La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

IN TERRITORIO NEMICO
Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

Dettagli di un sorriso
romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

Il calcio dell' Asino
Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

NON STO TANTO MALE
romanzo di Gianni Zanata

martedì 29 luglio 2008

Una bella serata

Sto davanti alla finestra della mia camera, nell’ Hotel Napoleon, di Torino, in via XX Settembre. E’ all’ ultimo piano di un palazzo gentilizio nel cuore della citta’
Guardo il via vai della gente. In prevalenza sono persone eleganti. Siamo vicinissimi a via Roma, piazza S. Carlo, piazza Castello e via Po, dove sono i negozi piu’ eleganti.
E’ meta mattina. Mi sono svegliato da poco. Ero solo sul letto. Rifletto su quanto ho vissuto ieri sera e questa notte.
Vissuto?
O si e’ trattato di un sogno dalle trame sfilacciate?
Mi colpisce una donna ferma alla fermata del tram.
E’ lei?
Dall’ alto non riesco a vederla bene.
Aspetta. Cosa non so. Il tram no di certo perche’ non sale su quello che si ferma davanti a lei.
Alza lo sguardo. Intuisce di essere osservata o guarda l’ azzurro intenso del cielo?
Non e’ lei.
Faccio il suo numero di cellulare, ma una voce metallica risponde che il numero non e’ attivo.
Ricordo di una realta’ o frammenti di trame sfilacciate di un sogno.
Decido di uscire. Voglio visitare la citta’. Soprattutto i luoghi affollati: caffe e mercati. Li’ si conosce la gente, i loro pensieri. Li’ vivi l’ intimita’ di un posto.
‘’Che si dice stamattina nei Caffè?” Per essere informato sulla situazione politica, Carlo Alberto di Savoia-Carignano, rivolgeva spesso questa domanda ai propri consiglieri.
E’ vero la storia di una citta’ e’ scritta proprio nei caffe’.
Da cronista la mia prima uscita era andare a far colazione nel caffe’ storico di Cagliari, il ‘’Caffe’ Genovese’’, oggi ‘’Antico Caffe’’, nella centralissima piazza Costituzione. Molti dei miei articoli sono stati ispirati, suggeriti dalle persone che riconoscendomi mi avvicinavano per raccontarmi i problemi della citta’. Lo stesso avveniva ad Ancona quando mi fermavo al ‘’Caffe’ Torino’’.
Come Alessandro Dumas decido di far colazione al ‘’Bicerin’’, in piazza della Consolata.. Mi attira la sua cioccolata in bevanda detta il "bicerín": miscela di caffé, cioccolata calda fondente e crema di latte. Non si può essere a Torino senza averlo assaggiato.
Volutamente tralascio i ‘’Caffe’ Fiorio’’, preferito da Cavour, ‘’Baratti & Milano’’, sosta abituale di Giolitti e Einaudi, ‘’Caffe’ Torino’’, dove si rilassava De Gasperi, ‘’Mulassano’’ con le sale Art Nouveau predilette da Gozzano. Nel pomeriggio andro’ al ‘’Platti’’, in Corso Vittorio Emanuele, il locale di Cesare Pavese, uno dei miei autori preferiti.
Mentre gusto il ‘’bicerin’’ rifletto: la storia d’ Italia, politica e letteraria e’ stato scritta nei caffe’, non solo torinesi. Oggi, squallidamente, si cerca di farla nei salotti rissosi della TV.
Comincia la mia visita nei mercati.
Porta Palazzo in primo luogo: il piu’ grande mercato d’ Europa. Siamo a pochi passi dal Duomo e dalle porte Palatine.
Nelle bancarelle di piazza Repubblica, si trova di tutto: dalle scarpe all’abbigliamento, dai casalinghi ai giocattoli, dai prodotti alimentari di tutte le regioni d’Italia alle specialità di ogni parte del mondo. Gente di ogni dove.
La descrizione che Gabriel Garcia Marquez fa del mercato di Macondo, nel suo ‘’Cent’ anni di solitudine’’ si attaglia al melting pot di facce, idiomi, dialetti, etnie, presenti tra le bancarelle.
Dietro Porta Palazzo il mercato del Balôn prende il nome dall’omonima zona. A metà dell’Ottocento il luogo era frequentato dai rigattieri torinesi; oggi è il posto ideale per scoprire le botteghe che propongono prodotti e manufatti di ogni specie. Un punto di attrazione per i turisti. Piu’ bello e piu’ interessante di Porta Portese di Roma, Portobello di Londra e Mercatino delle pulci, dietro le Porte Clignancout a Parigi.
Avverto una mano che si posa delicatamente sulla mia spalla.
E’ lei. Di certo. Allora e’ realta’, non un sogno dalle trame sfilacciate.
Mi giro.
- Peter cosa ci fai qui a Torino? Quanti anni senza vederci.
Mi lancia un’ occhiata perplessa-
- Sono Anne Thoya.
- Certo che so chi sei. La sorpresa e’ grande. Non pensavo di incontrarti qui in Italia. Vivi sempre a Parigi. Lavori sempre con Roman, il grande chirurgo plastico francese?
- Certo che si’. Sono a Torino per un corso di aggiornamento con il prof. Hastings, il ‘’mago delle dive’’ di Hollywood. Un’ occasione unica. E’ la prima e unica volta in Europa. E tu?
- Sono a Torino alla ricerca della bellezza della vita. Ero certo di averla trovata … non ne sono piu’ sicuro …
- Il solito idealista.
Ascolto in silenzio. E’ piacevole l’ italiano perfetto di Anne con quella sua inflessione parigina.
C’ eravamo conosciuti, forse una decina d’ anni fa, a Parigi, a un congresso mondiale di chirurgia estetica. Ero sposato con Anna, una sua collega.
- Si’, prosegue, sei il solito idealista. Ti ho sempre visto come un uomo nobile, un uomo coraggioso, d’ azione anche, ma con una debolezza che forse e’ il tuo tallone d’ Achille: l’ idealismo. Questo e’ anche il pensiero di Anna.
Sto sempre in silenzio. Sto ad ascoltare.
- Pranziamo insieme? Ho alcune ore libere. Non avevo voglia di mangiare in ospedale e sono venuta a curiosare per mercati con la speranza di trovare qualcosa di utile per la mia casa.
- Con piacere. Ti propongo il Caffe’ Platti, il locale di Cesare Pavese. Avevo deciso di visitarlo nel pomeriggio.
Ci facciamo Tentare dalla Torta Platti, specialita’ della casa, una golosa abbondante monoporzione di delizioso gianduia servita con frutta. Chiudiamo con un caffe’. Niente liquori. Vogliamo stare ben svegli.
Ci diamo appuntamento per la serata.
- Torino, dice, ha una nuova regina, la notte. Ho non uno, ma mille desideri per rivederti e far tardi con te. Domani pomeriggio ritorno a Parigi.
- Va bene, rispondo, appuntamento al Caffe’ Mulassano, in piazza Castello. Alle 21.
Rientro al Caffe’ Platti. Ordino un altro caffe'. Penso al mio rapporto letterario con Cesare Pavese.
Non ci accomuna nulla. Io ho gran voglia di vivere. Non ho avuto un’ adolescenza difficile, ì traboccante di solitudine e di isolamento.
Come lui ho una orgogliosa voglia di affermazione ma diversamente da lui mi ritengo adattabile alla vita. I suoi libri, a partire dal ‘’Il mestiere di vivere’’, mi avvincono.
Ci unisce forse il gusto nelle discussioni, il trovarsi a suo agio nelle trattorie, assieme agli operai, ai venditori ambulanti, alla gente qualunque, tutti aspetti, al contrario di lui, che mi fanno amare la vita.
Mentre penso a Pavese, mi accorgo che altri punti ci uniscono: la poesia di Walt Whitman, Sinclair Lewis, la letteratura nordamericana.
Come lui amo la liberta’, gli orizzonti culturali, il desiderio di smuovere le incrostazioni, vecchie e nuove della societa’ italiana.
I suoi libri, ‘’Il carcere’’, ‘’Paesi Tuoi’’, ‘’La casa in collina’’, ‘’Dialoghi con Leucò’’, ‘’Verra’ la morte e avra’ i tuoi occhi’’, ‘’La bella estate’’, ‘’La luna e il falo’’, mi affascinano, mi intrigano, come contenuti, come stile. Grandi opere letterarie.
Ci divide la sua depressione, la sua inadattabilita’ alla vita, la sua voglia di suicidio.
Caffe’ Mulassano. Ore 21.
Anne e’ puntuale.
Bella, elegante. Un vestito di seta bianca a fasciarle il corpo. Uno scialle provenzale, di seta, per ripararsi dall’ umido della notte.
- Andiamo, dice, deve essere una notte straordinaria.
- Si’! Dovra’ essere uno sballo da morire.
- Vinerie, eccoci. Arriviamo.
Giriamo in lungo e in largo per il Quadrilatero Romano, un centro storico dal fascino antico, oggi invaso da localini, gallerie d'arte, vinerie, ristoranti, boutique aperte fino a tardi.
Anne sembra a suo agio e dimostra di conoscere molto bene la zona. E’ incurante della folla. Mi prende per mano per evitare che la gente possa dividerci.
Entriamo in una vineria. A stento riusciamo ad arrivare al bancone mentre una coppia si allontanava. Ci infiliamo nel posto vuoto. Siamo attaccati l’ una all’ altro per la mancanza di spazio.
Non ci importa. Accentuiamo il contatto fisico.
- Tutto bene?, chiedo.
Lei sorride. Uno splendido sorriso a illuminare il suo bel volto.
- Col tuo braccio intorno a me. Con la tua spalla contro la mia …oh, Peter, sono disposta ad affrontare anche la morte.
Sorrido.
Anne prende il suo bicchiere di vino, un Nebbiolo d’ Alba. Lo porta alle labbra e vi lascia le sue impronte. Poi fa appoggiare le mie labbra sulle sue sul vetro del bicchiere e mi offre un sorso. Tiene gli occhi chiusi, languida. Non e’ un contatto fisico, eppure e’ un gesto di una intimita’ sconvolgente. Un brivido di emezione percorre i nostri corpi. A quel punto potevamo metterci a fare l’ amore sul bancone.
- Che ne dici di un po’ di giochi d’ amore?, dice a voce alta, che solo io sento perche’ la sua bocca e’ attaccata al mio orecchio. Il frastuono del locale copre la sua proposta.
Usciamo. A fatica, ma usciamo. Mentre uscivamo dalla vineria, riesco a scambiare un solo sguardo con Anne, nel suo leggo il desiderio.
Camminiamo. Ci teniamo per mano, ci baciamo. Cammina sottobraccio. Sceglie la strada da percorrere. Arriviamo ai Murazzi, le arcate che costeggiano il Po, un tempo ricovero di barche.
Ci rifugiamo sotto un’ arcata, al buio.
- I giochi d’ amore dopo. Da me o da te. Oppure da me e poi da te.
Mi tira a se’, mi cinge con un braccio e dice
- Ti desidero. Lo sai? Si’ lo hai sempre saputo.
- Ti desidero anch’ io, rispondo.
Ci baciamo per piu’ di un minuto, dapprima con bramosia, poi con tenerezza, con la mia mano affondata sui suoi capelli e la sua che mi carezza il collo.
- Sono felice, dice, mi rendi tutto cosi’ felice, indimenticabile. E’ una bella serata per l’ amore.
La bacio ancora, con passione.
Improvvisamente si affloscia davanti a me come uno zampillo d’ acqua che finisce e giace raggomitolata ai miei piedi. E’ bellissima.
Mi inchino e lentamente tolgo dal suo petto il mio coltello a serramanico. E’ come succhiarle la vita.
E’ una bella serata per la morte.

11 commenti:

  1. Ciao pierre, è affascinante ciò che scrivi e ti sono grata per come hai descritto Torino,quasi con amore!

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  2. Attenta il serialkiller ha ripreso a colpire.
    Nei miei scritti c' e' sempre qualcosa della mia vita. Mi emoziono sempre quando visito luoghi, locali che ricordano gli autori preferiti.
    Scrivero' anche di quando per la prima volta ho attraversato il Rubicone. Un grande delitto sul suo greto.
    Grazie del tuo affetto.
    TVB
    Bacioni.
    PL

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  3. Senza punto interrogativo.
    Buonanotte.
    Bacioni.
    Vale.
    PL

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  4. Buon giorno ,il "Premio creativo" è tuo.

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  5. Non sapevo che oltre al giornalista PLZ fosse anche uno scrittore, complimenti davvero!!!

    Grazie del commento, sicuramente riporterò i tuoi saluti agli amici seneghesi.
    Mi hai scritto che conosci Salvatore Cubeddu (noto "Allegria" o "Apperi s'ogu" (magari invece ti riferisci a Boreddu, ex sindaco)e visto il tuo blog altamente culturale, mi viene lo spunto per segnalarti il mese prossimo una manifestazione che parla di libri: Settembre dei Poeti (Seneghe 28-31 agosto).
    Ebbene in questi giorni Tore sarà sicuramente indaffaratissimo in quanto parte fondamentale dell'equipe che organizza il tutto.
    Grazie e arrivederci, magari proprio in quell'occasione.
    Ciao!
    Raimondo

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  6. Caro ''Senza Barriere'' mi riferico a Boreddu, l' ex sindaco.
    Inviami per mail il programma ''Settembre dei poeti'', lo inseriro volentieri nel mio sito Http://www.sardegnagarinews.com
    Se potro' vero' volentieri a Seneghe per la manifestazione.
    Vale.
    PL

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