La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

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Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

giovedì 22 aprile 2010

Blogger di moda o di se stessi?

da ''Mary Jane - moda e dintorni''

Blogger di moda o di se stessi?

Di RobertaDeMarco , in Il punto di vista


Ci sono ragazze e ragazzi in giro per il mondo, che diventano famosi per nessuna dote in particolare, se non quella di possedere un ego abnorme sapientemente condiviso con il mondo tramite un cavo.
Sono anche questi gli effetti della modernità e dell’epoca che ospita Paris Hilton, un individuo dalle propensioni confuse.
Sono ragazze, nella maggior parte dei casi, che non hanno fatto altro che compilare un modulo digitale di una qualsiasi piattaforma per blog e caricato una dose inquantificabile di foto con protagonisti i loro abbinamenti improponibili e grossolani, in pose dall’egocentrismo seccante, scattate con macchine fotografiche di qualche centinaia di euro messe nelle mani sbagliate. Quando si parla di blogger qualcuno sostiene che costoro siano necessari alla salvaguardia della natura democratica dell'informazione. Ma un attimo. Nel caso dei blogger di moda, cosa si intende esattamente per informazione democratica?


Che a tutti debbano essere date le notizie dal mondo, che tutti debbano sapere cosa accade? O che a tutti debba poter essere permesso di scrivere, pubblicare e dire la propria, anche senza una laurea, anche senza un praticantato da giornalista e soprattutto senza grosse notizie da condividere? Perchè il blogger di moda non dà notizie, semplicemente pesca nel cestone di H&M il leggings più in tinta con la cintura Hermès della mamma e il foulard Ferragamo della nonna e si lascia fotografare dal primo malcapitato. Quindi siamo davvero di fronte a notizie, come sostiene qualcuno? A giornalismo di qualche sorta?
O la verità potrebbe essere che quando gli stilisti si sono resi conto che il blogger diventava una figura sempre più influente sull’ opinione dell’acquirente hanno dovuto aprir loro le porte delle sfilate? I blogger infatti, assurti a nuove leve del settore moda, non hanno maturato grosse esperienze in questo ramo, ma semplicemente si infilano come un qualsiasi ospite indesiderato, in un mondo che adesso deve racimolar loro qualche posto in prima fila pur di ottenere una manciata di acquirenti in più e una fetta di opinioni negative in meno. Se un giornalista di moda qualificato e dall’occhio esperto poteva infatti tagliar corto sulla sfilata, un blogger annulla il rischio perché, in fondo, è già un lusso essere seduto lì senza capir un bel niente di cuciture, giacche destrutturate e storia del costume. Credono di essere gli special guest, ma sono come quelle borse "taroccate", per dirla con il loro gergo sgrammaticato: costano poco, sembrano vere, ma dopo qualche tempo diventano logore. Qualsiasi cosa è meravigliosa per loro, purchè abbia un logo talmente grosso da poter essere riconosciuto nella foto dalla loro schiera di lettori che potrà così levarsi in un gemito di goduria. Sarà una conseguenza di questo abnorme apparire, la diffusione a macchia d'olio di quel fenomeno che vede delle ragazze minorenni nemmeno troppo "ai margini" prostituirsi per una cintura Gucci?
Difficile dirlo, ma di certo permane la tristezza nel vedere come ancora una volta il mondo non richieda più la qualità e come ancora una volta, ci ritroviamo catapultati in un’eterna "High School" in cui chi ostenta gode. Ma del resto è il figurante l’eroe della nostra epoca, che tuttavia ha perso quanto di straordinario poteva distinguere il superuomo di dannunziana memoria, dal resto del popolo. Ecco, forse è da questo punto di vista che viviamo in un’ epoca democratica.

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