‘’Ciao Duke. Che sorpresa! Come mai a casa?’’.
Cosi’ mia madre aprendo la porta di casa e trovandosi davanti il cognato, in divisa da militare, ma senza cinturone, senza armi. Sorride. E’ contenta di vedere il marito della sorella di suo marito. In tempo di guerra un parente che ti viene a trovare e’ sempre una festa.
Duke entra. Non ha il viso allegro. Immediatamente dietro di lui si materializza un ufficiale dell’ esercito, un maggiore del comando generale. Anche lui e’ serio. La faccia e’ tirata.
Mia madre fa entrare anche lui. La sorpresa aumenta. A casa non sono mai venuti colleghi di mio padre, anche lui militare, di stanza a Castle, nella sede del comando generale. Si domanda il perche’ di questa visita.
In casa, oltre mia madre, c’ e’ la governante: e’ in cucina e mi tiene in braccio. Mi mette nella culla e raggiunge in salotto mia madre per chiedere se ha necessita’ che prepari qualcosa per gli ospiti. Sta in silenzio in attesa di ordini.
‘’Ninel’’ attacca Duke ‘’non e facile quello che devo dirti…’’.
Mia madre si agita. Ha capito il motivo della visita. Il giorno prima, il 13 maggio del 1943, Castle e’ stata oggetto di un violento bombardamento, che l’ ha rasa al suolo. Le bombe cadute a migliaia sulla citta’ hanno completato l’ opera cominciata nella precedente incursione aerea, quella del 28 febbraio, nel corso della quale erano morte centinaia di persone, tra cui, una delle sorelle di mia madre, Dhelyn.
Ricordo che l’ aria e’ molto pesante, grigia, come prima di una tempesta.
‘’Cosa e’ successo? E’ ferito? Come sta? E’ morto? Come e’ successo? Dove e’ accaduto? Dove e’ adesso? Lo so e’ morto. Se fosse ancora vivo il maggiore non sarebbe venuto con te. E’ vero. Questa e’ la comunicazione ufficiale della sua morte.’’
Mentre parla mia madre si alza. Si avvicina al cognato. Prende il suo viso tra le mani.
Le sue forze cedono, le gambe crollano e la sua testa si svuota del tutto. Non gli viene in mente una sola parola.
Cade a terra. Svenuta.
Mio zio, l’ alto ufficiale, la governante la sollevano e la portano nella sua camera e la depositano sul letto, vicino alla mia culla. Vedo tutta la scena, ma non capisco. Nessuno si interessa di me. Sono tutti attorno a mia madre.
Rinviene. Comincia a piangere, sommessamente. Pronuncia sottovoce parole di dolore.
Da molto lontano si sente il lento rintocco di una campana – con lunghe pause – riecheggiare per le campagne.
La notizia vola a Nayaders, il paese, a venti chilometri da Castle, dove in quel periodo di guerra la mia famiglia risiede. Mia madre e’ molto conosciuta e ben voluta. Vi ha lavorato per alcuni anni come ostetrica condotta. Io sono nato li’. Tre anni prima, poco dopo la dichiarazione dell’ entrata in guerra del mio Paese. Un conflitto mondiale inutile, scatenato da due pazzi solo per questioni di potere, per tentare l’ impossibile dominio del mondo occidentale.
Immediatamente arrivano le vicine di casa. Vengono a portare conforto e a badare a me e ai miei due fratelli, nel frattempo rientrati a casa.
Tutto il giorno e’ un via vai di gente. Vengono a fare le condoglianze. Le donne si fermano per preparare, come si usa nel paese, i pasti per la famiglia del morto.
Il maggiore dice che mio padre e’ morto vittima del suo dovere: ‘’Si e’ attardato per chiudere a chiave il comando e poi mentre cercava di raggiungere uno dei vicini rifugi antiaerei e’ stato travolto da un palazzo, crollato perche’ centrato da una bomba. Suo marito e caduto sotto le macerie, sotto una nuvola di fumo o di polvere. Troppo tardi.’’
L’ alto ufficiale, dopo avere consegnato alcuni effetti personali di mia padre, riparte.
Mio zio Duke, invece, si ferma per altri due giorni per aiutare mia madre e i nipoti ad affrontare questo triste momento.
Mia madre da quel giorno veste in nero. Ai miei fratelli e a me viene cucito sugli abiti un nastrino di seta nero.
Quel giorno, i successivi e i seguenti anni sono vissuti da me senza coscienza.
Ho capito tutto, diventando grande, su quello che mi e’ stato raccontato da chi mi ha visto crescere.
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