Hotel Napoleon, Torino. Stanza 203. Ore 2:25.
Sono in piedi. Davanti al letto. La mia immagine si riflette nello specchio. Al di la’ di quella l’ immagine di una donna. E’ di schiena e sta sfilandosi la T-shirt. Finisce di sfilarla e comincia a slacciarsi il reggiseno.
Sparisce dietro la mia immagine.
Si chiama Hallia. L’ ho incontrata in una vineria dopo avere lasciato i Murazzi. Era sola e mi ha agganciato, chiedendomi di uscire perche’ aveva paura della gente, una vera moltitudine che affollava il locale.
Siamo stati fuori in silenzio, a guardarci, a interrogarci con gli occhi se potevamo fidarci. I bicchieri, come appiccicati alle mani, il vino, un ottimo Bardolino, e’ ormai caldo, ma non sgradevole.
Parliamo del piu’ e del meno.
E’ russa e e’ a Torino per un master al Politecnico. E’ un architetto, specializzata in interni. E’ affascinata del fatto che sia un giornalista. Mi parla della giornalista russa Anna Politkovskaya, sua amica, e dei sospetti che dietro all'uccisione della coraggiosa cronista possa esserci il governo di Vladimir Putin.
Mi racconta delle confidenze ricevute sugli abusi sui diritti umani commessi dal governo Putin, in particolare in Cecenia.
- Era, dice, coraggiosa e impegnata nella ricerca della giustizia anche di fronte a precedenti minacce di morte.. . Non c'è nessuna speranza che le indagini diano risultati, come dimostrano casi precedenti...’
Smette di parlare di Anna.
- Basta parlare di morte. Stanotte voglio vivere la ‘’movida’’ torinese. Andiamo da te.
Mentre ripenso al nostro incontro, Hallia riemerge da dietro la mia figura riflessa nello specchio. E’ nuda.
Mi giro e la guardo. Ha un’ aria compiaciuta.
- Accidenti. Sei bellissima. Hai un corpo molto provocante.
Aiutandomi con i piedi mi libero dei mocassini. Allento la cintura dei pantaloni che scivolano a terra senza problemi, non porto intimo sotto. Mi stringe a se’. Mi bacia dolcemente il collo, mi mordicchia le orecchie mentre mi toglie la camicia. Mi spinge sul letto.
E’ su di me. I suoi seni premono sul mio petto. Accarezza il mio volto. Le nostre labbra si cercano. Si incollano. Le nostre lingue si attorcigliano. Un lungo bacio, carico di passione, di bramosia.
Le mie mani, lentamente, esplorano il suo corpo.
Continuiamo a baciarci.
Poi stacca le sue labbra dalle mie.
La sua bocca va verso i miei capezzoli e li mordicchia. Bacia il mio petto, il mio ventre, il mi pube. Senza aiutarsi con le mani comincia una delicata fellatio. Risale alle mie labbra. Le chiude con le sue. La sua lingua cerca la mia.
Sono sopra di lei.
Ora e’ la mia bocca ad assaporare il suo corpo, il suo seno, il suo monte di venere leggermente prominente, voluttuosamente invitante.
La spingo indietro verso i cuscini. Le mie dita accarezzano l’ interno delle sue cosce. Poi la lingua si sostituisce alle mani. Succhio delicatamente il suo clitoride. Mordicchio le sue grandi labbra.
Leggeri gemiti di piacere.
La mia mente veleggia nell’ aere della passione.
Mi faccio strada con le ginocchia fra le sue gambe mentre la bocca si incolla alla sua in un altro lungo bacio.
Entro dentro di lei.
I nostri corpi aderiscono sempre piu’. Ogni parte del mio corpo e toccato da ogni parte del suo. Tutto viene percepito col tatto. Ci muoviamo lentamente. Ogni tanto lei inarca la schiena per sentire meglio il mio pene. I nostri gesti sono lenti. Ogni movimento provoca nuove ondate di piacere.
Esausti giacciamo una affianco all’ altro. Le nostre mani continuano ad accarezzare i nostri corpi.
Scivoliamo in un nuovo abbraccio. Ci stringiamo forte l’ una contro l’ altro. Vedo le nostre immagini riflesse nel grande specchio davanti al letto.
Si gira su un lato e cade in un sonno profondo.
Un mio braccio le cinge le spalle.
La mia mente corre ai fatti della giornata.
Sorpresa. Bellezza.Vita. Morte. Passione.
Una bella giornata.
Preludio di un magnifico futuro.
Sono in piedi. Davanti al letto. La mia immagine si riflette nello specchio. Al di la’ di quella l’ immagine di una donna. E’ di schiena e sta sfilandosi la T-shirt. Finisce di sfilarla e comincia a slacciarsi il reggiseno.
Sparisce dietro la mia immagine.
Si chiama Hallia. L’ ho incontrata in una vineria dopo avere lasciato i Murazzi. Era sola e mi ha agganciato, chiedendomi di uscire perche’ aveva paura della gente, una vera moltitudine che affollava il locale.
Siamo stati fuori in silenzio, a guardarci, a interrogarci con gli occhi se potevamo fidarci. I bicchieri, come appiccicati alle mani, il vino, un ottimo Bardolino, e’ ormai caldo, ma non sgradevole.
Parliamo del piu’ e del meno.
E’ russa e e’ a Torino per un master al Politecnico. E’ un architetto, specializzata in interni. E’ affascinata del fatto che sia un giornalista. Mi parla della giornalista russa Anna Politkovskaya, sua amica, e dei sospetti che dietro all'uccisione della coraggiosa cronista possa esserci il governo di Vladimir Putin.
Mi racconta delle confidenze ricevute sugli abusi sui diritti umani commessi dal governo Putin, in particolare in Cecenia.
- Era, dice, coraggiosa e impegnata nella ricerca della giustizia anche di fronte a precedenti minacce di morte.. . Non c'è nessuna speranza che le indagini diano risultati, come dimostrano casi precedenti...’
Smette di parlare di Anna.
- Basta parlare di morte. Stanotte voglio vivere la ‘’movida’’ torinese. Andiamo da te.
Mentre ripenso al nostro incontro, Hallia riemerge da dietro la mia figura riflessa nello specchio. E’ nuda.
Mi giro e la guardo. Ha un’ aria compiaciuta.
- Accidenti. Sei bellissima. Hai un corpo molto provocante.
Aiutandomi con i piedi mi libero dei mocassini. Allento la cintura dei pantaloni che scivolano a terra senza problemi, non porto intimo sotto. Mi stringe a se’. Mi bacia dolcemente il collo, mi mordicchia le orecchie mentre mi toglie la camicia. Mi spinge sul letto.
E’ su di me. I suoi seni premono sul mio petto. Accarezza il mio volto. Le nostre labbra si cercano. Si incollano. Le nostre lingue si attorcigliano. Un lungo bacio, carico di passione, di bramosia.
Le mie mani, lentamente, esplorano il suo corpo.
Continuiamo a baciarci.
Poi stacca le sue labbra dalle mie.
La sua bocca va verso i miei capezzoli e li mordicchia. Bacia il mio petto, il mio ventre, il mi pube. Senza aiutarsi con le mani comincia una delicata fellatio. Risale alle mie labbra. Le chiude con le sue. La sua lingua cerca la mia.
Sono sopra di lei.
Ora e’ la mia bocca ad assaporare il suo corpo, il suo seno, il suo monte di venere leggermente prominente, voluttuosamente invitante.
La spingo indietro verso i cuscini. Le mie dita accarezzano l’ interno delle sue cosce. Poi la lingua si sostituisce alle mani. Succhio delicatamente il suo clitoride. Mordicchio le sue grandi labbra.
Leggeri gemiti di piacere.
La mia mente veleggia nell’ aere della passione.
Mi faccio strada con le ginocchia fra le sue gambe mentre la bocca si incolla alla sua in un altro lungo bacio.
Entro dentro di lei.
I nostri corpi aderiscono sempre piu’. Ogni parte del mio corpo e toccato da ogni parte del suo. Tutto viene percepito col tatto. Ci muoviamo lentamente. Ogni tanto lei inarca la schiena per sentire meglio il mio pene. I nostri gesti sono lenti. Ogni movimento provoca nuove ondate di piacere.
Esausti giacciamo una affianco all’ altro. Le nostre mani continuano ad accarezzare i nostri corpi.
Scivoliamo in un nuovo abbraccio. Ci stringiamo forte l’ una contro l’ altro. Vedo le nostre immagini riflesse nel grande specchio davanti al letto.
Si gira su un lato e cade in un sonno profondo.
Un mio braccio le cinge le spalle.
La mia mente corre ai fatti della giornata.
Sorpresa. Bellezza.Vita. Morte. Passione.
Una bella giornata.
Preludio di un magnifico futuro.
Pierre posso chiederti il motivo per cui ogni incontro che fai finisce sempre con un atto d'amore?
RispondiEliminaPerche' e' bellezza, purezza, emozioni.
RispondiEliminaPerche' e' preludio della vita, ma anche della morte.
Ci sono, comunque, racconti dove il rapporto e' solo emozione.
Bacioni.
Vale
PL
Chiamala se vuoi "Emozioni"...
RispondiEliminaHo preferito postare stasera!
RispondiEliminaAlla Lucio Battisti?
RispondiEliminaPreferisco i Beatles con '' All I've got to do''. ''Tutto quello che devo fare''.
''Ogni volta che ti voglio vicina, si',/ non devo fare altro/ che chiamarti al telefono/ e tu arrivi di corsa a casa mia/...''
Buona notte.
Bacioni.
PL