La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

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Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

giovedì 31 dicembre 2009

AUGURI by Mauro Antonetti



Dice che lanno che vviene
sarà n anno co li fiocchi:
tanti euri e baiocchi
pe spassaccela assai bbene.

Lo racconta er piddiccì
ogni ora alla tivvù;
ma io nun je credo ppiù,
nun cha tutti i venerdì!

Queste cose già lha dette
lanno scorzo, de sti tempi;
so successi tanti scempi
che poi lhanno contraddette.

Perciò fàmose stauguri
nun contanno su li sòrdi,
er trentuno li bagordi
ma da r primo li scongiuri...

E ppe vvoi, amichi cari,
un vagone de saluti
pe li lisci e li ricciuti,
li prodìghi e lavari,

li lontani e li vicini,
femminucce e maschietti,
asinelli e architetti,
un po grassi o mingherlini,

arti, bbassi e mezzani,
in città o in campagna
(ndo sia sia, purché se magna),
esterofili e itagliani,

li sinceri e li buciardi,
chi lavora e chi sta a spasso,
chi riposa e chi fa chiasso.
Mo però sè fatto tardi

e perciò concrudo qui
questinzurza filastrocca
mentre infilo ne la bocca
la lenticchia in zarmì.

State bene, state in pace,
che le cose che volete
ve savverino complete,
è laugurio mio verace!

(Dice che lanno che viene
sarà un anno con i fiocchi:
tanti euro e baiocchi
per spassarcela assai bene.

Lo racconta il p.d.c. (presidente del consiglio)
ogni ora alla tivù;
ma io non gli credo più,
non ha tutti i venerdì!

Queste cose già lha dette
lanno scorso, di questi tempi;
sono successi tanti scempi
che poi lhanno contraddette.

Perciò facciamoci questi auguri
non contando sui soldi,
il trentuno i bagordi
ma dal primo gli scongiuri...

E per voi, amici cari,
un vagone di saluti
per i lisci e i ricciuti,
i prodighi e gli avari,

i lontani e i vicini,
femminucce e maschietti,
asinelli e architetti,
un po grassi o mingherlini,

alti, bassi e mezzani,
in città o in campagna
(dovunque sia, purché si mangi),
esterofili e italiani,

i sinceri e i bugiardi,
chi lavora e chi sta a spasso,
chi riposa e chi fa chiasso.
Ora però sè fatto tardi

e perciò concludo qui
questa insulsa filastrocca
mentre infilo nella bocca
la lenticchia in salmì.

State bene, state in pace,
che le cose che volete
vi si avverino completamente,
è laugurio mio sincero!)

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