“Prestami una vita”Zanata esce dal video
di Cristiano Sanna
da Sardinews
Opera prima del noto giornalista dell’emittente Sardegna 1
Quante vite abbiamo a disposizione? Quanto volte possiamo reinventarci come persone e provare a iniziare una nuova esistenza? Chi ci dice che la nuova strada sarà finalmente quella giusta? È il filo rosso che regge la trama di Prestami una vita, romanzo d’esordio di Gianni Zanata. Classe 1962, chitarrista autodidatta appassionato di blues con un passato in piccole e misconosciute band, giornalista televisivo di Sardegna 1 per cui ha firmato notiziari, reportage, inchieste, documentari, rubriche varie oltre a essere uno dei mezzobusti del telegiornale regionale, Zanata mette su carta la storia di Duilio Settembrini, uomo che vive felice e irresponsabile nel caos, con una vita a pezzi malgrado la situazione non sembri farlo disperare per niente. Finché la rottura di una grande amicizia con una lesbica con la quale divideva l’abitazione, e la telefonata di uno sconosciuto, non danno una svolta a giornate tutte uguali, consumate in una calma piatta tra vecchi vinili e pensieri in libertà al sole.
Quando si è scoperto narratore?
“Non mi considero uno scrittore. Sono piuttosto un praticante, uno che sta facendo un nuovo apprendistato. Da tanto tempo scrivo anche al di fuori della redazione, testi vari, racconti più o meno terminati, ma non avevo mai avuto il coraggio di far leggere le mie cose agli altri. Poi una cerchia sempre più ampia di amici ha avuto modo di dare una scorsa a questa storia che avevo completato. Il loro entusiasmo mi ha fatto venire voglia di tentare la strada della pubblicazione. L’incontro col team delle edizioni Rebus ha fatto nascere Prestami una vita. Era l’editore perfetto per me. Lontano dagli obblighi di scrivere di cose sarde che ti impongono le case editrici isolane, soprattutto lontano da quei giochi di amicizie eccellenti e onerose commissioni pagate ad agenzie letterarie per avere l’attenzione dei grandi marchi editoriali nazionali”.
Quanto c’è di Gianni Zanata in Duilio Settembrini, il protagonista del romanzo?
“Se dico il cinque per cento è tanto. Direi che l’unica vera affinità fra me e lui è nell’amore per la musica, soprattutto il blues. E per i viaggi”.
La svolta per Duilio come arriva?
“Nel libro di svolte ce ne sono un paio. Fin dall’inizio, quando l’aereo su cui è a bordo sta per schiantarsi e lui stesso annuncia la sua morte. Da quel momento la storia procede a ritroso e ricostruisce quanto era accaduto precedentemente nella vita di Duilio, da quando litiga con l’amica lesbica Teresa fino alla telefonata che potrebbe cambiare per sempre la sua vita”.
Quale telefonata?
''Un uomo gli annuncia l’assegnazione di un’eredità che lo rende miliardario. In quel momento Duilio scopre un’altra vita, non solo per via dei soldi, ma anche perché apprende di avere in Francia una sorellastra la cui conoscenza spazzerà via molte ombre sul suo passato. Duilio resta fedele a se stesso, col denaro viaggia molto, aiuta gli amici musicisti, organizza feste pazzesche ben conscio che i soldi non lo renderanno mai felice. Si lascia succedere addosso le cose, con un misto di curiosità e disincanto. Inclusa la storia di sesso con la segretaria del notaio che gli annuncia la sua nuova condizione di miliardario. In quelle pagine faccio anche la parodia esagerata di certi luoghi comuni del porno”.
Perciò questa nuova vita è solo un prestito.
“Forse perché il grande cambiamento arriva troppo tardi, la possibilità di una svolta gli si presenta quando ha 35 anni, l’età in cui molte cose sono ormai andate. Perciò si ritrova con una carriera universitaria da eterno fuoricorso, la musica gli ha dato poche soddisfazioni, è orfano, ha vissuto per anni senza prendere posizione, senza schierarsi, la passione non lo ha mai divorato, spingendolo a dare tutto per una causa che trovasse veramente giusta, essenziale per lui”.
Un uomo senza qualità?
“Non direi. Piuttosto un misto di disincanto e capacità di lasciarsi soprendere dalle cose senza stare a costruirci sopra per forza grandi lezioni di vita, mantenendo sempre i piedi ben piantati per terra”.
Perfino quando si salva per miracolo dall’incidente aereo e si ritrova solo su una spiaggia in Messico?
“Perfino a quel punto, sì. Le cose accadono, punto e basta, e un po’ di sano fatalismo può davvero salvarti la vita”.
Duilio sembra essere un degno rappresentante dei ventenni dipinti oggi dai media.
“Non credo che i ragazzi non abbiano sogni e ideali, né che le loro emozioni siano concentrate solo negli sballi e negli eccessi. Avvertono un gran bisogno di proteggersi dal bombardamento di informazioni, di tutti i tipi, a tutte le ore, spesso contraddittorie tra loro, caratteristica tipica del tempo in cui viviamo. Cercano nuovi spazi di socializzazione, non a caso oggi esistono i cosiddetti social network, Internet è diventata la nuova piazza di incontro e non basta più mettere online una foto carina e nascondersi sotto una identità fittizia. Forse certe ideologie del passato sono scadute. Non è detto che non stiano emergendo nuovi valori, una nuova visione di vita. Nel mentre viviamo, è questo l’atteggiamento del protagonista del mio libro”.
L’attività di scrittore avrà un seguito?
“Non so bene come rispondere. In Prestami una vita ho riversato molte mie passioni, la musica e viaggi, ma anche tutta una mia personale mitologia fatta di letture e di film che ho amato. Si è chiuso un primo capitolo e ne sono contento. Alla fine rispondo come forse farebbe il mio personaggio: in futuro si vedrà, godiamoci questo momento”.
Sto divorando il libro,molto interessante e accattivante.
RispondiEliminaUn abbraccio.
Si interessante e accattivante, ma ... il Sk e' meglio ...
RispondiEliminaVale
Sto aspettando ancora...il tuo scritto,ozioso!
RispondiEliminaSto ancora aspettando la pubblicazione del precedente.
RispondiEliminaOzioso e permaloso...
Vale
Il precedente non mi piace!
RispondiEliminaPeccato era IRONICO... PAZIENZA PER IL SECONDO, la mia permalosita' e' cresciuta
RispondiElimina...Cosi' e' se mi pare!
Ok!
RispondiEliminaOk
RispondiEliminaspesso siamo noi stessi meridiononali che poniamo le basi per l'altrui diffidenza nei nostri confronti.
RispondiEliminala campania e' una barca che sta affondando, noi spesso ne allarghiamo la falla...
INTELLETTUALI CAMPANI: ELOGIO DELLA DECADENZA
ne parlo nel mio blog.
Complimenti nuovamente per tuo figlio.Senza far troppo ingelosire il SK però!
RispondiEliminaGrazie Lliri, il SK ormai diversamente giovane si sta abituando alla notorieta' del figlio.
RispondiEliminaVale