La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

venerdì 30 novembre 2012

"Asterios Polyp": l'affascinante e irritante epopea disegnata da Mazzucchelli

David Mazzucchelli e la copertina del libro David Mazzucchelli e la copertina del libro 

"Asterios Polyp": l'affascinante e irritante epopea disegnata da Mazzucchelli

di Cristiano Sanna
Dieci anni per terminarlo. Molti premi ricevuti. Tanto virtuosismo grafico. Pubblicato tre anni fa per la prima volta negli Stati Uniti, è arrivato in Italia su ottima edizione curata da Coconino Press Asterios Polyp. L'opera più ambiziosa di David Mazzucchelli, l'uomo che ha lasciato il segno sull'immaginario di tutti i fan di Batman (con Year One) e Daredevil (con Born Again, entrambi scritti da Miller) per poi deliziare gli amanti dell'illustrazione di alto livello sulle pagine del New Yorker. Pluripremiato (incluso il riconoscimento ricevuto l'anno scorso a Lucca), il disegnatore italoamericano tre anni fa ha completato la sua opera bigger than life. Il risultato, a seconda dei gusti e della capacità di lettura, può essere affascinante o irritante.
Elogio del dualismo - Asterios Polyp narra le vicende di un insopportabile architetto americano. Alla soglia dei cinquant'anni crede di essere un genio (ma i suoi progetti non sono mai stati realizzati), coltiva con soddisfazione il proprio cinismo e si diverte ad approfittare della sua condizione di potere, vessando gli studenti e portandosi a letto le studentesse. In pieno delirio di onnipotenza, viene castigato da un fulmine che, in una notte di tregenda, gli manda a fuoco la casa. Inizia così un percorso, plurimo, dentro l'esistenza di un personaggio arido, calcolatore, cinico, che forse non imparerà niente da quanto gli sta accadendo. Mazzucchelli fa sfoggio di arte grafica, abbondando di citazioni matematiche, filosofiche, dalla storia dell'arte, con un controllo magistrale del colore. E punta molto sul tema del dualismo: da quello fra Asterios e l'ossessionante gemello morto Ignazio Polyp, fino ad altre via via proposte ed evocate (Natura contro Cultura, Caso contro Libera Scelta e così via).
Uno, nessuno e centomila - L'ironia corrosiva con cui David Mazzucchelli dipinge e racconta la personale discesa agli inferi di Asterios Polyp è tale da impedirci di amare il personaggio. Il quale resta ciò che è: un pupazzo, gonfio di boria e spesso in balia di eventi più grandi di lui. A salvarlo potrebbe giungere la grazia del matrimonio con la deliziosa Hana-Margherita, ma anche la sposa giapponese si allontanerà da lui. Perso tutto, mentre la presenza del gemello morto sembra fare il paio con quella di una coscienza che torna a risvegliarsi, Asterios pare avviarsi al lieto fine, ritrovando la sposa perduta e realizzando per la prima volta, in modo pratico e utile, un progetto almeno in parte suo. Ma il mondo e gli eventi per Mazzucchelli sono controllati da divinità capricciose e non c'è catarsi possibile. Irritante o affascinante, come dicevamo. Ma Città di vetro e Batman: Year One davano tutt'altre soddisfazioni.

"Dettagli di un sorriso" - 5 dicembre a Cagliari

"Dettagli di un sorriso" - 5 dicembre a Cagliari
Evento pubblico · Creato da Gianni Zanata

  • “Un bolide nero, cerchi cromati, fanali a scomparsa”, nell’afa di un pomeriggio estivo, si ferma davanti a una stazione di servizio in disuso, sulla SS 131. In sottofondo alcune note di un “blues al mercurio”, veloce e ritmato: a bordo, una vecchia conoscenza e due sorprese.

    Come uno di quei sogni cattivi, quelli che ritornano e ti svegliano nel cuore della notte, Valdo Norman è di nuovo tra noi: è tornato, trasformato ma solo in parte, riconoscibile ma solo in una certa misura, come tutti quelli che hanno qualcosa da nascondere.

    "Dettagli di un sorriso" (Quarup, 2012)
    mercoledì 5 dicembre
    ore 18.30
    Piazza Repubblica Libri - Corso Vittorio Emanuele 270 - CAGLIARI

Corso Vittorio Emanuele 370, 09123 Cagliari

giovedì 29 novembre 2012

Sam Pivnik, "l'ultimo sopravvissuto" di Auschwitz racconta gli orrori dei campi di concentramento

Sam Pivnik e la copertina del suo libro "L'ultimo sopravvissuto" Sam Pivnik e la copertina del suo libro "L'ultimo sopravvissuto" 

Sam Pivnik, "l'ultimo sopravvissuto" di Auschwitz racconta gli orrori dei campi di concentramento

di Michael Pontrelli
Sam Pivnik, figlio di un sarto ebreo polacco, all’età di 13 anni, dopo l’invasione della Polonia da parte della Germania, conosce la repressione razziale e finisce nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Tutta la sua famiglia, tranne un fratello, viene uccisa nelle camere a gas. Sam è invece uno dei pochi ebrei che riescono a sopravvivere alla follia nazista. Quella terribile esperienza lo segna per il resto della vita e dopo tanti anni decide di scrivere L’ultimo sopravissuto (edito in Italia da Newton Compton Editori) in cui racconta la sua storia “per portare ai posteri la testimonianza di un orrore indicibile che non dovrà mai più ripetersi”. Abbiamo sentito Sam Pivnik per parlare del libro ma anche di altre sfide contemporanee che l’uomo deve affrontare come il conflitto tra Israele e Palestina e la terribile crisi economica dei paesi occidentali.
Signor Pivnik, ha scritto che ogni giorno ricorda il periodo della sua vita che ha trascorso nei campi di concentramento nazisti. Perché è così difficile dimenticare?
“Sono tormentato da centinaia di sogni terribili che non se ne vanno. Tra tutte le cose tremende che ho visto il ricordo più forte che ho è di un episodio accaduto quando stavo nell’infermeria di Birkenau. Guardando fuori dalla finestra vidi un giovane ragazzo, di circa 14 anni, che da solo e completamente nudo stava scappando da una camera a gas. Venne fermato da una guardia nazista armata di fucile. Il giovane ragazzo tornò sui suoi passi e lentamente si avviò verso la camera a gas. Ricordo questo ragazzo tutti i giorni della mia vita. Provo a dimenticare o quantomeno a non pensarci ma mi è impossibile cancellare questo, e tanti altri episodi simili, dalla mia mente”.
Perché i nazisti hanno commesso un crimine così grave contro gli ebrei? Quale è la sua conclusione?
“Perché eravamo un bersaglio facile. A quel tempo gli ebrei non avevano né un paese né un esercito. Eravamo una razza senza difese. Molti di noi avevano delle ricchezze che erano facili da rubare. Le stesse cose possono essere dette anche per i Gipsy (zingari ndr) che ugualmente ho visto morire a migliaia e verso i quali mi sento molto vicino”.
L’olocausto cosa deve insegnare all’uomo?
“Gli uomini devono ricordare quanto in basso possono scendere. Quanto è facile per loro uccidere e umiliare in nome di una credenza, di una religione o di una idea. L’olocausto deve ricordarci gli aspetti più oscuri della nostra natura. Mi piace pensare che molte delle società più tolleranti esistenti oggi nel mondo sono una conseguenza dell’olocausto”.
Quali devono essere, a suo avviso, gli obiettivi principali del progresso umano e della civilizzazione?
“Gentilezza, tolleranza verso le differenze e una vita pacifica insieme. Questo non significa affatto debolezza. Il razzismo, il totalitarismo, la persecuzione delle minoranze devono essere contrastati con fermezza. L’obiettivo del progresso è quindi il rispetto reciproco dei diritti dell’uomo su una scala globale”.
Israeliani e palestinesi ancora una volta sono in guerra. Cosa pensa di questo conflitto?
“Personalmente ho un grosso problema con Hamas perché le loro esternazioni pubbliche contro gli ebrei sono più o meno le stesse di quelle di Hitler. Detto questo non sempre sono d’accordo con la politica di Israele ma avendo combattuto nella guerra israeliana di indipendenza so quanto sia importante per il Paese difendere se stesso in tutti i modi che ritiene opportuno. Io penso che nella regione c’è tanta terra a disposizione, sufficiente per tutti per vivere in pace”.
Secondo alcuni le reazioni militari di Israele sono eccessive. Condivide questa critica?
“E’ una domanda molto difficile a cui rispondere. Quando si è costretti a fronteggiare fondamentalisti che non ragionano, che non accettano compromessi e che non hanno problemi ad usare le loro persone come scudi umani, l’uso della forza bruta diventa l’unica opzione possibile, l’unica cosa che questi estremisti capiscono”.
L’occidente sta vivendo una profonda crisi economica e sociale. E’ preoccupato?
“A mio avviso questa crisi è il frutto degli stessi paesi occidentali. Troppe ricchezze sono possedute da troppe poche persone. Ci dovrebbe essere una più equa distribuzione delle risorse”.

Grandi: "Legittimo chiedersi se Monti stia lavorando per la Goldman Sachs o per l'Italia"

Grandi e la copertina del libro Grandi e la copertina del libro 

Grandi: "Legittimo chiedersi se Monti stia lavorando per la Goldman Sachs o per l'Italia"

di Andrea Curreli
I regimi si reggono su un consenso che non può ammettere critiche. Se qualcuno si sottrae al rigido controllo viene ostacolato in tutti modi. Un tempo veniva messo a tacere, oggi semplicemente viene ignorato e boicottato. Nell’Italia di Mario Monti, il tecnocrate con i toni pacati che piace tanto agli economisti e ai banchieri di mezzo mondo, capita così che una voce fuori dal coro dei media osannanti resti inascoltata. E mentre nel Belpaese la gente fa i conti con i numeri impietosi di una crisi che tarda a passare, le case editrici preferiscono puntare sui libri di ricette o sulle lacrime d’inchiostro di un padre Vip che non riesce più a vedere i suoi figli. In questo quadro desolante un libro come Il Grigiocrate Mario Monti. Nell'era dei mediocri (Fuorionda editore, 2012) scritto dallo stimato giornalista de Il Sole24ore Augusto Grandi insieme agli scrittori e saggisti Daniele Lazzeri e Andrea Marcigliano con la prefazione di Piero Sansonetti viene totalmente ignorato. I “montiani” di ferro, quelli che spesso invocano il rigore per i figli degli altri ovviamente “choosy”, potrebbero ribattere che il testo antipremier non ha avuto risalto (è uscito a fine maggio) perché di scarso valore. Ma lo stesso libro di Grandi ha raccolto consensi e recensioni positive sia da parte dell’edizione tedesca del Financial Times, che per gli amanti delle etichette è il principale giornale economico-finanziario del Regno Unito, sia dalla rivista specializzata italiana “451” che può vantare la partnership con una delle più autorevoli riviste culturali al mondo ovvero la New York Review of Books. Grandi spiega a Tiscali Notizie il progetto di Mario Monti fatto di svendita dei beni pubblici, taglio dei servizi sociali, privatizzazioni e ricerche di investitori stranieri. Il tutto tra influenze di Goldman Sachs e Gruppo Bilderberg.
Grandi, lei denuncia il fatto che il premier può fare quello che sta facendo perché la classe politica "assiste inerme e impotente". Lei definisce i partiti politici come "topolini che corrono più o meno festanti o riottosi verso il precipizio".
"Quando noi parliamo di era dei mediocri non ci riferiamo alla Banda Monti e alla Fornero, che sono sicuramente mediocri, ma sopratutto a questa classe politica che va a suicidarsi. Abbiamo dei politici che dopo Berlusconi non hanno saputo reagire, che ancora oggi vanno a dire alla gente quanto sia bravo Mario Monti e che ripetono che non lo vogliono ma sono pronti a seguire tutti i punti della sua agenda. Questo è il suicidio della politica".
In Spagna dove la politica non ha ceduto il suo ruolo ai tecnici, la situazione non è stata migliore. Il politico Rajoy non è tanto differente dal tecnico Monti.
"Ma quando parliamo di una classe politica mediocre non dobbiamo pensare che sia solo un caso italiano. Vale anche per Rajoy che, anche se è stato eletto, è stato messo lì per fare quello che hanno deciso di fargli fare. Mi spiego: la classe politica non è mediocre quando riesce a ribellarsi a questi poteri che ti dettano l'agenda. Non illudiamoci è esattamente quello che succederà presto in Italia con il 'Monti bis' o con un nuovo governo che decida di applicare le sue politiche. In base a che cosa tu dovresti andare a votare per elezioni primarie del centrosinistra per Renzi o Bersani quando a decidere tutto saranno ancora una volta Monti e Napolitano? Ma attenzione lo stesso discorso vale per il centrodestra, basta sentire quello che dicono Frattini e tanti altri. In queste condizioni è del tutto inutile andare a votare".
Dal vostro libro emerge però che Monti e Napolitano sono in realtà un mezzo o un tassello di un disegno più ampio per impoverire l'Italia. Qual è questo progetto?
"La dimostrazione di quanto noi sosteniamo è sotto gli occhi di tutti. Quando Mario Monti dice che a questo punto l'Italia è in saldo ed è ora che qualcuno la compri e oggi Goldman Sachs dice che noi siamo una sorpresa positiva e meritiamo maggiori investimenti capisci che la svendita è iniziata. Noi avevamo ipotizzato questa situazione a maggio, oggi si è avverata. Prendiamo ad esempio anche l'Ilva. Per anni non ti sei preoccupato di imporre all'azienda determinate regole, si è giunti alla chiusura della fabbrica e ora sei pronto a versare tre miliardi di euro di finanziamento sapendo benissimo che non basteranno e che entreranno in scena altri investitori che non aspettano altro. Il prossimo obiettivo è Finmeccanica già sotto attacco, ma poi questa svendita proseguirà con tutti i beni dell'Italia".
Finmeccanica è sotto attacco da parte della magistratura?
"Finmeccanica fa quello che fanno tutti i suoi concorrenti a livello internazionale ovvero cerca di oliare per chiudere una trattativa. Ma in Francia questo meccanismo, se utilizzato per corrompere governi o investitori esteri, è considerato un merito. Invece la magistratura francese interviene solo in caso di corruzione interna".
Lei ricorda che Monti è accusato di applicare un "modello cinese". Poi provocatoriamente ipotizza che il "modello italiano", privato costantemente di diritti essenziali per i lavoratori, sarà presto peggiore di quello asiatico.
"La Cina si è resa ormai conto che il capitalismo d'assalto applicato in questi ultimi anni non può essere più portato avanti. Per questo, ad esempio, Pechino ha imposto che i figli debbano occuparsi dei genitori perché in un sistema sociale che funziona è necessaria la coesione e la famiglia. Non si tratta di affetto, ma di un calcolo preciso: il figlio che assiste il genitore alleggerisce il costo per lo stato. Mentre in Italia si invitano i giovani ad emigrare altrove, in Cina c'è una forte attenzione al fatto che tutti devono poter vivere. Ho visto tre lavoratrici pulire una fontana con tre spazzolini minuscoli, un lavoro per il quale bastava una persona con uno spazzolone. La filosofia è che guadagnano meno ma lavorano tutte e tre. Anche il forte inquinamento, che è reale, è da qualche tempo combattuto con tecnologie ecosostenibili. Noi, al contrario, da mesi non sentiamo parlare d'altro che di tagli e risparmi a scapito dello stato sociale. Emblematica l'ultima dichiarazione di Monti sulla Sanità".
Le dico due parole: Gruppo Bilderberg e Rivoluzione Oligarchica.
"Non voglio addentrarmi nel campo di elite e aristocrazia che si contrappongono all'oligarchia, ma che Paese è quello in cui gli organi di informazione ignorano la riunione del  Gruppo Bilderberg a Roma e la notizia viene diffusa solo da Dagospia? Lei cita Bilderberg ma potremmo dire anche Goldman Sachs. Quando un uomo come Henry Paulson lascia la Goldman per diventare sottosegretario del Tesoro degli Stati Uniti, gestisce il fallimento e uccide la Lehman e poi torna in Goldman non si può parlare di complottismo. La stessa Goldman ha più volte ammesso pubblicamente di adottare il sistema della 'porte girevoli' che consiste nel mettere i propri uomini di fiducia nelle istituzioni e, dopo aver svolto il lavoro, riprenderseli. A questo punto è legittimo chiedersi se Mario Monti che era un uomo della Goldman stia lavorando per loro o per il Paese. Le recenti dichiarazioni della Goldman sull'investire in Italia lasciano molti dubbi. Stesso discorso per il Gruppo Bilderberg che non ha mai nascosto il progetto di un governo mondiale che possa prendere della decisioni a livello planetario. Questo governo degli oligarchi esiste a livello mondiale, ma anche a livello locale. In Italia quella che si considera elite, ma che è solo un'oligarchia, mostra il suo disprezzo per il popolo e cerca di mantenere il suo status. Un ministro come la Fornero arriva a dire: i vostri figli sono mammoni e devono andare all'estero. Ma i loro sono tutti a casa".
Il vostro libro è stato valutato positivamente dalla critica specializzata, ma la grande distribuzione letteraria l’ha ignorato ed è edito da una piccola casa editrici alternativa. Un caso oppure una volontà precisa?
"Non credo sia stato un caso. Se un giornale del livello del Financial Times si è interessato al nostro lavoro e ha espresso un giudizio positivo, non credo possa essere messo in discussione il valore del libro. Recentemente abbiamo ricevuto responsi favorevoli anche da un noto quotidiano di Bombay. Qui in Italia è stato ignorato dai grandi quotidiani come La Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa dai loro gruppi editoriali. In realtà non ci siamo sorpresi perché nel libro attacchiamo alcuni giornalisti di queste testate".

Quando il fumetto sbarcò in tv: Nick Carter celebra i suoi quarant'anni



Quando il fumetto sbarcò in tv: Nick Carter celebra i suoi quarant'anni

di Andrea Curreli
"Ebbene sì, maledetto Carter!". Basterebbe recitare questa semplice battuta per evocare piacevoli ricordi di una televisione che non c'è più. Il Carter in questione, all'anagrafe Nick, è stato il protagonista insieme alla sua sgangerata banda di investigatori composta dal mastodontico Patsy e dal cinesino Ten e di un criminale seriale noto come Stanislao Moulinsky di quel fenomeno del piccolo schermo noto come Gulp! I fumetti in TV. A distanza di quarant'anni e orfano di quel grandissimo fumettista che è stato Franco Fortunato Gilberto Augusto Bonvicini più noto con lo pseudonimo di Bonvi, il detective viene celebrato con un volume cartonato edito da Salani e intitolato Nick Carter. 40 anni sulla scena del crimine. Il libro è curato da Guido De Maria, la "mamma" di quella riuscitissima trasmissione (il papà era Bonvi ndr) e da Claudio Varetto custode di quel fumetto nato a Modena e curatore del sito www.nickcarter.it. Per ironia della sorte i 40 anni di Nick Carter coincidono con gli ottanta di De Maria che con pizzico di orgoglio confessa a Tiscali Notizie: "Io e Bonvi abbiamo contribuito a formare la generazione di chi oggi ha quaranta-cinquanta anni". De Maria e Varetto hanno ricostruito quella fantastica avventura iniziata in un lontano 1972.
Come è nata l’idea di realizzare un fumetto per la televisione? E perché utilizzare il colore in un periodo in cui la tv era in bianca e nero?
Guido De Maria: "Andò in onda in bianco e nero, ma fu realizzata a colori per poterla utilizzare poi successivamente. Nick Carter nasce per Gulp! una trasmissione sperimentale andata in onda nel 1972 e fortemente voluta da Giancarlo Governi che allora era il responsabile dei programmi speciali di Rai2. Governi rimase impressionato da un Carosello di Paul Campani realizzato nel 1968 per la Zoppas con protagonisti due personaggi, Pupa e Bob-bob, e realizzato a Modena. In un minuto e mezzo, veniva raccontata una storia dove si alternavano dei quadri con carrellate di movimenti e una buona colonna sonora. Governi pensò che questo Carosello poteva essere replicato per portare i cartoni animati in tv e chiamò Bonvi perché aveva letto le Sturmtruppen su Paese Sera. Bonvi a sua volta mi indicò come la persona adatta per quel progetto e insieme realizzammo un numero zero”.
Claudio Varetto: "E' stato il primo fumetto multimediale e De Maria ha il merito di aver inventato il linguaggio dei fumetti in tv. De Maria, Bonvi e Governi hanno realizzato una trasmissione rivoluzionaria. Era infatti un programma per bambini che piaceva molto anche agli adulti e che andava in onda in prima serata. Sdoganò il fumetto e cambiò anche le abitudini dei telespettatori perché allora valeva la regola del 'Carosello e tutti a nanna'. Non dimentichiamo poi che tra i fumetti in tv c'era anche Corto Maltese di Hugo Pratt. Un altro punto di forza di Nick Carter erano i riferimenti. Io allora ero un bambino ma rimasi incantato davanti alla storia de La mela idraulica, la parodia di Arancia meccanica. Ovviamente non avevo visto il film di Stanley Kubrick, ma fui conquistato da questo fumetto divertente che aveva riferimenti alti senza sconfinare nel politicamente scorretto".
Così ha visto la luce Nick Carter?
Guido De Maria: “In realtà noi avevamo pensato a due personaggi: Petrosino e Nick Carter. Petrosino però fu scartato da me perché ritenevo che fosse difficile fare la parodia di un uomo realmente esistito e con una vita eroica segnata da una fine tragica. Per questo la scelta ricadde su Nick Carter. Mio padre leggeva questi piccoli romanzetti d’appendice, fascicoletti di una trentina di pagine, che raccontavano le storie di tanti personaggi come Fantomas, Lord Lister, Buffalo Bill e lo stesso Nick Carter. Carter quindi faceva parte del Dna della mia famiglia. Io poi ero un appassionato di “Chester Gould, il disegnatore di Dick Tracy. Gould disegnava e aveva un modo di condurre il fumetto molto cinematografico. Chiamai Bonvi e gli dissi: io ti scrivo tutte le inquadrature ma tu disegna i personaggi come fa Chester Gould. Realizzammo una parodia di questo personaggio creato nel 1886 dall'americano John Russell Coryell e vide la luce questo prototipo intitolato Il mistero dei dieci dollari. Ma dovevamo vincere la concorrenza di Bozzetto, considerato un enfant prodige, e di Campani. Loro non riuscirono a liberarsi dallo specifico di grandi animatori e presentarono lavori ibridi. Io invece portai in tv il fumetto vero e proprio".
Claudio Varetto: "De Maria faceva i Caroselli e stava lavorando a Salomone pirata pacioccone con Francesco Guccini che curava i versetti e Franco Godi le musiche. Fu Guccini a presentare al regista questo giovane studente in biologia ovvero Bonvi. Iniziarono a collaborare e divennero amici, poi nel 1969 decisero di lavorare insieme a questa nuova trasmissione per i fumetti voluta da Governi. Nick Carter riuscì a superare Bruno Bozzetto con Il Signor Rossi e Paul Campani che partecipò con un prototipo di Petrosino che diventerà poi uno sceneggiato Rai con Adolfo Celi. C'è poi una curiosità legata al prototipo: Il mistero dei dieci dollari venne girato in bianco nero per il provino, fu realizzato a colori nella versione definitiva, ma andò in onda in bianco e nero".
De Maria , Varetto diceva che a lei dobbiamo l'invenzione del linguaggio del fumetto in tv.
Guido De Maria: “Sì, dovetti inventarmi il linguaggio televisivo. Studiando i fumetti di Chester Gould capii che la macchina da presa doveva sostituirsi agli occhi del lettore. Facevo fare alla macchina da presa quello che si fa quando si legge un fumetto: si guarda la vignetta, si leggono le battute nella nuvoletta e si passa alla vignetta successiva. Quando noi guardiamo un fumetto e ci concentriamo su una battuta, ad esempio di Tex, è come se facessimo una zoomata. Un altro problema era rappresentato da come leggere il fumetto quindi decisi di inserire accanto alla vignetta una voce narrante. Fumetto, disegno e battuta si combinavano perfettamente. Voci, effetti e musiche suggestionavano a tal punto il telespettatore che nessuno si accorgeva che non era un cartone animato. Erano disegni che restavano fermi. Io con 75 tavole potevo realizzare una storia di 7-8 minuti. L’unica grande violenza è stata quella di aver tolto al lettore di fumetti la sua voce. Quando noi leggiamo un fumetto siamo portati a immaginare che il personaggio abbia la nostra voce perché lo impersoniamo. Ho mitigato questa violenza affidando le voci dei miei personaggi a doppiatori di altissimo livello: Carlo Romano, che dava la voce Jerry Lewis, impersonava Nick Carter, Silvio Spaccesi doppiava Patsy, Giorgio Ariani doppiava Ten il cinesino, Mauro Mattioli che imitava perfettamente con la voce di Amedeo Nazzari doppiava Stanislao Moulinsky. Dopo la scomparsa di Romano, sono stati Stefano Sibaldi e Peppino Rinaldi (Jack Lemmon e Marlon Brando) a dare la voce a Carter".
De Maria, c’è un aneddoto che vuole ricordare?
Guido De Maria: “Sì una volta senza dire nulla a Bonvi, tolsi Stanislao Moulinsky e inserii nella storia un personaggio chiamato Bartolomeo Pestalozzi di Pinerolo. Quando Carter diceva la classica battuta: ‘Ti ho scoperto tu sei Stanislao Moulinsky'. Lui replicava: “ E invece no caro Carter non sono Stanislao Moulinsky, ma Bartolomeo Pestalozzi di Pinerolo, il suo allievo prediletto. Te l’ho fatta’. Bonvi rimase sorpreso e  mi chiese da dove saltasse fuori questo personaggio. Io feci finta di niente e gli dissi: 'Ma non ti ricordi? L’hai disegnato tu ieri sera'. E lui sconsolato mi rispose: 'Dovevo aver bevuto un bel po’ perché non mi ricordo proprio niente'”.
da Tiscali

Fuori da dove · Il ritorno di Antonello Ricci

Verrà presentato il libro

Fuori da dove · Il ritorno

di Antonello Ricci · Scheda del Libro

sabato 1 dicembre 2012, ore 17:30
Biblioteca Comunale, Largo San Pietro 1, Montefiascone (VT)
 
Iniziativa nell'ambito del ciclo “Liberi incontri"
a cura dell'associazione Libera Voce

Conduce
Manuel Pezzato

Sarà presente l'autore

Ingresso libero
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Sede legale: Via Roma 14 Sede operativa: Via circonvallazione Nord 4
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mercoledì 28 novembre 2012

SPAZIOMUSICA … RISONANZE … WINTER 2012 Suoni delle diversità


SPAZIOMUSICA … RISONANZE … WINTER 2012
CAGLIARI, 25 OTTOBRE > 15 DICEMBRE (ingresso gratuito)
Suoni delle diversità





Due appuntamenti a dicembre completano a Cagliari il trentunesimo festival Spaziomusica.
Il 9 si recupera la performance "Orlando… Brandelli di fughe follie nitriti e clopete clopete".
Il 15 il Coro dell'Università di Sassari e la Piccola Orchestra d'Archi presentano "Te Deum".
*
Rinviata lo scorso 4 novembre, la performance "Orlando... Brandelli di fughe follie nitriti e clopete clopete", in programma a Cagliari per il festival Spaziomusica, debutta domenica 9 dicembre al Ghetto, il centro d'arte e cultura in via Santa Croce (nel quartiere di Castello). Tratto dall'"Orlando furioso" di Ariosto, il lavoro vede in scena l'attore Senio G.B. Dattena (suoi anche adattamento e regia) con il percussionista Alessandro Cau e una scultura di Mariano Corda. Musiche e elaborazioni elettroniche dal vivo sono di Daniele Ledda. Si comincia alle 21 con ingresso gratuito.

Sei sere dopo, sabato 15, sempre al Ghetto, il festival Spaziomusica chiude i battenti della sua edizione numero trentuno. Protagonisti dell'ultimo appuntamento in cartellone, il Coro dell'Università di Sassari e la Piccola Orchestra d'Archi diretti da Daniele Manca nell'esecuzione del "Te Deum", un lavoro a più mani improntato alle note e al testo dell'inno gregoriano "Veni Creator Spiritus" e firmato da quattro compositori sassaresi: Stefano Garau, Davide Soddu, Gabriele Verdinelli e lo stesso Manca. Già eseguito in prima assoluta a Sassari lo scorso 9 giugno, a Cagliari verrà proposto in una versione parzialmente rinnovata, che comprende anche l'inserzione di un Introito solo strumentale del compositore cagliaritano Marcello Pusceddu.

* * *

Associazione Spaziomusica
via Liguria 60 - 09127 Cagliari
tel 070 40 08 44 - 339 65 54 314
E-mail: spaziomusica@gmail.com
www.spaziomusicaproject.com


Ufficio stampa:

RICCARDO SGUALDINI

tel.: 070 34 95 415; cell.: 347 83 29 583;

E-mail: tagomago.1@gmail.com



...
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Teatro Moderno di Latina: questa settimana


Ancora la magia di Peter Pan nel prossimo fine settimana...

sabato 1 e domenica 2 dicembre, alle 16:30

Tutti bambini crescono, meno uno... e quello è proprio Peter Pan! Per tutte le info sullo spettacolo clicca sulla locandina

E se vuoi festeggiare il compleanno del tuo bambino a teatro, insieme ai nostri personaggi, puoi contattare il botteghino ed organizzare una festa innovativa e divertente!!
L'8 ed il 9 dicembre tornano a Latina Gabriele Pignotta e Fabio Avaro con la nuova commedia
MI PIACI PERCHE' SEI COSI'

Qualche anticipazione? clicca sulla locandina
E dalla Via dei Blog gli ultimi aggiornamenti.

Ti ricordiamo che, se vuoi, puoi diventare blogger iscrivendoti e mandandoci i tuoi articoli!!!
di Serena Nogarotto
In un'epoca in cui la vita media si è allungata, le storie d'amore si fanno sempre più brevi.... Continua...
di Daniele Frisina
di Fabrizia Nardecchia
Superstiziosi e non, tutti bene o male ci siamo fatti contagiare... Continua...

Modelli armonici per chitarra di Paolo Mari

È uscito il libro

Modelli armonici per chitarra

di Paolo Mari · Scheda del Libro
Lo potete acquistare sul nostro sito, nelle librerie e bookshop.
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martedì 27 novembre 2012

Fidelio, capolavoro di Ludwig van Beethoven ed universale inno alla libertà ed all’amore, impreziosisce la Stagione lirica di Cagliari





Fidelio, capolavoro di Ludwig van Beethoven ed universale inno alla libertà ed all’amore, impreziosisce la Stagione lirica e di balletto 2012

Venerdì 30 novembre alle 20.30 (turno A), va in scena il quinto appuntamento della Stagione lirica e di balletto 2012 del Teatro Lirico di Cagliari: Fidelio, singspiel in due atti su libretto di Joseph Ferdinand Sonnleithner e Georg Friedrich Treitschke, dalla commedia Léonore, ou L’Amour conjugal di Jean-Nicolas Bouilly e musica di Ludwig van Beethoven (Bonn, 1770 - Vienna, 1827).

L’opera viene presentata, al pubblico cagliaritano, in un nuovo allestimento del Teatro Lirico di Cagliari che si avvale della regia di Marco Carniti, artista versatile, capace di soluzioni registiche di grande inventiva, che da anni si alterna tra teatro, opera lirica e cinema, delle scene di Sabrina Cuccu e dei costumi di Beniamino Fadda, rispettivamente direttore degli allestimenti scenici e caporeparto sartoria del Teatro Lirico di Cagliari. Il disegno luci è firmato da Fabio Rossi, mentre i video sono di Nick Arjolas e di Frederic Amat.

La direzione musicale è affidata a Christoph Campestrini, direttore austriaco ed apprezzato interprete della tradizione musicale tedesca, alla guida di Orchestra e Coro del Teatro Lirico. Il maestro del coro è Marco Faelli.

Interpreti dell’opera, rappresentata in lingua originale tedesca, sono artisti tutti specialisti nel repertorio beethoveniano: Alessandro Senes (Don Fernando), Domenico Balzani (debuttante Don Pizarro), Scott Mac Allister (Florestan), Claudia Iten (Leonore), Scott Wilde (Rocco), Valentina Farcas (Marzelline), Christian Baumgärtel (Jaquino), Fiorenzo Tornincasa (Primo prigioniero), Francesco Cardinale (Secondo prigioniero).

«La prima rappresentazione di Fidelio avviene a Vienna, Theater an der Wien, il 20 novembre 1805, con la direzione dell’autore, e l’opera viene riproposta, con varie modifiche, nel 1806 e nel 1814. La vicenda (relativa, pare, ad un episodio realmente accaduto durante la Rivoluzione Francese), era già stata trattata da altri compositori e drammaturghi: la moglie di un prigioniero politico (Florestan) si traveste da uomo, assumendo il nome di Fidelio, per poter entrare come inserviente nella prigione in cui è rinchiuso il marito, e portargli un minimo di conforto. Alla fine, l’arrivo del “Ministro” porterà alla liberazione dei prigionieri ed alla condanna del loro aguzzino.
Nonostante l’intento “ufficiale” sia l’esaltazione della fedeltà coniugale e del sentimento amoroso, l’opera è permeata di concetti illuministi, configurandosi come un’esaltazione della dignità dell’uomo, della sua forza morale e, soprattutto, della libertà, valore supremo per Beethoven (non dimentichiamo che anche l’”Inno alla Gioia” di Schiller, che compare nella Nona Sinfonia, diventa tale solo per effetto della censura: in origine era un inno alla libertà, Freiheit, anziché Freude).
Se la tematica è illuminista, la forza espressiva e l’intensità di molte pagine (il coro dei prigionieri “O welche Lust”, l’aria di Florestan “In des Lebens Frühlingstagen”, il terzetto “Euchwerde Lohn in bessern Welten”, ad esempio) hanno una connotazione estetica assolutamente romantica, presentando quella duplicità di lettura (razionalismo classico e travolgente eloquenza stürmisch) che caratterizza anche la produzione strumentale di Beethoven.
L’azione si svolge in una fortezza-prigione di Siviglia nel secolo XVII, ma dall’opera è assente qualunque connotazione specifica (che probabilmente l’autore non voleva): il carattere assoluto dei valori espressi (valori illuministi, e come tali volutamente “atemporali”) consente una realizzazione scenica e registica libera e svincolata da esigenze realistiche.» (da: “Fidelio, guida all’ascolto di Marco Faelli”, Teatro Lirico di Cagliari, 2012)



La comprensione del libretto è, in Fidelio, più che mai importante e, per facilitare ciò, come ormai tradizione al Teatro Lirico di Cagliari, i sopratitoli scorrerranno sull’arco scenico del boccascena.

Fidelio, la cui ultima ed unica rappresentazione (in italiano) a Cagliari risale al marzo 1955 al Teatro Massimo, viene replicato: sabato 1 dicembre alle 19 (turno G), domenica 2 dicembre alle 17 (turno D), mercoledì 5 dicembre alle 20.30 (turno B), giovedì 6 dicembre alle 20.30 (turno F), venerdì 7 dicembre alle 20.30 (turno C).

Prezzi biglietti: platea da € 70,00 a € 45,00 (settore giallo), da € 55,00 a € 35,00 (settore rosso), da € 40,00 a € 25,00 (settore blu); I loggia da € 50,00 a € 30,00 (settore giallo), da € 40,00 a € 25,00 (settore rosso), da € 35,00 a € 20,00 (settore blu); II loggia da € 30,00 a € 20,00 (settore giallo), da € 20,00 a € 15,00 (settore rosso), da € 15,00 a € 10,00 (settore blu).

La Stagione lirica e di balletto 2012 si avvale della collaborazione di: Fondazione Banco di Sardegna, Capitta & Partners.

La Biglietteria del Teatro Lirico è aperta dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20, il sabato dalle 10 alle 13 e nell’ora precedente lo spettacolo. Rimane chiusa i giorni festivi.

Per informazioni: Biglietteria del Teatro Lirico, via Sant’Alenixedda, 09128 Cagliari, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20, il sabato dalle 10 alle 13 e nell’ora precedente lo spettacolo, telefono +39 0704082230 - +39 0704082249, fax +39 0704082223, biglietteria@teatroliricodicagliari.it, www.teatroliricodicagliari.it. Il Teatro Lirico di Cagliari si può seguire anche su Facebook, Twitter, YouTube.

Frederic Amat - Nato a Barcellona, si è formato come pittore per poi esplorare nuovi orizzonti e avvicinarsi a differenti espressioni artistiche. Dal 1976 espone le sue opere a Parigi, Milano, Bonn, Berlino, San Francisco, Lisbona, Tunisi, Rabat, New York, Pechino e presenta retrospettive della sua produzione al Museo Tamayo di Città del Messico e alla Fondazione Joan Miró a Barcellona. 

Nick Arjolas - Nato a Selargius (Ca) nel 1977, si occupa di fotografia, grafica e design. Ha studiato alla Fondazione “Giovanni e Irene Cova” di Milano (2002-2003) grafica in 3D, design e prospettiva, approfondendo la fotografia di interni, lo studio dei materiali e le tecniche sulla luce. 

Domenico Balzani - Originario di Alghero, si è laureato all’Università degli Studi di Sassari in Scienze Politiche ed Economiche e, contemporaneamente, diplomato in Canto al Conservatorio di Musica di Verona e laureato in Discipline Musicali, con il massimo dei voti e la lode, al Conservatorio di Musica di Rovigo. Sotto la guida di Angelo Capobianco, con il quale tuttora si perfeziona, dal 1999 haintrapreso una brillante carriera che lo vede vincitore di numerosi concorsi tra cui: “Mario Basiola” di Cremona, “Ferruccio Tagliavini” di Deutschlandsberg (Austria), “Adriano Belli” di Spoleto, “Placido Domingo Operalia” di Amburgo, “Rosetum” di Milano.
Christian Baumgärtel - Si è esibito in molti palcoscenici, fra cui: Milano (Scala), Anversa, Amsterdam, Berlino, Monaco di Baviera (Staatsoper), Essen, Lipsia, Dresda, Palermo, Venezia, Bregenz, Francoforte, Bruxelles, Strasburgo, Parigi (Châtelet), Lisbona, Bilbao, Sidney, Buenos Aires. 

Christoph Campestrini - Direttore d’orchestra austriaco, riceve la sua educazione musicale negli Stati Uniti. Studia a New York alla Juilliard School e, contemporaneamente, si laurea in filosofia e lingue alla Columbia University. Unico rappresentante europeo ad essere ammesso tra i fondatori della prestigiosa Yale University/Affiliate Artists Conducting Program, lavora con direttori come: Lorin Maazel, Wolfgang Sawallisch, Erich Leinsdorf.

Francesco Cardinale - Nato a Bari, ha compiuto gli studi di canto sotto la guida di Biagio Grimaldi. Nel 1985 è entrato a far parte del Coro del Teatro Petruzzelli, dove ha lavorato per un decennio. Ha, quindi, collaborato con altri teatri e festival italiani, tra i quali il Teatro Carlo Felice di Genova, il Teatro Bellini di Catania, il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, il Teatro Comunale di Lecce ed il Teatro Rendano di Cosenza. Attualmente fa parte del Coro del Teatro Lirico di Cagliari.

Marco Carniti - Nato a Milano, da anni vive e collabora artisticamente con la Spagna, alternandosi tra teatro, opera lirica e cinema. Un percorso di studio che parte dalla danza e dalla recitazione e arriva alla regia teatrale, lirica e cinematografica. Studia in Italia, Lettere e Filosofia alla Sapienza di Roma, e negli Stati Uniti alla UCLA. Incontra Grotowski e Bob Wilson. Recita per Federico Fellini in L’intervista. Si forma teatralmente al Piccolo Teatro di Milano, come aiuto regista di Giorgio Strehler .

Coro del Teatro Lirico - Protagonista di un’importante attività che, a partire dal secondo dopoguerra, lo ha portato ad eseguire oltre cento titoli di lirica, si qualifica anche per la capacità di affrontare il repertorio sinfonico. Ha avuto tra i suoi direttori Bonaventura Somma, Roberto Benaglio, Giorgio Kirschner. Diretto dal 1997 al gennaio 2005 da Paolo Vero, dal giugno 2005 al dicembre 2007 da Andrea Faidutti, dal gennaio 2008 al dicembre 2011 da Fulvio Fogliazza, dal gennaio 2012 è guidato da Marco Faelli. La disponibilità e la capacità di interpretare lavori di epoche e stili diversi in lingua originale, sono caratteristiche che lo hanno reso tra le compagini più duttili ed apprezzate da direttori d’orchestra e registi. 

Sabrina Cuccu - Nata a Cagliari, subito dopo la laurea in architettura, conseguita nel 2002, con il massimo dei voti, all’Università degli Studi di Firenze, entra a lavorare al Teatro Lirico di Cagliari, in qualità di assistente del direttore degli allestimenti scenici. Dal 2006 ricopre la carica di coordinatore degli allestimenti scenici e, dal 2008, quella di direttore degli allestimenti scenici del Teatro Lirico di Cagliari, dove, nelle ultime stagioni, ha anche firmato le scene per Carmen di Bizet (2011) e Le nozze di Figaro di Mozart (2012).

Beniamino Fadda - Nato a Busachi (Oristano), inizia a lavorare nel 1983 nella sartoria dell’Istituzione dei Concerti e del Teatro Lirico “Giovanni Pierluigi da Palestrina” di Cagliari, dove, nel 1986, diventa caporeparto. Ha lavorato anche per il cinema, il teatro di prosa, la pubblicità, la televisione, la danza contemporanea ed il balletto classico. Dal 2002 lavora, a tempo indeterminato, sempre in qualità di caporeparto sartoria, al Teatro Lirico di Cagliari.

Marco Faelli - È laureato in Fisica teorica all’Università degli Studi di Parma. Dopo gli studi di Composizione con Bruno Bettinelli, si è diplomato in Direzione d’orchestra al Conservatorio di Musica “Giuseppe Verdi” di Milano con Gabriele Bellini, perfezionandosi, in seguito, all’Accademia “Ottorino Respighi” di Roma con Ferenc Nagy e Hans Priem Bergrath, e, quindi, alla Fondazione I Pomeriggi Musicali con Gianluigi Gelmetti.

Valentina Farcas - Nata a Bucarest, dopo gli studi di pianoforte e la vittoria al concorso pianistico internazionale rumeno si è trasferita in Germania, a Essen, per studiare canto alla Musikhochschule. Nel 1999 ha trionfato al Concorso Internazionale “Neue Stimmen” patrocinato dalla Bertelsmann. La sua carriera professionale è iniziata alla Komische Oper Berlin, dove ha formato il suo repertorio, ripreso poi sulle scene internazionali quale libera professionista. 

Claudia Iten - Nata e cresciuta in Svizzera, intraprende lo studio del canto lirico sotto la guida di Dorothea Galli a Zurigo; si perfeziona, successivamente, con diversi professori di canto quali Anna Reynolds, Margret Honig e Mirella Freni.

Scott Mac Allister - Nato a Glenwood Springs (Colorado), studia alla University of Idaho (Bachelor of Music) ed al New England Conservatory of Music, dove si è diplomato con distinzione (Master of Music). 

Orchestra del Teatro Lirico - È stata fondata nel 1933 e ha consolidato, negli anni, un fecondo rapporto con i maggiori direttori italiani, tra cui Tullio Serafin, Vittorio Gui, Antonino Votto, Guido Cantelli, Franco Ferrara, Franco Capuana, Willy Ferrero, e con compositori quali Ottorino Respighi, Ildebrando Pizzetti, Ermanno Wolf Ferrari, Riccardo Zandonai, Alfredo Casella. Risalgono agli anni ‘50-’60 del secolo scorso le apparizioni sul podio di Lorin Maazel, Lovro von Matacic, Claudio Abbado, Sergiu Celibidache, Riccardo Muti, e le collaborazioni con Gioconda De Vito, Leonid Kogan, Henryk Szering, Andrés Navarra, Dino Ciani, Maria Tipo, Nikita Magaloff, Wilhem Kempff, Martha Argerich. In questi ultimi anni l’Orchestra ha collaborato, tra gli altri, con direttori come Lorin Maazel, Georges Prêtre, Emmanuel Krivine, Mstislav Rostropovich, Ton Koopman, Iván Fischer, Frans Brüggen, Carlo Maria Giulini, Gennadi Rozhdestvensky, Rafael Frühbeck de Burgos, Neville Marriner, Christopher Hogwood, Hartmut Haenchen e con solisti come Martha Argerich, Aldo Ciccolini, Kim Kashkashian, Viktoria Mullova, Misha Maisky, Truls Mørk, Sabine Meyer, Yuri Bashmet, Salvatore Accardo, Bernadette Manca di Nissa, Ruggero Raimondi, Mariella Devia, Anna Caterina Antonacci. 

Fabio Rossi - Inizia la sua esperienza teatrale nel 1987 al Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano. Debutta come light designer nel 1993 in Histoire du soldat. Disegna luci per opere liriche e spettacoli di prosa, ma anche per grandi eventi od installazioni architetturali, e collabora con registi e coreografi quali Micha van Hoecke, Luca Ronconi, Willy Decker, Massimo Gasparon, Bob Wilson, Leo De Berardinis, Giuseppe Frigeni, Francesco Esposito, Riccardo Caporossi, Denis Krief, Cristina Mazzavillani Muti, David Lescot, Daniele Salvo, Marco Carniti, Marco Spada. 

Alessandro Senes - Nato a Sassari, si è formato musicalmente sotto la guida del soprano Maria Mastino, consecutivamente ha frequentato il Conservatorio di Musica “Luigi Canepa” della sua città, dove ha studiato con il basso Marcello Crisman, conseguendo il compimento inferiore di canto. In seguito ha proseguito la sua formazione con il basso Carlo De Bortoli, il baritono Angelo Romero, ed attualmente si perfeziona con il contraltista Gianluca Belfiori Doro. 

Fiorenzo Tornincasa - Dopo gli studi di violoncello, inizia a studiare canto con Aldo Protti a Cremona e Paolo Speca a Pescara. Si perfeziona frequentando corsi con Kiri Te Kanawa, Gianni Raimondi, Gianni Mastino ed accademie quali: Ateneo della Lirica, Fondazione William Walton, Accademia Solti. 

Scott Wilde - Ha completato i suoi studi musicali alla Julliard School di New York. I primi impegni musicali portano Scott Wilde ad esibirsi in diversi teatri negli Stati Uniti, incluso San Francisco Opera, New York City Opera, Washington Opera, Baltimore Opera, Opera Theater of St Louis, insieme a molti altri ancora dove si é esibito in un vasto numero di ruoli. 



Pierluigi Corona
Responsabile Ufficio Stampa
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