sensazione.
Le mia dita, delicatamente, ti accarezzano. Ho paura di rovinare la tua pelle, chiara, trasparente, che riluce sotto il tuo vestito smeraldo.
‘’Benvenuta nel mio piccolo nido’’, dico.
Non risponde.
Scott e Honey, i miei cani, da un angolo del patio, osservano incuriositi. Non si avvicinano.
Ko Chav, la gatta, la fissa con occhi inquietanti. Sta lontana. Aspetta.
Nell’ accarezzarla sento un brivido arrivare al cervello. Sensazione nuova.
I suoi grandi occhi sono su me.
Ormai e’ buio. Tutto e’ molto tranquillo.
Decide di andare via.
Si libera dalla mie mani.
E’ sul prato. Distesa. Cerca il fresco dell’ acqua che ancora avvolge in un tenero abbraccio i fili d’ erba.
Una scena ingombra di ricordi delle estati trascorse nella casa di mio nonno a Nozzano, nella campagna della lucchesia . Immagini piacevoli evocate dal passato e di gioie nel correre sui prati davanti casa o nel bosco dietro, sul monte, dove spesso le incontravo e le baciavo come nelle fiabe.
Stamane, appena alzato, sono andato in giardino per vedere se lei fosse ancora li’ sull’ erba.
Non c’ era. Guardo sul prato. Controllo il cespuglio di pitosforo. Infilo le mani tra gli arbusti, dirado le foglie. Nulla.
Ko Chav mi si avvicina. Si strofina sui miei piedi. Fa le fusa. Soddisfatta.
La guardo. Mi osserva con un sorriso sazio.
Comprendo perche’ la mia ranocchia non c’ e’ piu.

lunedì 8 giugno 2009

Enrico Berlinguer, 25 anni fa la sua morte, il mio ricordo personale


Unita' - 150px-Funerali_di_Berlinguer L' 11 giugno di 25 anni fa moriva Enrico Berlinguer.

Dopo una legislatura da parlamentare europeo (eletto nel 1979 per le liste del PCI), in vista delle successive elezioni del 1984 Berlinguer si recò a Padova il 7 giugno, sul palco di Piazza della Frutta, dove effettuò un appassionato comizio. Mentre si apprestava a pronunciare la frase "Compagni, lavorate tutti, casa per casa, strada per strada, azienda per azienda" venne colpito da un ictus. Evidentemente provato dal malore, continuò il discorso fino alla fine, nonostante anche la folla, dopo i cori di sostegno, urlasse "basta, Enrico!". Le persone che lo stavano ascoltando lo trasportarono in albergo dove, si addormentò sul letto della sua stanza, entrando subito in coma. Venne chiamato un medico che constatò la gravissima situazione. Venne trasportato all'ospedale Giustinianeo, ma i soccorsi furono vani: un comunicato datato 11 giugno del sovrintendente sanitario affermò che il politico sardo era venuto a mancare alle 12:45.

Sandro_Pertini_funerale_Berlinguer Il Presidente della Repubblica Pertini, che si trovava già a Padova per ragioni di Stato, si recò in ospedale per constatare le condizioni di Berlinguer. Fece in tempo ad entrare in stanza per vederlo e baciarlo sulla fronte. Poche ore dopo il decesso, si impose per trasportare la salma sull'aereo presidenziale, citando la frase: Lo porto via come un amico fraterno, come un figlio, come un compagno di lotta. Commovente fu il suo saluto al funerale, al quale partecipò circa un milione di persone, dove si chinò con la testa sopra la bara, baciandola.

Il corteo con la bara, accompagnato dalla musica dell'Adagio di Albinoni sfilò dalla sede del PCI, in via delle Botteghe Oscure, a piazza S. Giovanni, rendendo così palese l'ammirazione che una larga parte dell'opinione pubblica italiana aveva nei suoi confronti. Persino il segretario del MSI Giorgio Almirante si recò a rendere omaggio al feretro dell'avversario suscitando lo stupore della folla in coda per entrare nella camera ardente. A ricevere Almirante fu Giancarlo Pajetta al quale venne dato l'incarico di pronunciare l'orazione funebre di Berlinguer. (da Wikipedia)



Questo e' un mio ricordo personale da giornalista


Enrico Berlinguer, che sorpresa, quale magnifica sorpresa.
Sono stato con lui una settimana, se non ricordo male nel marzo 1984, durante una delle sue rare visite in Sardegna, pochi mesi prima della sua drammatica morte, nel giugno 1984, per un ictus che lo aveva colpito nel corso di un comizio a Padova per le elezioni europee.
Non possiedo la capacita’ di descrivere il Berlinguer politico. Altri lo hanno fatto e lo faranno meglio di me.
Credo che quella settimana sia stata per me una indimenticabile esperienza professionale, ma soprattutto umana.
Prima sorpresa: la sua capacita’ di sorridere.
Abituato alle immagini dei media, soprattutto di quelle televisive, vederlo sorridere e’stata una grande sorpresa.
Si’ ero abituato alla sua figura seria, leggermente incurvata, le spalle basse.
I Sardegna l' ho visto sorridere spesso, forse perche’ si ritrovava nella sua terra, tra la sua gente.
Devo dire che questo suo sorridere aveva colpito anche il suo staff.
Altra sorpresa: il suo feeling con la gente.
Allora i politici non erano circondati da poliziotti, da body guard, come oggi. Si’ una pattuglia della Digos era sempre presente, ma stava lontana, discreta.
A Carbonia, citta’ costruita dal fascismo, ma dopo la proclamazione della Repubblica sempre rossa, centro minerario carbonifero gia’ allora in crisi, l’ ho visto passeggiare nel corso centrale. La gente lo salutava ma aveva pudore ad avvicinarsi. Allora lui ha rotto il ghiaccio. Sorridendo si e’ avvicinato ad una signora con un bambino. Si e’ presentato e ha parlato con lei, con il bambino, forse scolaro delle elementari. Si e’ interessato ai problemi famigliari della donna, chiedendo quali difficolta’ avesse una famiglia. Si e’ occupato di come il bambino andasse a scuola.
Dopo e’ stato un susseguirsi di strette di mano, la gente, lo fermava scaricandogli addosso i problemi della vita quotidiana. Pazientemente ha ascoltato tutti e per tutti ha avuto una parola di incoraggiamento, trasferendo agli uomini della sua segreteria i casi piu’ drammatici per trovare una soluzione.
Un grande comunicatore. Un sincero grande comunicatore, altra pasta di comunicatore rispetto al nanerottolo che tutto ipocritamente studia e si vede, dal suo linguaggio non verbale, che degli altri poco o nulla importa.
Poi l’ assemblea in miniera, tra i ‘’suoi’’ minatori.
Un abbraccio collettivo.
Ho visto vecchi minatori comunisti, in pensione, piangere per la commozione dell’ incontro con il loro amato leader.
Parlando con i lavoratori ho cercato di comprendere se tutti fossero comunisti, vista la grande accoglienza riservata al segretario del PCI. Non tutti lo erano. Molti socialisti e democristiani erano li’ perche’ riconoscevano in Berlinguer un politico onesto, degno di indiscussa fiducia.
‘’Unu brav’ hommine’’, come disse incontrandolo un vecchio pastore di Macomer, importante centro del nuorese.
Il capolavoro e’ stato ad Oristano nel corso di un incontro con gli studenti dello storico liceo classico ‘’De Castro.
Assemblea nella grande palestra del liceo, una volta famoso per la sua squadra di ginnastica, che tanti allori mieteva a livello nazionale.
Un pienone.
Credo che abbia stretto la mano a tutti.
Poi il botta e risposta con gli studenti.
Non hai mai eluso una domanda. Risposte sempre a tono.
Serio per le domande su temi ‘’scabrosi’’.
Sorriso per quelle piu’ ingenue.
Due ore e passa di confronto.
Il meglio arriva alla fine dell’ incontro.
Il rappresentante degli studenti che aveva ben coordinato il dibattito gli chiede a bruciapelo:
‘’Onorevole verrebbe in pizzeria con noi?’’
L’ immediato ‘’sì’’ ha coperto fragorosamente il silenzio sceso nel suo staff.
Gli unici giornalisti presenti l’ inviato dell’ ‘’Unità’’, Alberto Jacoviello, il corrispondente dell’ ‘’Unione Sarda’’, e io, inviato dell’ Ansa.
Jacoviello, che per il suo giornale seguiva sempre i segretari del partito e Tato’, suo addetto stampa, erano sorpresi.
‘’Non conoscevamo Enrico sotto questo aspetto. La Sardegna lo ha trasformato. I giovani poi lo hanno affascinato. Straordinario. Un nuovo Berlinguer’’.
Gli studenti, circa una ventina, mi hanno poi detto che si era interessato di ciascuno di loro, chiedendo le loro ispettive, quali studi avessero intenzione di intraprendere una volta ‘’maturati’’.
Ritornando il albergo Berlinguer mi disse di non avere fatto nulla di eccezionale. ‘’Mi e’ stato chiesto di andare a prendere una pizza insieme. Qualcosa avrei dovuto pure mangiare. Perche’ rifiutare un cosi gradito invito? In piu’ e’ stata una piacevole serata. Questi giovani, i giovani in generale, sono piu’ maturi di quello che si pensa. I politici dovrebbero andare spesso in pizzeria con loro. A tavola si comprendono molte piu’ cose di quelle che ci mostrano i sondaggi, le inchieste’’.
La visita si concluse al petrolchimico di Porto Torres, non lontana dalla sua Sassari, dove il giorno prima aveva fatto visita al ‘’suo’’ liceo classico, l’ Azuni, che vide tra i suoi studenti persino Palmiro Togliatti, oltre ad Antonio e Mario Segni, Francesco Cossiga, Giovanni Berlinguer e l’ economista Stefano Siglienti.

sabato 6 giugno 2009

Pasolini e l'anarchia del potere

Pasolini e l'anarchia del potere.

Trentacinque anni fa un lucidissimo Pasolini spiegava come il potere mercifica i corpi. Ancora oggi certi meccanismi risultano ignoti alla quasi totalità della massa, eppure il risultato di questa manipolazione è sempre più evidente. .




Da Spinelli al cavaliere, povera Europa e povera Italia

martedì 2 giugno 2009

letture da 'Prestami una vita' di Gianni Zanata e 'Giocando con le parole ' di Andrea Schinardi





Sabato 6 giugno ORE 19

Letture da

Prestami una vita

Di Gianni Zanata

Quante vite ci occorrono per imparare dai nostri errori? O, se preferite, quanti errori ci vogliono per imparare a vivere?

Duilio Settembrini, inquieto musicista di una rock-band in crisi di identità, spende buona parte della propria, di vita, nel tentativo di attribuirle un senso, un ordine soddisfacente, di colmare il vuoto dal quale si sente avvolto. Con esiti risibili peraltro.

Vita disordinata la sua, irrimediabilmente e non in senso metaforico, quantomeno non solo.

L'appartamento che divide con Teresa, che, tanto per essere chiari fin da subito, è lesbica e intrattiene con il suo coinquilino una profonda ma bizzosa amicizia, ne è lo specchio fedele.

Trovare qualsiasi cosa là dentro corrisponde a una scommessa dall'esito scontato come una puntata al gioco delle tre carte.

L'ultimo litigio tra i due si consuma a causa di un vinile di Neil Young, resosi improvvisamente e ostinatamente irreperibile.

La porta quel giorno sbatté violenta alle spalle di Teresa.

Solo, la testa persa dietro a ricordi lontani, nel caldo afoso di un pomeriggio di inizio estate, Duilio udì squillare il telefono.

Uno sconosciuto, dall'altro capo, bussò alla sua vita: ne aveva una seconda da offrirgli in prestito...

Giocando con le parole

Di Andrea schinardi

All’ inizio era un gioco, poi si e’ rivelato un impegno giornaliero costante, ma piacevole, alla ricerca di un significato compiuto e coerente di un acrostico pensato sopra una parola scelta il piu’ delle volte a caso. Una successiva verifica avrebbe poi rivelato la messa in luce dei temi principali di cui l’ autore si interessa, dando sfogo alle emozioni piu’ genuine colte in ciascun acrostico. Se da una parte si e’ cercato un calcolo compiuto, dall’ altra la fantasia ha concesso liberta’ all’ autore donandogli la sensazione di aver portato a termine un gioco di parole compiuto dentro una pagina tridimensionale.

Sabato 6 giugno ORE 19

Sol cAFE’ - Via Lampedusa

Residenza del sole

Capoterra

Musiche di

Nicola Cossu (contrabbasso)

Andrea Schinardi

lunedì 1 giugno 2009

"Sensazione di leggerezza'', in Fuori Le Mura

"Sensazione di leggerezza"

Tara Mc Parson - Sculture


Hannah
Athijn
Seren
Tutt'e tre squarciate dalla lama
Iridescente
Fidata compagna

Seren
Athijn
Hannah
Tutt'e tre con cuore spaccato
Nell' arruffio notturno
Dell' amore

Seren
Athijn
Hannah
Tutt'e tre sepolte
Nella nebbia ispessita, caligginosa
Della memoria

Una
E una
E una
Tutt'e tre nelle mie mani
Fremito di piacere con la fredda
Leppa

Tre
E due
E una
Tutt'e tre trapassate per lama
Una festa per gli occhi
Aspetto fiabesco

Hannah
Seren
Athijn
Tutt' e tre confuse nella mente
Brivido perverso
Scossa d' amore

Prendere il volo, lasciare le regole
Semplicita' disarmante
Dell' impaziente lama
Accantonamento delle ansie quotidiane
Sensazione di leggerezza

in



Fuori le Mura
in parole