La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

mercoledì 21 gennaio 2009

Nullum esse librum tam male ut non aliqua parte prodesset

’This is the end, the redemption from Wilderness, way for the Wonderer, House sought for All, black handkerchief washed clean by weeping – page beyond Psalm – Last change of mine and Naomi – to God’s perfect Darkness – Death, stay thy phantoms!’’

Sono seduto in soggiorno, leggo Allen Ginsberg e penso come diavolo organizzare le prossime ore.
Squilla il telefono.
La telefonata arriva alle nove del mattina. Non avevo ancora deciso niente.
Il solito rompiscatole penso, alzo la cornetta e rispondo
- Pronto
- Hello Peter, Rosy speaking, I hope you remember me. We met in London, in a seminar Anthony…
Una voce di donna, giovane, direi. Non so perche’ mi immagino una biondina, slavata, magra da far paura.
- Ti ricordi? …dice passando a un buon italiano, molto meglio del mio poor English, ma con un evidente accento esotico.
- Of course I remember you.
Non e’ vero che ricordo questa Rosy ma perche’ deludere una donna che si ricorda di te.
- I’ m in Castle. I would really like to met you
- Ok
Decidiamo di incontrarci a mezzogiorno all’ Old Cafe’, in pieno centro, non lontano dal suo hotel, per un aperitivo e poi andare pranzo in uno dei ristorantini sulla spiaggia della citta’.
Chi sara’ questa Rosy comparsa all’ improvviso nel mio orizzonte di una giornata dedicata alla lettura di un testo di cui dovevo scrivere una recensione per una casa editrice.
Lavoro improbo.
Non avevo voglia di leggere un mattone esoterico. Mi era stato sufficiente arrivare a meta’ della prima pagina per capire di avere colpito nel segno.
Ma niente da fare. Dovevo.
Rosy.
Telefonata salvavita.
Certe volte ti accadono cose fantastiche.
Rosy, fatina benefica, aveva risolto la seccatura.
Rosy?
Chi e’?
Certo mi conosce!
Ha il mio numero di telefono.
Ormai e’ fatta. Avevo accettato al buio un appuntamento da una donna di cui non sapevo nulla. Mi aveva convinto il non avere voglia di continuare a leggere il romanzo ‘’Il viaggio nell’ oceano della notte’’, sulla mitologia occidentale e le maschere di Dio. Dalla prima pagina gia’ catalogato come mattone sull’ indagine della storia dell’ uomo, delle sue radici, dell’ origine del pensiero. Una specie di trama kafkiana che si svolge all’ interno di una vascello immenso, che naviga sull’ oceano in una notte di tempesta. Una storia assurda che non aveva senso anche se veniva letta come una allegoria.
Rosy era arrivata a tempo debito.
Meglio un incontro con una sconosciuta che spararsi nel cervello quel dannato malloppo di storia demenziale.
Arrivo all’ Old Cafe’ mezz’ ora prima dell’ appuntamento. Non amo fare tardi. Mi siedo fuori. Mi allungo sulla poltroncina. In attesa.
Il locale deve molto del suo fascino anche alle vicende che ormai si è lasciato alle spalle; qui Sibilla Aleramo attendeva il suo innamorato seduta ad un tavolo vicino al bancone; con lei, Grazia Deledda, Emilio Lussu, D.H. Lawrence, Gabriele D’Annunzio, Salvatore Quasimodo, Elio Vittorini e Beniamino Gigli, sono solo alcuni dei personaggi illustri che lo hanno frequentato e amato.
Oggi e’ frequentato da giovani.
La musica emessa dagli altoparlanti lo dimostra. E’ una confusa domestica compilation che mischia Bob Dylan con Urricane a i Gun’ N’ Roses con Chinese democracy, Chet Baker, Herbie Ancock, i Negramaro, gli MGMT.
E’ da una vita che lo sostengo: la qualita’ e’ quantificabile. Tutta buona musica, presa singolarmente, ma compilation raffazzonata.
Aspetto.
Mezzogiorno meno un quarto.
Eccola.
Non e’ difficile riconoscerla. E’ l’ unica bionda, dal classico aspetto anglosassone, che indossa, a gennaio, anche se e’ una bella giornata di sole, un completo di lino color crema che mette in risalto l’ abbronzatura. Ha poi un cappellino, sempre crema, che farebbe morire d’ invidia la sua regina.
Non so chi e’. Non la ricordo.
Decisa viene verso di me.
Santo cielo.
Avanza verso di me come una creatura mitologica.
Si ferma davanti a me.
- Ciao Peter, che piacere rivederti, dice nel suo buon italiano con inflessioni inglesi.
Avvicina il suo viso al mio e, con le labbra languidamente protese, mi stampa due baci sulle guancie.
- Anche io sono contento di rincontrarti. Cosa ti posso offrire, il barman prepara dei cocktail pazzeschi.
- Ne voglio subito uno, allora. Cosa mi fai preparare?
- Ci penso io, rispondo cercando di immaginare i suoi gusti.
Chiamo il cameriere e ordino due Negroni.
- Ti piace?
- D’ accordo.
Mentre gusta il Negroni, ricorda che ci siamo conosciuti a Londra nel 2004. Entrambi eravamo nello staff di Anthony Robbins, il guru della next generation, il piu’ grande formatore del mondo, coach tra gli altri di Andre’ Agassi, Bill Clinton.
Nonostante mi sforzi non riesco a ricordarla.
E’ una bella donna. Alta, slanciata, magra, ma non scheletrica. Un po’ forte di culo.
Decidiamo di andare a pranzo. Scarto i ristorantini sulla spiaggia e decido per First Opera’, un locale non molto lontano. Lei prende una tagliata di manzo con patatine fritte, io un ottimo fritto di mare del golfo. Il tutto accompagnato da un rosso Sandalyon.
Durante il pranzo ricordiamo i quattro giorni trascorsi insieme. Il nostro impegno nel fire team, quello preposto a preparare e predisporre le lingue di fuoco per la camminata sui carboni ardenti, la prima importante prova dei partecipanti al seminario di Anthony.
Usciamo.
Camminiano, senza fretta, sotto i portici di Rome Street. Di fronte a noi il mare e il porto di Castle.
- Andiamo a casa tua, dice, voglio vedere dove vive un serial killer e dove tu scrivi le sue fantastiche storie. Sono fantasie?
Silenzio, mio.
Non rispondo.
- Non hai risposto alla mia domanda. Forse sapevi gia’ che te l’ ho avrei chiesto.
- Potrebbe. Come fai a saperlo?
- Perche’ quando l’ ho detto non mi sei sembrato affatto sorpreso.
- Com’ e’ che conosci il serial killer?
- Ho letto le tue storie, storie, in my space, nel tuo blog.
- Vuoi la verita’?
- Si’ per favore.
- Andiamo.
Arrivati in Station Square prendiamo un taxi e ci facciamo portare alla Sun Residence, dove abito.
- Benvenuta nel mio piccolo antro, Rosy. Scuserai il disordine. Non sono ricco e non posso permettermi una collaboratrice domestica che riordini tutti i giorni. Quel che vedi qui e’ l’ espressione della mia personalita’. Libri, libri, tanti, saggi, romanzi. Dischi, cd, molti, classica, jazz, country, etnica, rock. Sono la mia volutta’. Accomodati sul dondolo mentre vado a preparare una tisana. Va bene il karkade’?
La piccola cucina e’ attigua al soggiorno-studio, quindi e’ facile proseguire la nostra conversazione mentre armeggio con bollitore e tisaniera.
- Vivi proprio in un posto meraviglioso. E’ da molto che vivi qui?
- Mi sono trasferito tre anni fa, immediatamente dopo la mia separazione dall’ ultima delle mie mogli.
Rosy mi raggiunge in cucina. Accosta il suo corpo al mio in una improvvisa intimita’.
La guardo.
E’ affascinante.
I suoi occhi sono come di velluto blu. Ha ciglia lunghe e folte.
Mi da un bacetto sulle labbra.
Porta il suo indice sulla bocca come a chiuderla.
- Shhh. Mi sei subito piaciuto quando ti ho conosciuto a Londra, ma eravamo troppo impegnati nel lavoro di staff.
L’ abbraccio e di rimando sono abbracciato.
Una delle mie convinzioni piu’ profonde era che una vita priva di effusioni fisiche, anche ingenue, quasi non valeva la pena di essere vissuta.
Mia madre era stata un vero talento nel toccare, coccolare, nello scompigliare i capelli, nel dare pacche affettuose.
Sorseggiamo il karkade’.
- Ti ho chiamato non solo perche’ voglio sapere del serial killer, ma, soprattutto, per stare con te. Ti ho sempre desiderato, ammette.
Fa una pausa per accendersi una Marlboro Super extra Light.
Due boccate e poi schiaccia la sigaretta nel posacenere per spegnerla.
Si avvicina e mi abbraccia. Con trasporto. Fisicita’.
Un sano appettito sessuale.
Mi bacia con passione. La sua lingua si fa strada tra le mie labbra e va voluttuosamente a cercare la mia lingua e l’ avvolge.
- Senti, pensavo che potremmo andare in camera da letto.
Il suo corpo si fa ancora piu’ attaccato al mio. Le sue labbra sfiorarono lievemente il mio orecchio. Dopo, mentre arriviamo sul letto, comincia a mordicchiarlo.
Ci spogliamo con passione.
I nostri corpi nudi aderiscono, si attorcigliano, si contorcono l’ uno sull’ altro. Ogni parte del mio corpo e toccato da ogni centimetro quadrato del suo. Tutto viene percepito col tatto. Nel fradicio calore del letto ci dimeniamo dolcemente, traendo da ogni movimento nuove ondate di piacere.
Improvvisamente nella sua mano compare una leppa. La sua lama iridescente brilla nella semioscurita’ della stanza.
L' appoggia dolcemente sul mio petto.
La affonda con decisione.
Sorride.
- Amore, delizia, passione, sensualita’, dice.
Faccio per parlare. Dalla mia bocca esce un fiotto di sangue, come ottuse parole. Suoni bassi, inarticolati.
Un giorno sbalorditivo.
Un’ ondata di luce sgargiante.
Uno sprazzo.
Il buio.
La vita e’ cosi!
Mi sveglia lo squillo del telefono.
La telefonata arriva alle nove del mattina.
Il solito rompiscatole penso, alzo la cornetta e rispondo
- Pronto
- Hello Peter, Katherine speaking, I hope you remember me. We met in London, in a seminar Anthony…
- I’ m sorry, I don’t remember you, and I’m not interested in …
Riattacco.
Devo finire di leggere il romanzo ‘’Il viaggio nell’ oceano della notte’’, sulla mitologia occidentale e le maschere di Dio.
Un vero mattone, ma come scriveva Plinio il giovane
‘’Nullum esse librum tam male ut non aliqua parte prodesset’’.

5 commenti:

  1. Direi che ci sai proprio fare , guarda che dopo aver letto tanti libri non è più facile appassionarmi a qualcosa, pensa che mi ha stancato anche Wilburn Smith. Ma il tuo SK è veramente intrigante e nuovo.Ciao.

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  2. Mamma mia che complimento.
    Teo GRAZIEEEEEE!!!
    VALE

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  3. Beh, di libri ne ho letti a iosa anch'io. Non so se te l'ho mai raccontato, ma a 13 anni mi sono letta quasi tutti i drammi shakspeariani su quei libretti alla bignami. Hai presente?

    Boh, non so perché ti racconto questo particolare.

    Insomma, sì. Non sono facile da catturare. I tuoi scritti ci riescono, fratellone:)

    kisses and smile;)

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  4. Sorelina GRAZIEEEE.
    Un unco problema: il mio ego mi sta ossessionando. Non so come e' riuscito a violare il mio pc. Ha ha letto il tuo commento e quello di Teo e adesso mi ha presentato una lista di richieste alle quali non so come far fronte. Sto pensando di riparare all' estero, far perdere le mie tracce per sfuggire alle sue pretese. Sto pensando di piantarli la mia lama nel ventre.
    GRAZIEEEEE!!!!
    Vale

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