La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

giovedì 25 settembre 2008

Life Days



Pescara 23 settembre 2008.
Prima degli incontri importanti mille dubbi.
Paura di mancare all' appuntamento. Soprattutto.
Eccomi nella stazione di Pescara gia' alcune ore prima della partenza dell' Eurostar per Bari. Mi aspetta Roberta, una giovane, deliziosa, vanitosa, prepotente rivoluzionaria del web, la ''figlia'' acquisita da internet.
Mi piace guardare la gente. Immaginare e costruire storie in base ai loro comportamenti. La stazione e' il luogo ideale. Gente che arriva, che parte, che attende o accompagna persone. Varia ed interessante umanita'.
Quella donna che passeggia sul marciapiede del binario 1 attende sicuramente una persona. Guarda con ansia il tabellone degli arrivi. Si accerta che il treno atteso non sia in ritardo.
E' giovane, bella, bionda.
Chi aspettera'?
Un figlio, una figlia? E' improbabile per la sua eta', una trentina d' anni, che abbia figli che viaggino da soli. Attende la mamma, la nonna, altri famigliari?
Passeggia impaziente. Guarda intorno quasi temendo di essere riconosciuta.
Aspetta un uomo. Sicuramente.
Il marito? L' amante? Un incontro clandestino? Forse.
Dal treno proveniente da Ancona scende un uomo, giovane, all' incirca la stessa eta'. Ella gli va incontro. Un abbraccio un bacio casto sulle labbra, ma confidenza intima.
Si avviano verso l' uscita. Passo svelto.
Sicuramente un incontro d' amore. Clandestino o meno non importa.
Sono belli.
Una ragazza, molto giovane si dirige verso un uomo di mezz' eta'. Il babbo. Un abbraccio. Un ritorno a casa.
Le stazioni, come i bar, i caffe' e i ristoranti sono un posto formidabile per studiare le persone.
Quel nero con il suo borsone di mercanzia varia chissa' da dove verra'. Chi avra' lasciato nella sua terra, nella lontana Africa? Quali problemi lo avranno spinto a lasciare la sua patria? Esule per motivi politici? Probabilmente solo la necessita' di un lavoro. Emarginato in patria. Sfruttato ed emarginato qui da noi, in terra straniera.
Una coppia di ragazze, teneramente abbracciate, scendono dall' Intercity proveniente da Lecce. Sono felici. Forse tornano da una vacanza al sud. Si avviano all' uscita tenendosi per mano. Si guardano innamorate. Spariscono inghiottite dalle scale che dai binari portano al piano terra della stazione pescarese.
Nella sala d' attesa sul marciapiede dei binari 2 e 3 una coppia di fidanzati, diretti a Torino, parlano del loro prossimo matrimonio.
Un uomo in male arnese dorme su una panchina con la testa reclinata sulla spalla destra. Indosso uno sgualcito giubbotto in tela jeans, pantaloni rossi con l' orlo a fine gamba sfilacciato, sgualciti. Scarpe da tennis. Uno zaino accanto. Chi o cosa aspetta. E' li' perche' non ha una casa? La stazione e' il suo tetto? La panchina il suo letto?
Dorme.
Sogna? Che cosa?
Immagino che sogni una vita serena, tranquilla, una famiglia, dei figli.
Perche' avra' scelto di essere un senza casa? Non mi piace definirlo barbone. E' un termine dispregiativo. Sono sicuramente piu' gentili i termini inglese ''homeless'' (senza casa) e francese ''sans papiers'' (senza documenti). Non credo che sia da disprezzare un uomo che ha deciso di vivere ai margini della societa'. Meno che meno se vi e' stato costretto. Immagino che sia una sua scelta, non una costrizione. Forse e' piu' probabile quest' ultima ipotesi.
Non sono abituato a criticare. Quando mi viene voglia di criticare qualcuno mi ricordo che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi che ho avuto io.
I miei pensieri, la mia immaginazione si interrompono. Sul binario 2 si e' fermato il mio Eurostar. Cerco la carrozza 5 e il posto 105.
Poco meno di tre ore conoscero' Roberta.
Di sicuro non saro' deluso.
Mi auguro che anche lei non sia delusa dal papa' in web.
Durante il viaggio leggo la mia posta elettronica, rispondo ai commenti ai miei post. Leggo ''Paura della matematica'', un libro di racconti di Peter Cameron, acquistato nella libreria Feltrinelli di Pescara.
Per lo piu' dormo.
Arrivo a Bari con trentacinque minuti di ritardo.
Roberta non e' ad attendermi sul marciapiede.
Mi avvio all' uscita di piazzale Aldo Moro.
Sono fuori. Guardo in giro. Mi sento chiamare per nome. E' lei.
L' abbraccio. Mi abbraccia. Due baci sulle guance.
Davanti a me una bella ragazza dall' aspetto dolce. Mi sembra leggermente intimidita dall' incontrare un vecchio signore. Forse e' una mia impressione.
E' veramente bella. Intelligente gia' lo sapevo. Mi avevano attirato i suoi post, i concetti esposti nel suo blog. Molto maturi e duri a bastonare senza pieta' le ingiustizie del e nel mondo. Mi colpisce molto questo contrasto tra la dolcezza che emana il suo viso e la forza delle cose che scrive.
Viso ovale, occhi dallo sguardo intenso, capelli neri raccolti in un a piccola coda.
Mi sembra, tanto e' delicata, una statuina in bisquit, in porcellana. A toccarla hai paura di romperla.
Stiamo insieme per un' ora poi l' accompagno al treno che la portera' a casa, a Terlizzi, in ora decente e sicura.

Bari 24 settembre 2008
Ore 9:30.
Piazzale Aldo Moro. Pioviggina.
Roberta mi guida per la citta'.
Camminiamo e ci raccontiamo.
Come al solito parlo di piu'.
Visite d' obbligo il lungomare, il porto, San Nicola, la citta' vecchia.
Piove.
In piazza dei Ferraresi ci sediamo sotto un ombrellone di Altstadt, un american bar. Ordiniamo due caffe'. Per lei anche un cornetto con la marmellata.
Davanti a noi un vaso di gigli bianchi. Dovro' scriverlo a ''Lliri blanc'', la mia amica blogger di Alghero, grande poetessa in lingua catalana.
Guardo Roberta e le dico che e' bella.
Dico che mi ricorda una statuina in bisquit. Si schermisce.
E' proprio molto dolce. Fragile.
Alla luce del giorno mi accorgo che il colore dei suoi occhi tende al verde.
Continuiamo a raccontarci.
Parlo dei miei figli, dei miei nipoti, della mia professione.
Lei si racconta a fondo. Mi fa grandi confidenze. Segreti che tengo nel mio cuore. Preziosi pensieri che saranno custoditi come in uno scrigno.
La guardo e la ringrazio per le cose che mi confida.
Sono momenti di intensa tenerezza.
Ci perdiamo per Bari in cerca del ristorante da lei scelto.
Lo troviamo. E' chiuso per lavori.
Giriamo ancora per le strade del centro. Siamo attirati da una vineria, ''La volpe e l' uva''. Per lei pennette ai funghi e salsiccia e patate arrosto. Per me cicoria e favette e patate al forno. Per tutt' e due un calice di ''Primitivo'', vendemmia 2006, un rosso, robusto, tannico, 14,5 gradi di sviluppo alcolico.
Continuano le nostre confidenze.
Le dico che mi piacerebbe molto se fosse veramente mia figlia. Aggiungo che va bene anche cosi'. Chissa' se si avrebbe poi una cosi' grande intimita' d' animo.
Fisso i suoi occhi mentre si racconta. Qualcosa cambia nel suo sguardo e capisco che vede la sua vita nel ricordo e nella confidenza.
Man mano che il suo narrare si dispiega talora il racconto sale scende come un sottomarino confuso e senza equipaggio che si tuffi nelle profondita' piu' buie per poi riemergere esuberante alla luce del giorno.
Ogni tanto mi tocca.
Sento per lei un legame istintivo, primitivo, storico.
Dice di conoscere bene Bari ma poi ci perdiamo per le vie della citta' fino a quando un uomo, da me interpellato, non ci da' la dritta buona per raggiungere la stazione.
Ottima ragazza, brava studentessa sempre in lotta con i professori, soprattutto con uno, bella, intelligente, ma scarso senso dell' orientamento. Se la incontrate, diffidate della sua guida. Fornitevi di una pianta della citta'. Non si puo' essere perfetti.

Bari 25 settembre 2008
Lascio la citta'.

Torno a casa.
Due giorni importanti. Indimenticabili. Estatici.
Conservero' questi momenti per molto tempo. Ritrovandoli, ricordero' queste ore passate con lei in modo esatto, come se le rivivessi. Saranno sempre presenti e vive.
Mi dice ''voglio dirti grazie per avermi regalato una delle più belle giornate della mia vita. Scapperei con te in ogni momento. Sei una persona meravigliosa e straordinaria! Grazie ancora! Di tutto.ti voglio bene paparino mio.
Roberta promette che la prossima estate verra' in Sardegna ospite del suo papa' in web.
Questa promessa mi da' un senso di vertigine.

11 commenti:

  1. il senso dell'orientamento viene meno quando perdo di vista la spina dorsale di Bari che è via Sparano. Grazie a te.Ho una piccola sorpresa!

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  2. Bellissimo racconto, Pier Luigi. Grazie di averlo condiviso...

    Un abbraccio a te e alla piccola.
    annarita:)

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  3. Annarita,dolce come sempre,abbiamo programmato una sorpresa io e papino.

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  4. Adesso mi fate morire dalla curiosità....

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  5. Sorellina, muoio anche io dalla curiosita' di conoscere cosa sia la sorpresina di Cocchina.
    Credo che le gioie vadano condivise con gli amici.
    Grazie.
    Un abbraccio.
    Vale

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  6. Papino,mi dispiace "deluderti" ma la sorpresa per te era che venivo immediatamente al mc cafè! Per la zietta avevamo detto che forse ....ricordi??

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  7. Si ricordo, ma sai devo fare anche la parte del vecchietto dalla memoria corta.
    Un bacio, anzi due.
    Vale

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  8. Che Roberta fosse speciale lo avevo intuito già, il tuo resoconto così preciso ed intenso la rende quello che è veramente: eccezionale.

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  9. Hanno colpito anche te quei fantastici occhioni verdi eh??

    :)

    Un abbraccio "raffreddato" a tutti!!

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