La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

domenica 13 luglio 2008

''Games''









Il caldo della notte e’ tanto e e’ reso appiccicoso dalla gente che assiepa il centro storico di Chieti nella serata conclusiva della Settimana Mozartiana.
Corso Marrucino, piazza Umberto I, piazza Vico, l’ Antica Pescheria, Porta Pescara, il cuore della citta’ e’ sovraffollato. La densita’ della gente impedisce per qualche istante di camminare.
Sono davanti al Teatro Marruccino. Sono diretto verso porta Pescara dove e’ in programma un concerto del Marcello Sebastiani Alice Projec, una indovinata fusion tra jazz e musica mozartiana.
Mi sento toccare leggermente una spalla. Non e’ un contatto casuale dovuto alla calca.
Mi giro per vedere chi mi cerca.
Athijn!
‘’Hi, Peter. Do you remember me?’’
‘’Of course, Athijn! Certamente che ti ricordo. Come dimenticare la giovane, dolce, deliziosa, bella compagna di un viaggio da Roma a Chieti. L’ indianina, il medico di Mombay, che fa ricerche sull’ invecchiamento, alla quale il governo del suo paese ha concesso una borsa di studio per perfezionare i suoi studi nell’ Universita’ teatina’’.
‘’Sono sola. Mi fai compagnia?’’
‘’Sola? Una cosi’ giovane e bella donna sola? E’ possibile? Sei qui da sei mesi avrai fatto delle amicizie?’’
‘’Passo tante ore in laboratorio. I miei colleghi italiani sono tutti sposati. Le loro mogli sono gelose. Hanno paura dell’ esotico’’.
‘’Dai forza, andiamo. Quale concerto vuoi seguire’’.
‘’Non avevo una meta precisa. Mi intrigava ‘’Games’’, lo spettacolo di balletto al parco della Villa Comunale. La coreografa e regista Anna Palmieri, con Corpo di ballo del Teatro Marrucino musica di W.A. Mozart ha realizzato un balletto sui giochi, una metafora della vita e della morte’’.
Prendo l’ idea al volo. Mi piace.
‘’Per me va bene’’.
Avevo sempre sperato di incontrare di nuovo Athijn. Una volta ero andata a cercarla alla facolta’ di medicina. Avevo desistito per la nostra differenza d’ eta’.
Camminiamo per tutto il corso Marrucino. Da piazza Umberto I arrivano le note di Luis Bacalov, un pianista argentino e del suo Trio MozartLatino. Passiamo davanti piazza Vico con le voci dei solisti del Coro del Teatro Marrucino con Fabio D’Orazio, pianoforte.
Il corso e’ illuminato a giorno. I suoi palazzi storici fanno bella mostra.
Per la gran ressa camminiamo con i corpi quasi attaccati. Deve piacerle. Mi sembra accentui il contatto. Mi prende la mano.
‘’Non voglio che la gente ci divida’’.
Ci guardano. Guardano lei. La sua bellezza esotica illumina l’ intera strada. Indossa un vestito in seta indiana, adatto tanto al clima quanto alla serata.
‘’Tutto bene?’’
Lei sorride.
‘’La tua mano mi da sicurezza. Sono disposta ad affrontare pure la morte’’.
Penso, in fondo, non si muore che una sola volta.
Lo spettacolo di balletto comincia.
Anche nel parco della villa comunale la gente e’ tanta, a strati.
Lei continua a restarmi attaccata.
Mi giro per guardarla e complice un leggero urto le mie labbra trovano le sue. Oso. La bacio rapidamente. Accetta. Ho la sensazione di essere un uomo fortunato.
Avanzando a fatica, avvinghiati l’ uno all’ altra per la mancanza di spazio, la conduco all’ estremita’ del parco, la’ dove non c’ era spettacolo e gente. Ci appoggiamo a un albero. La stringo a me. Le nostre bocche si incollano. Le mani accarezzano i nostri corpi.
Allento l’ abbraccio.
Le scivola a terra lungo il tronco dell’ albero che ci proteggeva da occhi indiscreti. Giace raggomitolata ai miei piedi.
Arrivano le note di Mozart.
Lei e’ bella, ancora piu’ bella ora che e’ stesa a terra.
Mi siedo accanto a lei.
‘’Devo andarmene sola nel buio. Il buio mi fa paura’’.
Le sue labbra cercano le mie mie.
Il mento le cade sul petto.
Se ne’ e’ andata, per non tornare mai piu’
Non respira piu’.
Dal suo corpo, dal suo fianco, tiro fuori il mio coltello a serramanico. Lentamente, per succhiarle la vita.
Al suo posto una cavita’ con del sangue all’ interno.
Mi allontano. Raggiungo il bar e ordino una grappa, la bevo tutta d’ un fiato e accendo un Toscano.
Addio!

10 commenti:

  1. Mamma mia che fiatone m'è venuto!

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  2. Prometto di lasciare a casa il mio coltello quando ti incontrero'
    Dormi sonni tranquilli.
    Un bacio e buonanotte.
    PL

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  3. Lieta giornata, Pier Luigi!
    Abiti a Torino?

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  4. No. Abito a Capoterra, in un centro residenziale vicino Cagliari. Ma amo viaggiare e conoscere le persone con le quali instauro amicizie.
    In questi giorni sono a Chieti.
    Gli aerei sono comodi e consentono di raggiungere le piu' lntante localita' in tempi brevi. Sono stato diverse volte a Torino. Amo il giunduia e la crema giacometta. Sono impazzito un giorno perche' vicino piazza Castello c' e' un negozio specializzato in goloserie...
    Vale.
    PL

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  5. Pier luigi ,ho osato scrivere sulla metematica!

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  6. Ciao PL,il premio "BLOG AMICO"è tuo da parte mia e ideato da DIxDI.Il codice è da loro. Quando l'hi installato,clicca sull' immagine...
    La mia posta elettronica è in crisi,non funziona!!

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  7. brrrr... inquietante! :-)
    complimenti Pier Lui'
    g

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