Grazie Gaetano.
IL FIORIR DI UNA ROSA BLU
COME UN FIOCCO DI NEVE
Di Gaetano Barbella
«La vocazione del blu alla profondità è così forte che
proprio nelle gradazioni più profonde diviene più
intensa e intima. Più il blu è profondo e più richiama
l’idea dell’infinito, suscitando la nostalgia della purezza
e del soprannaturale. È il colore del cielo, come appunto
ce lo immaginiamo quando sentiamo la parola cielo». [1]
...Non ho ricordi di mio padre – dice l’amico Pier Luigi Zanata nel suo post I miei genitori, omaggio del suo blog Utilize rap! Again! –, ma mia madre era sempre ben acconciata. Una professionista moderna per i suoi tempi. Ottima amazzone, cavalcava alla maschile, anche a pelo, per le sue visite utilizzava il cavallo o il calesse, tirava di pistola ...
Una grande donna e una grande mamma...
Li ricordo con due poesie di due grandi poeti, Padre dei padri di Mario Luzi, conosciuto a casa del prof. Valerio Micheli Pellegrini, fiorentino, grande chirurgo estetico, e La madre di Giuseppe Ungaretti.
E poi molti bei commenti son seguiti sulla foto e queste poesie da parte dei suoi amici. Anche io ne ho fatto uno ma per metterlo su non mi bastava la vaghezza mostrata da Pier Luigi sui suoi cari che ha preferito far parlare i versi di quei grandi poeti. Ed allora è come se avessi fatto la parte di un bimbo che istintivamente guarda dietro lo specchio per spiegarsi la sua immagine riflessa.
Giusta la memoria sfocata di Pier Luigi sul suo papà che non sono riuscito a cogliere, ma mi è parsa attraverso la sua mamma. Tantè che di lei Pier luigi è sembrato aver buona memoria.
E così la foto dei due, alla mia vista penetrante mi è apparsa d’un caldo blu di una profondità marina, ma non tanto.
Lei sempre col viso preminente e marcato a differenza di lui accanto preso dai riflessi chiari che sembrano assorbirlo sì da renderlo quasi un transfugo.
E qui parla, però per lui, una rovente cascata di versi nati da oscuri «patti», una questione in sospeso... «...altri forse in allegria / per pura amicizia / ovvero / per un grano / ancora / celeste / di celeste libertà / riposto nel cuore...».
Ma «Tace nel silenzio / delle sue lontane rocce / l’antica parleria - / o il silenzio / è nostro, e non più lacuna, / ora, di parola / ma annullamento / e cenere da cui tutto risorgerà?».
Ora..., come posta ai suoi “piedi” ancora fissi alla solida terra «del silenzio / delle sue lontane rocce», è proprio questo «silenzio».
Un «silenzio» che però non è tale, è li nella sua sposa accanto, ben riposto fra le mani di bianco inguantate, ma ciò che conta è tutto nella sua preziosa borsetta stretta al petto, ben in vista. Questa è la «madre» a cui si inchina il figlio implorante:
«E il cuore quando d’un ultimo battito / avrà fatto cadere il muro d’ombra / per condurmi, Madre, sino al Signore, / come una volta mi darai la mano.».
«Mani», cui fa eco un’altra «mano» di un’estranea poesia posta in precedenza sul blog da Pier Luigi, quelle di una bimba verso la sua cara mamma. Una bimba or grande, la sua amica Annarita.
Ed io, come colpito da quest’intreccio di mani eteriche e fisiche mi sfuggono le giuste parole e non ho la forza di coronare questo mistico quadro se non spiegandolo come un bimbo così:
« Perché in cielo tutte le mamme sono come sorelle e si parlano fra loro.
I loro figli sono figli di tutte loro messe insieme.».
Forse per i convenuti al blog questa versione non ha destato in loro la luce come quella dei versi dei due famosi poeti a commento. Ma mi sovviene questo fatto evangelico:
«Allora vennero a lui, nel tempio, dei ciechi e degli zoppi, ed egli li guarì. Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedute le meraviglie che aveva fatto e i bambini che gridavano nel tempio: “Osanna al Figlio di Davide!”, ne furono indignati e gli dissero: “Odi tu quello che dicono costoro?”. Gesù disse loro: “Sì. Non avete mai letto: ‘Dalla bocca dei bambini e dei lattanti hai tratto lode’?”. E, lasciatili, se ne andò fuori della città, a Betania, dove passò la notte».[2]
In seguito riflettendo su ciò che avevo detto da innocente infante, come dettato dalla mia interiorità, il mio pensiero è volato verso il «mare» degli alchimisti per coglierne l’immenso potere ivi riposto.
Di qui la chiarezza per me, che questo mare chiamato ermetico, è un’acqua che non bagna le mani e nel contempo luce metallica, ed altre definizioni. Che è poi il fuoco segreto dei saggi.
«Vi compiangerei molto, scrive Limojon de Saint-Didier[3], se anche voi, come me, dopo aver riconosciuto la vera materia, passaste quindici anni tutti dedicati al lavoro, allo studio e alla meditazione, senza poter estrarre dalla pietra il prezioso succo ch’essa contiene nel suo seno, perché non conoscete il fuoco segreto dei saggi, che fa colare da questa pianta, arida e secca in apparenza, un’acqua che non bagna le mani.» Senza di esso, senza questo fuoco nascosto sotto forma salina, la materia preparata non potrebbe essere sollecitata né compiere le sue funzioni di madre, e la nostra fatica resterebbe per sempre chimerica le vana. Qualsiasi generazione richiede l’aiuto d’un agente proprio, specifico del regno nel quale la natura l’ha posto. Ed ogni cosa reca in sé lo sperma. Gli animali nascono da un uovo o da un ovulo fecondato; i vegetali si sviluppano da un seme reso prolifico; allo stesso modo i minerali ed i metalli hanno per sperma un liquore metallico reso fertile dal fuoco minerale. Questo, dunque, è l’agente attivo introdotto dall’arte nello sperma minerale, ed è lui, ci dice Filalete, «che per primo fa girare l’asse e muovere la ruota.» Cosi, si comprende facilmente quale utilità abbia questa luce metallica, invisibile, misteriosa, e con quanta cura dobbiamo cercare di conoscerla e distinguerla per le sue qualità specifiche essenziali ed occulte.[4]
Ecco che si fa luce sulle mie geometrie composite delle opere pittoriche, in particolare, Il Cenacolo di Leonardo quando qui argomento il famoso «Fuoco di Ruota»[5](in stretta relazione con i rosoni delle cattedrali gotiche), per confermare ciò che dice Filalete, «che per primo fa girare l’asse e muovere la ruota.».
Ma non basta per essere accusati di fantasiosi, maghi che non vanno più in questa epoca in cui trionfa la scienza. Perché il potere riposto nell’acqua è stato motivo di ricerca per essa.
Riporto di seguito questo vecchio articolo[6] di Arnaldo Graglia[7] nel quale si argomenta sul potere dell’acqua, uno degli elementi più comuni, al centro di un interessante dibattito tra scienza ed esoterismo.
La notte dei tempi
Le molecole dell’acqua si parlano via radio
Quell’umile e solitario operatore medievale che, nella penombra del proprio laboratorio, pestava in un mortaio particelle di varia natura, cercando di legarle con uno degli elementi più comuni del mondo (l’acqua), sicuramente doveva sapere che l’acqua ha la proprietà di conservare le forze delle sostanze con cui viene in contatto, anche se la scienza del suo tempo rifiutava questa conoscenza.
Ciò che il nostro alchimista ignorava, era che, qualche secolo più avanti, la scienza avrebbe tenacemente mantenuto la propria posizione oscurantista disconoscendo quelle prorpietà di conservazione delle energie note dalla notte dei tempi agli esoteristi di ogni latitudine e che fanno di questo elemento un inquietante oggetto di ricerca. Ma veniamo ai fatti.
Su questo argomento, il professor Giorgio Piccardi[8], Direttore dell’Istituto di Chimica Fisica dell’Università di Firenze, riferendosi a prove effettuate nel 1961 durante l’Anno Geofisico Internazionale, dichiarò che le forze cosmiche influenzano mutazioni chimiche della materia attraverso l’acqua.
Il Prof. Piccardi precisò che ogni creatura vivente è soggetta a queste influenze perché è composta in gran parte di acqua e la struttura dell’acqua può essere modificata, seppur lievemente e temporaneamente, dalle forze galattiche, determinando di riflesso un’azione sensibile su tutto ciò che la contiene. La cosa non sollevò grande scalpore, e si direbbe che trent’anni di grande progresso tecnologico non abbiano trovato la scienza disposta ad aprire gli occhi sulle ormai sempre meno segrete caratteristiche dell’acqua.
Infatti l’anno scorso[9] un qualificato e serio studioso, il Dottor Jacques Benveniste[10], direttore dell’Istituto Nazionale della salute e della ricerca medica francese, ha pagato lo scotto di questa cecità millenaria.
Ricordiamo che Benveniste asserì di poter provare tecnicamente che l’acqua aveva la capacità di conservare in memoria l’attività biologica appartenente a sostanze diluibili e che questa attività è riproducibile più volte, mantenendo le qualità specifiche della sostanza diluita.
Le credenziali accademiche che non sono bastate per evitare allo scienziato francese pesanti accuse di pressapochismo e la sua teoria ha trovato subito più oppositori che estimatori. Poi tutto è stato messo a tacere.
A sostegno delle tesi del Dottor Benveniste sulla “memoria dell’acqua” si è recentemente espresso il Prof. Giuliano Preparata, ordinario di Fisica Nucleare delle alte energie presso l’Università Statale di Milano.
Nel corso di approfondite ricerche egli ha appurato che una molecola d’acqua emette segnali elettromagnetici percepiti dalle altre molecole. In pratica si crea un ponte radio che mette in sintonia tutte le molecole d’acqua gravitanti in un certo spazio, le quali possono ordinatamente vibrare con la stessa frequenza ed allinearsi secondo un moto rotatorio comune che registra e trasmette lo stesso messaggio.
In questo modo il tipo di energie inserito in una molecola d’acqua può riprodursi all’infinito senza perdere la propria forza iniziale, poiché l’acqua funge al tempo stesso da accumulatore e da conduttore.
Viene dunque confermata l’intuizione di Samuel Hahnemann, fondatore della medicina omeopatica, il quale duecento anni fa, asseriva che qualsiasi elemento diluibile, una volta immerso nell’acqua, lascia una impronta molecolare biologicamente attiva che l’acqua riproduce fedelmente e conserva nelle proprie strutture fino ad esaurimento dell’acqua stessa.
Come? Forse attraverso il ponte radio scoperto dal Prof. Preparata[11], il quale da circa tre anni sta inutilmente aspettando che qualcuno si decida a prendere in considerazione i risultati delle sue ricerche.
Ma di cosa dovrebbero lamentarsi i vari Benveniste e Preparata? La storia dell’uomo è piena di incresciosi rapporti tra i detentori del potere ed illuminati precursori di grande scoperte, con le conseguenze che conosciamo: processi per eresia, accuse di stregoneria, condanne a morte. Oggi che siamo più evoluti, i successori di Galileo e di Giordano Bruno non corrono pericoli: la loro incolumità è garantita, rischiano semmai di venire inghiottiti da un ostinato e calcolato silenzio, che brucia molto più del rogo.
[1] Dal saggio «Lo spirito dell’arte» di Wassilj Kandinskij, pittore russo (1866-1944).
[2] Matteo 21, 14-17
[3] Limojon de Saint-Didier, Lettre aux vrais Disciplines d’Hermés, nel Triomphe Hermètique, Amsterdam, Henry Wetstein, 1969, p. 150.
[4] Le dimore Filosofali, di Fulcanelli, vol. I, p. 143. Edizioni Mediterranee.
[5] Blog Matematic@Mente: http://lanostramatematica.splinder.com/post/19433487#more-19433487
[6] La notte dei tempi, tratto dalla Rivista PRESTIGE–EDIAUTO srl.
[7] Nel luglio del 1995 Arnaldo Graglia, un monaco italiano completamente ordinato che dirige il Centro Mandala, è stato riconosciuto da Sua Eminenza Togdan Rinpoce, una delle figure più insigni del lamaismo contemporaneo in Ladakh, come la reincarnazione di Lama Je Paljin.
Con il nome di Drubwang Paljin Tulku Rinpoce è stato accolto tra i Maestri che reggono il monastero di Lamayuru e ha assunto la guida del monastero di Atitse, destinato a diventare un centro internazionale di meditazione. La cerimonia ufficiale di riconoscimento ha avuto luogo il 14 luglio del 1995 nel monastero di Lamayuru ed è stata officiata da Sua Eminenza Togdan Rinpoce alla presenza di 180 monaci e di numerosi laici.
[8] Giorgio Piccardi (Firenze, 1895 – 1972) è stato un chimico e chimico-fisico italiano.
[9] Si tratta dell’anno 1988 o il successivo.
[10] Jacques Benveniste (Parigi, 12 marzo 1935 – 3 ottobre 2004) è stato un medico e immunologo francese.
[11] Giuliano Preparata (Padova, 1942 – Frascati, 2000) è stato un fisico italiano.
Un "pensiero" come al solito straordinario e inusuale quello di Gaetano, che con il suo "sguardo" penetrante sa andare oltre le cose che appaiono e trovare alchimie celate e fil rouge tra queste.
RispondiEliminaUn pensiero che dispensa conoscenza e opportunità di riflessione al contempo.
Pier Luigi, modifica il titolo con questo:
...Come fiocco Di Neve
Mi sembra più rispondente.
Baci cumulativi
annarita
Grazie di cuore Annarita, ma è anche merito di Pier Luigi che ha pubblicato il mio "pensiero" per i suoi genitori.
RispondiEliminaAbbracci,
gaetano
Certo che sei un tombeur de femmes se la tua prima moglie non ti perdona ancora e non ti da le foto di famiglia indietro, si vede che ancora non ti ha dimenticato. Sono venuta a commentare sui tuoi genitori, tua madre mi ha colpito molto, occhi fieri , determinati ma sensibili e timidi, le mani serrate di chi in condizioni inusuali sa reagire con determinazione e poi era molto bella e tu non puoi non averla amata ed ammirata profondamente, hai detto che vivi lo stesso senza foto di famiglia, ma la tua ex moglie è crudele a non dartele....per fortuna hai i tuoi nipoti.Veramente una gran bella coppia.
RispondiEliminaTombeur de femme? Povero me. Fama immeritata.
RispondiEliminaSi' mia madre era una donna determinata, dolce. Come ho gia' scritto le sorelle Pirlo erano toste e moderne. La sorella piu' grande Paola, ostetrica come mia madre, negli anni fine 40 e 50 girava per Cagliari a bordo di una Lambretta. Non passava inosservata, anche per la sua bellezza. I vecchi cagliaritani le ricordano ancora. So che nella commissione toponomastica del comune e' stata presentata una proposta per dedicare alle due sorelle o una via o una piazza. Hanno favorito la nascita dei Collegi delle ostetriche, nazionale e provinciali, e hanno fatto parte di commissioni nazionali della Sanita'. Le altre sorelle invece, unitamente ai fratelli, importanti commercianti, come i Pirlo in generale.
Vale