‘’Ma questa sono io!’’.
Paulette Gardner, una bellissima ventenne, dagli occhi neri, intensi nello sguardo intelligente, i capelli neri, lisci, tagliati corti, alla maschietta, ad esaltare l’ ovale perfetto del viso, un corpo snello, scattante, flessuoso, integro, e’ eccitata nel riconoscersi in una vecchia foto dai colori sbiaditi, mai vista prima.
‘’Ma questa sono io!’’ ripete festosa mentre la tira fuori da una sgualcita busta dimenticata in una scatola di cartone nell’ armadio della nonna, Athin.
‘’Nonna, papa, mamma, guardate sono proprio io: oh come sono piccola. Quanti anni ho? Meglio, quanti mesi? Che bel pagliaccetto bianco’’.
Mostra a tutti la foto, orgogliosa nel riconoscersi, sebbene cosi’ piccola di eta’, graziosa e elegante nel suo pagliaccetto.
‘’Guarda Laurent quanto sono bella, anche se non ho i tuoi occhi di cielo’’ e mostra la foto al fratello, quattro anni in meno.
Alto nella media, Laurent ha un buon fisico, anche se ancora acerbo per la giovane eta’. E’, comunque, di corporatura solida, robusta, ma snella. Un bel giovanottino dagli occhi di un azzurro cielo, identici al suo bisnonno paterno, Louis, conosciuto solo grazie a un grande ritratto fatto nel giorno del suo matrimonio con la bisnonna Ninel, morta poco prima della sua nascita. Una donna, che ne’ lui ne’ Paulette possono ricordare, da tutti decritta come una persona dolce, affettuosa, ma in grado di farsi valere nella vita e nella professione di ostetrica.
Nell’ eccitazione del momento Paulette non ha notato che e’ in braccio a un uomo, sulla cinquantina, la barba rossiccia come i capelli, ricciuti, come quelli di Antony, suo padre, e di Laurent.
Osserva attentamente la foto: l’ uomo sconosciuto rassomiglia molto al padre e al fratello.
Non ricorda di avere mai sentito parlare di lui o di averlo visto tra le tante fotografie della nonna, del padre, e degli altri famigliari: i tre fratelli del babbo.
‘’Papa’ chi e’ l’uomo che mi tiene in braccio. Lo conosci? E tu nonna?’’.
Antony e la nonna non rispondono.
Non sentono o fanno finta. Continuano a parlare tra loro.
Paulette insiste.
Si avvicina e mette davanti ai loro occhi l’ immagine.
‘’E’ mio padre. Tuo nonno. Non lo ricordi perche’ se ne andato via quando tu avevi tre o quattro anni’’.
‘’Il nonno? Tuo padre? Perche’ non ho mai saputo di avere un altro nonno? Perche’ non ne ho mai sentito parlare?’’.
Una raffica di domande senza aspettare le risposte.
‘’Il nonno? Perche’ questo silenzio su di lui? A guardare questa foto sembra mi voglia molto bene. Osservate come mi stringe a se’. Il suo sguardo e’ pieno d’ amore. Parlatemi di lui. Come si chiama?’’.
La nonna Athin, quasi ottantenne, sta zitta, come Antony e Rosy, sua madre.
‘’Si chiama Peter, e’ andato a vivere tanti, tanti anni fa, in una citta’ lontana da Ivory, oltre il mare che ci separa dal resto del paese, sul continente. E’ stata una brutta storia. Non si parla di lui in questa casa per tanti motivi, difficili da spiegare con poche parole. Adesso vinci la tua curiosita’. Prendi la foto. Ti parlero’ di mio padre a casa, in un momento piu’ tranquillo’’.
Paulette e’ sconcertata, ma capisce che non e il momento di insistere. Comprende che la storia del nonno, della sua vita, il non averne mai saputo nulla, un segreto ben custodito per tutti questi anni, mai una foto in giro, sono legati a qualcosa che forse gli altri hanno voluto dimenticare. Aspetti tornati prepotentemente nella loro mente con la scoperta di quella foto, i colori sbiaditi, ma nitida nel mostrare un uomo piacente, giovanile, dal corpo atletico e robusto, dai modi gentili e delicati, almeno a vedere da come la tiene in braccio, e dallo sguardo adorante.
E’ curiosa di sapere.
Si frena.
Non insiste.
Quando il padre si irrigidisce nella sua decisione, non c’ e’ verso di smuoverlo.
Non vuole irritarlo inutilmente.
E’ vero, non e’ piu una bambina. Il babbo non puo’ piu’ molto su lei, ragazza dal carattere forte e risoluto, in grado di contrastare la durezza del padre, che, invece, ha sempre cercato di dominarla.
Ora e’ cresciuta. E’ all’ universita’. Studia giornalismo. Ama scrivere. Vuol fare la giornalista come lo zio John, fratello del babbo, un buon cronista televisivo, esperto di musica rock. Il babbo non puo’ imporle piu’ nulla. Sa come comportarsi. Non ha, come da piccola, quando spesso aspettava con ansia il ritorno a casa del padre, piu’ paura di lui.
Paulette e’ vivace, impulsiva, talora impetuosa, testarda. Sa come tenere testa al padre. Rifiuta di lasciarsi intimidire, come invece, fa la mamma tanto spesso, quando Antony ha i suoi scatti d’ ira, improvvisi, specialmente dopo avere bevuto qualche birra di troppo, e non solo.
Anche questo un lato non molto conosciuto del padre.
Un problema che anche la madre non vuole affrontare.
Paulette sa che in questo momento non riuscirebbe ad ottenere nulla, se non la collera del babbo.
Ormai ha imparato a sapere attendere per riuscire ad avere quello che vuole.
Desidera conoscere la storia del nonno. Sa che riuscira’ a raggiungere il suo scopo.
Pensa, comunque, che e’ strano che tutti, dalla nonna al padre, alla mamma, agli zii, ai cugini, non abbiano mai parlato di nonno Peter. E’ come se tutti, soprattutto la nonna, lo abbiano cancellato dalla loro vita.
Non riesce a capire perche’, quali cause abbiano provocato cio’. Quale arcano nasconde la scomparsa, la rimozione di nonno Peter?
Prima di tornare a casa, comunque, porta via la foto di lei con il nonno. La mette in un libro di storia del giornalismo.
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