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martedì 8 febbraio 2011

Pier Luigi Alvau legge la poetessa americana Sara Teasdale


LuogoSala Manno
Via Marconi n. 10
Alghero, Italy




 
Con la serata interamente dedicata alla poetessa americana Sara Teasdale (*), il prossimo lunedì 14 febbraio Pier Luigi Alvau va a celebrare incidentalmente la festività di San Valentino.

Una coincidenza quella di quest’anno che non poteva passare inosservata, anche perché nel corso delle sei edizioni de I Lunedì con la Poesia Alvau è sempre stato attento nel riservare all’interno della programmazione il legittimo spazio sia a p...oetesse italiane che straniere, chiamando spesso al suo fianco – anche e soprattutto quest’anno – delle interpreti femminili.

La lettura e l’interpretazione viene affidata in questa occasione a Rita Cadoni, Adelina Farina, Cinzia Paolucci e Nicoletta Jannetta che nel corso della stagione hanno affiancato Pier Luigi Alvau nei suoi Lunedì (vedi foto). Ognuna di loro leggerà, alternandosi con Alvau, più poesie dell’autrice in programma.

(*) L’esistenza di Sara Teasdale (1884-1933) è una parabola d’amore per la poesia e per la vita. L’angoscia di non essere più all’altezza né dell’una né dell’altra la portò al suicidio a quarantanove anni. Pura voce del più cristallino lirismo novecentesco, dagli anni Quaranta la Teasdale cadde nel dimenticatoio, in attesa di una rivalutazione in patria e, in Italia, addirittura di una completa scoperta. Sara Teasdale non è stata una sperimentalista, un’avanguardista. Secondo molti fu più vicina alla sensibilità ottocentesca delle poetesse cui guardava con ammirazione, prime fra tutte Christina Rossetti ed Emily Dickinson. Quest’ultima può essere considerata un comune denominatore di tutte le poetesse americane del Novecento che a lei guardano come prima grande voce maestra.
Dietro i versi della Teasdale, taglienti ma melodici, dietro la sua dolcezza, che non di rado si tinge d’ironia e cela una profonda amarezza, è una fine ricerca linguistica: la ricerca della parola, del vocabolo esatto e insieme di una musicalità mai banale. Consapevole della sua eccezionalità, dichiara in un’intervista: “Per quanto riguarda il mio lavoro, credo che la parte migliore stia nelle poesie brevi e direi quasi eccessivamente semplici. Provo a scrivere di ciò che mi commuove. Non mi importa di sorprendere il lettore. Evito, semplicemente perché non mi piacciono, le parole assenti dalla lingua parlata, e tutte le inversioni di parola o frase”.

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