La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Dettagli di un sorriso

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Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

martedì 16 dicembre 2014

LA MANO by plz

E' una notte buia e tempestosa di una assolata  e gelida vigilia di Natale. La pioggia sferza i volti dei numerosi passanti che vanno a fare le compere dei regali last minute sperando di fare buoni affari, invece trovano solo gli scarti. Sono comunque felici sia per la vicina festa sia per il sole che riscalda una metà del loro corpo, invitandoli a scoprirsi per godere meglio la loro passeggiata.
Stump, giovane e squattrinato medico, che lavora nel laboratorio anatomico della facoltà di medicina di Dark, allegro e seriamente pensieroso, cammina incurante della pioggia che lo flagella, ma godendo di raggi del sole, che gli bruciano la bianca, candida, lattea e nivea pelle, lungo il viale Graveyard. E' diretto a casa di Lord Handcutter, padre di Lady Fancy, una giovane difficile da descrivere, quasi uno sghiribizzo, conosciuta all' università.
I cipressi di viale Graveyard sembrano spingerlo, quasi a calci nel sedere, per fargli accelerare il suo lento ma già spedito passo.
Il palazzo nero di candido marmo della Transilvania di Lord Handcutter e' buio per la tempesta ma allo stesso tempo assolato. Attorno vento, pioggia e sole denunciano come il rumore più imperdonabile e sognatore lo schioccare veramente infernale e celestiale delle fruste nelle vie rumorose per il gran silenzio, che toglie e da alla vita ogni quiete e ogni raccoglimento in una frenetica sarabanda. Si sente come se la punta della frusta penetri nel cervello, sul quale agisce come il tocco della mano agisce sulla spine di una rosa.
Stump con frenetica calma  speranza bussa alla porta di casa Handcutter. Gli apre Mortimer, il maggiordomo. Lo fa entrare e lo fa accomodare nello studio privato di Lord Handcutter. Egli arriva dopo pochi secondi di attesa, nei quali il giovane desidera andar via e restare lì, tornarsene a casa, senza una chiara o confusa idea su una specie di calcolo delle probabilità in base al quale decidere tra verosimiglianza, certezza, realtà e fantasia.
L' ingresso di Lord Handcutter taglia la testa al toro.
''In che cosa posso essere utile''. Chiede Lord Handcutter.
''Sono qui per chiederle la mano di Fancy. La desidero e voglio che sia mia''.
Lord Handcutter, fa uno sbrigativo e lento cenno, invitando Stump ad attendere. Esce.
Stump sa benissimo che si sta decidendo, tranquillamente, ma anche ansiosamente della sua vita. Si sente come una pecora data in custodia al  lupo.
Lord Handcutter rientra e ha una scatola nera, foderata di raso bianco. Si avvicina a Stump e gliela porge. Il giovane anatomista con trepida calma l' apre. Dentro, ancora sanguinolenta, la mano di Fancy.

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