Una sera Hannah e’ ancora nel suo ambulatorio di chirurgia e medicina estetica.
E’ sola e e’ appena andata via l’ ultima cliente, l’ ultimo appuntamento della giornata.
E’ ancora nel suo studio, deve fare come d’ abitudine alcune telefonate alle sue clienti operate la mattina prima. Ne avra’ ancora per un paio d’ ore prima di rientrare a casa. Le sue giornate di lavoro durano sempre a lungo.
Emma ha quasi sessant’ anni ed e’ laurea da quasi quaranta. E’ una affermata professionista, ma la sua organizzazione della sua attivita’, come sempre del resto, e’ incasinata. Per questo poi, ogni tanto si imbufalisce e afferma sempre che le mancano alcune ore: da dedicare a se’, allo studio, al riposo, alla casa.
Sta per comporre il primo numero telefonico quando sente il trillo del campanello.
Suonano alla porta.
Va ad aprire e si trova davanti una bellissima ragazza. Una di quelle giovani donne che chissa’ per quanto tempo non avranno bisogno di lei e delle sue cure estetiche.
Dopo avere risposto affermativamente alla domanda se fosse la dottoressa Hannah Eurem, la fa entrare e accomodare nel suo studio.
E’ abituata a ricevere anche fuori orario. Non ha mai avuto la forza di rifiutare visite, anche quando stanchissima. La sua disponibilta’ e’ stata sempre apprezzata da tutti.
Sta per chiedere il motivo della visita, fuori appuntamento, e vorrebbe puntualizzare di fare presto perche’ ha altri impegni. Non ne ha il tempo. La giovane donna senza indugi entra subito nel v ivo della questione.
‘’Non sono qui per una visita o un consulto’’ dice, dopo aver detto di chiamarsi Paulette.
‘’E’ una vicenda molto personale’’ continua ‘’e riguarda lei e me. Sono la nipote di Peter, il suo compagno. Solo pochi giorni fa e’ saltato fuori questo nonno, che mi e’ stato tenuto nascosto per sedici anni. Non so molto. In famiglia sono reticenti. Mi hanno raccontato alcuni aspetti della sua vita, della sua storia. Ma io voglio saperne di piu’. Ho saputo, dopo molte resistenze, che lei e’ stata la sua donna. Eccomi qua per parlare di lui’’.
Hannah e’ sbigottita.
Peter e’ sempre presente e lei non ha mai smesso di portare all’ anulare la fedina con brillanti che lui le ha regalato a testimonianza del suo amore.
Hannah e’ sorpresa. Non aspettava una simile richiesta. Tace.
Guarda questa ragazza che con fare schietto le chiede di Peter. Ora che la osserva bene vede nei suoi tratti del viso qualcosa che le ricorda il suo Peter, la sua malattia, l’ unico uomo con il quale ha convissuto e con il quale aveva desiderato e stabilito di sposarsi.
‘’Non e’ facile parlare di Peter, l’ uomo piu’ dolce e affascinante che abbia conosciuto. L’ uomo del quale sono stata sempre attratta, fisicamente e spiritualmente, nonostante i suoi difetti. Una persona…, la piu’ importante della mia vita. Un uomo che qualche volta ho avuto paura di perdere per averlo trascurato un po’, per non avere goduto appieno cio’ che mi ha dato. Tenero, adorabile, pauroso Peter, che rifuggiva gli ostacoli, ma che ha avuto il coraggio di scegliermi. Due volte. Di questo gliene sono grata’’.
Paulette ascolta. Guarda questa donna, ancora giovane, piacente, attraente e bella. L’ eta’ sembra non averla colpita.
‘’Per una volta al diavolo le telefonate ai miei clienti. Se hanno bisogno possono chiamarmi al cellulare. Hai tempo? Hai un orario fisso per rientrare a casa?’’.
Dopo che Paulette ha risposto che puo’ tardare e chiesto di poter telefonare ai genitori per dir loro di non preoccuparsi per il ritardo perche’ da una amica, Hannah le propone di andare a casa sua per mostrarle alcuni ricordi di Peter, i suoi scritti, le sue poesie d’ amore, una sorta di diario della loro storia e della sua vita.
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