La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

sabato 7 agosto 2010

Tutti dicono "moda". Ma nessuno sa bene cosa significhi


da Mary Jane
Tutti dicono "moda". Ma nessuno sa bene cosa significhi

Di RobertaDeMarco

Quando si parla di moda, diversamente dagli altri settori, chiunque può improvvisarsi esperto. Commesse, compratrici ossessivo compulsive, blogger da strapazzo, tutti riescono a pronunciare con facilità vocaboli come Gucci, Louis Vuitton e Hermés e quel qualcuno che ha anche la possibilità di indossarli, crede erroneamente di capirne più di tutti. Il guaio del settore moda è derivato proprio dal suo aspetto economico tremendamente democratico e dal conseguente possesso o accumulo di roba. Avere è meglio di essere, logo è meglio di tessuto, di qualità o lavorazione manuale. Non ha importanza se il capo che abbiamo sotto mano sia di plastica e costi una fortuna, come molti pezzi della corrente stagione; l’importante è che la firma dello stilista sia ben visibile. Vedere le passerelle è un piacere non più riservato a pochi eletti, come dovrebbe essere. Oggi tutti dicono moda e i guru del settore fioccano come non mai, in tutti gli strati sociali e a tutte le età. L’inadempienza di chi si cimenta, l’acquisto sempre più osannato di marchi e targhette, per non parlare delle grandi catene del low cost, aprono a un ulteriore rischio, quello che gli stilisti in ascesa, i nuovi geni non trovino mai la strada per emergere. Loro hanno idee fresche, spesso propongono modelli ben più avanguardistici di tanti stilisti già affermati, ma restano nel limbo finché qualche marchio non li prenda con sé. La verità purtroppo è che quando le passerelle sono state aperte a tutti e quando la moda si è dovuta piegare alla pluralità, la firma ha vinto sulla creatività. L’auspicio è che la qualità torni a farsi viva in un settore che ossessionato dalle vendite, scorda ben volentieri la sua natura avanguardista e puramente creativa, finalmente libera dall'inettitudine.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.