La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

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Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

giovedì 24 marzo 2011

Pier Luigi Alvau nella rassegna I LUNEDÌ CON LA POESIA, legge Paul Verlaine


ALGUER  CULTURA
             
Dopo il più che lusinghiero riscontro del recital di appena due settimane fa interamente dedicato ai testi e alle musiche di Luigi Tenco, a cui ha partecipato Paolo Zicconi accompagnato da un impegnato gruppo strumenta Pier Luigi Alvau proporrà il prossimo lunedì 28 marzo, con la sua rassegna I LUNEDÌ CON LA POESIA,  le, una serata in cui verranno lette ed interpretate le opere più significative di Paul Verlaine (*).
 
La rassegna, ormai giunta alla sesta edizione annuale consecutiva, con all’attivo oltre sessanta serate interamente autoprodotte, continua la propria programmazione inaugurata, per la stagione in corso,  nel mese di novembre 2010 e che andrà a concludersi nel prossimo mese d’aprile.

È un dato di fatto che i LUNEDÌ di Alvau stanno stimolando in tutta la Sardegna il fiorire di altre iniziative che – col positivo intento di emulare la consolidata rassegna del lunedì algherese – si cimentano nel proporre pubbliche letture (poetiche e non) con relative performances di autori ed interpreti non solo locali, che necessitavano di un’iniziativa apripista per venir fuori ed affacciarsi, più o meno timidamente, in pubblico.

In questa occasione la voce femminile che farà da corollario all’interpretazione di Pier Luigi Alvau sarà quella della poetessa Cinzia Paolucci che leggerà alcuni fra i più sublimi poemi di Paul Verlaine.






Dove: Alghero, Sala Manno, Via Marconi n. 10
Quando: Lunedì 28 marzo 2011, ore 20,30
Info: Alguer-Cultura
tel. (0039) 349 3049093





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ALGUER  CULTURA
Produzioni, Promozioni e Diffusioni Culturali
Via Nuoro n. 8 - 07041 ALGHERO  tel. 349 3049093  e-mail: alguer.cultura@tiscali.it
 (*)  Paul Verlaine  (1844-1896) cominciò fin da ragazzo a scrivere poesie ed entrò in contatto con i circoli poetici contemporanei. Si rivelarono in quegli anni alcuni tratti della sua complessa personalità, manifestando una sorta di dualismo che lo spinse ora verso delicate effusioni del sentimento, ora verso improvvise brutalità. Nei Poèmes saturniens (Poemi saturnini, 1866), ad esempio, è evidente l’influsso “maledetto” di Baudelaire, mentre nelle Fêtes galantes (Feste galanti, 1869) traspare una delicatezza quasi settecentesca, pervasa da un’inquietudine decadente. Il matrimonio con Mathilde Mauté de Fleurville, combinato dalla madre nel tentativo di sottrarlo alla “bohème”, gli ispirò i versi di La bonne chanson (1870); tuttavia il matrimonio non durò, minato dagli eccessi del poeta e infine travolto dalla sua tormentata relazione con il giovane poeta Rimbaud. Nella raccolta La bonne chanson nella quale Verlaine cantò, illuso, l’equilibrio e la pace raggiunti con l’amore e il matrimonio. La tempestosa relazione con Rimbaud si concluse tre anni dopo in Belgio con il colpo di pistola che Verlaine sparò al giovane poeta quando questi decise di rompere il legame. Le conseguenze non furono tragiche, ma Verlaine venne incarcerato a Bruxelles. Queste circostanze contribuirono ad una profonda crisi religiosa espressa dall’autore in Romances sans paroles (Romanze senza parole, 1874). Scontata la pena insegnò per qualche anno all’estero e diventò agricoltore manifestando pentimento e buoni propositi (Sagesse – Saggezza, 1881). Ricadde tuttavia in disordini di ogni tipo, cedendo anche all’alcoolismo. Ritornato a Parigi divenne figura di primo piano del nascente decadentismo e del pre-simbolismo. La raccolta Sagesse gli stava procurando fama e un posto di rilievo nel dibattito culturale di fine secolo. Nel 1884 pubblicò la raccolta di saggi Les poètes maudits (I poeti maledetti) in cui esaltò i poeti oscuri e irregolari, decisi a confinarsi tra rivolta ed emarginazione: Rimbaud, Mallarmé, Corbière, Villiers de l'Isle-Adam e se stesso (dietro l'anagramma di Pauvre Lelian), e una serie di poesie in cui si alternano la vena religiosa (Liturgies intimes – Liturgie intime, 1892; Elégies - Elegìe, 1893) e quella crudamente erotica (Parallèlement – Parallelamente, 1889; Chair – Carne, 1896); versi squisitamente spirituali (Bonheur – Felicità, 1891) e versi diabolicamente ambigui (Chansons pour elle – Canzoni per lei, 1891). Trascinò gli ultimi anni della sua vita da un ospedale all'altro, tra miseria e relativo benessere, a seconda della fortuna del momento. Morì povero, in un ospedale di Parigi. Preludendo a certe tendenze del simbolismo, Verlaine lavorò sulla musicalità del linguaggio, cercando di evocare invece che descrivere, di tradurre le sensazioni in puro suono, di dissolvere la realtà in una sensibilità morbosa e suggestivamente sfocata, in un respiro febbrile e vibrante.



PROGRAMMA





  • Versi aurei
  • Aspirazione
  • Inerzie
  • Canzone d’autunno
  • L’angoscia
  • Notte di valpurga classica
  • Una gran dama
  • L’usignolo
  • Serenata
  • Una dalia
  • Pattinando
  • La canzone delle ingenue
  • A Climene
  • Alla principessa Roukhine
  • Seguidilla
  • Le care mani che furono mie
  • Auburn
  • Alla signorina ***
  • Lombi
  • Eccovi, eccovi, poveri buoni pensieri
·         A Charles de Sivry
·         A G…
·         Gusti regali
·         Circospezione
·         Alla signora ***
·         In quel caffè gremito d’imbecilli
·         Il sonetto del buco del c…
·         Consiglio buffo
·         Compagna saporita e buona
·         Non mi piaci agghindata
·         Pattinava meravigliosamente
·         Stanotte ho sognato di te
·         Ma dopo le meraviglie
·         Quei versi dovettero essere scritti
·         Ricco ventre che mai ha concepito
·         Non mi occorre più che un’aria di flauto
·         Quando andremo
·         Tu credi ai fondi di caffè
·         Mi dicono vecchio, ma chi?
·         Risveglio




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