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venerdì 14 marzo 2014

Musica, letteratura e cibo a km zero: torna il festival ‘Ananti de sa Ziminera’ a Bauladu e Tramatza

da Sardinia post

Musica, letteratura e cibo a km zero: torna il festival ‘Ananti de sa Ziminera’ a Bauladu e Tramatza

ananti
Ritornano a Bauladu e Tramatza i racconti davanti al focolare, tipici della realtà contadina sarda, quando tutte le sere all’imbrunire le famiglie si raccoglievano accanto a sa forredda e un narratore diveniva il protagonista della serata. Ritornano a Bauladu e Tramatza che in questi cinque anni di festival hanno saputo dare all’oristanese un evento dal sapore antico che sapesse essere una buona culla per musica e parole. E si ripeterà anche quest’anno da venerdì 14 a domenica 16 marzo coniugando musica, letteratura e cibo a km zero.
Il Festival Letterario Diffuso Ananti de sa Ziminera si propone di rievocare il tempo del racconto e di aggregazione sociale degli antichi perseguendo l’obiettivo di aprire gli occhi su un intero territorio, il Montiferru-Sinis, per dare vita a un distretto culturale e fare in modo che la cultura possa diventarne il motore. Davide Corriga, sindaco di Bauladu, è da sempre uno dei promotori più attivi della manifestazione che arriva quest’anno al quinto. Ha spiegato così la genesi e la gestazione di un festival che ogni anno si fa più ricco e variegato.
Cos’è Ananti de sa Ziminera e che format prevede quest’anno?
Ananti de sa Ziminera è un festival di letteratura. La peculiarità dell’evento è quella di essere diffuso nel territorio: coinvolge più comunità ed è strutturato in modo che il pubblico del festival possa conoscere e vivere la realtà locale, in un’esperienza collettiva unica con i residenti. A tal fine la manifestazione propone appuntamenti in diversi spazi: nelle case campidanesi, nelle biblioteche comunali, nei bar, nelle cantine, lungo le strade in pietra e nelle piazze dei tre paesi dell’Alto Oristanese. Filo conduttore del festival sono i racconti davanti al focolare, oggi davanti ad un caminetto ospitiamo scrittori, giornalisti, poeti, cantautori e persone comuni per riflettere su tematiche del territorio e della società contemporanea. L’edizione 2014 si svolge in due comunità – Bauladu e Tramatza – e propone, dal 14 al 16 marzo, 12 appuntamenti per un totale di 25 autori coinvolti.
Qual è il ruolo dei comuni impegnati in questo evento? Come avete raggiunto la sintesi che poi ha portato all’organizzazione?
I comuni coinvolti sostengono economicamente il festival. Il coordinamento dell’organizzazione e la direzione artistica sono affidati alla Consulta Giovani Bauladu che, sentiti tutti i soggetti coinvolti nel festival, propone un programma e contatta gli autori. Per organizzare cinque edizioni è necessario avere tanta passione. Le risorse economiche sono davvero limitate, per questo motivo il lavoro di organizzazione e gestione dell’evento molto spesso – purtroppo – è pura attività di volontariato. Mi auguro che già dalla prossima edizione sia possibile riconoscere il giusto valore all’attività intellettuale e gestionale dei ragazzi e della ragazze che progettano il festival.
Come sindaco che lavoro culturale state facendo a Bauladu e quali risultati avete ottenuto e quali gli obiettivi da raggiungere?
Come Amministrazione Comunale di Bauladu crediamo che la cultura sia uno dei modi più concreti e potenzialmente efficaci per creare opportunità di sviluppo nel territorio. Per questo motivo scegliamo di investire in cultura e lo facciamo secondo una pianificazione pluriennale delle attività e delle azioni. In primis abbiamo previsto una serie di azioni finalizzate ad acquisire una piena consapevolezza della storia e delle risorse del paese: attualmente è in fase di scrittura un saggio su Bauladu, la cui stesura è accompagnata da una serie di lezioni pubbliche attraverso le quali vengono veicolati dei contenuti basilari per chi intende lavorare sul territorio. Parallelamente stiamo attivando dei progetti volti alla valorizzazione delle principali risorse archeologiche del comune e all’incentivazione di imprese in campo turistico-culturale: in primavera prenderà il via il progetto ‘Bauladu Cult – Cantieri Culturali” che mette a disposizione otto borse lavoro per giovani di età compresa tra i 18 ed i 35 anni che intendono scommettere in questa direzione. I giovani saranno impiegati in attività di manutenzione dei principali siti archeologici e in percorsi di accompagnamento e supporto alla creazione di impresa. La terza misura favorirà l’integrazione degli eventi e delle risorse culturali con le infrastrutture e le altre imprese presenti nel territorio. Abbiamo in mente un progetto ambizioso per la nostra comunità, che prenderà pienamente forma nel medio-lungo periodo. Per il momento il fermento culturale di Bauladu contribuisce a posizionare l’immagine del paese in maniera molto positiva verso l’esterno. In molti quando sentono nominare Bauladu, collegano la nostra realtà con le parole ‘cultura’ e ‘giovani’. Quasi come se fosse un brand. Oltre che un importante indicatore della qualità della vita, questo è un chiaro riconoscimento per l’attività che l’Amministrazione Comunale ha portato avanti in questi anni.
Qual è il ruolo della Consulta giovanile di Bauladu e dei volontari che lavorano all’evento?
La Consulta si occupa di tutta la gestione e la direzione artistica dell’evento, dal contattare gli autori e i musicisti al creare la rete che gestisce tutte le varie fasi del festival. Alla fine come volontari fanno questo lavoro in maniera magnifica, ma stiamo pensando di dare una natura giuridica al loro ruolo magari con la creazione di una associazione culturale o di una cooperativa che sia impegnata tutto l’anno con gli eventi. Quest’anno riescono meglio degli anni scorsi a valorizzare la manifestazione con la collaborazione della Pro Loco che sarà impegnata con la proposizione delle degustazioni dei piatti tipici del paese. Abbiamo avuto grandi richieste, tanto che molte persone saranno costrette a cenare fuori paese, a Oristano o Bonarcado. Questo mi rimanda a quando hanno iniziato, doveva essere soltanto la presentazione di un libro di una amica dei ragazzi della consulta. Poi si era aggiunto un altro autore e da lì abbiamo cominciato a creare un vero e proprio cartellone che desse il via al lavoro che abbiamo fatto fino ad oggi.
Simone Spada


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