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giovedì 27 gennaio 2011

E' morto a 91 anni Mario Scaccia Grande protagonista del teatro italiano

LUTTO

E' morto a 91 anni Mario Scaccia
Grande protagonista del teatro italiano

Era ricoverato al Gemelli dalla fine di dicembre, per un piccolo intervento, poi sono sopraggiunte una serie di complicazioni, e la fine. L'ultimo spettacolo, al Teatro Arcobaleno di Roma, è stato "Interpretando la mia vita". In scena da 70 anni, è stato un grande interprete dei classici e dei contemporanei, da Moliere a Miller. Al cinema ha recitato con  Blasetti e Risi

di ROSARIA AMATO ROMA - È morto stanotte, al Policlinico Gemelli di Roma, l'attore Mario Scaccia, uno dei maestri del teatro italiano, protagonista anche di una lunga lista di film d'autore. Aveva appena compiuto 91 anni, il 26 dicembre. Era stato ricoverato prima di Natale per un piccolo intervento ma poi, a causa di una serie di complicazioni, non è più uscito dall'ospedale. L'ultimo spettacolo che ha messo in scena, al teatro Arcobaleno, è in effetti un addio, un tributo a tutta la sua vita intitolato appunto "Interpretando la mia vita", tratto dall'omonimo libro di memorie scritto dallo stesso attore.

Scaccia, nato a Roma nel 1919, inizia presto la sua carriera di attore, come si legge nella biografia pubblicata sul suo sito ufficiale 1 (che include anche un blog molto frequentato dai fan dell'artista): "Appena reduce della seconda guerra mondiale s'iscrive nel 1946 all'Accademia d'Arte Drammatica di Roma, per poi esibirsi nel 1948 con la compagnia di Anton Giulio Bragaglia al Teatro Ridotto di Venezia". In effetti, confessò molto più tardi in un'intervista, all'Accademia aveva corso il rischio di non essere preso: "Dovetti partire per la guerra d'Africa dove ero ufficiale e organizzavo spettacoli per gli altri soldati. Quando sono tornato ho deciso di tentare con l'Accademia, ma non ero nell'elenco dei partecipanti alle selezioni e non mi avrebbero mai preso, però incrociai Silvio D'Amico e gli dissi che venivo dal Marocco: mi dovettero prendere per forza, ero un reduce".

Finita l'Accademia, prosegue la biografia ufficiale di Scaccia, "inizia quindi una vera attività professionale, dividendosi fra teatro leggero e teatro di prosa, recitando accanto ad attori come Vittorio Gassman, Macario, Lamberto Picasso, Memo Benassi, Isa Pola, e Nino Besozzi. Nel 1961 costituisce con Franco Enriquez, Valeria Moriconi e Glauco Mauri la celebre Compagnia dei Quattro".

Il repertorio di Scaccia è quanto mai ampio: ha recitato tutti i classici, Moliere, Goldoni, Lonesco, Pirandello, Courteline, Feydeau, O'Neill, Stoppard, Arthur Miller. Tra i personaggi che gli furono più cari Polonio in Amleto, Shylock nel Mercante di Venezia, Fra Timoteo nella Mandragola, e il Chicchignola di Petrolini, suoi grandi cavalli di battaglia. Su Polonio, vale la pena di ricordare un aneddoto: negli anni '60 interpretò questo ruolo in un Amleto di grandissimo successo anche
internazionale, che ebbe per protagonista Giorgio Albertazzi e per regista Franco Zeffirelli. Fu in quell'ambito che un critico rimproverò bonariamente all'attore di recitare la parte di Polonio "come se fosse lui il protagonista" del capolavoro di Shakespeare. E Scaccia replicò con un telegramma tagliente e spiritoso: "Non sapevo che fosse Amleto il protagonista. Firmato Polonio".

Al cinema ha interpretato numerosi film di Alessandro Blasetti, a partire dai primi anni '50, ma ha anche recitato con Luigi Zampa, DIno Risi, Pasquale Festa Campanile, Alberto Lattuada, Elio Petri, Mauro Bolognini, Steno, Lina Wertmuller. L'ultima interpretazione sul grande schermo è stata Gabriel, nel 2001, con la regia di Maurizio Angeloni.

Molti l'hanno definito come l'erede di Petrolini, ma in effetti Scaccia è stato molto di più, un uomo di teatro e di spettacolo nel senso più completo del termine, rimasto sul palcoscenico fino alla fine. Come tutti i grandi attori, in effetti aveva annunciato il ritiro moltissime volte. In un'intervista del 2007 dichiarò sconsolato: "Il teatro non c'è più perché non c'è più il pubblico". Ma poi aggiunse: "Purtroppo io vivo di teatro". Si è allontanato in effetti dall'ultimo spettacolo in scena, un mese fa, solo per andare in ospedale. Pensare che aveva annunciato un parziale ritiro dalle scene ("Reciterò solo nella mia città, a Roma", aveva detto) già quando aveva compiuto 78 anni, lamentando quanto le tournée fossero faticose per lui: "Per i vecchi non c'è posto", si era lamentato. Ma poi era in scena regolarmente, e non solo a nella capitale.

Una carriera davvero lunghissima: "Sono salito sulla scena per la prima volta a 3-4 anni. - aveva confessato in un'intervista a Repubblica - Mia zia, filodrammatica, aveva bisogno di una bambina, e io avevo i capelli lunghi". Una carriera anche piena di soddisfazioni e di successi, eppure, raccontava sempre l'attore, "per il teatro mi sono venduto la casa più volte". Nonostante il cinema e anche la televisione: Scaccia fu anche una protagonista della grande stagione degli sceneggiati della Rai. Ma negli ultimi anni della sua vita parlava assai male del piccolo schermo: "Non guardo mai la televisione. Non c'è mai niente di interessante". Del resto anche il giudizio sul teatro negli ultimi anni era sconsolato: "E' uscito dalla porta di servizio e non si sa che fine abbia fatto. Quello che lo sostituisce non è teatro".

I suoi 90 anni vennero festeggiati con una festa memorabile al Teatro Valle, a Roma: anche in quell'occasione Scaccia annunciò l'ennesimo addio al palcoscenico, sostenendo che non avrebbe potuto "recitare con il bastone". Alla sua città fu sempre molto vicino: le sue maschere romane sono state definite "una grande metafora sui mali dell'uomo, sulle sue debolezze, contraddizioni e confusioni". Di Roma accettava tutto, anche gli aspetti negativi. All'intervistatore che, qualche anno fa, gli ricordava la sporcizia per le strade della capitale, replicava: "Ma deve essere sporca. Roma non è mai stata dei romani: anche ai tempi di Marziale era la capitale del mondo ed era sporca".

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