Utilize rap! Again! e' il mio diario personale nato per illustrare la mia seria e onesta professione di serial killer. In questo periodo di vacanze (anche i serial killer hanno diritto a un periodo di riposo) ho scritto altri ricordi.
Prima di pubblicare questi due incontri ci ho pensato un po'.
Mi sono detto un diario e' un diario, se poi e' personale ci posso pubblicare quello che voglio.
Enrico Berlinguer, che sorpresa, quale magnifica sorpresa.
Sono stato con lui una settimana, se non ricordo male nel marzo 1984, durante una delle sue rare visite in Sardegna, pochi mesi prima della sua drammatica morte, nel giugno 1984, per un ictus che lo aveva colpito nel corso di un comizio a Padova per le elezioni europee.
Non possiedo la capacita’ di descrivere il Berlinguer politico. Altri lo hanno fatto e lo faranno meglio di me.
Credo che quella settimana sia stata per me una indimenticabile esperienza professionale, ma soprattutto umana.
Prima sorpresa: la sua capacita’ di sorridere.
Abituato alle immagini dei media, soprattutto di quelle televisive, vederlo sorridere e’stata una grande sorpresa.
Si’ ero abituato alla sua figura seria, leggermente incurvata, le spalle basse.
I Sardegna l' ho visto sorridere spesso, forse perche’ si ritrovava nella sua terra, tra la sua gente.
Devo dire che questo suo sorridere aveva colpito anche il suo staff.
Altra sorpresa: il suo feeling con la gente.
Allora i politici non erano circondati da poliziotti, da body guard, come oggi. Si’ una pattuglia della Digos era sempre presente, ma stava lontana, discreta.
A Carbonia, citta’ costruita dal fascismo, ma dopo la proclamazione della Repubblica sempre rossa, centro minerario carbonifero gia’ allora in crisi, l’ ho visto passeggiare nel corso centrale. La gente lo salutava ma aveva pudore ad avvicinarsi. Allora lui ha rotto il ghiaccio. Sorridendo si e’ avvicinato ad una signora con un bambino. Si e’ presentato e ha parlato con lei, con il bambino, forse scolaro delle elementari. Si e’ interessato ai problemi famigliari della donna, chiedendo quali difficolta’ avesse una famiglia. Si e’ occupato di come il bambino andasse a scuola.
Dopo e’ stato un susseguirsi di strette di mano, la gente, lo fermava scaricandogli addosso i problemi della vita quotidiana. Pazientemente ha ascoltato tutti e per tutti ha avuto una parola di incoraggiamento, trasferendo agli uomini della sua segreteria i casi piu’ drammatici per trovare una soluzione.
Un grande comunicatore. Un sincero grande comunicatore, altra pasta di comunicatore rispetto al nanerottolo che tutto ipocritamente studia e si vede, dal suo linguaggio non verbale, che degli altri poco o nulla importa.
Poi l’ assemblea in miniera, tra i ‘’suoi’’ minatori.
Un abbraccio collettivo.
Ho visto vecchi minatori comunisti, in pensione, piangere per la commozione dell’ incontro con il loro amato leader.
Parlando con i lavoratori ho cercato di comprendere se tutti fossero comunisti, vista la grande accoglienza riservata al segretario del PCI. Non tutti lo erano. Molti socialisti e democristiani erano li’ perche’ riconoscevano in Berlinguer un politico onesto, degno di indiscussa fiducia.
‘’Unu brav’ hommine’’, come disse incontrandolo un vecchio pastore di Macomer, importante centro del nuorese.
Il capolavoro e’ stato ad Oristano nel corso di un incontro con gli studenti dello storico liceo classico ‘’De Castro.
Assemblea nella grande palestra del liceo, una volta famoso per la sua squadra di ginnastica, che tanti allori mieteva a livello nazionale.
Un pienone.
Credo che abbia stretto la mano a tutti.
Poi il botta e risposta con gli studenti.
Non hai mai eluso una domanda. Risposte sempre a tono.
Serio per le domande su temi ‘’scabrosi’’.
Sorriso per quelle piu’ ingenue.
Due ore e passa di confronto.
Il meglio arriva alla fine dell’ incontro.
Il rappresentante degli studenti che aveva ben coordinato il dibattito gli chiede a bruciapelo:
‘’Onorevole verrebbe in pizzeria con noi?’’
L’ immediato ‘’sì’’ ha coperto fragorosamente il silenzio sceso nel suo staff.
Gli unici giornalisti presenti l’ inviato dell’ ‘’Unità’’, Alberto Jacoviello, il corrispondente dell’ ‘’Unione Sarda’’, e io, inviato dell’ Ansa.
Jacoviello, che per il suo giornale seguiva sempre i segretari del partito e Tato’, suo addetto stampa, erano sorpresi.
‘’Non conoscevamo Enrico sotto questo aspetto. La Sardegna lo ha trasformato. I giovani poi lo hanno affascinato. Straordinario. Un nuovo Berlinguer’’.
Gli studenti, circa una ventina, mi hanno poi detto che si era interessato di ciascuno di loro, chiedendo le loro ispettive, quali studi avessero intenzione di intraprendere una volta ‘’maturati’’.
Ritornando il albergo Berlinguer mi disse di non avere fatto nulla di eccezionale. ‘’Mi e’ stato chiesto di andare a prendere una pizza insieme. Qualcosa avrei dovuto pure mangiare. Perche’ rifiutare un cosi gradito invito? In piu’ e’ stata una piacevole serata. Questi giovani, i giovani in generale, sono piu’ maturi di quello che si pensa. I politici dovrebbero andare spesso in pizzeria con loro. A tavola si comprendono molte piu’ cose di quelle che ci mostrano i sondaggi, le inchieste’’.
La visita si concluse al petrolchimico di Porto Torres, non lontana dalla sua Sassari, dove il giorno prima aveva fatto visita al ‘’suo’’ liceo classico, l’ Azuni, che vide tra i suoi studenti persino Palmiro Togliatti, oltre ad Antonio e Mario Segni, Francesco Cossiga, Giovanni Berlinguer e l’ economista Stefano Siglienti.
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Sono stato con lui una settimana, se non ricordo male nel marzo 1984, durante una delle sue rare visite in Sardegna, pochi mesi prima della sua drammatica morte, nel giugno 1984, per un ictus che lo aveva colpito nel corso di un comizio a Padova per le elezioni europee.
Non possiedo la capacita’ di descrivere il Berlinguer politico. Altri lo hanno fatto e lo faranno meglio di me.
Credo che quella settimana sia stata per me una indimenticabile esperienza professionale, ma soprattutto umana.
Prima sorpresa: la sua capacita’ di sorridere.
Abituato alle immagini dei media, soprattutto di quelle televisive, vederlo sorridere e’stata una grande sorpresa.
Si’ ero abituato alla sua figura seria, leggermente incurvata, le spalle basse.
I Sardegna l' ho visto sorridere spesso, forse perche’ si ritrovava nella sua terra, tra la sua gente.
Devo dire che questo suo sorridere aveva colpito anche il suo staff.
Altra sorpresa: il suo feeling con la gente.
Allora i politici non erano circondati da poliziotti, da body guard, come oggi. Si’ una pattuglia della Digos era sempre presente, ma stava lontana, discreta.
A Carbonia, citta’ costruita dal fascismo, ma dopo la proclamazione della Repubblica sempre rossa, centro minerario carbonifero gia’ allora in crisi, l’ ho visto passeggiare nel corso centrale. La gente lo salutava ma aveva pudore ad avvicinarsi. Allora lui ha rotto il ghiaccio. Sorridendo si e’ avvicinato ad una signora con un bambino. Si e’ presentato e ha parlato con lei, con il bambino, forse scolaro delle elementari. Si e’ interessato ai problemi famigliari della donna, chiedendo quali difficolta’ avesse una famiglia. Si e’ occupato di come il bambino andasse a scuola.
Dopo e’ stato un susseguirsi di strette di mano, la gente, lo fermava scaricandogli addosso i problemi della vita quotidiana. Pazientemente ha ascoltato tutti e per tutti ha avuto una parola di incoraggiamento, trasferendo agli uomini della sua segreteria i casi piu’ drammatici per trovare una soluzione.
Un grande comunicatore. Un sincero grande comunicatore, altra pasta di comunicatore rispetto al nanerottolo che tutto ipocritamente studia e si vede, dal suo linguaggio non verbale, che degli altri poco o nulla importa.
Poi l’ assemblea in miniera, tra i ‘’suoi’’ minatori.
Un abbraccio collettivo.
Ho visto vecchi minatori comunisti, in pensione, piangere per la commozione dell’ incontro con il loro amato leader.
Parlando con i lavoratori ho cercato di comprendere se tutti fossero comunisti, vista la grande accoglienza riservata al segretario del PCI. Non tutti lo erano. Molti socialisti e democristiani erano li’ perche’ riconoscevano in Berlinguer un politico onesto, degno di indiscussa fiducia.
‘’Unu brav’ hommine’’, come disse incontrandolo un vecchio pastore di Macomer, importante centro del nuorese.
Il capolavoro e’ stato ad Oristano nel corso di un incontro con gli studenti dello storico liceo classico ‘’De Castro.
Assemblea nella grande palestra del liceo, una volta famoso per la sua squadra di ginnastica, che tanti allori mieteva a livello nazionale.
Un pienone.
Credo che abbia stretto la mano a tutti.
Poi il botta e risposta con gli studenti.
Non hai mai eluso una domanda. Risposte sempre a tono.
Serio per le domande su temi ‘’scabrosi’’.
Sorriso per quelle piu’ ingenue.
Due ore e passa di confronto.
Il meglio arriva alla fine dell’ incontro.
Il rappresentante degli studenti che aveva ben coordinato il dibattito gli chiede a bruciapelo:
‘’Onorevole verrebbe in pizzeria con noi?’’
L’ immediato ‘’sì’’ ha coperto fragorosamente il silenzio sceso nel suo staff.
Gli unici giornalisti presenti l’ inviato dell’ ‘’Unità’’, Alberto Jacoviello, il corrispondente dell’ ‘’Unione Sarda’’, e io, inviato dell’ Ansa.
Jacoviello, che per il suo giornale seguiva sempre i segretari del partito e Tato’, suo addetto stampa, erano sorpresi.
‘’Non conoscevamo Enrico sotto questo aspetto. La Sardegna lo ha trasformato. I giovani poi lo hanno affascinato. Straordinario. Un nuovo Berlinguer’’.
Gli studenti, circa una ventina, mi hanno poi detto che si era interessato di ciascuno di loro, chiedendo le loro ispettive, quali studi avessero intenzione di intraprendere una volta ‘’maturati’’.
Ritornando il albergo Berlinguer mi disse di non avere fatto nulla di eccezionale. ‘’Mi e’ stato chiesto di andare a prendere una pizza insieme. Qualcosa avrei dovuto pure mangiare. Perche’ rifiutare un cosi gradito invito? In piu’ e’ stata una piacevole serata. Questi giovani, i giovani in generale, sono piu’ maturi di quello che si pensa. I politici dovrebbero andare spesso in pizzeria con loro. A tavola si comprendono molte piu’ cose di quelle che ci mostrano i sondaggi, le inchieste’’.
La visita si concluse al petrolchimico di Porto Torres, non lontana dalla sua Sassari, dove il giorno prima aveva fatto visita al ‘’suo’’ liceo classico, l’ Azuni, che vide tra i suoi studenti persino Palmiro Togliatti, oltre ad Antonio e Mario Segni, Francesco Cossiga, Giovanni Berlinguer e l’ economista Stefano Siglienti.
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Altro personaggio che mi ha affascinato e’ stato Rita Levi Montalcini, intelligente, bella, dolce e deliziosa donna.
Antefatto: Il 31 ottobre 1992, dopo ben 359 anni, 4 mesi e 9 giorni, Galileo venne finalmente riabilitato dalla Chiesa cattolica, con la cancellazione definitiva della condanna inflitta al grande scienziato pisano nel lontano 22 giugno 1633 dal Sant’Uffizio, retto, a quel tempo, dal Cardinale Bellarmino.
Il premio Nobel per la Medicina e’ in Sardegna ospite in un convegno scientifico internazionale organizzato a Santa Margherita di Pula (Cagliari) dal CRS4, un laboratorio di ricerca, presieduto allora dal premio Nobel della Fisica, Carlo Rubbia.
Inviato dell’ Ansa seguo i lavori. Sono l’ unico giornalista. Sono assenti anche i giornali locali.
A meta’ pomeriggio al telefonino ricevo una chiamata da parte del capo redattore centrale il quale mi chiede di intervistare sulla riabilitazione di Galileo Galilei i due Nobel, entrambi componenti dell’ Accademia delle Scienze del Vaticano.
Mi metto immediatamente sulle tracce dei due.
In un salottino del Forte Villane, il resort dove si svolgeva il convegno, incontro Rita Levi Montalcini. Mi avvicino, timido. La scienziata mi incute soggezione. Ho paura di disturbare. E’ protetta, credo, dalla sua segretaria.
Poi in me prevale la faccia tosta e mi avvicino.
Mi presento e chiedo di intervistarla su Galilei, sul significato della sua riabilitazione, sul ruolo della scienza.
Solleva il capo, mi scruta con i suoi occhi velati, che vedono poco. Sorride. Poi con la sua debole voce dice:
‘’Capisco. Mi sembrano argomenti interessanti. Adesso sono un po’ stanca (sono circa le 19, ndr) e ho necessita di andare a riposare. Non e’ una scusa. Sa, alla mia eta’…’’
Poi immediatamente aggiunge.
‘’Le faccio una proposta. Ci vediamo domani mattina. Faremo colazione insieme e rispondero’ a tutte le sue domande’’.
Chiedo: ‘’Professoressa a che ora fa colazione?’’
‘’Oh, molto presto, alle sette. Sa, dormo poco’’, poi premurosa aggiunge ‘’Troppo mattiniera per lei?’’.
‘’No’’, rispondo, ‘’Saro’ puntuale’’.
Il mio cuore batteva a mille.
L’ indomani per paura di mancare all’ appuntamento alle 6:30 ero gia’ davanti alla porta della sala colazioni, ancora chiusa.
La scienziata, accompagnata dalla segretaria, e’ arrivata alle 7 precise. Ci siamo seduti a un tavolo davanti a una grande finestra che si affaccia sul parco del resort. Abbiamo chiacchierato a lungo. Ricordo la sua colazione: spremuta d’ arancia, cappuccino, croissant con marmellata, alcune fette biscottate con miele. Credo di avere bevuto solo un caffe’, incantato dalle sue parole e dalla sua figura. Per tutta l’ intervista non ha mai cessato di sorridere. Si rivolgeva a me come se fossimo vecchi amici e avessimo quotidiana consuetudine di fare colazione assieme.
Una intelligente, dolce, deliziosa donna.
Sono ancora innamorato di lei.
L’ intervista (che lei non volle rileggere) poi venne ripresa da quasi tutti i quotidiani italiani.
L’ incontro con Rita Levi Montalcini mi ha fatto capire che le grandi personalita’ sono tali anche per la loro grande umanita’ e disponibilita’ e non solo per le grandi cose realizzate.
Ho un bel ricordo di Berlinguer.
RispondiEliminaUomo di grande statura intellettuale e morale. Non paragonabile a questi odierni ...
RispondiEliminaVale
PL
Pier Lui',
RispondiEliminaho letto per ora solo il passo su Enrico Berlinguer. -mi hanno appena ripristinato connessione...incrocio le dita...:-(
E' splendido il tuo ricordo, traspare tutto il carisma dell'uomo Berlinguer, il medesimo del politico!
Politico-uomo che si faceva amare.... oggi non si riesce più ad amarli veramente!
grazie per aver condiviso questo bel ricordo.
un abbraccio,
g
G grazie a te. Ora hai scoperto che ho anche una ''figlia'' barese.
RispondiEliminaVale
PL
tutt'ora penso che uomini con il carisma di Berlinguer..potrebbero veramente cambiare il quadro disastroso della sinistra e dare lustro comunque alla politica Italia..così scadente di volti credibili...
RispondiEliminaperchè questo è il carisma che tu descrivi in questi due grandi personaggi Rita Levi e Enrico!
sono persone credibili..o nel caso di Berlinguer ..lo sono state!
Persone umane, come dici tu, coscienti dei propri pregi e dei propri limiti, non indossano maschere per essere ciò che non sono, non hanno bisogno di piedistalli, si distinguono per quello che dicono e fanno...chi non dice e chi no fa..ha bisogno di riempire il vuoto con orpelli...e rispondere cazzate a domande serie...vedi certi nanerottoli!
PierLui'?
RispondiEliminasono troppo vecchia per essere una tua "figlia" pattadese??? :-D :-D
..vado a cucinaree...!
Janas concordo on il tuo commento.
RispondiEliminaG quando una volta ho scritto che le giovani come te, che potevi essere mia figlia, hanno gli stessi gusti musicali dei vecchi, hai riso e mi hai sbeffeggiato ... dai puoi essere la mia ''sorellina'' pattadese... considerato che nella mia famiglia ci sono solo maschietti, naturalente ci sonop anche lemamme.
Un cumulativo
Vale
PL
Janas, altre giuste considerazioni.
RispondiEliminaVale
PL
ahahha!
RispondiEliminaè verooo...
béh, sbeffeggiato... avevo sorriso divertita, data la mia età! :-)
Va bene, vada per la "sorellina"!
che belloooo, onorata!:-)
su... ora leggo del tuo incontro con l'altro mio mito...
ciao PL!
ho riletto con piacere...
RispondiEliminae mi associo e confermo quel che penso sulle persone davvero GRANDI: la loro disponibilità, la loro grande umanità, il rispetto, l'attenzione per ogni persona... le fa grandi!
grazie, grande Pier Luì!
Bene la famiglia cresce:
RispondiEliminaquattro figli, quattro nitoti, un ''figlio'' californiano, due ''figlie'', una finlandese e una barese, una ''sorellina'' pattadese.
Mi raccomando nienti piu' mogli o fidanzate: mi bastano quelle che ho avuto
Vale
PL
Due passi splendidi.
RispondiEliminaIl tuo ricordo della Levi Montalcini è davvero stupendo.
Sei un ottimo giornalista.
PS: ma anche come serial killer non te la cavi malaccio LOL!
Detto da te e' un onore.
RispondiEliminaDaniele sei veramente grande nella poesia sociale e non.
Anche i serial killer vanno in vacanza e talora si abbandonano al sentimentalismo...
Ho conosciuto una buona preda, mi e' scappata per un soffio, ma la raggiungero' ... vive all' estero e dovro' fare un bel viaggetto in un paese supercontrollato, ma non ho problemi per entrarci.
Vale
PL
Hai scritto il post, invitato da Robertina. Bravo!;) Ti sei però scordato che, insieme a Roberta (mia amatissima scolara elettiva!;))ti ho sostenuto anch'io, in questo? E che mi hai inviato "RICORDI" per posta elettronica? E che ho apprezzato enormemente il tutto?
RispondiEliminaChe ti succede con la memoria?
E in questo guazzabuglio di parentele e amicizie, che posto occuperei, io?
Bah!!! Vado da Robertina, vado...
La Rossina ha tirato fuori gli artigli. Ohi, ohi.
RispondiEliminaE' tutto vero quello che dici, solo che tu sei intervenuta a cose fatte: Roberta mi aveva chiesto uno dei miei ricordi professionali, io li avevo hia' inviati alla ''figlia'' barese, tu hai chiesto i ''ricordi'' e allora li ho mandati per e-mail anche a te. Poi ho deciso di pubblicarli nel blog.
E' vero, comunque, che la memoria qualche volta gioca brutti scherzi, ricorda che sono un v...
Faro' una modifica al post
Rispondo anche alla domanda sulla parentela: considerato il modo aggressivo della tua e-mail potrei dire ... suocera ... va la' scherzo, ti v a bene ''sorellina''? Si', affare fatto.
Vale
PL
Ok, ok! Mi sta bene "sorellina"
RispondiElimina...Suocera, non lo sono ancora...i figli sono troppo giovani! Mi auguro di diventarlo prima o poi, sperando che i miei figli prendano bene!!!
Però, hai ragione: ogni tanto vado sull'acido...non mi faccio mancare nessun gusto!;)
Baciotti aggiuntivi per la modifica al post.
Sei un tesoro:)
beh... sei proprio una prof... per di piu' di matematica ...
RispondiEliminaohi si parla di me??? eh eh io sono la cocchina quindi non potete avanzare pretese di superiorità. Queste belle parole io -che sono la cocchina- ho avuto il sommo onore di leggerle per prima,con Annarita (che a questo punto sarebbe mia zia??? nonche mia prof di matematica??)...ho un pò di confusione. Comunque un saluto a tutti i miei parenti qui ritrovati anzi riscoperti. a proposito pensavo a quante Strenne avrò a Natale!!
RispondiEliminaNo, no, cosi' non va! Ora anche ... opportunista...
RispondiEliminaLa cocchina di ''papa'' un regalino lo merita... un regalino, ino, ino, ino ...
Un abbraccio
PL
grazie per queste preziose pagine di ricordi...
RispondiEliminahai mai aacoltato la canzone dedicata a Berlinguer dei "Modena city ramblers?"
I funerali di Berlinguer
Lliri grazie a te per l' informazione. La cerchero' perche' non l' ho mai ascoltata.
RispondiEliminaVale
PL
"beh... sei proprio una prof... per di piu' di matematica ..."
RispondiEliminaSì, sono una prof di matematica, ma alquanto anomala dato che possiedo un'anima fortemente "umanistica"...
A parte questa precisazione...cosa vorresti intendere di preciso? Che le prof, per di più di matematica, sono acide?
Sapessi quante personcine non prof conosco che fanno concorrenza all'acido cloridrico, caro "fratellino"!
Per quanto mi riguarda, ho affermato che "ogni tanto vado sull'acido", ma, aggiungo, in genere se provocata e quando non ne posso proprio più...altrimenti sono il miele fatto persona!;)
...e i fatto di mielosità: kisses and smile, PierLù"
Ohi, ohi, che ''sorellina'' permalosa ...
RispondiEliminaScusa se non sono riuscito a spiegare bene la mia ironia.
Ti prendevo affettuosamente in giro, utilizzando uno dei luoghi comuni sulle prof.
Si capisce che sei molto dolce.
Sull' acidita' di molte persone hai ragione.
Vale
La comunicazione elettronica ha i suoi limiti, essendo assenti i tratti soprasegmentali dell'espressione, ma tu sei riuscito a rendere benissimo la tua ironia, che è stata recepita.
RispondiEliminaLa mia risposta è stato solo un modo di "portare avanti il gioco"...affettuosamente, simulando un certo grado di permalosità;)
Non sono permalosa, ma parlando di difetti...sono molto orgogliosa, questo sì. E' un retaggio delle donne salentine, che è impresso nel dna e a cui non so (o non voglio?) sottrarmi.
Vale:)
Cascato in pieno nella trappola. Io permaloso un po' ... (molto?) lo sono, orgoglioso pure. Sono un meticcio ma sono orgoglioso di essere sardo.
RispondiEliminaL' orgoglio non e' un difetto.
Rossina Vale
"Sono un meticcio ma sono orgoglioso di essere sardo."
RispondiEliminaE fai bene perché i sardi sono straordinari...ho diversi amici carissimi, e non solo virtuali!
L'altra parte del "meticciato" è toscana?
L' altra parte di meticciato e' veneta: mio padre era di Treviso. Mia madre era cagliaritana di seconda generazione con nonni toscani e liguri. Indirettamente ho acquisito toscanita' perche' il secondo marito di mia madre (vedova di guerra) e' di Lucca. Da bambino e ragazzotto le mie estati sono state sempre trascorse nella casa di campagna dei miei nonni, poi ho studiato in Toscana.
RispondiEliminaL' altra regione a cui sento di appartenere sono le Marche, dove ho lavorato per alcuni anni. Ho grande facilita' ad adattarmi alle persone, alle situazioni, agli ambienti. Quando sono lontano dall' Isola non ho nostalgia della mia terra, ma mi vanto della sardita', evidenziata anche dai miei abiti in velluto,
Vale