La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

lunedì 31 gennaio 2011

LO SWING DI FRED, 51 ANNI DOPO

LO SWING DI FRED, 51 ANNI DOPO

Il 3 febbraio del 1960 si spegneva, in un tragico incidente stradale, Fred Buscaglione, torinese d’eccellenza, originario di Graglia Biellese, musicista, interprete e autore fuoriclasse, che ha rivoluzionato completamente il mondo musicale italiano dell’epoca.
Con la sua vena artistica, unica nel suo genere, con stile ironico personale, ha saputo ibridare canzone d’autore e swing, accattivandosi immediatamente i gusti e le simpatie del pubblico, che fin dagli esordi lo ha accolto calorosamente.
Il suo talento e la sua persona non hanno mai smesso di brillare anche dopo la sua scomparsa e mezzo secolo dopo le sue canzoni sono scolpite in modo indelebile nella memoria collettiva.
Torino lo vuole ricordare anche quest’anno, attraverso un'iniziativa firmata Boom Boom Fred (la vivace organizzazione che ha curato l'omonima compilation uscita mesi fa per celebrare il compianto Fred), attraverso un Musical Talk Show che si terrà mercoledì 2 febbraio. La serata è organizzata da Enea Benedetto, ideatore e produttore del progetto “Boom Boom” e da Umberto Davide Bistagnino, direttore artistico e presidente dell’omonima associazione, insieme a “ForMusic” e Maurizio Cimmino e sarà ricca di spunti televisivi legati alla figura del grande Fred Buscaglione.
La “Notte di Buscaglione” sarà ospitata a Torino, dal locale “Giancarlo 2“, presso i Murazzi del Po.
Saranno gli Astervejas a intrattenere musicalmente, con interpretazioni dello swing man.
Si parlerà di Fred attraverso le testimonianze di ospiti come Gianna Molinar (amica storica della famiglia Buscaglione e di Fred) e Gianni Cerri, collezionista di vinili di Buscaglione. Probabile la partecipazione di alcuni musicisti degli Asternovas, la sua indimenticabile band.
Seguiranno le selezioni musicali di dj Gambo e Giancarlo a far ballare al ritmo di swing.
Le telecamere di “For Music” riprenderanno l’evento che inizierà alle 21,30 e sarà mandato in onda nei giorni successivi.

L’ingresso è gratuito per i tesserati Arci.
 

giovedì 27 gennaio 2011

E' morto a 91 anni Mario Scaccia Grande protagonista del teatro italiano

LUTTO

E' morto a 91 anni Mario Scaccia
Grande protagonista del teatro italiano

Era ricoverato al Gemelli dalla fine di dicembre, per un piccolo intervento, poi sono sopraggiunte una serie di complicazioni, e la fine. L'ultimo spettacolo, al Teatro Arcobaleno di Roma, è stato "Interpretando la mia vita". In scena da 70 anni, è stato un grande interprete dei classici e dei contemporanei, da Moliere a Miller. Al cinema ha recitato con  Blasetti e Risi

di ROSARIA AMATO ROMA - È morto stanotte, al Policlinico Gemelli di Roma, l'attore Mario Scaccia, uno dei maestri del teatro italiano, protagonista anche di una lunga lista di film d'autore. Aveva appena compiuto 91 anni, il 26 dicembre. Era stato ricoverato prima di Natale per un piccolo intervento ma poi, a causa di una serie di complicazioni, non è più uscito dall'ospedale. L'ultimo spettacolo che ha messo in scena, al teatro Arcobaleno, è in effetti un addio, un tributo a tutta la sua vita intitolato appunto "Interpretando la mia vita", tratto dall'omonimo libro di memorie scritto dallo stesso attore.

Scaccia, nato a Roma nel 1919, inizia presto la sua carriera di attore, come si legge nella biografia pubblicata sul suo sito ufficiale 1 (che include anche un blog molto frequentato dai fan dell'artista): "Appena reduce della seconda guerra mondiale s'iscrive nel 1946 all'Accademia d'Arte Drammatica di Roma, per poi esibirsi nel 1948 con la compagnia di Anton Giulio Bragaglia al Teatro Ridotto di Venezia". In effetti, confessò molto più tardi in un'intervista, all'Accademia aveva corso il rischio di non essere preso: "Dovetti partire per la guerra d'Africa dove ero ufficiale e organizzavo spettacoli per gli altri soldati. Quando sono tornato ho deciso di tentare con l'Accademia, ma non ero nell'elenco dei partecipanti alle selezioni e non mi avrebbero mai preso, però incrociai Silvio D'Amico e gli dissi che venivo dal Marocco: mi dovettero prendere per forza, ero un reduce".

Finita l'Accademia, prosegue la biografia ufficiale di Scaccia, "inizia quindi una vera attività professionale, dividendosi fra teatro leggero e teatro di prosa, recitando accanto ad attori come Vittorio Gassman, Macario, Lamberto Picasso, Memo Benassi, Isa Pola, e Nino Besozzi. Nel 1961 costituisce con Franco Enriquez, Valeria Moriconi e Glauco Mauri la celebre Compagnia dei Quattro".

Il repertorio di Scaccia è quanto mai ampio: ha recitato tutti i classici, Moliere, Goldoni, Lonesco, Pirandello, Courteline, Feydeau, O'Neill, Stoppard, Arthur Miller. Tra i personaggi che gli furono più cari Polonio in Amleto, Shylock nel Mercante di Venezia, Fra Timoteo nella Mandragola, e il Chicchignola di Petrolini, suoi grandi cavalli di battaglia. Su Polonio, vale la pena di ricordare un aneddoto: negli anni '60 interpretò questo ruolo in un Amleto di grandissimo successo anche
internazionale, che ebbe per protagonista Giorgio Albertazzi e per regista Franco Zeffirelli. Fu in quell'ambito che un critico rimproverò bonariamente all'attore di recitare la parte di Polonio "come se fosse lui il protagonista" del capolavoro di Shakespeare. E Scaccia replicò con un telegramma tagliente e spiritoso: "Non sapevo che fosse Amleto il protagonista. Firmato Polonio".

Al cinema ha interpretato numerosi film di Alessandro Blasetti, a partire dai primi anni '50, ma ha anche recitato con Luigi Zampa, DIno Risi, Pasquale Festa Campanile, Alberto Lattuada, Elio Petri, Mauro Bolognini, Steno, Lina Wertmuller. L'ultima interpretazione sul grande schermo è stata Gabriel, nel 2001, con la regia di Maurizio Angeloni.

Molti l'hanno definito come l'erede di Petrolini, ma in effetti Scaccia è stato molto di più, un uomo di teatro e di spettacolo nel senso più completo del termine, rimasto sul palcoscenico fino alla fine. Come tutti i grandi attori, in effetti aveva annunciato il ritiro moltissime volte. In un'intervista del 2007 dichiarò sconsolato: "Il teatro non c'è più perché non c'è più il pubblico". Ma poi aggiunse: "Purtroppo io vivo di teatro". Si è allontanato in effetti dall'ultimo spettacolo in scena, un mese fa, solo per andare in ospedale. Pensare che aveva annunciato un parziale ritiro dalle scene ("Reciterò solo nella mia città, a Roma", aveva detto) già quando aveva compiuto 78 anni, lamentando quanto le tournée fossero faticose per lui: "Per i vecchi non c'è posto", si era lamentato. Ma poi era in scena regolarmente, e non solo a nella capitale.

Una carriera davvero lunghissima: "Sono salito sulla scena per la prima volta a 3-4 anni. - aveva confessato in un'intervista a Repubblica - Mia zia, filodrammatica, aveva bisogno di una bambina, e io avevo i capelli lunghi". Una carriera anche piena di soddisfazioni e di successi, eppure, raccontava sempre l'attore, "per il teatro mi sono venduto la casa più volte". Nonostante il cinema e anche la televisione: Scaccia fu anche una protagonista della grande stagione degli sceneggiati della Rai. Ma negli ultimi anni della sua vita parlava assai male del piccolo schermo: "Non guardo mai la televisione. Non c'è mai niente di interessante". Del resto anche il giudizio sul teatro negli ultimi anni era sconsolato: "E' uscito dalla porta di servizio e non si sa che fine abbia fatto. Quello che lo sostituisce non è teatro".

I suoi 90 anni vennero festeggiati con una festa memorabile al Teatro Valle, a Roma: anche in quell'occasione Scaccia annunciò l'ennesimo addio al palcoscenico, sostenendo che non avrebbe potuto "recitare con il bastone". Alla sua città fu sempre molto vicino: le sue maschere romane sono state definite "una grande metafora sui mali dell'uomo, sulle sue debolezze, contraddizioni e confusioni". Di Roma accettava tutto, anche gli aspetti negativi. All'intervistatore che, qualche anno fa, gli ricordava la sporcizia per le strade della capitale, replicava: "Ma deve essere sporca. Roma non è mai stata dei romani: anche ai tempi di Marziale era la capitale del mondo ed era sporca".

Cinemecum.it Il cinema al centro del Mediterraneo



Cagliari in corto presenta:
Cinemecum.it
Il cinema al centro del Mediterraneo
Cinema showcased at the centre of the Mediterranean
Cinemecum, il sito dedicato al cinema realizzato da quelli di "Cagliari In corto" e' on line con un nuovo numero. Questa settimana sotto la lente di ingrandimento della nostra critica Elisabetta Randaccio "Vallanzasca" l'atteso film firmato da Michele Placido.
Continua il nostro viaggio nelle isole del Mediterraneo, questa settimana ospite la Sicilia e il Queer film festival. Cinemecum vi invita a partecipare al concorso online “voto 3 minuti”, sino al 16 febbraio 2011.
Approfondimenti: "Immaturi" di Paolo Genovese a cura di Clara Spada,
"La versione di Barney" di Richard J. Lewis a cura di Clara Spada e Alessandro Matta.
In questo numero
Herlitzka: "Il cinema, la mia materia viva". Incontro col grande, poliedrico artista da questa sera sul palco del teatro Massimo: dagli esordi con l'amica Wertmuller al successo di "Oci Ciornie", "Marianna Ucria", "Buongiorno notte". "La Sardegna? Ci vengo spesso, mia madre aveva una casa anche vicino a Cagliari…"
Da Asuni a Buenos Aires, andata e ritorno. Domani all'universita' di Sassari un piccolo assaggio del festival dedicato al cinema di frontiera con protagonisti del calibro di Miguel Pereira e Marco Bechis. Tra Asuni e Laconi un tandem di proiezioni con ospiti internazionali e l'omaggio al cabarettista sardo Tiberio Murgia.
A lezione di show. Anticipiamo alcuni dei contenuti che Lucio Argano docente a La Sapienza e alla Bocconi, introdurra' sabato prossimo in occasione del corso di Managment dell’arte e dello spettacolo, organizzato a Cagliari. Perche' come scriveva Wilde “L’arte e' di tutti e va tutelata”.
Tutto l'amore di Valerio. Grande regalo dell’artista maddalenino ai suoi fan per San Valentino. Il 14 febbraio al The Space di Quartu e al Moderno di Sassari, il love show in diretta di Valerio Scanu. La musica entra in sala regalando appassionanti emozioni (e anche qualche scenata di gelosia).
La marcia indietro di Demurtas. Intervista al giovane regista sassarese alle prese con la distribuzione del suo ultimo lavoro. “Ho girato una storia valida, ma non sono raccomandato e dunque faccio fatica ad emergere”. L’originalita' della Cinemascetti.
Quando il cinema e' diverso. Presentato a Palermo il “Queer filmfest”, appuntamento che intende sottolineare la non “diversita'” dell’universo omosex. Rais, direttore artistico: “Grazie al cinema d’autore sensibilizziamo gli spettatori e abbattiamo i pregiudizi”.
Se la celebritа e' a portata di mouse. Parte il concorso online sulla scrittura e la critica cinematografica. Basta guardare i nostri corti e votare con una definizione asciutta ma esplosiva. Le votazioni sono iniziate e si va avanti sino al 16 febbraio. Per i partecipanti ricchi premi e cotillons.

Giornata della Memoria, il Golem raccontato da Elie Wiesel

Giornata della Memoria, il Golem raccontato da Elie Wiesel



Mi piace ricordare il Giorno della Memoria con il Golem , raccontato da Elie Wiesel, premio Nobel per la pace nel 1986.


Chi era il "Golem fatto d' argilla", questo strano essere che, secondo la tradizione popolare ebraica, fu creato dal misterioso Maharal, Rabbi Yehuda Loew, capo della comunita' ebraica della Praga del sedicesimo secolo?


Alcuni versioni di questa leggenda dipingono il Golem come un simpatico e goffo individuo; altre come un mostro, un Frankestein che si ribello' al suo creatore.


Nel suo libro "Il Golem", illustrato da Mark Podwal, pittore che ha opere tra l' altro al Louvre, edito da Giuntina, ha raccolto molte delle storie che si tramandano su questa enigmatica figura e le ha raccontate di nuovo, viste attraverso gli occhi di un vecchio becchino che, da bambino, avrebbe assistito ai numerosi miracoli attribuiti dalla leggenda al Golem.


"Io, Reuven, figlio di Yaakov, dichiaro sotto giuramento che 'Yossel il muto', il 'Golem fatto d' argilla', merita di essere ricordato dal notro popolo perseguitato e assassinato eppure immortale. E' un nostro dovere nei suoi confronti evocare il suo destino con amore e gratitudine".


Dopo dieci anni dalla sua creazione il Golem ,poiche' aveva compiuto il suo destino e aveva salvato tante vite, fu messo a dormire dal Maharal: "Che il tuo sonno sia dolce, mio caro Yossel; non preoccuparti, nessuno ti disturbera', te lo prometto''. [...] "Quando il tormentato volto di argilla scomparve dietro il tallèth (scialle da preghiera, nota dello scrivente) strappato, il Maharal sospiro' tristemente. Il giorno seguente fu un giorno senza sole per gli abitanti ebrei di Praga".
Per conservare il mistero sul Golem, il Maharal proibi', sotto pena di scomunica, ogni accesso alla soffitta della sinagoga dove si trovava. Non dette alcuna spiegazione tranne che sarebbe stato pericoloso.


Il Golem di Reuven non e' ne' uno sciocco ne' un mostro, ma un essere pieno di intuito, di intelligenza e di compassione, creato per proteggere gli ebrei dai loro innumerevoli nemici. Un essere che, un giorno, potremo anche incontrare...


Questa la conclusione del libro di Wiesel:
"[...]Ma un vagabondo mendicante che ho incontrato recentemente mi ha dato, in pegno del segreto, la sua spiegazione: il Maharal aveva proibito l' accesso alla soffitta perche', in realta', il Golem era ancora vivo. E aspetta di essere chiamato.
In quanto a me, vorrei sapere".

Giornata della memoria, "Dopo di tutto" di Itzak Katzenelson

Giornata della memoria, "Dopo di tutto" di Itzak Katzenelson



''Dal canto del popolo yiddish messo a morte", di Itzak Katzenelson, pubblicato da Mondadori, a cura di Erri De Luca:




DOPO DI TUTTO
La fine. Il cielo in fiamme nelle notti, s' avvolge
di giorno dentro un fumo, poi torna ad accen-
dersi di notte, fa tremare
Se e' possibile fare il paragone col deserto selvaggio
del nostro primo inizio: di giorno una colonna-
nuvola lucente, di notte una colonna-fuoco.
Il mio popolo in festa, forte di fede andava in-
contro a una giovane vita e adesso al termine,
al finale.
Ci hanno ammazzati tutti quanti in terra, dal pic-
colo all' adulto, ci hanno distrutti tutti.
Per cosa? Non chiedete, nessuno: per cosa?
perche' dalla migliore alla peggiore, ogni na-
zione sa.
La peggiore ha dato aiuto al tedesco, la migliore ha
guardato con un occhio, fingendo di dormire.
No, no, nessuno verra' a chiedere conto, ne' inda-
ghera' ne' chiedera': per cosa, cosi'?
Il nostro sangue e' gratis, si puo' spargere, possiamo
essere ditrutti, assassinati in piena impunita'.
[...]
E i bambini yiddish non si risveglieranno piu'
dal sonno, dai sogni nel limpido principio del
mattino,
per andare al heder, ne' si fermeranno per guar-
dare gli uccelli, prendersi in giro, giocare sul-
la sabbia,
voi ragazzini yiddish dagli occhi scintillanti, an-
geli in miniatura da dove spuntavate? Da qui
o da altrove?
Voi graziose ragazze, voi brillanti di freschezza
pure col viso sporco e spettinate.
[...]
Nessuna madre cullera' un bambino, non morira'
ne' nascera' nessuno tra gli yidn.
[...]
Guai a me, ora non c' e' nessuno. C' e' stato un po-
polo, c' e' stato, e non esiste piu'. C'e' stato un po-
polo, c' e' stato, e adesso niente.
[...]



15,16,17 gennaio 1944





Itzak Katzenelson nacque nel 1886 in Bielorussia ma trascorse la maggior parte della sua vita a Lod, in Polonia,. Per anni fu insegnante in un ginnasio. Scrisse in ebraico e in yiddish, drammi, poemi liriche. Il manoscritto del testo noto sinora in italia come "Il canto del popolo ebraico massacrato", sotterrato nel campo francese di Vittel e ritrovato nel 1945 grazie alle indicazioni della sopravvisuta Miriam Novitch, fu pubblicato per la prima volta a Parigi nello stesso anno.

BORIS PAHOR: “LA SCRITTURA MI HA AIUTATO A SUPERARE GLI ORRORI DELLA GUERRA E DELLA PERSECUZIONE NAZISTA”

BORIS PAHOR: “LA SCRITTURA MI HA AIUTATO A SUPERARE GLI ORRORI DELLA GUERRA
E DELLA PERSECUZIONE NAZISTA”

A ''Più libri più liberi'', la fiera della piccola editoria che si e' svolta a Roma nel dicembre scorso,  la testimonianza dello scrittore triestino
fra memoria e l’impegno civile di quasi un secolo di vita.
Anche questo fa parte della giornata della memoria.
 “Era la festa di san Niccolò del 1920- ricorda Boris Pahor - e il santo, come è tradizione, distribuiva piccoli regali ai bambini, io avevo sette anni. All’improvviso arrivarono invece i diavoli, quelli in camicia nera e manganello. Ero con mio padre: spaccarono tutto, buttarono tutto giù dalle finestre e diedero fuoco al Narodni Dom, la Casa della cultura slovena. Uno spettacolo grandioso e orrendo, che ha segnato tutta la mia infanzia e oltre. Anche perché la città rimase a guardare, senza intervenire e commentare in qualsiasi modo”. Negli occhi di Boris Pahor ancora oggi è vivo il ricordo di quell’incendio, e con esso tutte le vicende storiche e personali che ha attraversato in 97 anni di vita. Proprio quella giornata e quell’incendio hanno segnato l’inizio delle persecuzioni fasciste della minoranza slovena di Trieste, una verità che noi italiani ci abbiamo messo 50 anni a conoscere e ad accettare.
Il destino di un uomo come Pahor è stato quello di vivere tutte le contraddizioni e gli errori del Novecento da un punto di vista particolare, quello di un bambino cui viene strappata, dalla quinta elementare in poi, la sua identità, la sua lingua, a cui viene cambiato nome e cognome per italianizzarli. Chiamato poi a servire in guerra quel paese che voleva negargli l’esistenza, dopo l’otto settembre Pahor prende parte alla resistenza antinazista e finisce in campo di concentramento, prima a Natweiler e poi a Dachau. Quando torna, come per molti, la scrittura sarà il mezzo per fare i conti con quell’orrore e riprendere a vivere.
Lo scrittore triestino nel suo ultimo libro Piazza Oberdan realizza un mosaico di storie individuali che formano un affresco collettivo delle persecuzioni subite dagli sloveni tra la prima e la seconda guerra mondiale.
Una straordinaria testimonianza di quegli anni che hanno visto Trieste, oltre a Berlino, come il luogo in cui si è giocato con maggior ferocia lo scontro tra Occidente e Oriente. “C’era l’interesse a far passare tutta la nostra storia sotto silenzio, anche se ora qualcosa sta cambiando e sono ottimista” ha concluso Pahor, che nei suoi libri comunque non recrimina ma cerca di andare al fondo della lacerazione che si è creata tra chi visse quelle cose e chi oggi le conosce attraverso la lettura.

lunedì 24 gennaio 2011

“I fiori sbocciano... Presto raggiungerò il bosco...”

“I fiori sbocciano... Presto raggiungerò il bosco...”
Venerdì 28 gennaio alle ore 19.00 
allo Spazio Invisibile in via Barcellona 75 a Cagliari
si inaugura la personale di Lalla Lussu

 

giovedì 20 gennaio 2011

Il cinema al centro del Mediterraneo

Cagliari in corto presenta:
Il cinema al centro del Mediterraneo
Cinema showcased at the centre of the Mediterranean

Cinemecum, il sito dedicato al cinema realizzato da quelli di "Cagliari In corto" e' on line con un nuovo numero.
Tra gli approfondimenti il nuovo film di Checco Zalone "Che bella giornata" di Gennaro Nunziante a cura di Clara Spada, campione d'incassi al box office, "Scott Pilgrim Vs. the world" di Edgar Wright a cura di Luca Crippa e "La versione di Barney" di Richard J. Lewis a cura di Clara Spada e Alessandro Matta. <
Cinemecum vi invita a partecipare al concorso online “voto 3 minuti”, aperto sino al 16 febbraio 2011.
In questo numero
"I have no dream, qualunquemente". Esce venerdi' nelle sale l'ultima infernale parodia di Cetto La Qualunque magistralmente interpreta da Antonio Albanese. Ovvero: quando la realta' supera la fantasia. A colpi di bunga bunga, s'intende.
Zingaretti: "Rapito da una sirena". L'attore al Massimo di Cagliari alle prese con i turbamenti di Tomasi di Lampedusa. "Sono ottimista, il cinema italiano e' in ripresa e non mancano i talenti. L'ultimo film visto? La versione di Barney". E per i fan l'appuntamento e' domani all'Ersu con Capitta.
Milia, la Wertmuller e i milioni di euro in Ogliastra. "Travolti da un insolito destino" compie 40 anni e la regista torna sul set festeggiata da pubblico e amministratori. In attesa che anche da noi l'industria del cinema decolli si scopre il budget speso da Madonna col suo remake: 2 milioni di euro. Nelle tasche dei sardi.
Al settimo cielo con Dresen. Incontro col regista tedesco ospite a Cagliari di una rassegna monografica dedicata. "E' bizzarro, mi definiscono il regista dell'est, ma io mi chiedo: dove sono i registi dell'ovest?"
Zucca: "Voglio l'attore piu' bravo". Per il nuovo lungometraggio, finanziato in parte dal Ministero, il regista de "L'arbitro" ha in mente uno dei protagonisti della scena attoriale italiana. E a febbraio online anche il suo nuovo corto “Cuore di clown” con Ragonese e Del Bono girato per Banca Intesa.
Quando la violenza non e' solo un film. Si intitola "Processo per stupro" ed e' il primo documentario sul tema della violenza carnale mandato in onda dalla Rai. Laboratorio 28 lo ha riproposto nell'intento di riflettere sui cambiamenti legislativi e su quanto sia stato in grado (in tempi ben diversi) di incidere sulle coscienze degli italiani.
Professionisti dello show. Non solo attori, registi, artisti. Dietro al palco c'e' un mondo di professionisti che lavora senza sosta. Per chi vuole gestire, amministrare, progettare uno spettacolo, dal 22 gennaio a Cagliari, otto workshop per imparare come si fa.
Se la celebritа e' a portata di mouse. Parte il concorso online sulla scrittura e la critica cinematografica. Basta guardare i nostri corti e votare con una definizione asciutta ma esplosiva. Le votazioni sono iniziate e si va avanti sino al 16 febbraio. Per i partecipanti ricchi premi e cotillons.
La memoria del cinema. A grande richiesta tutte le video interviste finora realizzate da Cinemecum ai personaggi che hanno fatto la memoria del nostro paese. I loro gusti, i loro film preferiti, i loro ricordi.
Sono aperte le iscrizioni alla seconda edizione del “Corso di Management dell'Arte e dello Spettacolo” che si terra' a Cagliari
E come sempre le rubriche e le recensioni scritte da voi e ampliate dai vostri commenti, mille notizie sul cinema, le rassegne, le rubriche su chi cerca e offre lavoro e gli appuntamenti sull'Isola e in giro per il mondo.
Cinemecum supporta l'Ischia Film Festival.

sabato 15 gennaio 2011

I LUNEDÌ CON LA POESIA, ad Alghero


I LUNEDÌ CON LA POESIA
VIa Edizione
STAGIONE 2010-11

 
Lunedì 17 gennaio Pier Luigi Alvau propone come quarto appuntamento della rassegna I LUNEDÌ CON LA POESIA  il recital dedicato alle opere dei lirici greci tradotte da Salvatore  Quasimodo (*).

La rassegna continua la propria programmazione inaugurata lo scorso novembre, a ridosso di allestimenti e di attività varate per le festività natalizie che hanno visto una serie di  iniziative poi spentesi e che, passate le festività, hanno lasciato, come gli anni scorsi, uno scontato senso di vacuità.

I LUNEDÌ CON LA POESIA passano indenni da certi fragori momentanei e d’occasione. L’iniziativa, proposta fin dal suo nascere con caparbia sobrietà e con forzati limiti (va rimarcato che non vi è alcun intervento economico né da parte pubblica né da parte privata), prosegue con dignità e professionalità i suoi programmi annuali, sempre più apprezzati dalla critica e dal qualificato settore di pubblico che ha saputo attrarre e coinvolgere.

Di fatto I LUNEDÌ CON LA POESIA sono ormai da considerarsi, a tutti gli effetti, l’appuntamento culturale più consolidato e prestigioso degli inverni algheresi ed uno dei calendari più rinomati della Sardegna.

Appuntamento quindi, con le rime dei Lirici Greci tradotte da Salvatore Quasimodo, lette e interpretate da Pier Luigi Alvau, che in questa occasione si avvarrà della collaborazione delle voci femminili di Rita Cadoni, Dely Farina, Nicoletta Jannetta e della poetessa Cinzia Paolucci.



Dove: Alghero, Sala “Manno”, Via Marconi n. 10
Quando: Lunedì 17 gennaio 2011, ore 20,30
Info: Alguer Cultura
tel. +39 349 3049093


(*)

I Lirici greci (apparsi la prima volta nel 1940 con una famosa introduzione di Luciano Anceschi) non sono una semplice traduzione d’autore. Sono un capolavoro di poesia intensa e cristallina. Come tutte le opere di rottura furono accolti con favore ma anche con perplessità.  Con i Lirici greci cambiava completamente la prospettiva della traduzione, che non era più un atto servile e secondario rispetto al testo originario, ma diventava essa stessa poesia, con una profondità e una bellezza assolutamente autonome. E quale poeta poteva rivivere il mito greco meglio di Quasimodo? La sua “anima antica”, vissuta fin dall’ “infanzia omerica” tra gli scenari della Sicilia greca, era in sintonia totale  con la “divina dolce ridente Saffo”. Così si compie il miracolo: Saffo, Alceo, Anacreonte e tutti gli altri lirici tradotti parlano la lingua della poesia moderna, tesa, affilata, e danno vita al sogno di ogni opera che aspira alla classicità: essere contemporanea ai lettori di ogni tempo. I Lirici graci sono un Affascinante viaggio in un mondo antico che, grazie alla sapienza di un poeta moderno, mantiene intatti e strordinariamente attuali la propria forza, i propri sentimenti, la propria profondità umana e civile.


Premio Nobel nel 1959, Salvatore Quasimodo (1901-1968) è stato per anni il poeta italiano per eccellenza, insieme a Giuseppe Ungaretti ed Eugenio Montale. Con la sua parola assoluta e pura è stato il massimo rappresentante dell’ermetismo, il movimento poetico nato negli anni Trenta. La passione per la classicità greca e latina  ha segnato il primo periodo della sua poesia (le raccolte Acque e terre, Òboe sommerso, Erato e Apòllion), e ha fatto di lui il cantore di eucalipti e aranceti mediterranei, di distese marine e foreste, di improvvise illuminazioni (la celeberrima Ed è subito sera). Questa profonda sensibilità, messa duramente alla prova dall’esperienza della seconda guerra mondiale, è poi maturata in un’intensa vena civile e umanitaria (Giorno dopo giorno, La vita non è sogno, La terra impareggiabile). Ma Quasimodo non è stato solo poeta in proprio: ha saputo con raro intuito e finezza farsi interprete della poesia altrui; per questo tra i vertici della sua produzione spiccano le traduzioni, dai classici (i lirici greci, Omero, Catullo, Virgilio, Ovidio) ai moderni (Cummings, Éluard, Neruda) e per il teatro (Sofocle, Euripide, Shakespeare, Molière), condotte con ineguagliabile gusto.

(Da “La Grande Poesia”  del Corriere della Sera)




venerdì 14 gennaio 2011

SALTANDO DI PALO IN FRASCA, di Autori Vari (G.Zanata, S. Serra, C. Moro, G. Demurtas, L.De Nava, L. Pusceddu, P.L. Zanata)


  • saltando di palo in frasca mi son dimenticato di prendere la rincorsa
  • ‎...e se atterri sul palo son dolori!
  • e se atterro sulla frasca?
  • Meglio la frasca che la cosca
  • Quindi hai preso il palo ?
  • ‎...se non hai preso la ricorsa non arrivi sulla frasca!
  • no, sono qui tra il palo e la frasca, tra il piatto e la vasca, tra l'Ohio e il Nebraska, tra sole e burrasca
  • minchia ...ma è Pasca ?
  • uhm, mi sa che è lasca...
  • ‎....ma così si casca !!!
  • non senza tresca
  • e come dicono nel Nebraska..... ti sei alzato "infrascato"!!
  • tra il lusco e il brusco
  • ma ..infine (lasciando le rime..) non ti sei ammaccato?  ..infrascato, atterrato sul frasheto? ..
  • impalato no, infrascato neppure, imbruscato forse, ammaccato sempre...colpa della percettibile (im)percezione del reale
  • ...
  • oplà!
  • saltare e' niente, il problema e' sapere dove si atterra...
  • c'è nebbia
  • La nebbia non e' tutto. C' e' anche il buio e non c' e' la luna.