La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

domenica 25 gennaio 2009

Meditazioni Metafisiche

‘’Castle
Forse.
Non riconosco il luogo. Sono in pieno centro. Cammino.
E’ un lunedi’ mattina.
Forse e’ Castle, perche’ tutti i lunedi’ sono sempre in questa località’. Forse e’ Castle perche’ e’ una citta’ a me molto cara. La amo. Sono innamorato delle sue strade, dei suoi palazzi, della sua gente. La desidero. Camminare per le sue vie m’inebria. Parlare con la sua gente mi emoziona. Quando sono in questa citta’ talora giro senza una meta prefissata. Guardo i negozi dalle vetrine allegre, le ragazze, con il broncio, le forme dei loro corpi, statuari e fanciulleschi, le donne, belle, giovani, le loro silhouette, adocchiate da pappagalli allupati, le vecchie, avvizzite, da tempo scordate. Resto incantato a guardarle sfilare come in parata.
Mi fermo sui marciapiedi, talora al tavolino di un caffe’, l’ Old Cafe’, in Constitution Square, fumo il mio toscano. Ascolto la sua voce e quella della sua vasta umanita’ con il cuore gonfio di felicita’. Con le narici alla strada cerco di riconoscere i suoi odori.
Potete scommetterci la testa e’ inebriante. Mi piace tanto cosi’. E’ il mio grande amore. E’ l’ essenza primordiale.
E’ giorno. Guardo l’ orologio, segna le dieci del mattino. Il sole splende. Mi piace la luce del giorno. Detesto vedere il sole che tramonta la sera. Si’, non amo vedere la luce del sole che lentamente cala. La sera, le prime ombre della sera, le ombre che allungano le immagini non mi piacciono. Il sole che tramonta, la luce che sparisce, mi fanno pensare al mio ultimo giro.
Castle
Non so, non riconosco i luoghi.
Castle.
Forse.
Forse perche’ cammino con piacere, come solo mi accade quando sono nella mia citta’. Non riconosco pero’ i posti, le strade, i negozi, i caffe’, i bar, le persone.
Forse non ci sono posti, strade, negozi, caffe’, bar, persone.
Non sono solo. Accanto a me una figura femminile. Sono in compagnia di una donna. E’ una figura indeterminata, non chiara. Il viso non si distingue, e’ in ombra. Forse non c’ e’, non ha volto.
Non parla. Non ha bocca.
Cammina senza guardare la strada e me che le sono a fianco. Non ha occhi.
Va al lavoro. Si affretta. Va ad infilarsi in una vischiosa giornata di lavoro.
Provo ad insegnarle la differenza tra il bene e il male. Provo a spiegarle l’ amore, la liberta’. Le mie parole si allargano. La mia voce e’ chiara, come la luce del sole, come il cielo azzurro di Castle.
Parlo. Non ascolta. Non ha orecchie.
Anche lei all’ ultimo giro.
Ad un certo punto mi accorgo di indossare un abbigliamento sportivo, calzoncini, maglietta e scarpe da corsa.
Mi metto a correre. Vado spedito, piu’ di quanto non abbia mai fatto, anche quando ero in pieno allenamento.
Mi allontano dalla persona che era con me.
Corro piu’ forte di quanto un uomo possa fare. Mi allontano sempre piu’ da questa donna. Non voglio fermarmi, perdere tempo. Il mondo mi aspetta.
Mi dico: guarda come corri, meglio di prima. Le mie ginocchia sembrano a posto. Il mio menisco rotto, i miei legamenti strappati non mi danno fastidio. Non ho piu’ male. Non sono state mai cosi’ bene, mi sembra di essere un ragazzo da quanto corro veloce. In
effetti sono giovane. Ho l’ eta’ di quando, studente liceale in Toscana, partecipavo alla campestre scolastica.
Mi sento bene, le mie gambe sono a posto.
Corro su per la collina. Galoppo verso la spiaggia di Castle? Non so. Forse.
Il posto e’ dolce e sono felice. Sono fuori di me per la gioia. Il cuore e’ gonfio di piacere, d’allegrezza. Esulto.
Programmo, mentre volo con grandi falcate, di riprendere gli allenamenti per prepararmi non piu’ per percorsi medio-lunghi, ma per una maratona.
Vado lontano, da qualche parte, lontano, oltre lei, ora nel buio. Verso la luce che m’inonda. Un richiamo per la vita
Corro a rotta di collo finche’ qualcuno non mi sveglia.
E’ meglio che stia ancora nel mio letto.
Nel mio sogno.
Dorato.
Vero.
Felice della mia libertà’’.
Ho finito il mio racconto.
Resto in silenzio.
Continuo a restare sdraiato sul lettino della mia psicanalista.
La dottoressa Monique Touch e dietro di me, come al solito durante la mia seduta. Ascolta in silenzio. Ogni tanto prende appunti. Qualche volta espone la sua interpretazione del sogno. Applica le teorie freudiane, una tecnica psicologica che consente di interpretare i sogni, e che, applicando questo metodo, ogni sogno si rivela come una formazione psichica densa di significato, che va inserita in un punto determinabile dell’ attivita’ psichica della veglia. Spiega, ogni tanto, che i processi da cui derivano la stranezza e l’ oscurita’ del sogno per dedurre la natura delle forze psichiche dalla cui cooperazione o il contrasto da cui il sogno trae origine.
- In questo sogno, afferma, e’ possibile costatare che i suoi contenuti riportano alla vita normale. Anche questa volta ha sognato cio’ che ha visto, detto, desiderato o fatto, solo un po’ piu’ particolareggiato. Lei come altre volte ha sognato le cose oggetto delle sue piu’ ardenti passioni. Questo pero’ non ci porta a dire, come lei afferma, che e’ un serial killer. Vede anche le descrizioni delle sue azioni cruente, che mi ha raccontato nelle precedenti sedute, talora accompagnate da citazioni, da poesie, da canzoni, musiche, non sono altro che la manifestazione della sua vita intellettuale.. Il suo e’ solo lavoro onirico. Niente di originale. L’ occuparsi del proprio corpo in modo immaginifico e’ caratteristico dei suoi sogni. I suoi si servono di simbolizzazioni gia’ pronte nel pensiero inconscio, perche’ meglio rispondono, per la loro raffigurabilita’ e per lo piu’ anche perche’ esenti da censura, alle esigenze della sua creazione onirica.
Ascolto in silenzio.
In precedenti sedute ho sempre spiegato che non si tratta di sogni ma di realta’. La mia psicanalista ha sempre ribattuto che i fatti da me descritti non sono altro che tipi di sogni che si presentano spesso nel corso delle psicoanalisi e solo di rado fuori di queste.
Sono andato la prima volta dalla dottoressa Monique Touch per comprendere se sia affetto da paranoia, cioe’ da una psicosi cronica caratterizzata da un delirio piu’ o meno, meglio o peggio, sistematizzato. Lei ha sempre ascoltato con attenzione le mie esperienze, affermando che non si tratta altro della conflittualita’ dell’ io borghese in crisi. Sicuramente sogni, fenomeni di espressione che si intricano a tal punto che facilmente li si confonde con la realta’.
Non le ho mai detto di essere stato sempre perseguitato dall’ incredulita’ altrui, anche se l’ ho sempre tenuta in buon conto.
- Peter, mi dice, nel congedarmi, lei non e’ un serial killer. Quando vuole venga a trovarmi per raccontare le sue fantasie oniriche. Si ricordi quello che ha scritto Jean-Paul Sartre, nella “Nausea”: “Ma quando si racconta la vita, tutto cambia, soltanto e’ un cambiamento che nessuno nota: la prova e’ che si parla di storie vere. Come se potessero esserci storie vere; i fatti avvengono in un senso e noi li raccontiamo in senso inverso”.
Lascio lo studio della dottoressa Touch e a piedi mi avvio verso il centro di Castle.
Arrivo all’ Old Cafe’. Mi siedo a un tavolino e accendo un mezzo “Soldati”. Il toscano mi aiuta a riflettere.
Ricordo quello che afferma Michel Foucault: ‘’Il sogno profetico rappresenta l’ alternativa al cammino lineare della filosofia, e’ un’ altra esperienza della stessa verità. Il sogno e’ come la rappresentazione della grazia’’.
Anche io ritengo che il sogno e’ la rappresentazione della grazia, quella eterna che come serial killer dono alle donne.
F. Tistan l’ Hermite, nel suo “La Mariane” fa dire ad Erode “Cio’ che il destino scrive non puo’ essere cancellato…”. Un personaggio dell’ “Adraste”, di L. Ferrier de la Martinière, afferma :”Nel cielo e’ scritta la nostra morte”. Nell’ “Osman” di Tristan l’ Hermite e’ detto:

“Ma in ogni momento, durante il sonno,
il cielo puo’ sconvolgere la nostra mente per darci consigli,
L’ esito del nostro destino
Non sempre e’ determinato dai suoi responsi”.

E ancora Tristan fa dire a uno dei suoi personaggi nella “Mariane”

“Il tal modo ciascuno scopre dormendo
I tratti nascosti della propria indole”

Ma i miei non sono tratti nascosti ma evidenti, molto evidenti, della mia indole. Sono l’ accesso alle profondita’ del mio spirito e le mie azioni sono le coordinate fondamentali che determinano la traiettoria stessa della mia esistenza e di quella delle donne che vengono liberate dalla mia leppa, dalla sua iridescente lama nel culmine del momento piu’ gratificante: l’ amore. Non si tratta di trama di immaginazione, di surrogato della realta’, ma di realta’ che si sostituisce alla immaginazione.
REALTA’.
ASSOLUTA’ REALTA’.
A distrarmi dai miei pensieri quell’ insulsa compilation che esce dagli altoparlanti dell’ Old Cafe’. Dovro’ parlare con mio cugino, proprietario del locale. Non si possono mettere insieme Subsonica, Guccini, Dylan, Armstrong, De Andre’, Giusy Ferreri, Giovanni Allevi, Van Morrison, Negramaro, Morandi. Si salva soltanto per avere infilato uno dietro l’ altro Charlie Parker, Cab Calloway, Bill Evans, Diango Reinhardt&Stephane Grappelli Nuages.
Con la musica non e’ il caso di scherzare. Penso. Faccio un sorrisino poco rilevante.
Con le mie confessioni non e’ il caso di scherzare. Penso. Con calma, direi una calma glaciale. Faccio di nuovo un sorrisino poco rilevante.
Mi faccio portare un caffe’ e un bicchiere d’ acqua minerale con le bollicine. Li bevo uno dopo l’ altro come in un’ unica sorsata. Indugio a contemplare la piazza.
Improvvisamente mi alzo.
Ho deciso.
Tornero’ dalla dottoressa Touch.
Ho trovato il modo per far ricredere la mia psicanalista dalla sua convinzione.
SONO UN SERIAL KILLER.
Dovra’ convincersi.
Non dovra’ piu’ avere dubbi possibili.
Da un fiorista acquisto un mazzolino di fiori.
Arrivo davanti al suo studio alle 20. Dovrebbe essere sola. Il suo ultimo cliente dovrebbe essere andato via da circa un’ ora. E’ molto metodica. Dopo l’ ultimo colloquio resta in studio a pensare ai casi ascoltati. Me lo aveva detto un giorno.
- Oh Peter, come mai di nuovo qui, dice aprendo la porta, mostrandosi sorpresa e manifestando una impercettibile contarieta’.
- Avevo necessita’ di illustrarle ancora un aspetto del mio sogno. Per farmi perdonare per essermi presentato senza appuntamento e fuori orario le ho portato questi.
Sorride nel vedere i fiori e il suo viso si allarga in un sorriso benevolo.
Mi fa entrare.
- Un attimo e sono subito da lei. Il tempo di mettere i fiori in un vasetto.
Si avvia verso il bagno.
La seguo.
Sono alle sue spalle.
Con il pollice e l’ indice esercito una leggera pressione sulla sua giugulare.
E’ una mossa imparata dai monaci in un convento del Tibet.
La manovra serve a far perdere i sensi alle persone. L’ effetto dura pochi minuti.
Le sue ginocchia si piegano a meta’ e la sostengo per impedire che cada nel corridoio e che nel suo corpo si possano trovare segni di caduta.
Trascino il corpo della psicanalista in bagno.
Devo fare in fretta.
Indosso guanti da chirurgo,
Prendo la mia leppa dalla lama affilatissima.
Incido profondamente i polsi della dottoressa fino a recidere le sue arterie.
Il sangue esce a fiotti. Aspetto finche’ il battito del cuore si ferma. Allora metto il coltello a serramanico nella mano sinistra di Monique Touch, che’ e’ mancina. Insceno un suicidio.
Raccolgo i fiori. Infilo i guanti in un sacchetto di carta, Butto tutto in un cassonetto dei rifiuti.
Finito, tutto finito ora.
Mi viene da ridere. Dovra’ per forza credermi ora.
PSICANALISTA SUICIDA NEL SUO STUDIO
Titolano i giornali locali l’ indomani.
Nella cronaca l’ ipotesi del suicidio e’ convalidata dal medico legale che ha esaminato il corpo e non ha rilevato segni che possano far propendere per un omicidio. Un’ amica psichiatra ricorda di avere ricevuto, nei giorni appena trascorsi una sua confidenza: ‘’Sono stressata dal lavoro. I clienti mi stanno uccidendo’’.
La verita’.
Ad avvalorare la tesi del suicidio un appunto, di suo pugno, scritto nell’ agenda appuntamenti proprio il giorno della sua morte:
“La meditazione che feci ieri m’ ha riempito lo spirito di tanti dubbi, che, ormai, non piu’ in mio potere dimenticarli. E tuttavia non vedo in qual maniera potro’ risolverli; come se tutt’a un tratto fossi caduta in un’ acqua profondissima, sono talmente sorpresa, che non posso ne’ poggiare i piedi sul fondo, ne’ nuotare per sostenermi alla superficie’’. (Cartesio, Meditazioni metafisiche, Seconda meditazione).

13 commenti:

  1. Per rispetto verso tutti i partecipanti e delle regole del concorso, ti chiedo cortesemente di votare la seconda poesia.

    Grazie!

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  2. Ninfa, GRAZIE. E' un piacere ricevere una tua visita.
    Vale

    RispondiElimina
  3. l'ho letto tre,ben tre volte ...stampo pagina stop .UNICO

    RispondiElimina
  4. Ninfa lo so, lo so, ahime' se lo so...
    Vale
    :-)

    RispondiElimina
  5. Carissimo fratello Pier Luigi,
    vedo che SK compete con il commissario Montalbano che piace anche a Napoleone preso a mangiare pop corn. Complimenti.
    Però, se mi permetti, con quest’impresa SK rischia grosso. Eh sì, è proprio difficile cavarsela quando le cose si prospettano similmente alla storiella del “due leoni”, quelli che tu sai. Ma tu sei molto bravo a trovare il modo di far proseguire la storia di SK, però ti domanderai in che situazione difficile egli si è messo.
    Stai a sentire ciò che mi è parso di ravvisare, dopo aver letto la puntata odierna di SK, poi mi dirai se ho visto bene. Ma tu sai che ho la vista per i casi tipo i “due leoni”.
    Dico subito che è assai promettente per uno scrittore come te, il risvolto in cui ora si trova SK, perché finalmente la sorte ha voluto metterlo allo scoperto! La “psicanalisi”, nelle vesti di donna, è una brutta bestia. Perché?
    Perché ora SK si trova di fronte alla necessità di dover essere creduto. Ma come fa a far parlare quella morta? Questo è lato difficile della cosa e l’altro, invece assai interessante, è che solo con le proprie mani, ma “improprie”, la “donna psicanalista” può essere “uccisa”.
    Pensa all’alchimia che identifica questa situazione con l’uccisione del “vivo”, che è il “mercurio” di partenza (il leone verde), la “bestia” per chiarire molto bene (quella dell’Apocalisse montata dalla grande prostituta), per far “risorgere” il “morto” (il leone rosso), la “pietra filosofale” definita in tanti altri modi. Questo per dire che hai l'occasione propizia pi pervenire all'elisir di lunga vita.
    Ma rientro nei ranghi.
    Dunque il mondo della psiche porta a alla suddetta situazione, poiché chi vi bazzica varca il “confine” ed è come se partisse con un astronave superando la velocità della luce. Lo spazio temporale, al suo possibile rientro, non coincide con quello che ha lasciato poco tempo prima, se questo è il suo tempo. Però per SK c’è la possibilità di trovare un corpo bell'e pronto in cui introdurvisi e continuare così la sua tiritera - mettiamo però - a “rovescio”, proprio come i due gemelli mitici, un giorno su e l’altro giu.
    È proprio necessario che SK si decida a cogliere questa occasione che non capita tutti i giorni, perché altrimenti si verrebbe a scoprire che lui è un “infiltrato”, prova ne è un certo “cavaliere mascarato”, esposto sull’altro tuo blog come un wanted. Ma che centra lui? Sì che centra, perché ieri, se non sbaglio, come è suo solito, questa volta in fatto di “stupri” (anche lui, ma qualcosa a “rovescio” del daffare di SK), suggerisce come risolverli, guarda caso proprio in Sardegna, dalle parti tue. Dice «Dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle ragazze, credo che non ce la faremo mai…». Infatti è così perché SK fa il bastian contrario uccidendole sistematicamente! Però se SK decide lui di fare la parte del “cavaliere mascarato”, ma a “rovescio”, tanto per cominciare, niente più “stupri”, ma di qualsiasi genere! Non è favoloso? O no?

    Ciao e fammi sapere,
    gaetano

    RispondiElimina
  6. Carissimo fratello Pier Luigi,
    vedo che SK compete con il commissario Montalbano che piace anche a Napoleone preso a mangiare pop corn. Complimenti.
    Però, se mi permetti, con quest’impresa SK rischia grosso. Eh sì, è proprio difficile cavarsela quando le cose si prospettano similmente alla storiella del “due leoni”, quelli che tu sai. Ma tu sei molto bravo a trovare il modo di far proseguire la storia di SK, però ti domanderai in che situazione difficile egli si è messo.
    Stai a sentire ciò che mi è parso di ravvisare, dopo aver letto la puntata odierna di SK, poi mi dirai se ho visto bene. Ma tu sai che ho la vista per i casi tipo i “due leoni”.
    Dico subito che è assai promettente, per uno scrittore come te, il risvolto in cui ora si trova SK, perché finalmente la sorte ha voluto metterlo allo scoperto! La “psicanalisi”, nelle vesti di donna, è una brutta bestia. Perché?
    Perché ora SK si trova di fronte alla necessità di dover essere creduto. Ma come fa a far parlare quella morta? Questo è lato difficile della cosa e l’altro, invece assai interessante, è che solo con le proprie mani, ma “improprie”, la “donna psicanalista” può essere “uccisa”.
    Pensa all’alchimia che identifica questa situazione con l’uccisione del “vivo”, che è il “mercurio” di partenza (il leone verde), la “bestia” per chiarire molto bene (quella dell’Apocalisse montata dalla grande prostituta), per far “risorgere” il “morto” (il leone rosso), la “pietra filosofale” definita in tanti altri modi. Questo per dire che hai l'occasione propizia di pervenire all'elisir di lunga vita.
    Ma rientro nei ranghi.
    Dunque il mondo della psiche porta a alla suddetta situazione, poiché chi vi bazzica varca il “confine” ed è come se partisse con un astronave superando la velocità della luce. Lo spazio temporale, al suo possibile rientro, non coincide con quello che ha lasciato poco tempo prima, se questo è il suo tempo. Però per SK c’è la possibilità di trovare un corpo bell'e pronto in cui introdurvisi e continuare così la sua tiritera - mettiamo però - a “rovescio”, proprio come i due gemelli mitici, un giorno su e l’altro giu.
    È proprio necessario che SK si decida a cogliere questa occasione che non capita tutti i giorni, perché altrimenti si verrebbe a scoprire che lui è un “infiltrato”, prova ne è un certo “cavaliere mascarato”, esposto sull’altro tuo blog come un wanted. Ma che centra lui? Sì che centra, perché ieri, se non sbaglio, come è suo solito, questa volta in fatto di “stupri” (anche lui, ma qualcosa a “rovescio” del daffare di SK), suggerisce come risolverli, guarda caso proprio in Sardegna, dalle parti tue. Dice «Dovremmo avere tanti soldati quante sono le belle ragazze, credo che non ce la faremo mai…». Infatti è così perché SK fa il bastian contrario uccidendole sistematicamente! Però se SK decide lui di fare la parte del “cavaliere mascarato”, ma a “rovescio”, tanto per cominciare, niente più “stupri”, ma di qualsiasi genere! Non è favoloso? O no?

    Ciao e fammi sapere,
    gaetano

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  7. Chiedo scusa per la ripetizione, ma riflettendo forse è il mio "doppio" col quale litigo spesso ogni giorno, ci ha messo lo zampino per dire che siamo in due.
    Le storielle non hanno mai fine, questo è loro bello.
    gaetano

    RispondiElimina
  8. Carissimo fratello Gaetano tutto in noi e' doppio. Io stesso come tu hai avuto modo di leggere vivo due esistenze.
    Jean-Paul Sartre nell' "Imaginaire" parla della funzione ''irrealizzante'' dell' immaginazione. Questo potrebbe essere la risposta al tuo primo quesito: "Ma come fa a far parlare quella morta?".
    L. Binswanger invece da' una lettura delle immagini in chiave non solo "semantica" ma ontologica ed esistenziale. Anche questa visione serve a soddisfare la tua richiesta.
    Si tratta a mio giudizio di una necessaria dialettica tra immaginazione ed immagine.La prima e' definita da Foucault il "fondamento ontologico" stesso dell' esistenza; la seconda, invece, sempre secondo Foucault "si costituisce come una forma cristallizzata", una sorta di rallentamento o blocco, quasi, di quel lavoro dinamico che custodisce il senso autentico (e qui tutti gli echi della filosofia dell' esistenza, e anche nello specifico dell' analitica esistenziale heideggeriana, vanno lasciati risuonare) dell' uomo nella sua essenza radicalmente libera. E all' interno di questa linea argomentativa - e per sottolinearne la portata in senso ampio antropologico-esistenziale, Foucault, secondo il filosofo Fabio Polidori, trova altresi' l' occasione per mettere in luce come questa dialettica stia anche alla base della creazione artistica, e in particolare della creazione poetica.
    E' in questo ambito che agisce il SK. Non ha necessita' che qualcuno racconti le sue gesta perche' nell' interpretazione della sua esistenza, delle sue azioni, fa risuonare tutte le corde della liberta' umana, della sua liberta'. Egli e' un soggetto inteso come esistenza, eterna... ,mai cioe' un solus ipse, ma sempre in una rete di relazioni con il (e costitutive del) mondo, eterno...
    E' per questo che nelle sue gesta si puo' leggere un preciso significato etico legato alla responsabilita' di donare alle donne la possibilita' di fermare per sempre il tempo, di avere per l' eternita inalterata la loro bellezza, godere dell' ammore infinito.
    "Fattomi uomo, ho visto alzarsi e crescere, una scala a mano a mano piu' nuda, investita di un potere d' evulsione unico. [...] ecco che il buio dilegua, e VIVERE diventa, in forma di rude ascetismo allegorico, la conquista dei poteri straordinari da cui ci sentiamo attraversati profusamente ma che esprimiamo soltanto in modo incompleto per difetto di lealta', di crudele discernimento e di perseveranza". (R. Char, "Spartizione formale").

    I racconti del SK fanno parte di un romanzo introspettivo, un noir psicologico come e' stato definito dalla sorellina Annarita. Per il momento accontentatevi di leggere i racconti. Tra poco leggerete il romanzo o lungo racconto come io lo definisco.
    Il tuo suggerimento sara' tenuto in giusta considerazione. E' un' idea che si puo' sviluppare.
    Mi auguro di essere stato esaustivo nel chiosare il tuo, come sempre, interessantissimo commento.
    Vale

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  9. Straordinario e avvincente, Pier, come al solito. Gaetano offre sempre dei validi input.

    Non vedo l'ora di leggere il romanzo tutto intero, quello che tu chiami lungo racconto!;)

    Bravo, fratellone.

    Un caro saluto cumulativo a tutti

    RispondiElimina
  10. Grazie soellina. Si' Gaetano e' un ottimo interlocutore. Qualche volta ritengo piu' interessanti le elucubrazioni filosofiche ed esoteriche che intavoliamo con i commenti.
    Vale

    RispondiElimina

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