La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

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Il calcio dell' Asino

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giovedì 14 settembre 2017

Canzuni vecchi, canzuni novi, canzuni spirduti, di Giovanni de Nava

''Questa raccolta di poesie di Giovanni de Nava contiene tutti i temi culturali che l' intellettuale calabrese sviluppò nel corso della sua intensa e impegnata vita''. 
Così Mario Bolognari, docente di etnoantropologia nell' Università di Messina, nell' incipit della sua presentazione al volume di  poesie ''Canzuni vecchi, canzuni novi, canzuni spirduti'', pubblicato nella collana Fabula degli scrittori meridionali da Franco Pancallo Editore, Locri.

Il testo delle Canzuni, edite e inedite, e' stato curato da Ludovica de Nava,  nipote dell' autore, alla quale si deve anche la scelta dei brani poetici e la loro traduzione con il rispetto della metrica.
Bolognari, nel saggio di presentazione del volume, ''Povertà , violenza e riscatto. La sensibilità etnografica e il lavoro sul campo di Giovanni de Nava'', scrive: ''sono poesie che cantano i sentimenti, le passioni, il dolore di un popolo al quale dedicò un' attenzione straordinaria. La cifra dell' opera etnografica, poetica e sociale di De Nava è l' essere stata militante, sperimentalmente contestativa, politicamente impegnata. Moderna e innovativa, in linea con gli anni più avanzati del Novecento e dei primi anni del Duemila. Una modernità che andrebbe meglio e maggiormente valorizzata nel quadro di un rinnovato interesse per le povertà, l' emarginazione meridionale e le disuguaglianze che, dopo oltre un secolo, ancora permangono''.
Nel raccontare ''Poesie vecchie, poesie nuove, poesie dimenticate...'' Ludovica de Nava rivive ''la storia poetica e personale del nonno, soprattutto le emozioni e le passioni che ispiravano le sue giornate: l' amore per la povera gente e quello per la donna''.
Vincenzo De Cristo, storico e archeologo, nell' ''Antologia calabrese illustrata'', 1894, scrive che nelle ''poesie (di de Nava, ndr) c' è spontaneità di verso,armonia di concetti, bellezza di pensieri; c' è novità, originalità d' immagini''.
''Una cosa - scrive Ludovica de Nava -  è certa: dopo le prime composizioni poetiche ispirate dal lutto (la morte precoce del padre e di una compagna di giochi da bambino) e che esprimono un universo privo di speranza e di luce, la vena poetica di Giovanni de Nava si incanala in due filoni - l' intimo e il sociale - ben definiti e mantiene lo stesso carattere dal 1894 al 1931.
Giovanni de Nava (Reggio Calabria 1873-Roma 1931), attento studioso delle tradizioni popolari della Calabria, fin dal 1890 fondò e diresse giornali locali, il Giornale di Calabria e La Riforma, aderì al nascente partito socialista, propagandandone gli ideali di giustizia e equità sociale e combattendo ogni forma di sopruso e ipocrisia. Scrisse romanzi, racconti e libelli pubblicati a Roma, Firenze e Losanna. Dal 1895 , visse a Roma e fu redattore dell' Avanti! e dell' Asino, giornale politico e satirico che diresse negli anni della Grande Guerra e seguenti. Restò sempre fedele agli ideali marxisti e antifascisti''.
Il libro sarà presentato mercoledì 27 settembre 2017 alle 17 nella biblioteca comunale ''Pietro de Nava'' , via Tripepi 9,  Reggio Calabria.
Interverrano il sindaco della città Giuseppe Falcomatà, l' assessore alla pubblica istruzione, Anna Nucera, il dirigente del settore cultura, Umberto Giordano e il responsabile della biblioteca comunale, Antonino Lo Presto.
Presenteranno  Mario Bolognari, etnoantropologo dell' Università di Messina, Ludovica de Nava,  curatrice del volume, e l' editore Franco Pancallo.
Le letture saranno di Otello Profazio, cantautore e cantastorie, considerato il cantante dialettale più importante del Meridione.

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