La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

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NON STO TANTO MALE

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venerdì 10 ottobre 2008

Ester


Dall’ alto del bastione che domina Castle, la citta’ vecchia e quella nuova, lo sguardo raccoglie l’ intera distesa della citta’.

Dal porto alla laguna di Saint Gilles, alla spiaggia, al promontorio della Devil Saddle, allo stagno di Jus Ranthelmo. Lo spettacolo e’ magnifico.

Qualche suono indistinto proviene solo dall’ interno della passeggiata coperta, sotto il piazzale del bastione, dove sono in corso opere di restauro.

Siamo in ottobre, il sole, un caldo sole, abbacinante, invade Castle.

Peter e’ appoggiato ad una delle balaustre del bastione. Indossa un abito nero di velluto con panciotto. E’ elegante e discreto, con camicia bianca di cotone, senza colletto e piegoline sul davanti.

Pochi mesi prima si era sposato per la terza volta. Stranamente pero’ gli era sembrato di assistere alle nozze di un’ altra persona.Pensa che non esiste spazio se non esiste luce e che non e’ possibile pensare il mondo senza pensare alla luce. La violenta luminosita’ che e’ sopra Castle conferma il suo pensiero.Fuma un sigaro, appoggiato a quel parapetto mezzo bruciacchiato dai mozziconi di sigaretta lasciati li’ a consumarsi. Sembra intenzionato ad approfittare dello spettacolo per fumare tranquillamente.La luce bacia i tetti, scivola per le strade, risveglia in ogni albero, in ogni pietra, in ogni finestra l’ entita’ dormiente della citta’.Si allontana dal parapetto e lentamente prende la strada verso casa.

Apre la porta. I cani gli vengono incontro guaendo.Entra nella camera da letto. Nello specchio dell’ armadio vede riflessa la sua persona. La guarda con disgusto. Sotto gli occhi non ci sono gli attimi della meravigliosa estatica visione in cui ha in mano il coltello dalla lama chiara e scintillante con il quale disegna splendidi arabeschi. Manca l' immagine del piacere assoluto.

Sul letto e’ distesa Ester.

E’ vestita con i pantaloni bianchi e la giacca argento del giorno delle nozze.

E’ immobile.

Lo sguardo fisso.

Senza vita.

11 commenti:

  1. GRANDIOSO .COME SEMPRE,UNGOSSO SALUTO DAL TEAM DE MILAN (OGGI SOLE)

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  2. Ste' anche io vedo chiaramente la mia missione.
    Al prossimo post.
    Vale

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  3. Stavolta il serial killer ha provato disgusto per se stesso o per com'era vestito?
    Sei cosi piacevolmente descrittivo, che mentre leggo i tuoi racconti disegno un quadro nella mente e la cosa è straordinaria dato che sono negata a disegnare.

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  4. Grande complimento. Grazie.
    Disgusto di me stesso? Non credo, ma soprattutto non per come vesto, sempre rigorosamente in limba in velluto o fustagno, anche d' estate

    Vale

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  5. Un chiarimento..scrivi che Peter vede riflessa la sua persona nello specchio dell'armadio e ne prova disgusto..ho frainteso qualcosa?

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  6. La guarda con disgusto, non prova disgusto nel vedere se' riflesso. Si sarebbe voluto vedere in azione, da puro narcisista del crimine quale e'.
    Grazie delle osservazioni.
    Ora preciso.
    Vale

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  7. Fratellino, vigilo anch'io;)

    Ha ragione, comunque, Cinzia...il passaggio era un po' criptico. Adesso che hai precisato non ci sono fraintendimenti.

    baciotti
    annarita:)

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  8. Un abbraccio alle mie critiche preferite. In genere scrivo di getto dopo avere pensato ed elaborato mentalmente la trama. Il piu' delle volte lo scrivere mi porta a cambiare il racconto. L' interpretazione del lettore poi va oltre le intenzioni di chi scrive. L' osservazione era giusta e ho fatto un' aggiunta chiarificatrice.
    Vorrei capire vigilate perche' sia sempre chiaro o perche' non finisca in prigione?
    Buona fine settimana.
    Vale

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