La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

giovedì 21 ottobre 2010


sabato 10 luglio alle ore 18.30 - 11 novembre alle ore 0.00
Cagliari, Centro Comunale d’Arte e Cultura Lazzaretto
La Sardegna come crocevia di scambi tra sistemi di vita e culture dei popoli del Mediterraneo. Una visione che ai primi del Novecento rapisce Emilio Salgari, il grande scrittore d’avventura, che tra 1903 e il 1904 ambienta in Sardegna il romanzo “Le pantere di Algeri” e il racconto “La pesca dei tonni”, e che oggi è riportata alla luce a Cagliari dalla mostra internazionale “Vele, tonni e scimitarre - Avventure salgariane nel Ma...r di Sardegna”. Quello che è il più grande evento espositivo dell’anno nell’isola, sarà inaugurato sabato 10 luglio, alle ore 18.30, al Centro Comunale d’Arte e Cultura Lazzaretto (in via dei Navigatori), dove resterà aperto fino all'11 dicembre.

Curato e organizzato dalla Thorn & Sun Communication di Cagliari in collaborazione con lo Studio Vassallo di Torino, “Vele, tonni e scimitarre” si sviluppa su circa 1000 metri quadrati con un allestimento che per imponenza ricorda quello di un’opera lirica e che promette di farsi vivere dal visitatore come un appassionante romanzo d’avventura. Spettacolari scenografie (progettate dall’architetto Stefania Vola), realizzate ad hoc per ricreare il clima coinvolgente dei racconti salgariani, accolgono un corredo di dipinti, armi, gioielli e abiti datati tra il XVII e il XIX secolo provenienti da diverse regioni italiane ma anche da Libia, Tunisia e Marocco; e poi modellini e diorami, illustrazioni e quadri moderni, foto, filmati e diverse postazioni tecnologiche e multimediali, come quella del libro virtuale.

L’allestimento internazionale, con la consulenza storico scientifica di Alberto Contu, prende spunto dal fatto letterario e sviluppa quello storico di un dialogo culturale millenario, che lega i destini di due civiltà vicine, il Maghreb, ovvero “l’Isola del sole che tramonta” (dall’arabo Djazirat al Maghri) e l’isola dei sardi. È un viaggio alla scoperta della Sardegna costiera e del Maghreb descritti dalla penna immaginifica di Salgari.

In “Le Pantere di Algeri” lo scrittore veronese, nato nel 1862 e morto suicida nel 1911, ambienta l’antefatto di una storia seicentesca di cappa e spada e d’amore nell’Isola di San Pietro: durante l’assedio del castello sardo dei Santaflora, lo schiavo moro Zuleik rapisce la giovane contessa e la trascina ad Algeri. Il barone di Sant’Elmo, Cavaliere di Malta e fidanzato della contessa, si mette in mare per liberarla. Aiutato dai “lupi di mare” di Cagliari, dopo uno scontro navale con la formazione piratesca delle Pantere di Algeri, riesce a sbarcare nella città in incognito. Qui, tra grandiosi palazzi, superbe moschee, bazar opulenti, luoghi di martirio, donne misteriose, harem, danze di dervisci, si snoda la parte maghrebina della trama fino alla rocambolesca liberazione della bella principessa.

Ne “La pesca dei tonni”, invece, Salgari colloca la storia ad Alghero (ma in realtà si riferisce a Carloforte) e ricostruisce la Sardegna con tratti documentaristici, scegliendo il tema della pesca in mare, e porgendo al lettore un ritratto dei sardi come gente operosa e proiettata verso l’orizzonte blu del Mediterraneo.

Ed è proprio da questa ambientazione che prende il via l’itinerario all’interno dell’immaginario salgariano. La prima sala della mostra, non a caso, è quella denominata “Tonnara”, in cui viene rievocata anche la “camera della morte”, il luogo crudo e carico di pathos dove si compie la mattanza dei tonni secondo una tecnica tradizionale sopravvissuta nei secoli. In questo spazio ci si immerge in un paesaggio marino, tra litorali, barche e pescatori. Alle pareti, su schermi inglobati nella scenografia è visibile una sequenza fotografica assolutamente inedita di 160 scatti realizzati (da Giovanni Manca) durante l’ultima mattanza a Carloforte. La storica e rinomata tonnara dell’isola di San Pietro, rimasta l’unica ancora attiva in Sardegna, partecipa attivamente alla mostra con un raro filmato della mattanza di alto valore documentaristico commissionato negli anni Sessanta (visibile da un’installazione video) e con due acquarelli (dedicati ovviamente alla pesca dei tonni) della collezione della società che la gestisce, la Ligure Sarda.

L'avventura di "Vele, tonni e scimitarre" prosegue nell'ampia sezione della mostra dedicata al mondo avventuroso de “Le Pantere di Algeri”. E qui sono riprodotte, in tre sale, intitolate "Castelli sul Mar di Sardegna", "Battaglie in mare" e "Maghreb ed Algeri", le tre grandi ambientazioni del libro di Salgari. Attraversare questi ambienti, anche grazie all'accurato impianto scenografico che ricrea torri, castelli, scogliere, ma anche lussureggianti palazzi, fortezze e moschee, sarà come entrare nell'avvincente trama salgariana, partendo dalla parola scritta del romanzo e confrontandola con decine di “reperti” esposti e riconoscibili nella storia narrata dallo scrittore.

Tra questi gli importanti contributi giunti grazie ai prestigiosi rapporti di collaborazione che gli organizzatori della mostra hanno stretto con vari enti e istituzioni. Dal rapporto privilegiato con l'antico Sovrano Militare Ordine dei Cavalieri di Malta (e in particolare con la delegazione per il Piemonte e la Valle d’Aosta), ad esempio, arrivano sette preziosi dipinti che proiettano il visitatore nel mondo descritto da Emilio Salgari, tra cui “La flotta dell’Ordine di Malta”, un pregiato olio del XVIII secolo, due ritratti di Cavalieri di Malta e due acquarelli che rappresentano battaglie marinare, tutti risalenti alla metà del 1600.

Grazie alla collaborazione con l'Ordine religioso di Santa Maria della Mercede, la mostra ospita una statua lignea della Madonna di Bonaria, fedele riproduzione di quella che, secondo la credenza religiosa, approdò sulla spiaggia antistante l'attuale Basilica cagliaritana, il 25 marzo del 1370, ispirando la costruzione del Santuario e una profonda devozione popolare, e diventando protettrice dei Mercedari, l'ordine religioso tradizionalmente votato alla missione di riscattare dalla schiavitù i Cristiani fatti prigionieri dai mori.

La potente evocazione della cultura del Maghreb arriva da un'altra partnership importante: quella con la Fondazione "Orestiadi", istituzione nata a Gibellina in seguito alla distruzione del paese siciliano da parte del terremoto del 1968, e alla sua ricostruzione grazie all'apporto di alcuni dei maggiori artisti italiani e stranieri. Dalle collezioni di questa istituzione culturale, esposte nei suoi due musei (il "Museo delle trame Mediterranee" proprio a Gibellina, e quello nel Palazzo Bach Hamba, nella Medina di Tunisi) arrivano a Cagliari vestiti e gioielli ottocenteschi provenienti da Libia, Tunisia e Marocco, tra cui un preziosissimo abito nuziale tunisino.

A tutto questo vanno aggiunti i pezzi provenienti da collezioni private, quasi piccole mostre nella mostra, come le armi antiche (del collezionista Giovanni Maria Cannas), una ventina, tra fucili e pistole a pietra focaia, balestre, lance, spade e spingarde datate tra il 1600 e 1700, provenienti dall'Europa e dal Nord Africa. Oppure i diorami realizzati da Mario Cannas e Rita Monagheddu, fedeli riproduzioni di fortificazioni costiere della Sardegna e del Bedesten, l'antico mercato degli schiavi di Tunisi. O ancora i modellini di navi, copie in scala dei velieri su cui lo scrittore avrebbe ambientato le sue avvincenti battaglie in mare, e alcuni rari esemplari di libri di Salgari, tra cui un rarissimo volumetto illustrato de "La pesca dei tonni" stampato nel 1937.

Nelle sale dedicate a "Le Pantere d'Algeri" non ci sono solo reperti, ma anche alcuni moduli scenografici virtuali come i "magic box", attraverso cui si possono ascoltare brani di conversazioni d’amore tratte dalla scrittura di Salgari e scoprire i segreti del mondo arabo, come la danza rituale dei dervisci e le camere delle torture. Particolarmente suggestivo nell'evocare la sensazione di sfogliarlo fisicamente con un semplice click il “libro virtuale”, collocato nella grande sala al piano superiore: inserito in una sorta di grande leggìo, un maxischermo da 46 pollici permette ai visitatori di leggere le 52 pagine in grande formato di un fumetto degli anni Trenta tratto proprio dalla storia delle “Pantere d’Algeri” di Salgari. Intorno a questa postazione trovano spazio ancora disegni d’autore, realizzati appositamente per la mostra dai maestri del fumetto Jacques Ferrandez e Sergio Toppi, le illustrazioni dei grandi disegnatori salgariani dei primi anni del Novecento, come Gennaro Amato e Mario D‘Antona, e i quadri ispirati al Maghreb della giovane pittrice torinese Donatella Ribezzo.

Il viaggio nel mondo di Salgari prevede anche una sezione dedicata al cinema ispirato ai romanzi dello scrittore veronese. Delimitata da un tendaggio arabescato, trova posto una piccola sala di proiezione che propone a ciclo continuo un montaggio di sequenze tratte dai film “I pirati della Malesia” (1941) di Enrico Guazzoni, “I tre corsari” (1952) e “Jolanda la figlia del corsaro nero” (1953) di Mario Soldati, e da “Sandokan” (1976), il popolare sceneggiato televisivo diretto da Sergio Sollima. La selezione è a cura del critico cinematografico Elisabetta Randaccio, in collaborazione con la Cineteca Sarda – Società Umanitaria di Cagliari e il suo direttore Antonello Zanda.

Dopo l’inaugurazione del 10 luglio, “Vele, tonni e scimitarre” vivrà un secondo appuntamento di rilievo a settembre, con la presentazione del catalogo della mostra curato da Giorgio Pellegrini. Per i più piccoli, invece, è stato realizzato un album da colorare, con disegni ispirati alle rappresentazioni salgariane della Sardegna e della civiltà maghrebina. In autunno sono previste la presentazione dell’iniziativa alla scuole e la realizzazione di laboratori tematici.

“Vele, tonni e scimitarre - Avventure salgariane nel Mar di Sardegna” è un progetto promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Cagliari nell’ambito del programma di eventi espositivi presso i centri d’arte cittadini nel 2010. La mostra si avvale del contributo della Regione Autonoma della Sardegna - Presidenza e Assessorato alla Pubblica Istruzione, Beni Culturali, Sport, Spettacolo e Informazione – e del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, ed è patrocinata dalla Delegazione Granpriorale della Sardegna del Sovrano Militare Ordine di Malta, dalla Fondazione Orestiadi, dall’Istituto italiano di Cultura all’Estero di Tunisi, dal Museo Comunale "Turcus e Morus" di Gonnostramatza, nonchè dai Ministeri della cultura della Tunisia e dell’Algeria e dell’Ordine dei Mercedari della Basilica di Bonaria.

La mostra è aperta al pubblico dal martedì alla domenica dalle 9 alle 13 e dalle 17 alle 21 (orario estivo). Il biglietto d'ingresso intero costa tre euro, il ridotto due.

“Vele, tonni e scimitarre - Avventure salgariane nel Mar di Sardegna” rientra nell’ambito della convenzione Karalis Card. Per informazioni sulla carta integrata per l'accesso illimitato, gratuito o scontato, ai luoghi della cultura del Comune di Cagliari (oltre al museo Arca del Tempo Cuccuru Nuraxi, a Settimo San Pietro, in Provincia di Cagliari) e all'intera rete di trasporto pubblico locale gestita da CTM, visitare i siti www.karaliscard.it e www.camuweb.it, oppure telefonare ai numeri del Consorzio Camù 070 64 02 115 - 346 66 75 074 (dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13), o scrivere a info@karaliscard.it - marketing@camuweb.it.

Per informazioni:
tel. +39 070 3838085
fax +39 070 372055
E-mail: lazzaretto2000@tiscali.it

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