La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

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IN TERRITORIO NEMICO

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Il calcio dell' Asino

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NON STO TANTO MALE

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sabato 13 novembre 2010

Torino in un caffe'

da Pagina

Torino in un caffe'

di Lorenzo Cuniberto

Dura appunto il tempo di sorseggiare una tazzina, come da titolo, la personale che l'artista Roberto Guariniello dedica ai Caffè storici torinesi e al loro immutato fascino retrò. Originale (e azzeccata) la scelta di allestirla proprio in uno dei locali protagonisti della mostra, quel Caffè Fiorio 'dei codini e dei Machiavelli' istituzione cittadina dal 1780 che fino al 29 novembre terrà in esposizione i quadretti di Guariniello, “chicche” mignon realizzate con una particolare tecnica. Queste ultime sono dipinte infatti “al contrario su vetro”: appoggiandosi a un tavolino di cristallo e con l'aiuto di uno specchio, si parte dagli elementi di primo piano per terminare con l'esecuzione dello sfondo; in seguito l'opera su plexiglass viene inserita in una cornice, oltre che appena distanziata da uno sfondo neutro in tela utile a esaltarne i giochi di ombre e luci.

La Torino tra Ottocento e Novecento è tutta un salotto. Le piace credersi “piccola Parigi” - non a torto, se non altro per ragioni geografiche -, prendersi il suo tempo con una punta di snobismo sempre molto equilibrato e 'sabaudo' (“esageroma nen”, insomma); magari perdersi in sussurri e bisbigli mai da confondersi, si badi, col pettegolezzo (chè in qualcuno di “quei” sussurri e “quei” bisbigli – dicono - s'è fatta l'Italia). Come nella capitale della Douce France, anche la borghesia appartenente alla “Torino bene” trova un vero marchio distintivo nella frequentazione dei Caffè del centro storico, simboli non solo di una classe sociale ma di una maniera d'essere. Fiorio, Mulassano, Baratti & Milano, Il Bicerin, Pepino, senza contare lo storico ristorante del Cambio che fu, subito dopo l'Unità d'Italia (all'epoca di Torino capitale), ritrovo di parlamentari e intellettuali. Nei “Bistrots”, tra una chiacchiera e l'altra si gustano il Bicerin, inconfondibile passione di Cavour, le cioccolate, lo zabaione, la pasticceria e tutte le raffinatezze possibili e immaginabili. Ben le ha ritratte nell'omonima poesia, Guido Gozzano, le “Golose” che popolano questo mondo, “innamorato di tutte le signore / che mangiano le paste nelle confetterie. / Signore e signorine - / le dita senza guanto - / scelgon la pasta. Quanto / ritornano bambine! […] Perché non m'è concesso - / o legge inopportuna! - / il farmivi da presso, / baciarvi ad una ad una, / o belle bocche intatte / di giovani signore, / baciarvi nel sapore / di crema e cioccolatte?

E bene le ha raffigurate – indirettamente – anche Roberto Guariniello, visto che gozzaniani vogliono essere anche i suoi grandi vasi di vetro stracolmi di caramelle e bonbon, prima di lasciare spazio a bottiglie di liquori sopra a un bancone che strizza l'occhio al “Bar delle Folies – Bergère” di Manet e dietro alle quali è ben visibile la scritta “Fiorio”. I colori più belli sono i blu violacei o i bordeaux delle insegne: Guariniello li separa nel gioco della scomposizione cromatica - forse omaggio non casuale alla pittura impressionista o macchiaiola. Di grande atmosfera anche alcuni dettagli d'ambientazione: i materiali d'arredo “magici” dei Caffè (radica, legno, ferro battuto, marmo, bronzo), splendidamente riprodotti in pittura; i pavimenti policromi, le luci scintillanti della città a specchiarsi in quelle - più soffuse - degli interni e delle “salette”. Leggera e piacevole pausa per gli occhi.

Roberto Guariniello
Torino in un Caffè
mostra di pittura sui Caffè storici torinesi
Caffè Fiorio – Via Po 8 – Torino
29 ottobre – 29 novembre 2010

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