• SABATO 9 NOVEMBRE ORE 18.30

      La libreria Emmepi e l'Associazione Culturale Verbavoglio insieme al Centro Servizi Culturali Macomer e in collaborazione con Liberos, la comunità dei lettori sardi, presenteranno il libro “Il costo della vita. Storia di 

      una tragedia operaia” di Angelo Ferracuti (Einaudi, 2013). L’incontro è previsto presso la sede del Centro
       in Viale Gramsci (Padiglione Filigosa – Ex Caserme Mura) a Macomer

      Il Direttore del Centro, Giancarlo Zoccheddu, converserà con l'autore.

      Angelo Ferracuti è reporter e scrittore. Ha collaborato con «Diario» e oggi con «il manifesto». 

      Ha pubblicato, fra l'altro, i romanzi: Norvegia (Transeuropa 1993), Attenti al cane (Guanda 1999),
       Nafta (Guanda 2000), Un poco di buono (Rizzoli 2002). E reportage narrativi: Le risorse umane 
      (Feltrinelli 2006), Viaggi da Fermo(Laterza 2009), Il mondo in una regione (Ediesse 2009) e 
      Il costo della vita (Einaudi 2013).

      (Fonte: Einaudi.it)

      IL COSTO DELLA VITA:
      Porto di Ravenna, cantieri navali Mecnavi, 13 marzo del 1987. Mentre alcuni operai stanno 

      ripulendo le stive della Elisabetta Montanari, nave adibita al trasporto di gpl, e altri colleghi
       tagliano e saldano lamiere con la canna ossidrica, una scintilla provoca un incendio. 
      Le fiamme si propagano con una rapidità inarrestabile. È la tragedia. Tredici uomini muoiono
       asfissiati a causa delle esalazioni di acido cianidrico. I tredici uomini erano tutti picchettini, 
      e si chiamavano Filippo Argnani, che all'epoca aveva quarant'anni, Marcello Cacciatori, che di 
      anni ne aveva ventitre, Alessandro Centioni, ventuno, Gianni Cortini, diciannove, Massimo Foschi, 
      ventisei, Marco Gaudenzi, diciotto, Domenico Lapolla, venticinque, Mohamed Mosad, trentasei, 
      Vincenzo Padua, sessant'anni, che stava per andare in pensione e si trovava lí per puro caso
      chiamato all'ultimo momento per una sostituzione. Vincenzo era l'unico operaio veramente 
      in regola assunto dalla Mecnavi. E ancora: Onofrio Piegari, ventinove anni, Massimo Romeo, 
      ventiquattro, Antonio Sansovini, ventinove, e infine Paolo Seconi, ventiquattro. 
      Tredici lavoratori morti come topi, come tredici era il giorno di quel mese, tutti asfissiati nel 
      ventre della balena metallica. «Non credevo che esistessero ancora simili condizioni di lavoro, 
      a Ravenna, alle soglie del Duemila», disse il procuratore capo della Repubblica Aldo Ricciuti 
      che svolse le indagini. La tragedia poteva essere evitata? La giustizia ha poi «ripagato» le vittime 
      e i famigliari? Ognuno dei tredici operai, quel giorno maledetto ha lasciato una famiglia, amici, 
      affetti, ricordi. 
      Ventisei anni dopo, Angelo Ferracuti si fa carico di ciascuna di queste storie e di queste vite 
      interrotte. Decide di andare sul luogo della tragedia e di parlare con i protagonisti: i vigili del 
      fuoco che estrassero i cadaveri, i medici del 118, gli infermieri, gli operai sopravvissuti,
       i famigliari delle vittime, i sindacalisti, gli imprenditori, il cardinale Ersilio Tonini che pronunciò
       l'omelia in cui paragonò i picchettini a topi che strisciavano nel ventre delle navi e che lí 
      rimasero intrappolati. 
      Giorno dopo giorno, Ferracuti ascolta e raccoglie le voci di chi quel 13 marzo c'era, ne 
      attraversa i ricordi, il dolore, la rabbia. Rivive i luoghi, entra piano piano, delicatamente e con 
      partecipazione, nelle vite dei tredici operai e nel loro mondo per cercare di avvicinarsi al peso 
      feroce della tragedia. Una tragedia dopo la quale  la vita e i pensieri di chi è rimasto coinvolto 
      semplicemente cambiano e niente sarà più come prima.

      (Fonte: Einaudi.it)