L’ oscurita’ della sera sta abbracciando il giorno.
Sei li’, davanti a me. Improvvisa apparizione. Cammina leggera sull’ erba del giardino.
Il tuo procedere e’ lento. Sembri camminare come su una passerella di una sfilata d’ alta moda. Avanzi. Ti fermi. Mi guardi. Riprendi a sfilare.
Hai indosso un bellissimo vestito smeraldo. Trasparente. Lasci intravedere, maliziosamente.
Ti avvicini senza timore. Il tuo corpo entra in contatto con il mio. Mi sembra che cerchi questa intimita’. Ti tocco. Sei nelle mie mani. La tua pelle e’ bagnata dall’ acqua che ha calmato l’ arsura dell’ erba del giardino.
Strana sensazione.
Le mia dita, delicatamente, ti accarezzano. Ho paura di rovinare la tua pelle, chiara, trasparente, che riluce sotto il tuo vestito smeraldo.
‘’Benvenuta nel mio piccolo nido’’, dico.
Non risponde.
Scott e Honey, i miei cani, da un angolo del patio, osservano incuriositi. Non si avvicinano.
Ko Chav, la gatta, la fissa con occhi inquietanti. Sta lontana. Aspetta.
Nell’ accarezzarla sento un brivido arrivare al cervello. Sensazione nuova.
I suoi grandi occhi sono su me.
Ormai e’ buio. Tutto e’ molto tranquillo.
Decide di andare via.
Si libera dalla mie mani.
E’ sul prato. Distesa. Cerca il fresco dell’ acqua che ancora avvolge in un tenero abbraccio i fili d’ erba.
Una scena ingombra di ricordi delle estati trascorse nella casa di mio nonno a Nozzano, nella campagna della lucchesia . Immagini piacevoli evocate dal passato e di gioie nel correre sui prati davanti casa o nel bosco dietro, sul monte, dove spesso le incontravo e le baciavo come nelle fiabe.
Stamane, appena alzato, sono andato in giardino per vedere se lei fosse ancora li’ sull’ erba.
Non c’ era. Guardo sul prato. Controllo il cespuglio di pitosforo. Infilo le mani tra gli arbusti, dirado le foglie. Nulla.
Ko Chav mi si avvicina. Si strofina sui miei piedi. Fa le fusa. Soddisfatta.
La guardo. Mi osserva con un sorriso sazio.
Comprendo perche’ la mia ranocchia non c’ e’ piu.
Sei li’, davanti a me. Improvvisa apparizione. Cammina leggera sull’ erba del giardino.
Il tuo procedere e’ lento. Sembri camminare come su una passerella di una sfilata d’ alta moda. Avanzi. Ti fermi. Mi guardi. Riprendi a sfilare.
Hai indosso un bellissimo vestito smeraldo. Trasparente. Lasci intravedere, maliziosamente.
Ti avvicini senza timore. Il tuo corpo entra in contatto con il mio. Mi sembra che cerchi questa intimita’. Ti tocco. Sei nelle mie mani. La tua pelle e’ bagnata dall’ acqua che ha calmato l’ arsura dell’ erba del giardino.
Strana sensazione.
Le mia dita, delicatamente, ti accarezzano. Ho paura di rovinare la tua pelle, chiara, trasparente, che riluce sotto il tuo vestito smeraldo.
‘’Benvenuta nel mio piccolo nido’’, dico.
Non risponde.
Scott e Honey, i miei cani, da un angolo del patio, osservano incuriositi. Non si avvicinano.
Ko Chav, la gatta, la fissa con occhi inquietanti. Sta lontana. Aspetta.
Nell’ accarezzarla sento un brivido arrivare al cervello. Sensazione nuova.
I suoi grandi occhi sono su me.
Ormai e’ buio. Tutto e’ molto tranquillo.
Decide di andare via.
Si libera dalla mie mani.
E’ sul prato. Distesa. Cerca il fresco dell’ acqua che ancora avvolge in un tenero abbraccio i fili d’ erba.
Una scena ingombra di ricordi delle estati trascorse nella casa di mio nonno a Nozzano, nella campagna della lucchesia . Immagini piacevoli evocate dal passato e di gioie nel correre sui prati davanti casa o nel bosco dietro, sul monte, dove spesso le incontravo e le baciavo come nelle fiabe.
Stamane, appena alzato, sono andato in giardino per vedere se lei fosse ancora li’ sull’ erba.
Non c’ era. Guardo sul prato. Controllo il cespuglio di pitosforo. Infilo le mani tra gli arbusti, dirado le foglie. Nulla.
Ko Chav mi si avvicina. Si strofina sui miei piedi. Fa le fusa. Soddisfatta.
La guardo. Mi osserva con un sorriso sazio.
Comprendo perche’ la mia ranocchia non c’ e’ piu.
La tua abitazione dev'esser un luogo dal fascino mistico,intrigante.
RispondiEliminaOh no! Piccola villettina a, caposchiera, con giardino, con grandi spazi di giardino condominiale, vicinissima un laghetto, collegato alla grande lagun di Santa Gilla, zona umida protetta, dove da decenni nidificano i fenicotteri e centinaia di altre specie. Un buen retiro. Sto pensando di trasferirmi in un' altra parte del golfo di Cagliari, in una villetta piu' grande. Su una collina di fronte a uno spettacolo marino di incomparabile bellezza.
RispondiEliminaLa fantasia aiuta.
Vale
appartamento in mezzo ad una cozzaglia di altri apprtamenti anonimi,non si vede nemmeno il sole,a mala pena ci passa l'aria,la donna di fronte grida con i suoi figli in dialetto,i cani della donna dell'ultimo piano abbaiano ed ululano perchè sono stati chiusi fuori al balcone,il cozzalo del quartiere spara la musica da discoteca a tutto volume. Bè non è nemmeno il peggior quartiere del paese. Direi che tu abiti proprio in un luogo meraviglioso. Almeno in confronto al mio.
RispondiEliminaHai la fantasia e la usi molto bene.
RispondiElimina''cozzalo'', mi piace il termine, chissa' che non lo usi.
Vale
In questa villetta sulla collina come starei bene!Prosa descrittiva in versi.
RispondiEliminaComplimenti pierre!
La villetta sulla collina e' un eremo di meditazione e di scrittura, dove stare in silenzio con Scott, Honey e la gatta KoChav.
RispondiEliminaBeh, proprio in silenzio... ogni tanto una dialogo a quattro tra bau e miao ci scappera'.
Vale
sigh povera ranocchia...ma magari Ko Chav ti ha fatto uno scherzo... e domani la ranocchia torna!
RispondiEliminaTu però dai da mangiare un po più spesso alla tua ko Chav!
Sogno o realta'
RispondiEliminauna realtà da sogno!
RispondiEliminaPier Luigi, come ho già scritto sull'altro tuo blog, leggerò con calma tutti i post anche qui e li commenterò uno ad uno.
RispondiEliminaAdesso sono immersa tra scatoloni e valigie...
Baciotti:)
Rossina ben tornata. Baciotti
RispondiEliminaVale
Ianas o metafora di una realta'?
Vale
...o metafora di un sogno? Cosa potrebbe significare? Boh! Alle 3 è passa del mattino è difficile realizzarlo.
RispondiEliminaA parte questo bisticcio di pensieri..., "l'apparizione" mi è piaciuta molto: un linguaggio e una descrizione quasi cinematografici.
Bravo PierLù!
Rossina alle 3:21 i tuoi occhi semichiusi dal sonno, dalla fatica ti hanno fato leggere metafora di un sogno, anziche' metafora di una realta'.
RispondiEliminaNelle fiabe il rospo baciato dalla principessa diventava un bel principe azzurro. Nella mia ho sperato che la ranocchia diventasse regina, ma il mio bacio non e' stato sufficiente, perche' ci e' zompata sopra KoChav e gnam...
Vale
Alle 3.21 i miei occhi erano semichiusi, ma non tanto da farmi leggere una cosa per un'altra;)
RispondiElimina..."o metafora di un sogno?" non è quel che ho letto, ma quel che ho scritto in alternativa alle precedenti...metafore e che ho posto come domanda, chiedendomi che cosa potesse significare nel contesto...
Non so se sono riuscita a chiarire o ad ingarbugliare ancora di più la situazione...
Scusa, scusa, scusa, scesa tendente all' infinito...
RispondiEliminason o io che non ho compreso. Metafora di un sogno?
''Sorellina'', hai ragione, puo' essere anche la metafora di un sogno, che e' meglio sia rimasto tale, dolce e sereno... la realta' sarebbe stata diversa, provvidenziale l' istinto da cacciatrice di KoChav.
Credo che questa e la precedente risposta abbiano chiarito il post.
Vale
Rossina leggi scusa tendente all' infinito
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