La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava

La quercia e la rosa, di Ludovica De Nava
Storia di un amore importante di Grazia Deledda con lettere autografe. Romanzo di Ludovica De Nava

IN TERRITORIO NEMICO

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Romanzo storico sulla Resistenza di Pier Luigi Zanata e altri 114 scrittori - metodo Scrittura Industriale Collettiva

Dettagli di un sorriso

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romanzo di Gianni Zanata

Il calcio dell' Asino

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Il calcio dell’Asino. Il calvario di un giornale ribelle (1892-1925) e del suo direttore Giovanni de Nava (Giva)

NON STO TANTO MALE

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romanzo di Gianni Zanata

domenica 19 giugno 2011

BARBARA SORRENTINI – Milano, liberiamo anche la cultura. L’appello degli artisti e intellettuali europei

BARBARA SORRENTINI – Milano, liberiamo anche la cultura. L’appello degli artisti e intellettuali europei

bsorrentini“Milano si può, io ci credo”. La frase che per molti mesi ha accompagnato la campagna elettorale del candidato sindaco Giuliano Pisapia, rimbalzando come un mantra sulle molte bacheche di Facebook, si è trasformata nella sintesi ottimista “il vento è cambiato davvero”.
Sarà forse presto per dirlo, ma l’aria a Milano è diversa e l’inversione di rotta si avvertiva già nelle ultime settimane che hanno preceduto le elezioni del nuovo sindaco. Tra le tante scommesse che Milano dovrà superare in questi mesi, (anni), volti in buona parte  al recupero di una città che ha subìto lo sfascio di più di vent’anni di amministrazione di centro destra, c’è quella culturale. Dove per culturale si intende anche scambio tra culture, accoglienza e solidarietà nei confronti di culture e popoli più deboli.
La cultura a Milano non può più essere rappresentata soltanto dalla Scala (anche lei vittima di tagli peraltro), dal Piccolo Teatro e da Palazzo Reale. Se da una parte bisognerà tornare a dare credibilità a queste tre “istituzioni”, dall’altra sarà necessario un recupero di tutte quelle piccole realtà che in questi anni di buio amministrativo hanno mantenuto un lumino acceso in forma totalmente indipendente. Gruppi teatrali, esercenti cinematografici volenterosi, produttori appassionati, biblioteche, centri sociali e di aggregazione che hanno ospitato reading letterari, gruppi musicali, festival, rassegne. Un patrimonio di autoproduzione, snobbato da Palazzo Marino, di cui Milano può andare fiera.
Ad ampliare lo sguardo su quello che potrà fare Milano si aggiunge il prestigioso appello di artisti ed intellettuali europei, guidato da Amos Gitai e firmato tra gli altri da Nadine Gordimer, Daniel Pennac, Rem Koolhaas e Arto Lindsay. “Milano ha avuto un ruolo decisivo nella storia dell’arte, del design e della cultura – ha spiegato il regista israeliano – e ci auguriamo che possa uscire da anni di oblio per tornare a svolgere un ruolo di cambiamento necessario alla vita e al governo della città, liberando le energie creative di Milano. E’ drammatico quello che è successo negli ultimi anni in Italia e gli italiani desiderano sintonizzarsi con i nostri tempi. Per questo vogliamo tendere la mano a chi vuole riportare questo paese al crocevia di culture e di scambi che è sempre stato”. Milano si può, ora ci credono in tanti.
Barbara Sorrentini

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