Questo post e' un omaggio ai miei genitori
Li ricordo con due poesie di due grandi poeti, Mario Luzi, conosciuto a casa del prof. Valerio Micheli Pellegrini, fiorentino, grande chirurgo estetico, e di Giuseppe Ungaretti
Padre dei padri
di Mario Luzi
Questi erano i patti,
altriforse in allegria
per pura amicizia
ovvero
per un grano
ancora celeste
di celeste libertà
riposto nel cuore
li avevano
in un tempo
ancora indiviso
dall'eternità
quei patti
immemorabilmente stretti
noncuranti di nominarli
di dirli, di dettarli
ed essi come nuvole
nel mezzogiorno dei monti
riposavano in sé
così si trasmettevano
così operavano essi di età in età...
E ora che cosa non sanno, che cosa non ricordano
questi che
ripetono
nella loro oscurità di posteri
imprecando
la lunga traversata del loro esodo -miglia e miglia,
afa
e quel nerore
su tutta l'affocata linea delle dune,sparse ossa
raffioranti, semisepolti
rottami
rosi da sale e ruggine:
testimoni? - Sì, potrebbero
veramente esserlo
testimoni, e non solo morti segni
che qui furono tutti
fatti una sola polvere
i codici, i rescritti
e anche quei profondi
indicibili regolamenti
sconciato ogni decalogo
derisa
vecchia e nuova alleanza
e il sangue del loro preziosissimo sigillo.
Per libidinedi sangue (li vorrei
consci di questo):
buio sangue
da scolatoio di macelli
dove tutto defluisse, tutto si disfacesse.
Per quella libidine.
Che cosa non ricordano, che cosa non sanno?
li stringe il tempo
fedifrago, li pesta nel mortaio
della sua
sanguinosa nullità
ma ha
talvolta
ritorni procellosi
la mente a se medesima
rientri
atroci
dalla sua contumacia abominevole...
E sussultano essi,
che cosa li rimorde?
c'è oblio o c'è ignoranza
- e di cosa - in quella spina?
Si dibatte
contro un'oscura dimenticanza,
si aguzza e si tortura
la mente
per un'impossibile chiarezza
e intanto
li accusa un quid,
li incolpa
un'ignominia
occulta, un'infedeltà...
ai patti - quali erano quei numinosi patti?
Ne portano
essi solo l'ombra
e il cruccio di un tradimento...
Davvero nessuno parla?
Tace nel silenzio
delle sue lontane rocce
l'antica parleria -
o il silenzio
è nostro, e non più lacuna,
ora, di parola
ma annullamento
e cenere da cui tutto risorgerà?
La madre
di Giuseppe Ungaretti
E il cuore quando d'un ultimo battito
avrà fatto cadere il muro d'ombra
per condurmi, Madre, sino al Signore,
come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'eterno,
come già ti vedeva
quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
come quando spirasti
dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,
ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.
Una bella coppia, complimenti.
RispondiEliminaNon potevi fare una scelta più adeguata per quanto riguarda i due brani poetici.
"La madre", in particolare, tocca le mie corde più intime. Vi è nei versi una ieraticità che cattura e fa sentire in pieno il sentimento di amore filiale verso la madre, sentimento che è universale.
Post commovente che scava nell'interiorità.
Grazie.
Grazie sorellina. Mi sono affidato a due grandi poeti per il ricordo e a una canzone del grande Paoli.
RispondiEliminaNon ho avuto il coraggio di scrivere, ma puo' darsi lo faccia.
Vale
Fallo, Pier. Scrivi...
RispondiEliminaSono commossa...i genitori insieme!
RispondiEliminaQuoto Annarita. Sorpresa per tutti sul blog dei concorsi.
Record?
RispondiEliminaStella: Questa foto e' l' unica che possiedo. Mi e' stata regalata da Paola e Lorenzo, miei nipoti, per il Natale del 2007. L' anno presa a casa della loro nonna, la prima delle mie ex mogli, che e' in possesso di ttte le foto della mia famiglia, ma non vuole darmele. Vivo bene lo stesso.
RispondiEliminaVale
Sorellina, lo faro'.
RispondiEliminaVale
Tutti presi per i lirismi poetici, per la foto, ma non me ne vogliate se scantono. Chissà prevale in me la deformazione mentale disposta a notare assonanze o al contrario anomalie per poi trarre spunti per vedere “dentro”. Mi attrae questo lato, ma non per curiosità. È come se attraverso la visione delle cose fissate sulla carta o su altro ci siano dei messaggi lasciati a bella posta o comunque indicazioni magari utili chissà come e quando. A volte mi ci metto apposta come un cacciatore appostato in attesa della preda... Ma ecco un ricordo di quand’ero ragazzo insieme ai miei zii e loro compagni di caccia. Ci si era appostati tutti per tutta la notte per la caccia alle lepri che rientravano dalla campagna al bosco per intanarsi al sorgere dell’alba. Fummo tutti felici perché zio Mimì, il più giovane da poco rientrato dalla prigionia in Germania, ebbe la gioia di colpire a morte una lepre di eccezionale peso. Il rientro in paese fu un trionfo specie per lui.
RispondiEliminaMa chissà perché parlo di certi miei ricordi tralasciando, se pur per un attimo, le due poesie e la foto ricordo di Pier Luigi, l’unica per lui a suo dire? Forse perché occorreva riempire un vuoto fra le due poesie pur belle, ma come se fossero impercettibilmente estranee alla mamma e papà Zanata? Si dispiacerà Pier Luigi per questo mio sgarbato rammendo. Tuttavia è pur vero che delle due poesie, che lui ha scelto per i suoi cari, quella di Ungaretti, “La madre”, qualcosa addita etericamente, giusta in felice sincrona eco della bella ed originale poesia, “Atomi di pensiero”, dell’amica Annarita che li precede. Ecco il messaggio che mi pareva fosse li, quasi ad attendermi, quella che cercavo, similmente a quella posta alla lepre: che strani intrecci di cose estranee fra loro!
La lepre uccisa e delle mani sacrificali, quelle delle madri delle due poesie.
«E il cuore quando d'un ultimo battito / avrà fatto cadere il muro d'ombra / per condurmi, Madre, sino al Signore, / come una volta mi darai la mano.» di Ungaretti-Zanata
e l’analoga dell’eco suddetta a memoria di Annarita:
«Piccola mano, / intrecciata alla mia mano / di bimba.».
Perché in cielo tutte le mamme sono come sorelle e si parlano fra loro. I loro figli sono figli di tutte loro messe insieme.
gaetano
Passo di qua, leggo, rifletto.
RispondiEliminaQuesto e' lo scopo dei nostri "prodotti"
Far parlare il nostro cuore, gettare il sasso nello stagno e produrre onde.
I miei pensieri vanno ai miei genitori e, con quella foto, ai miei nonni.
Ciao Vale. Grazie
Saba e' vero spesso il mio scopo e' come tu scrivi
RispondiElimina"Far parlare il nostro cuore, gettare il sasso nello stagno e produrre onde''.
Per questo qualche volta non rispondo ai commenti e ascolto solo i cuori parlare e osservo le onde circoncentriche provocate dal sasso.
Ti/vi assicuro e' un bell' ascoltare e un bel vedere.
Vale
grande dedida .....grandi versi ....grande pier
RispondiEliminaQuando vedo fotografie come questa dei tuoi genitori vado con la mente a quando fu scattata. Senz'altro da un fotografo che li aveva messi in posa e loro si erano acconciati per l'occasione. Era quasi un rito andare a farsi fare un ritratto. Mi evocano queste stampe un fluire del tempo naturale, senza le corse assurde che facciamo. In questa vita che del tempo lineare ha fatto segmenti spezzati.
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo con Al.
RispondiEliminaCredo che in parte tu abbia ragione, d' altronde quella foto e' stata scattata attorno agli anni 20 del secolo scorso. Non ho ricordi di mio padre, ma mia madre era sempre ben acconciata. Una professionista moderna per i suoi tempi. Ottima amazzone, cavalcava alla maschile, anche a pelo, per le sue visite utilizzava il cavallo o il calesse, tirava di pistola ...
RispondiEliminaUna grande donna e una grande mamma.
Vale
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RispondiEliminaStraordinario, Pier. Che donna! D'altronde si intuisce dal volto volitivo e dal piglio fiero, che si possono ammirare nella foto.
RispondiEliminaUn leone come te non poteva nascere se non da una leonessa.
Baciotti
annarita
Si' sorellina. Tutte le sorelle Pirlo, le professioniste e le commercianti, tutte donne di gran carattere. Non facile "dominarle".
RispondiEliminaVale
la peosia di Ungaretti è incredibile! stupenda! che ebllo l'omaggio ai tuoi cari! ho letto poi il post dove scrivi di tu ex mogle, che cattiva però!
RispondiEliminasaluti Luis
Magic benvenuto.
RispondiEliminaGrazie.
Cattiva? Non so. Forse vuole solo che mi ricordi di lei.
Vale